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I PETS : NUOVI MEMBRI DI FAMIGLIA

a cura di Federica Farini
 

Ieri, oggi e domani: la relazione tra essere umano e animali parte da molto lontano, quando, all’epoca del Neolitico, i nostri antenati instaurano con essi un rapporto diverso da quello di preda-predatore, basato sulla convivenza e sull’utilità, con l’addomesticamento del cane 15 e del gatto 11 mila anni fa.

Ai giorni nostri l'animale domestico è diventato un vero e proprio membro di famiglia, capace di ricoprire un ruolo fondamentale di sostegno emotivo, soprattutto in periodi storico-sociali difficili, come documentano i dati degli ultimi anni. Gli animali d’affezione o da compagnia vengono inoltre definiti giuridicamente nel dpcm del 2003 del Governo Italiano come animali destinati alla vicinanza con l’essere umano, senza fini produttivi o alimentari, che possono svolgere altresì attività di supporto all’uomo (sostegno a disabili, pet-therapy, riabilitazione). Oggi più che mai i pets si dimostrano socialmente utili nell’assistere categorie di persone malate, fragili o con disabilità, contribuendo a percorsi di riabilitazione in ospedali, carceri e persino in terapie di aiuto a bambini e adolescenti vittime di bullismo e problemi psicologici.   
 
Vivere con un pet apporta molteplici benefici a tutti i membri della famiglia, sia sul corpo sia sulla mente: studi dimostrano che il legame tra le persone e i propri animali domestici può accrescere uno stato di benessere psicofisico significativo e appagante. La routine di cura e le attività che condividiamo con il nostro amico pet producono un aumento dell’attività fisica, favorendo per noi umani una lotta a sovrappeso, diabete, pressione alta, colesterolo e problemi cardiaci. La convivenza con un animale sin da piccoli, soprattutto cane o gatto, aiuterebbe inoltre a rinforzare il sistema immunitario, riducendo il rischio di sviluppare allergie. Avere un pet incrementa la vita all’aria aperta e gli scambi con altre persone che condividono la passione per gli animali. Prendersi cura di un essere vivente facilita la diminuzione di stress, solitudine, depressione e ansia (stimolando un aumento degli ormoni della felicità), dedicandosi a uno scopo che tiene occupati e distrae, riempiendo l’esistenza di scoperte e soddisfazioni, oltre a godere della presenza di un compagno fedele, attento e protettivo verso gli individui che ama.
 
Il rapporto con un pet favorisce la socializzazione: l’interazione con l’animale ci rende più consapevoli sul modo in cui comunichiamo, sensibilizzando la nostra capacità di relazione, l’attenzione, l’ascolto, la comprensione, il rispetto, l’altruismo, la compassione e l’aiuto. Soprattutto per le categorie di soggetti problematici, il pet agevola la comunicazione, con una conseguente riduzione dei livelli di stress, ansia e aggressività.   
 
Se un animale in casa costituisce anche un impegno – economico, di tempo, di organizzazione e cura degli aspetti igienico-sanitari e di salute da parte di tutti i membri – la sua presenza riempie di sentimenti ed emozioni benefiche e durature, accrescendo la capacità di autogestione, soprattutto nei bambini, che imparano così ad occuparsi di un altro essere vivente: dare da mangiare al cane o al gatto, portare in giro il cane, cambiare l’acqua ai pesci rappresentano attività formative per l’assunzione di responsabilità, rendendo i piccoli più sicuri di sé, maturi, capaci e orgogliosi dei propri successi.  Un utile strumento di organizzazione e armonia per la gestione dei pet è la suddivisione dei compiti tra i membri di famiglia; fondamentale è anche stabilire quali luoghi della casa il pet può visitare oppure no, se all’animale domestico è permesso dormire sul letto degli umani o salire sul divano, se è concesso del cibo dalla tavola, quali parole scegliere per l’educazione dei comandi che l’animale dovrà apprendere. Essenziali per la convivenza sono alcune regole universali come non disturbarlo mentre dorme o mangia, concedergli adeguato spazio ed esercizio fisico: il rispetto per l’altro si traduce sempre anche in un rispetto per se stessi, punto di partenza per relazioni sane.  
 
È indispensabile rammentare di introdurre un pet in modo graduale all’interno del nucleo famigliare, insegnando ai più piccoli e ricordando ai più grandi che l’animale non è un giocattolo, va curato, ascoltato, osservato ed educato con dedizione, attenzione e calma, ingredienti basilari per rapporti felici tra specie. 
 
Non bisogna inoltre umanizzare l’animale domestico (potremmo nuocere al suo benessere e anche alla sua salute): egli è sì un membro di famiglia, ma di specie differente e quindi con esigenze diverse dalle nostre proprio perché non umano. Il pet di contro deve imparare a rispettare norme e ruoli di gruppo al fine di non vivere sentimenti contrastanti di inquietudine, nevrosi o aggressività: la routine di abitudini e di regole donano fiducia e sicurezza all’animale verso il nucleo-branco domestico; meglio conoscere anche il suo modo di comunicare, al fine di evitare comportamenti che possano essere considerati da noi una manifestazione di affetto, ma per lui fraintesi come invasivi, minacciosi o poco comprensibili.  
 
Benvenuti, pets in famiglia: crescere insieme, in una lunga storia di esperienze e amore!

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