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DALLA CINA CON AMORE : I PRINCIPI GENERALI DEL FENG SHUI

a cura di Sandra Zagatti
 

Ammettiamolo: la divulgazione è una gran bella cosa ma ha effetti collaterali non trascurabili. E’ vero che permette ormai a tutti di "masticare" materie altrimenti inavvicinabili per i non addetti, ma è altrettanto vero che a volte ciò che si mastica, pur somigliandole, della materia originale ha poco o niente; un po’ come quelle sostanze da laboratorio che sulle etichette degli alimenti sono chiamate "aromi naturali"…

Il Feng Shui ha, almeno in parte, subìto un analogo processo di alterazione, assieme alla semplificazione. Fino a un decennio fa, pochi in Occidente sapevano cosa fosse, ed oggi fin troppi pensano che sia l’arredamento tipico dei ristoranti cinesi; alla meglio, una serie di indicazioni, a volte semplici al limite del ridicolo, per rendere i nostri ambienti più "armoniosi". Il che vuol dire tutto e nulla.

Un po’ di colpa, in questo malinteso, possiamo darla alle terminologie che, proprio come gli "aromi naturali", sono simili ad altre che conosciamo e ci inducono quindi a pensare che siano anche la stessa cosa. Prendiamo ad esempio gli Elementi. Terra, Acqua, Fuoco… i cinesi e il Feng Shui non hanno l’Aria e hanno il Metallo e il Legno, ma insomma tre, quattro o cinque che differenza farà mai? E invece la differenza c’è, e non è solo quantitativa.

Intanto, non è vero che l’Elemento Aria in Cina non sia considerato. E’ semmai elevato a principio primo, inteso come "soffio vitale" che sostiene e governa ogni manifestazione: è il Ch’i, o Qi, che ha come controparte negativa e mortifera lo Sha, il ristagno. Già da questo si può capire come per il Feng Shui la vita sia sinonimo di movimento, e l’energia sia tale solo se dinamica. Così, i Cinque Elementi cinesi non rappresentano "stati" dell’energia (oltre che della materia) come i nostri Elementi, ma descrivono i diversi movimenti in cui l’energia si manifesta e vanno dunque intesi come direzioni energetiche.

Questi movimenti sono: quello verso il basso (Acqua), verso l’alto (Fuoco), verso l’esterno (Legno), verso l’interno (Metallo) e quello rotatorio (Terra). L’interazione tra tutti questi aspetti si ottiene attraverso il "Ciclo della Creazione" (il Fuoco genera la Terra, la Terra genera il Metallo, il Metallo genera l’Acqua, l’Acqua genera il Legno, il Legno genera il Fuoco) e il "Ciclo del Controllo" (il Fuoco controlla il Metallo, il Metallo controlla il Legno, il Legno controlla la Terra, la Terra controlla l’Acqua, l’Acqua controlla il Fuoco). Ecco perché, per citare una banale applicazione, il Feng Shui interpreta le relazioni dei singoli spazi all’interno della nostra casa suggerendo eventuali interventi correttivi: ad esempio anche solo evitando di accostare l’Acqua (lavello) al Fuoco (forno) in cucina, o scegliendo un pavimento di parquet (Legno) per lo studio, per alimentare l’attività produttiva (Fuoco), o ancora appendendo immagini di laghetti montani (Acqua) alle pareti di una camera da letto esposta a sud (Fuoco) e quindi non adatta al riposo…

E a proposito di esposizione, un altro malinteso dovuto a termini familiari riguarda i punti cardinali. Spesso troviamo nel Feng Shui indicazioni sull’orientamento di stanze, aperture o arredi, ma ciò non va inteso in senso assoluto: è il luogo in cui ci troviamo noi a determinare i punti cardinali e le relazioni con l’ambiente circostante (e dunque un particolare movimento di energia). Per comprendere questo concetto, analizziamo lo schema dei Cinque Animali, che rappresentano cinque punti di vista, o relazioni funzionali, collegati agli Elementi. Il punto di partenza è la direzione verso cui si guarda, dove è situato il Serpente (centro, colore bruno-giallo, associato all’elemento Terra): rappresenta la posizione ricevente e favorente, l’attenzione e la concentrazione. Alla sua sinistra c’è il Drago (est, colore verde, primavera, elemento Legno), che ha natura spirituale ma è forte e sapiente; è l’intelligenza creativa. A destra c’è la Tigre (ovest, colore bianco, autunno, elemento Metallo), che è la parte più istintiva, di autoconservazione, di difesa o di attacco. Davanti troviamo la Fenice (sud, colore rosso, estate, elemento Fuoco), che è la nostra capacità di guardare lontano e rigenerarci, dilatarci. Dietro abbiamo infine la Tartaruga (nord, colore nero, inverno, elemento Acqua), che è la nostra parte di stabilità, sicurezza e longevità.

