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SATURNO E IL POTERE DELLA SOLITUDINE

a cura di Elena Cartotto
 

La solitudine viene spesso associata alla sfortuna affettiva e all’incapacità di creare legami. In realtà questo modo di intenderla ne implica una visione privativa che si definisce sulla base di una mancanza. Infondo è quel che succede anche con Saturno, il pianeta simbolo della solitudine che viene spesso definito in contrapposizione al munifico Giove: dove uno svuota, l’altro riempie.

Governatore della parte più buia e fredda dell’anno, quella invernale, Saturno inaugura il suo regno col solstizio d’inverno quando il Sole passa in Capricorno. Saturno è lo scheletro, la forma spettrale di ogni cosa, è “quel che resta del giorno” per mimare il titolo di un famoso film.  La natura, in questo periodo dell’anno, si mostra nuda, scarnificata, priva di orpelli, senza nemmeno più la macabra danza delle foglie morte, tanto cara allo Scorpione, a difenderla. Chi è solo si sente più solo, quasi vedesse all’esterno una proiezione congelata di sé. Chi non è solo prova un brivido di paura di fronte all’apparente vuoto di tutte le cose, come un senso di imminente abbandono.

Eppure, molti pensatori di fama e lucida intelligenza, si sono interrogati sulla possibile pienezza della solitudine che può consentire a chi è in grado di viverla e apprezzarla, di accedere a risorse profonde di tipo intellettuale, spirituale e creativo. Per lo scrittore Kundera la solitudine amplifica il coraggio: “Essere coraggiosi nella solitudine, senza testimoni, senza il premio di un consenso, soli davanti a se stessi”. Per il saggio Seneca, invece, la solitudine è per lo spirito ciò che il cibo è per il corpo. Un’opinione questa che nel corso della storia ha sempre trovato seguaci, tanto che anche lo scrittore Thomas Mann, autore del celebre romanzo La morte a Venezia scrisse: “La solitudine fa maturare la creatività, l’arte, la poesia”.

In realtà anche oggi psicologi e sociologi sono abbastanza concordi nel riconoscere un potere positivo alla solitudine: sviluppare le proprie intuizioni, risolvere problemi, aumentare la capacità di concentrazione e apprendimento implica il saper stare da soli per poter indirizzare le proprie energie verso un obiettivo. La presenza degli altri arricchisce le nostre abilità relazionali e aiuta a far maturare l’affettività, quando i rapporti sono sani. Però, contemporaneamente, deconcentra perché crea un bisogno, spesso inconscio, di essere accettato dall’altro, di non deludere le sue aspettative, di rispecchiare i suoi sentimenti. Si pensi, a questo riguardo, anche alla funzione puramente biologica dei famosi neuroni a specchio che spiegano, da un punto di vista fisiologico, la nostra capacità di entrare in relazione con chi ci circonda. Vedere qualcuno compiere una determinata azione, attiva nel nostro cervello gli stessi neuroni che entrano in moto quando siamo noi a fare la medesima cosa.

Perfino la leadership che, non a caso, è fortemente connessa a livello astrologico alla capacità di governo tipica di Saturno e del Capricorno, sembra connessa alla solitudine. Inoltre uno studio dello psicologo Mihaly Csikszentmihalyi, noto per le sue ricerche sulla felicità e la creatività, colui che introdusse il concetto, ormai noto e altamente utilizzato di flusso, evidenziò che gli adolescenti che non sopportavano la solitudine non erano in grado di sviluppare talenti creativi.

Il celebre sociologo Zygmunt Bauman lo afferma anche lui molto chiaramente: “Quando si evita ad ogni costo di ritrovarsi soli, si rinuncia all’opportunità di provare la solitudine: quel sublime stato in cui è possibile raccogliere le proprie idee, meditare, riflettere, creare e, in ultima analisi, dare senso e sostanza alla comunicazione. Certo, chi non ne ha mai gustato il sapore, non saprà mai ciò che ha perso, ha lasciato indietro, a cosa ha rinunciato”.

