ASTROLOGIA IN LINEA
ASTROMAGAZINE - RUBRICHE - Astri lavoro

LA CASA 4^ E I DONI DELLA NOTTE

a cura di Elena Cartotto
 

Anticamente la casa 4^, da un punto di vista astrologico ed esoterico, era considerata la porta degli inferi per il suo rappresentare il Nadir, la mezzanotte del mondo, in opposizione allo splendore dello Zenit che dal Medio Cielo irradia il sole di mezzogiorno.
La predilezione di cui la 10^ ha sempre goduto per il suo costituire il punto più alto del tema natale, ossia l’apice della realizzazione individuale, ha inevitabilmente oscurato i profondi significati della casa 4^.

Avere una casa 10^ importante nel proprio quadro astrale viene interpretato come un segno certo di elevazione sociale: in passato valeva per re, regine, condottieri, ministri, capi di Stato. E anche oggi la 10^ resta il fulcro di tutte le aspirazioni umane verso l’autonomia, il successo, il potere, il governo sulle cose e sulla propria esistenza. 

La dialettica tra 10^ e 4^ si gioca sull’asse dell’indipendenza/dipendenza, in una visione che, naturalmente, tende a privilegiare l’indipendenza della 10^ con tutto quel comporta in termini di affermazione personale. La 4^ viene parzialmente letta come negazione della 10^ e dei suoi attributi, a discapito dei significati propulsivi che possiede in quanto casa cardinale.

Una casa 4^ significativa, infatti, difficilmente diventa una lente d’ingrandimento sul soggetto, ma più facilmente tende a produrre interpretazioni sulla complessità o meno delle dinamiche familiari, sulla relazione tra il possessore della 4^ e i propri genitori, sul legame con la casa intesa come dimora. Quando si pensa alla 4^ emergono concetti quali quelli di sicurezza, protezione, dipendenza, infanzia, accudimento. Una 4^ troppo invasiva può addirittura diventare una specie di prigione, un carcere che condanna l’individuo a occuparsi per destino di faccende familiari che gli impediscono di spiccare il volo verso la 10^. Altre volte un bel Giove o una bella Venere in 4^ possono, invece, generare una tale armonia nel vissuto parentale che è la persona stessa a voler restare ancorata alla famiglia per tutto ciò che la famiglia stessa dona in termini di affettività, ma anche di risorse materiali.

Certamente questa visione tradizionale della casa 4^ racconta una parte della verità, sebbene parecchio edulcorata. Possiamo, ad esempio, davvero ritenere che William Gates III, noto come Bill Gates, con il suo stellium comprensivo del Sole in casa 4^ sia solo il frutto e l’espressione della sua ricca casata?

L’idea di una casa 4^ che vincola il soggetto ad essere una rappresentazione, nel bene e nel male, della propria ereditarietà familiare, quasi non avesse una propria personalità, è estremamente limitativa perché non tiene conto del significato originario del Fondo Cielo. Qui, su questo punto cardinale, sorge il sole di mezzanotte, il sole nero.

Diversi narratori del “nero” hanno una casa 4^ importante: Mary Shelley, la “mamma” di Frankenstein, Edgar Allan Poe, Pupi Avati, Shirley Jacskon, William Peter Blatty.  E che dire del famosissimo Stephen King che in 10^ non ha nemmeno un pianeta, ma possiede un Mercurio congiunto al Fondo Cielo totalmente beneficato? Mercurio, per altro, che sappiamo domiciliato nei Gemelli e nella Vergine ed esaltato nello Scorpione è, secondo l’astrologia morpurghiana, in trasparenza nel Cancro, quasi a sancire un legame ancora più stretto tra questo segno e la parola scritta.

Coloro che hanno valori di 4^ casa significativi hanno, spesso, una mente narrativa che deriva dalla capacità di creare storie intorno ai fatti che vivono o che immaginano: da ciò si sviluppa sia l’ottima memoria che consente loro di fissare così bene i ricordi nella propria testa, sia quel senso profondo del racconto che spesso li porta a scrivere. Walt Disney il fabbricante di sogni, che ben esprimeva il suo Nettuno al Medio Cielo nella celebre affermazione: “Se puoi sognarlo, puoi farlo”, era un uomo con forti valori di casa 4^. E che dire di Oriana Fallaci, Cancro, con il suo Mercurio al Fondo Cielo e il Sole in 4^? Visse, forse, di riflessi familiari che le impedirono autonomia e realizzazione personale? Furono per lei un valore aggiunto alla sua creatività che, infatti, non si espresse solo nel giornalismo di frontiera, ma soprattutto nell’abilità di scrittrice. Il suo ultimo libro, rimasto incompiuto e pubblicato postumo, “Un cappello pieno di ciliege”, racconta proprio la storia della sua famiglia in uno snodo che raccorda, astrologicamente, la sua Venere in 2^ e il suo Sole cancerino in 4^.  

Non ha alcun senso interpretare la dialettica tra case opposte come una gara in cui una deve vincere sull’altra, anzi: occorre comprendere come entrambe siano indispensabili l’una all’altra in quanto parte di uno stesso processo. Ad esempio la 10^ casa è collegata all’editoria, ossia a quell’attività di stampa, lancio e diffusione dei prodotti narrativi della 4^: scrittore ed editore hanno bisogno l’uno dell’altro.

