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SEGNI E SUCCESSO : LA VERGINE L'INGENOSA VESTALE

a cura di Elena Cartotto
 

Viene immediatamente dopo il Leone e quindi la Vergine sa, per innata sapienza, che non toccherà a lei brillare. Caso mai suo sarà il compito delle vestali di epoca romana: ossia dovrà custodire il sacro fuoco acceso dal Leone. Il Sacro Fuoco, un po’ come il Sole che governa il segno del Leone, era una fiamma perpetua. Anticamente splendeva nel tempio della dea Vesta, dea che presiedeva al focolare domestico, ma anche al focolare comune di tutto il popolo romano: di conseguenza toccava alle Vestali, vergini consacrate alla dea, vegliare affinché la fiamma restasse costantemente accesa. Se si fosse spenta o se loro avessero perso la propria verginità, avrebbero pagato con la vita. In quanto sacre alla Dea Vesta, la morte non sarebbe stata inflitta loro da un essere umano a cui non era concesso nemmeno toccarle, ma sarebbe sopraggiunta da sé dopo la prigionia in un luogo sotterraneo. Vesta, come la Vergine dello Zodiaco, era schiva e poco propensa alla mondanità. Quando Mercurio, assurse all'Olimpo, fu proprio Vesta a cedergli il posto alla mensa degli Dei perchè preferiva stare lontana da gozzoviglie e banchetti.

In fondo Vesta rientra nell’archetipo della Grande Madre, per quanto in tono minore rispetto a certe rappresentazioni, e in ciò è esattamente come la Vergine che l’iconografia presenta con la sua spiga di grano in mano: lo stesso glifo del segno che mostra una M ripiegata, nella gamba finale, su di sé, rimanda alla Madre e perfino alla M di Maria, madre di Gesù Cristo la cui nascita si festeggia proprio l’8 settembre, sotto il segno della Vergine. Associata anche a Cerere, divinità materna che presiedeva ai raccolti e che si diceva avesse insegnato agli uomini la coltivazione dei campi, la Vergine è chiamata a dare nutrimento nei periodi lunghi, freddi e bui che si snodano tra autunno e inverno. Lo Zodiaco sopravvive al freddo grazie alla capacità della Vergine di organizzare le risorse. La Vergine si spende per gli altri e in virtù del suo acume, dato dal domicilio di Mercurio nel segno, prevede e organizza ogni cosa in modo perfetto. Lisa Morpurgo, non a caso, associa a questo segno il motto: “Io conservo”. È un segno, infatti, che con poco realizza molto, perché è nella sua natura la capacità di amministrare in modo intelligente e fruttifero risorse finanziarie e umane.

La Vergine non ha bisogno degli applausi a scena aperta del Leone che la precede e nemmeno del consenso sociale della Bilancia che la segue. È timida, in realtà, è più che mostrare ama fare, realizzare, essere efficiente, incidere nel reale: non a caso è in questo segno che Urano, il pianeta più pragmatico della volta celeste, trova la propria esaltazione, mentre Marte, altro pianeta di azione, qui si situa in trasparenza.

La Vergine eccelle dove c’è l’esigenza di ottimizzare procedure, snellire sistemi complicati, progettare percorsi che possano avvalersi di schemi chiari e logici. Non c’è problema che non riesca a risolvere, guasto che non possa riparare, errore a cui non tenti in tutti i modi di rimediare.

Ha l’occhio clinico, nulla le sfugge: il suo è uno dei tre segni di Mercurio e qui, il pianeta che presiede all’intelligenza, al pensiero e ai processi comunicativi diventa un osservatore sopraffino capace di spaccare il capello in quattro e di trovare il famoso ago nel pagliaio. Potrebbe essere il segno di almeno due degli investigatori più celebri del mondo letterario: Hercule Poirot, distinto, calmo e preciso fino alla pignoleria e Miss Marple, curiosa, ironica e grande osservatrice della natura umana. Non a caso entrambi sono figli della mente geniale di Agatha Christie, Vergine, come è noto donna molto riservata, con la tendenza a sfuggire tutte le occasioni mondane e finanche le interviste. Agatha Christie, famosa signora del crimine, dimostra ampiamente come nel segno della Vergine possano coesistere i talenti di Mercurio, vedi la scrittura e la finezza intellettiva, di Urano che dà la capacità di concretizzare, e di Marte in trasparenza: la Christie non commetteva omicidi, ma parlava con competenza di delitti e armi, che rientrano, naturalmente, nella simbologia di Marte. Per altro anche Urano è collegato alle attività strumentali: spesso congiunzioni o buoni rapporti Marte/Urano nel tema natale donano abilità manuali, se non addirittura chirurgiche, e le mani della Vergine, segno in cui questi pianeti sono virtualmente alleati, sono note per essere molto capaci sia nelle attività artigianali, che di riparazione domestica, per finire col giardinaggio: il segno è noto per il suo pollice verde.

