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SOSPETTOSITÀ E PARANOIA

a cura di Luca Albarelli
 

A tutti noi in qualche occasione sarà capitato di essere stati un po' troppo diffidenti nei confronti di qualcuno, attribuendogli delle intenzioni negative che in realtà non aveva, per poi realizzare di aver commesso uno sbaglio e di essere stati un po' troppo “paranoici”. Siccome le intenzioni delle persone non sono quasi mai trasparenti, è piuttosto comune che durante le normali interazioni sociali si aprano degli spiragli per dei dubbi, che possono portarci a pensare male. Quando la tendenza alla diffidenza e alla sospettosità diviene un'abitudine difficile da controllare, finisce però per compromettere gravemente la qualità della vita. Chi è eccessivamente sospettoso si ritrova infatti ad essere perennemente in uno stato di allerta: sempre pronto a difendersi da insidie nascoste che teme possano manifestarsi da un momento all'altro.

Dal punto di vista psicodinamico la differenza tra l'abitudine a sospettare e la diffidenza ossessiva che può sconfinare nel delirio, è una questione di grado, dal momento che problematiche di questo tipo sono legate all'intervento (più o meno intensivo) degli stessi meccanismi di difesa, che si attivano a protezione di ferite “simili”. Secondo la prospettiva della Psicosintesi le problematiche inerenti alla paranoia sono legate all'intervento di una sub-personalità (una parte della personalità) paranoide, che può contaminare l'Io della persona in modo più o meno grave, lungo un continuum che può spaziare dalla sospettosità eccessiva al disturbo paranoide di personalità, fino ad arrivare, nei casi più gravi, alla schizofrenia paranoide, a causa della quale l'Io della persona risulta essere estremamente frammentato.

Il paranoide tende ad interpretare i comportamenti potenzialmente ambigui degli altri come dei chiari segnali di aggressività o di rifiuto; si aspetta di essere raggirato, tradito e imbrogliato dal prossimo, e disperde molte delle sue energie ricercando in modo ossessivo degli indizi che confermino le sue ipotesi sulle intenzioni negative e offensive degli altri. Solitamente riesce nel suo intento perché il suo pensiero è soggetto a distorsioni che lo portano a focalizzare la sua attenzione su alcuni particolari (ingrandendoli a dismisura), e a cancellare al contempo tutto ciò che potrebbe portare ad altre possibili direzioni interpretative. Quando crede di aver trovato delle conferme alle sue ipotesi prova un senso di liberazione e di soddisfazione, perché può finalmente permettersi di incolpare l'altro, scaricando così la sua aggressività.

Il paranoide tende a dare per scontato di saper leggere nella mente degli altri, anche in situazioni in cui le loro intenzioni sarebbero tutt'altro che trasparenti. In alcune occasioni le sue letture del pensiero possono essere parzialmente accurate, perché chi ha problemi di questo tipo sviluppa una grande ricettività nei confronti dei più piccoli segnali aggressivi che riesce a captare dall'inconscio degli altri. Solitamente si tratta però di segnali “innocui”, piuttosto frequenti nelle normali interazioni sociali, che vengono ignorati dalla maggior parte delle persone. Il paranoide invece li ingrandisce e gli attribuisce una precisa intenzionalità, che non mette minimamente in discussione. Non può permettersi di lasciare aperto uno spiraglio per il dubbio, perché se ciò avvenisse potrebbe aprirsi una voragine molto pericolosa, che lo porterebbe ad entrare in contatto con la crudeltà dei suoi impulsi più distruttivi, costringendolo a fare i conti con gli aspetti persecutori della sua natura e con quella mancanza di onestà che solitamente attribuisce agli altri.

L'intervento coatto di alcuni meccanismi di difesa lo aiuta a prevenire questi rischi, impedendogli però al contempo di comprendere il suo ruolo nell'innescare certe dinamiche. La negazione interviene per proteggerlo dall'angoscia che gli deriverebbe dal percepirsi incapace, inadeguato, fals0 o cattiv0, permettendogli di mantenere un'immagine di sé positiva; con la proiezione, invece, i suoi impulsi aggressivi vengono spostati sull'altro, a cui verranno attribuite una serie di intenzioni e di caratteristiche negative. L'intervento combinato di questi meccanismi di difesa gli permette inoltre di evitare il senso di colpa, la vergogna e l'assunzione di responsabilità ogni volta che entra in conflitto con qualcuno.

