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LA CASA 8^ E I DONI DELLA MORTE

a cura di Elena Cartotto
 

Sarebbe curioso analizzare la casa 8^ del geniale mago Harry Potter che con l’ultimo libro “i doni della morte” conclude la sua celebre saga fantasy. La morte dei genitori prima, ma anche di altri personaggi importanti lungo lo svolgersi della storia, segna in maniera costante la vicenda di Harry che, però, dalla stessa morte sembra attingere continuamente nuove rivelazioni, possibilità, doni che ne sanciscono il percorso da bambino bullizzato da parenti babbani ad eroe. In fondo è proprio questo il famoso “viaggio dell’eroe” ossia il topos narrativo che sta alla base di qualsiasi racconto che voglia essere anche una rappresentazione psicologica della sfida a cui tutti siamo chiamati nel nostro “romanzo” di formazione personale: diventare individui consapevoli e realizzati dopo aver affrontato l’oscurità del mondo e quella che ci portiamo dentro. 

La casa 8^ è da sempre considerata complessa e di difficile interpretazione. Incute un po’ timore, come del resto il segno di cui è co-significante, ossia lo Scorpione governato dal conturbante Plutone, il Lord Voldemort dei pianeti. Plutone nella mitologia è il re degli inferi, lo “Zeus dell’aldilà”, colui che presiede ai cicli di morte e rinascita e alle immense ricchezze nascoste nella terra, ma anche nella psiche.

Lo Scorpione, di suo, è tradizionalmente, il “genio nero” dello Zodiaco o, se si preferisce, la sua anima oscura: è nota l’attrazione di questo segno per i demoni del sangue, per le complicazioni gialle dai risvolti macabri e/o esoterici, per i richiami inconsci e le percezioni sovrannaturali. Segno coraggioso e totalmente privo di schizzinosità, anche mentale, ama immergersi nel fango e nelle paludi interiori dell’uomo, dire quel che non si deve e svelare ciò che non si vede, trattare argomenti scomodi al di fuori delle rassicuranti grammatiche letterarie e concettuali così care ad altre rappresentanze zodiacali. 

Tra i vari miti che hanno portato a definire la simbologia scorpionica c’è quello di Lucifero l’angelo caduto diventato poi, all’interno della religione cattolico- cristiana, Satana, il principe delle tenebre.

Lucifero, come l’origine latina del nome chiaramente suggerisce, è anche il portatore di Luce, tanto che lo Scorpione evoluto che non rimane bestiolina velenosa nell’arido deserto, può redimersi e diventare, secondo un altro mito, un’Aquila, l’unico animale in grado di guardare il sole negli occhi senza rimanerne offeso; Aquila che, per altro, è una delle raffigurazioni di San Giovanni, il più acuto e trascendente tra gli evangelisti, nonché autore di uno dei testi più misteriosi che la storia ricordi: l’Apocalisse.

Scorpione e casa 8^ sembrano quasi promuovere un fine catartico all’interno delle complesse dinamiche zodiacali, esattamente come avveniva per la tragedia greca. In fondo l’universo astrologico con il suo palcoscenico di case dove si muovono, come consumati attori, segni e pianeti, somiglia a un grande spettacolo: le persone messe di fronte all’eversiva casa 8^, l’ultima frontiera, quella della morte, con le sue proiezioni di abbandono, violenza e paura, sia che questa provenga da un abisso interiore, sia che eserciti la propria forza dall’aldilà, familiarizzano col male estremo e lo integrano senza doverlo conoscere come vittime.

Uno degli esorcisti più noti al mondo, padre Amorth, mancato nel 2016, aveva il Sole e Venere in Toro nell’occulta casa 8^ in opposizione a Saturno in Scorpione in 2^, quasi a sancire come un destino la sua lotta per espugnare il male assoluto da anime possedute altrimenti destinate alla perdizione e alla morte eterna.

Sarà, forse, una coincidenza, ma anche William Blatty che si occupò come scrittore della spinosissima questione delle possessioni diaboliche scrivendo il romanzo cult “L’esorcista” da cui venne tratto il celebre film con lo stesso titolo, aveva un’intensa dialettica tra casa 2^ e casa 8^ con Sole e Mercurio in 2^ in Capricorno opposti alla congiunzione Luna/Plutone in Cancro in 8^.