Le indicazioni dei Cinque Animali sono molto semplici, ma incredibilmente valide sul piano del benessere abitativo: in pratica è come quando siamo seduti su una comoda poltrona, in cui le spalle sono protette e sorrette da un alto schienale, ai fianchi abbiamo solidi ma più bassi appoggi e davanti ci godiamo la televisione o il volto degli amici con cui chiacchierare! Allo stesso modo, una buona posizione per la nostra casa dovrebbe avere il fronte libero ed illuminato, con una veduta ampia e piacevole (Fenice), una certa protezione laterale, possibilmente più bassa a destra (un lato Tigre troppo forte accentua l’aggressività), e dietro una protezione più solida e corposa (alberi, colline, anche muri purché non troppo a ridosso). In tal senso vanno anche valutati gli edifici confinanti, che dovrebbero il più possibile avere posizioni ed altezze proporzionate a questo schema e alla nostra casa.

Ma questi sono solo pochi accenni ad una disciplina antica e raffinata, complessa anche se non altrettanto "complicata"… Il Feng Shui è collegato alla filosofia dell’I King, il Libro dei Mutamenti. Partendo dal presupposto che tutto sia energia e che l’energia si trasformi incessantemente mediante la polarizzazione Yin e Yang, ciò di cui tratta è, come premesso, semplicemente il movimento della vita e le modalità di tale movimento, che non è casuale o disordinato ma segue leggi naturali. Studia inoltre le relazioni tra le diverse energie in movimento e i risultati della loro interazione; senza mai dimenticare che anche l’uomo è natura ed energia, per cui anche la sua vita, interiore ed esteriore, è soggetta alle stesse leggi, così che dalla capacità maggiore o minore di agevolare od ostacolare il flusso naturale di energia, dipenda la sua serenità o sofferenza psicofisica.

Un mio insegnante diceva sempre che il Feng Shui è "sentire un posto", e a ben pensarci è esattamente ciò che facciamo quando scegliamo di sederci su una poltrona invece che sul divano, ci dirigiamo verso un tavolo al ristorante invece che verso un altro, ci troviamo a nostro agio in un luogo mentre da un altro non vediamo l’ora di andarcene. Può darsi che quel divano abbia un orientamento non in sintonia con il nostro stato d’animo, che quel tavolo riceva una disturbante "freccia segreta" (forme appuntite che generano un Ch’i aggressivo) o quel luogo abbia un lato Tartaruga scoperto e quindi ci faccia sentire vulnerabili… Di certo noi percepiamo queste energie di continuo, e sono tanti i modi in cui il nostro istinto ci spinge a considerarle e ad esprimerle, nonché ad equilibrarle. Questo genere di comportamenti può essere definito Feng Shui spontaneo!

Ognuno di noi, infatti, vede la vita in modo diverso perché la vede con i propri occhi. Anche il Feng Shui non è altro che un punto di vista sulla realtà; in altre parole, un sistema di riferimento culturale. E i suoi simboli possono "influire" su di noi solo se hanno per noi un significato, e se lo fanno è in risonanza con quel particolare significato. Ecco dunque che non solo il punto di vista, ma anche la motivazione, l’obiettivo, la finalità delle nostre scelte abitative diventa fondamentale. Insomma il Feng Shui non è una tecnica, tanto meno un approccio dogmatico e rigido al costruire e all’abitare, ma è soprattutto un sistema di pensiero, forse un’arte, ed anche in situazioni già compromesse o in ambienti già realizzati può intervenire a correggere e riequilibrare eventuali conflittualità. Questo perché l’energia è un tutto organico e naturalmente predisposto a trasformarsi e a muoversi verso risultati più armonici, ed è sufficiente richiamare congrue assonanze simboliche per produrre un’eco vibrazionale direzionato e potente.

Affinché ciò sia possibile dobbiamo però riabituarci a considerare noi stessi, la nostra casa e gli stessi sentimenti che proviamo al suo interno, come elementi partecipi e sinergici della vita intera che abita il pianeta.




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