Sono tradizionalmente affini alla casa 4^ certi campi del sapere, come la storia, le lingue morte e l’archeologia quasi questa casa avvertisse istintivamente che suo compito astrologico è anche quello di recuperare e preservare il passato-Cancro, segno co-significante della casa. Quante volte negli scrittori gotici e horror le case, i castelli e soprattutto gli scantinati conturbanti, torbidi, reali o immaginati sono i veri protagonisti delle storie? È possibile che la casa 4^ sia depositaria di un sapere ancestrale, primordiale, nato agli albori del tempo, legato alla memoria senza fondo che la dimensione inconscia ha disvelato, prima che il mondo formale – istituzionale della 7^-10^ casa ne prendesse possesso? È noto che istituzioni statali e religiose riconosciute abbiano poi vagliato, in alcuni casi cancellato, in altri uniformato il patrimonio di conoscenze, credenze, ritualità con cui sono venute a contatto.

La casa 4^ quindi, ben lungi dall’essere solo il luogo del bozzolo protettivo materno, della famiglia e dei suoi numi tutelari, del focolare domestico, dei genitori, sembra presentare una dimensione ctonia, una vertigine. Tali vertigini provengono dalla spinta a guardare sia indietro nel passato a perdita d’occhio, che in basso, giù, in quella memoria abissale opposta alla vetta della 10^ casa, dove le radici familiari sprofondano e si perdono le origini della storia umana che l’archeologia e altre discipline tentano di recuperare. Se l’8^ casa abbatte i confini della 2^ e va oltre, se la 12^ casa si affaccia sull’ignoto sfidando la misura che la fisica classica ha dato dello spazio/tempo collocandola in 6^ e va oltre, perché solo la 4^ casa, sorella d’acqua delle case 8^ e 12^, dovrebbe rimanere dov’è? Forse perché paga pegno al suo essere sotto l’orizzonte, mentre la società patriarcale è abbagliata da ciò che sta in alto e domina in maniera maschile ed evidente?

Alla 4^ apparteneva anche il genio architettonico di Le Corbusier, che aveva Marte congiunto al Fondo Cielo, Venere in 4^ e una 10^ vuota: l’architettura è un altro dei volti e dei talenti della 4^. Goethe diceva che la musica è architettura liquida e che l'architettura è musica congelata. Questa idea suggestiva ci riporta alla dimensione lunare e creativa della casa 4^ che trova nel Cancro il proprio segno di domicilio e nei Pesci, segno insieme all’Acquario collegato proprio alla musica, quello di esaltazione.

Il genio può quindi abitare anche in 4^ casa e spesso, in realtà, più facilmente che in 10^, settore costretto a seguire una logica stringente di pianificazione che non può permettersi voli pindarici, slanci emotivi, cadute in quell’inconscio personale e collettivo che, in fin dei conti, è proprio lo strumento di potere della casa stessa. È questo il dono della notte: in fondo nella 4^ casa non siamo forse, simbolicamente, ancora nell’oscurità del grembo materno legati ad un cordone che ci nutre costantemente fino a quando non verremo alla luce in casa 5^ co-significante del Leone, e quindi della luce del Sole, che nel Leone trova il proprio domicilio? E non è questo cordone ombelicale l’origine di quel tipo di creatività che attinge direttamente all’inconscio caratteristico del mondo prenatale? Un mondo liquido, notturno, silente, fondamento di un potere occulto ben lontano dal potere istituzionale, riconosciuto, osannato della casa 10^, ma non per questo meno potente. Un potere invisibile che può fare la fortuna e segnare il destino di artisti e mistici quando si curva nella sua casa sorella, la 12^. Un potere nascosto che può rifluire anche nell’altra casa sorella, l’8^, a segnare il percorso di psicologi e psichiatri che vanno oltre le apparenze, ma anche di quei personaggi tipici dell’8^ che come gli psicopompi dei miti hanno il compito di accompagnare le anime nell’oltretomba, ossia di attivare processi trasformativi verso l’altro da sé.

Il pregiudizio sulla 4^ che la lega indissolubilmente e prioritariamente alla famiglia come se non ci fosse altra simbologia da portare a galla, deriva dalla nostra attitudine, più spesso inconscia, che conscia, a leggere il cordone ombelicale e l’universo del feto, come unicamente rappresentativi di tutte le forme di accudimento che riceveremo e daremo in futuro. Eppure a pensarci è un’immagine profondamente creativa e creatrice perché rimanda all’atto di nutrirsi di risorse indispensabili a generare, mantenere e far nascere la vita.

Inoltre il grembo diventa, in proiezione, la casa con tutte le attività ad essa connesse: si pensi, ad esempio, a chi allarga la propria casa attraverso investimenti mirati per trasformarla in un agriturismo, in un bed and breakfast e via dicendo. Ma la “casa” è anche quella casa più grande che è la nazione in cui viviamo. La madre terra a cui apparteniamo e che troviamo in casa 2^, in 4^ diventa qualcosa di ulteriore e più specifico: la madre patria.




Copyright (c) 2003 Astromagazine - la rivista di Astrologia in Linea - Tutti i diritti riservati