L’8^ casa con le sue attribuzioni di morte, rinascita, trasformazione, rischio, alienazione, tormento, non può che favorire e compenetrare la letteratura cosiddetta “nera”. Per altro anche il distacco e il nomadismo tipici della casa intervengono, nella letteratura mistery, come contraltare alla fissità e visibilità della casa 2^: i personaggi “neri” sono spesso in fuga, vivono mascherati, si nascondono, e soprattutto oscillano tra più dimensioni, zombie compresi, abbattendo i confini sia reali della materia che razionali della mente.

Molte ambientazioni horror sono luoghi-non luoghi, esattamente come la casa 8^, zona franca tra i confini della 7^ delimitati dalla Legge e il viaggio della 9^. Si pensi all’albergo, tipico simbolo della casa 8^. Il Bates Motel di Psyco è ormai una pietra miliare dell’immaginario cinematografico. Interessante il fatto che Robert Bloch l’autore di Psyco da cui Hitchcock ha tratto il famoso film, fosse ascendente Scorpione e avesse una casa 8^ - albergo nel segno del Cancro con all’interno Plutone, nella sua dimora d’eccellenza,

La casa 8^ è anche l’abitazione naturale della politica, intesa come gestione delle risorse altrui a favore del bene comune, sebbene il lato plutonico della casa possa spesso occultare la manipolazione di tali risorse che avviene sottotraccia in quel grande teatro costituito da palazzi del potere e dalle piazze finanziarie.

In fondo la casa 8^ è essa stessa un vero e proprio teatro che mette in scena tutte le maschere di Plutone, mago e manipolatore; un teatro alla Grand Guignol, macabro e truculento. E i personaggi da 8^ spesso si trovano incastrati negli stessi meccanismi della casa: si pensi a John Fitzgerald Kennedy con cinque pianeti comprensivi del Sole in casa 8^ che raggiunse il ruolo più alto per un politico, quello di Presidente degli Stati Uniti d’America per poi venire assassinato a 46 anni. E non andò meglio al Presidente Lincoln, che sembra avesse profeticamente sognato la sua morte, e che aveva Marte e Urano in 8^.

E che dire di Lady Diana e Marilyn Monroe morte entrambe a 36 anni, che si condividono, in memoria del mito che ancora le racconta, una splendida canzone di Elton John? Entrambe avevano una casa 8^ ricca di suggestioni: Diana con uno stellium comprensivo di Marte, Urano e Plutone e Marilyn con la congiunzione Marte/Urano.

Eppure non sempre si muore di 8^ casa. Anzi, a volte si costruiscono vere e proprie fortune grazie alla morte altrui: si pensi a rampolli di famiglie benestanti con bei trigoni tra 4^ e 8^. Si ereditano denari, immobili e perfino mogli, mariti e figli altrui perché spesso, statisticamente parlando, chi si sposa con persone divorziate ha una casa 8^ più parlante.

Gli imprenditori senza una casa 8^ di rilievo dovrebbero cambiare lavoro perché è da lì che arrivano loro non solo i finanziamenti delle banche, ma anche la capacità tutta scorpionica di rischiare: si pensi al Plutone e Nettuno in 8^ di Olivetti, l’imprenditore illuminato, al Giove in 8^ di Richard Branson, all’Urano in 8^ di Berlusconi o al Marte, sempre in 8^, di Steve Jobs.

Anche psicologi e psicoanalisti nelle loro varie scuole e declinazioni devono ringraziare la casa 8^, perché è questa dimora astrologica che genera l’archetipo dello “psicopompo”, antica figura mitologica che aveva il compito di accompagnare le anime dei defunti nell’oltretomba. Ci vuole una casa 8^ importante per aiutare gli altri ad affrontare processi trasformativi di peso come l’elaborazione del lutto, la separazione sentimentale e familiare, il distacco dal proprio ambiente, le esperienze della perdita, tutti valori che sono pertinenza della casa 8^.

E Monica Vitti non deve forse al suo essere Scorpione e al suo stellium Luna, Giove e Nettuno in 8^ la sua tipica voce roca e la carriera da favolosa attrice/mattatrice capace di giocare con tutte le maschere e le arti plutoniche?

“Dove c’è molta luce, l’ombra è più nera” diceva J.W. Goethe, Vergine con ascendente in Scorpione in congiunzione con Plutone al trigono di Nettuno in 8^. Non bisogna quindi spaventarsi di fronte a un’8^ piena, con stellium, pianeti personali o luminari. Perché l’altro volto della morte, è la vita. E la vitalità della casa 8^ non conosce confronti: se non si è sfortunati come Diana o Marilyn, si può anche morire e rinascere più volte nella stessa avventurosa esistenza senza bisogno di aspettare la prossima per potersi reincarnare.




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