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L'AUTUNNO NEI SOGNI E NELL'ASTROLOGIA

a cura di Elena Cartotto
 

L’Equinozio d’Autunno sancisce la fine dell’estate. Iniziano i primi freddi e le brume, ma la natura sembra volerci restituire il sole sotto un’altra forma, nei colori caldi delle foglie color rosso e oro che invadono i viali, nei turgidi chicchi d’uva, nelle zucche, nei melograni, nella bellezza di una luce che diventa, soprattutto, un faro interiore.

Non bisogna quindi pensare che se l’Autunno compare nei nostri sogni con i suoi simboli ciò debba rimandare per forza alla malinconia, alla perdita, al passato. Per altro come si evidenzia nella sezione del sito dedicata all’interpretazione dei sogni che ci inviate, quasi nulla di quel che sogniamo rappresenta mai ciò che realmente raffigura.  Certamente le foglie secche possono alludere alla fine di cicli, di relazioni, di progetti, o alla sensazione di sentirsi in balìa del destino, però uva e melograni rimandano al piacere del vino, all’esaltazione della vita, alla ricchezza nascosta. Attraverso l’Autunno il nostro inconscio può volerci dire che è appena cominciata la stagione dorata, quella che ci donerà i frutti tanto attesi.

L’Autunno ha sempre profondamente ispirato artisti e poeti: non è un caso che faccia il suo esordio astrologico con la Bilancia, segno dominato da Venere, antica dea della bellezza e dell’amore. Con il suo equilibrio perfetto di ombre e luci, la Bilancia ci accompagna nel lento precipitare del giorno verso la notte, tra ottobrate dal cielo ancora terso e nebbie che si fanno sempre più fitte.
La nebbia nei sogni può rappresentare la confusione, l’incertezza, accompagnare quelle fasi esistenziali di transizione
in cui il nuovo, verso cui andiamo, e il vecchio che ci siamo lasciati alle spalle, sono ugualmente lontani da noi. Ma la nebbia può anche proteggerci da verità troppo dolorose che non siamo pronti ad accettare o fungere simbolicamente da utero e riportarci alla calma e alle sensazioni ovattate dell’ambiente prenatale per difenderci da una realtà esterna agitata che ci crea apprensione. La nebbia che si affaccia nei sogni può collegarsi astrologicamente a transiti particolari di pianeti come Luna e Nettuno verso il nostro tema natale. Sono, infatti, pianeti che mettono in primo piano il mondo emotivo, immaginativo e la mancanza di confini chiari atti a delimitare la nostra individualità.

Con lo Scorpione, segno d’Acqua fisso, l’Autunno raggiunge il cuore di se stesso. In questo periodo stagionale in molti paesi ci sono feste dedicate al passaggio nella parte oscura dell’anno e all’inizio del nuovo ciclo nella ruota cosmica: è infatti qui, in questo tempo, che si colloca Samhain, l’antico capodanno celtico, il 1 novembre, preceduto dalle celebrazioni di Halloween.  Si ricordano i defunti, si pensa sia possibile aprire un varco con il mondo dell’invisibile e la sua dimensione sovrannaturale, ci si prepara al confronto con le creature dannate e deformi di un aldilà mitologico. Mostri, streghe, diavoli e vampiri ritornano nei racconti e nei sogni per ricordarci i nostri istinti primordiali, le pulsioni, il mondo ferino che impasta la nostra anima, ma da cui sgorga anche la coscienza nella sua forma più evoluta. Non sempre le belve nei sogni rappresentano elementi distruttivi o che agiscono dichiaratamente contro di noi: a volte fanno parte del nostro essere, ma l’Io le respinge, le confina al silenzio e loro tornano, spesso complici i transiti di Plutone verso i pianeti personali, per ricordarci che siamo anche rabbia, passione, desiderio incontrollato di vita, che nel sogno può essere rappresentato da un vampiro in cerca sangue.

La malinconia di novembre, che è proprio quella del tormentato Scorpione il cui gravoso compito zodiacale consiste nel contribuire al disfacimento dell’esistente nella prospettiva di una futura resurrezione, può favorire sogni tristi abitati da laghi silenti e paesaggi paludosi. L’acqua ferma del lago e l’intricata palude possono alludere alla necessità, in questo frangente particolare, di stare fermi, accettare la sofferenza data dall’impossibilità di cambiare le cose pur sapendo che il processo di trasformazione è già in atto come indica la palude in cui pullulano i germi del rinnovamento.

L’Autunno sconfina nel mese di dicembre col Sagittario, segno di fuoco e mobile, situato a cavallo tra il mondo che era e il freddo che verrà. Gaudente, sempre proiettato in avanti, il Sagittario non ha tempo di contemplare la fine delle cose. Con lui arriva la gioiosa attesa del nuovo inizio che sarà sancito dal capodanno, le feste, gli incontri, gli abbracci, lo scambio dei regali, i fiumi di vino, le luminarie nelle strade, le luci delle candele che illuminano case addobbate e luoghi di culto. La candela è forse l’espressione migliore del fuoco sagittariano, ben lontano nelle sue manifestazioni dagli incendi arietini e dal solleone estivo. La candela, infondo, ci ricorda il lato contemplativo del Sagittario che ama essere guida, Guru, potenza spirituale.
Sognare le candele può, infatti, simboleggiare il rapporto tra materia e spirito perché la candela è fatta di cera e luce. E per quanto possa sembrare strano la candela può mimare inconsciamente un desiderio sessuale sublimato. La fiamma della candela rimanda, infatti, al disco solare maschile e la candela ha una forma fallica: se nel sogno è una donna a tenerla in mano, come si usava e si usa ancora fare nelle processioni religiose, ne può emergere l’incontro sacrale tra il principio maschile e quello femminile ad indicare un desiderio d’amore profondo e assoluto dove passione, sentimento e spirito siano un tutt’uno.  

Il Solstizio d’Inverno con l’ingresso del Sole nel Capricorno rappresenterà il culmine delle festività preparate dal Sagittario, ma poi si cadrà velocemente nel gelo, nel buio, nella dura terra di gennaio senza più luci, foglie colorate nell’aria e festoni appesi ovunque. 




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