La solitudine può essere quindi uno stato di grazia, una scelta consapevole dell’individuo che vuole concentrarsi e mirare dritto al raggiungimento di uno scopo. Come l’esaltazione di Saturno nel segno della Bilancia insegna, è proprio della solitudine il consentire una reale valutazione, compito prettamente bilancino, di tutta l’enorme mole di informazioni, sensazioni, reazioni emotive che ci invadono nel costante flusso a cui siamo sottoposti, specialmente da quando la rivoluzione tecnologica ha aumentato a dismisura gli input che riceviamo dall’esterno.

Camus, premio Nobel per la letteratura, diceva che “creare è dare una forma al proprio destino”. E chi, se non Saturno, interviene nel ridefinire le forme della realtà con la propria azione di potatura, abbandono del superfluo, ritorno all’essenziale? Saturno non è certamente un pianeta creativo, ma è lo strumento che consente a visioni, sogni, immaginazioni di uscire dall’infinito alveo delle possibilità per diventare cose concrete.

Lungi quindi dall’essere un mero stato di assenza di qualcosa che si ama o che si potrebbe amare solo se ci fosse, la solitudine è piena presenza a se stessi.

Da cosa deriva astrologicamente la predisposizione a ricercare la solitudine? Certamente da forti valori Capricorno, ma anche da un Saturno importante nel tema natale, perché, ad esempio, congiunto ad uno dei quattro angoli cardinali o congiunto/ in buon aspetto con i luminari; anche un Saturno in casa 12^, casa che racconta l’altra solitudine, quella di Nettuno in fuga nel proprio mare, può favorire, se ben supportato, la capacità di trarre beneficio da condizioni, anche non volute, di isolamento e costrizione. 

Saturno stretto ai punti cardinali di un tema, ossia ascendente, Medio Cielo, discendente o Fondo Cielo può favorire un temperamento molto autonomo che spinge la persona, a prescindere dalle condizioni favorevoli o meno della vita, a voler stare a tutti i costi in piedi da sola. Spesso chi è così segnato tende addirittura a sovraccaricarsi di responsabilità, sollevando gli altri da oneri e fatiche, in modo da poter agire senza condizionamenti di sorta.

Saturno congiunto, trigono o sestile al Sole funge da moderatore della vitalità solare. In qualche modo la contiene, la interiorizza, la stabilizza: il fuoco che divampa o vorrebbe divampare, diventa lume di candela, ossia una luce raccolta in se stessa capace di generare, dall’interno, il seme della contemplazione.

Saturno congiunto, trigono o sestile alla Luna facilita la gestione delle emozioni, la capacità di prendere distanza, di non farsi travolgere da umori e passioni proprie e altrui. Difficilmente chi ha questo aspetto si lascia dominare dal caos o da moti disordinati dell’affettività. Meglio la solitudine consapevole e ricca di stimoli che può derivare da piaceri intellettuali e perfino spirituali che la ricerca spasmodica di compagnia dettata dal bisogno.

Perfino certi transiti di Saturno possono mettere in moto una ricerca della solitudine felice facendo da spartiacque tra un prima e un dopo. Si pensi ai passaggi di Saturno in 7^ che, in alcuni casi, possono mettere fortemente in crisi la vita di relazione, ma anche attivare nel soggetto una maggiore indipendenza dai giudizi e dalle aspettative altrui.

Anche un Saturno che transita in 4^ può indebolire, per un motivo o per un altro, i legami familiari spingendo verso una dimensione della vita privata e domestica meno vincolata dagli affetti.

Saturno in aspetto o in transito conflittuale a Mercurio, può certamente creare cortocircuiti comunicativi, ma è anche in grado di liberare da quei larghi giri di parole che piacciono tanto a Giove riportando in auge il silenzio. Il silenzio, in fondo, è anche pace e capacità di ascolto della natura nelle sue manifestazioni più sottili e va spesso di pari passo con la solitudine di cui può essere un’espressione.

Difficilmente, invece, un aspetto o un transito difficile di Saturno verso Venere potrà produrre una solitudine ben accetta. Venere ama la compagnia e i legami perché è lì che esplicita la sua simbologia più pura che è quella di affettività. A meno che non sia una Venere solipsista o con marcati tratti narcisistici, cercherà sempre al di fuori di sé ciò che la vivifica. Saturno che la ferisce potrà generare in lei più facilmente una sensazione di isolamento ed estraniazione che consapevole rinuncia alle relazioni in nome di una libertà solitaria per quanto ricca di stimoli.




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