Il paranoide ignora il ruolo giocato dalla sua sospettosità e dalla sua aggressività inconscia (non riconosciuta) nell'innescare certe dinamiche. Molte persone con problematiche di questo tipo usano la loro intuizione in modo machiavellico, per smascherare gli altri nei punti in cui sono più indifesi, facendo insinuazioni malevole che scatenano inevitabilmente delle reazioni ostili. La ripetizione automatica degli stessi schemi difensivi consolida dei circoli viziosi che inquinano profondamente le relazioni: la certezza della malafede altrui alimenta infatti il comportamento diffidente, evitante o aggressivo, che stimola negli altri delle risposte diffidenti e aggressive, che verranno successivamente interpretate come delle “evidenti” conferme ai propri sospetti...ecc.

Alcuni paranoidi cercano di far fronte al loro malessere mettendo in atto la difesa preventiva dell'evitamento o dell'isolamento, altri stanno sempre sulla difensiva e reagiscono in modo eccessivo ad ogni minima provocazione, considerandola come un'aggressione intenzionale. La difesa più grave consiste invece nella costruzione di idee deliranti. Tramite il delirio il paranoide si difende contro qualcosa che non esiste, se non nella sua mente (sospetta complotti, vede nemici ovunque, coglie indizi che non ci sono...ecc).

Le tematiche più significative per la genesi di una sub-personalità paranoide gravitano intorno alla falsità, al tradimento, e al senso di sfiducia che i genitori trasmettono al bambino, oppure al loro atteggiamento sospettoso, eccessivamente controllante, o persecutorio. Solitamente i genitori hanno dimostrato in diverse occasioni di non avere fiducia nel figlio, oppure sono stati poco affidabili, poco onesti e poco veri.  Ad una lesione sulla fiducia si associa molto spesso un Super-Io (giudice interiore) particolarmente ingombrante e intransigente, che riflette l'introiezione di un genitore critico, duro e colpevolizzante. È piuttosto comune che chi sviluppa problematiche di questo tipo abbia interiorizzato l'immagine di una madre castrante, sadica e anaffettiva, vedendo in lei dei lati ombra riconducibili all'archetipo della strega.
 
Dal punto di vista astrologico, generalmente parlando, lo Scorpione e il Capricorno sono i segni dello zodiaco più inclini alla diffidenza e alla sospettosità (nelle loro manifestazioni “ombra”), mentre le problematiche paranoidi sono principalmente connesse ad una degradazione dell'archetipo di Plutone. Gli aspetti dissonanti tra il Sole (padre) e Plutone, tra la la Luna (madre) e Plutone, e tra Mercurio (modalità di pensiero, filtri comunicativi, schemi cognitivi..ecc) e Plutone, rappresentano indubbiamente dei potenziali fattori di rischio, soprattutto nei casi in cui siano compresenti in un tema natale; Plutone occupi la IV o la X casa (l'asse genitoriale); e l'8^ e la 12^ casa siano coinvolte in queste configurazioni (anche tramite i loro governatori).

Gli aspetti dissonanti tra Giove e i luminari possono aggravare degli scenari di questo tipo, segnalando la potenzialità di una lesione sulla fiducia inferta al bambino dai genitori; al contrario un Giove forte e in aspetto armonico ai luminari può indicare la presenza di fattori protettivi che rendono meno acute queste problematiche plutoniane. Un Saturno forte ma dissonante potrà invece aggravare queste problematiche, segnalando l'introiezione di un Super-Io particolarmente pronunciato e intransigente. In particolare, gli angoli dissonanti tra il pianeta e i luminari riflettono spesso l'interiorizzazione di figure genitoriali critiche, dure e colpevolizzanti. Più questi fattori di rischio si sommano in un tema natale, maggiori potranno essere le probabilità di aver subito delle ferite che portano alla genesi di una sub-personalità paranoide.

Dover interagire con persone che hanno problematiche paranoidi “importanti” può indubbiamente metterci a dura prova, soprattutto se per qualche oscuro motivo finiamo nella loro “lista nera”. Per prevenire delle escalation aggressive dovremo cercare di non reagire impulsivamente alle loro provocazioni – insinuazioni, prendendola troppo “sul personale”, tenendo presente che l'aggressività che queste persone provano non è realmente rivolta verso di noi, ma piuttosto verso una falsa immagine di noi che hanno creato a causa dei loro problemi.




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