La Vergine è spinta dalla sua natura a immagazzinare le risorse, comprese quelle culturali, quindi spesso ama leggere, informarsi, approfondire: tra i grandi letterati della Vergine ricordiamo Tolstoj e Goethe. Se non si perde nelle piccole pedanterie che a volte intrigano lei, ma non gli altri, la Vergine può diventare un’ottima insegnante e addirittura creare metodi nuovi di apprendimento, come fece magistralmente la Montessori. In genere la Vergine non si ferma alla superficie, ma ha bisogno di analizzare sempre più dettagli in modo da arrivare ad una visione d’insieme. Così fece Hegel, che poi, oltre che professore universitario, è diventato uno dei giganti della filosofia.

Era della Vergine anche Tiziano Terzani che girò il mondo, e specialmente l’Asia, in lungo e in largo, raccontando prima il “fuori” con il suo spirito da navigato giornalista e poi il “dentro” della sua esistenza quando un tumore, incurabile, lo costrinse a ripensare tutto il suo percorso. Oggi è da molti considerato un grande saggio, quasi un Guru, qualcuno le cui riflessioni sul senso autentico del nostro essere al mondo vanno meditate con grande partecipazione. Terzani intuì prima degli altri, proprio perché era un osservatore, il destino a cui andava incontro la nostra società, e il pericolo rappresentato dall’uso indiscriminato di una razionalità, qualità primaria della Vergine, soggiogata dalla paura dell’uomo; una ragione spinta unicamente dal desiderio di controllare tutti gli aspetti della vita al fine, utopico, di prevenire ogni male e ogni imprevisto. Nessun segno, più della Vergine, può comprendere le implicazioni del connubio, tutto da valutare, uomo-macchina, uomo- intelligenza artificiale. Mary Shelley, Vergine, autrice del più grande capolavoro della letteratura gotica, già anticipava, a livello immaginario, le conseguenze degli strani esperimenti del giovane scienziato Frankenstein sui cadaveri: anche qui emerge il tentativo di strappare alla morte, attraverso la scienza, il segreto della vita, sostituendo al volere del Creatore, quello della creatura.

Per restare su quest’onda di confine tra la vita che viviamo e quella che subiamo attraverso un ipotetico controllo virtuale, è curioso che il celebre protagonista di Matrix film cult del 1999, ossia Keanu Reeves, sia proprio della Vergine. Matrix rappresenterebbe una realtà simulata generata da macchine intelligenti il cui fine è tenere gli esseri umani sotto controllo e ignoranti della verità.

La Vergine proprio perché è un segno che si trova molto bene con la tecnologia e ama tutti i ritrovati moderni che velocizzano lavoro e comunicazione, ne conosce, meglio degli altri, tutti i rischi. Può eccellere in campo informatico e in ogni caso sa usare bene la tecnica per migliorare la propria professione, qualunque essa sia.

Della Vergine è anche Richard Gere che richiama, col suo fascino intenso, ma elegante, quello di Reeves, a sottolineare come l’uomo della Vergine, forse perché anticipa proprio la Bilancia, abbia già di per sè un aplomb tutto particolare e sempre più raro da trovare nella nostra società carica di esibizionismi demenziali. In “Ufficiale e gentiluomo” noto film degli anni ’80, Gere con la sua divisa si avvicina molto proprio al mondo della casa 6^, settore co-significante della Vergine.

La casa 6^ che rappresenta la normalità nel fluire dei giorni che si ripetono ma anche l’impegno quotidiano nel lavoro, è collegata a tutto ciò che viene prodotto in serie o è seriale. Di conseguenza tutte le professioni che richiedono, dal cameriere all’ufficiale, l’uso di un’uniforme che renda uguali, pur nelle differenze individuali, sono da collocare in questa casa.  In fondo la Vergine è l’ape operaia dello Zodiaco e si inserisce con gioia e volontà collaborativa all’interno dei meccanismi necessari alla produzione: perfino le api, a guardarle bene, hanno la stessa divisa ed è impossibile in un alveare distinguere l’operato di una da quello di un’altra, eppure senza la loro perfetta interazione crollerebbe tutto il nostro ecosistema. Così avverrebbe anche per lo Zodiaco se venisse privato della Vergine.

Il successo per la Vergine deve essere a portata di mano e dipendere dalla sua capacità di fare, qui lei si sente sicura e qui detiene il suo vero potere. Siamo in un’ottica diversa da quella leonina che punta ad una luminosa leadership o da quella della scalata alla vetta del Capricorno. La Vergine è lontana anche dal potere sociale della Bilancia e da quello psicologico dello Scorpione. La Vergine ha un potere fattivo, da cui, però, paradossalmente possono dipendere tutti gli altri poteri, perché se tu comandi, ma nessuno sa eseguire perfettamente l’ordine, nulla potrà essere realizzato, cambiato, vinto e l’ape regina morirà.

Come ha detto la Vergine Tiziano Terzani: “Ho sempre avuto questo senso di orgoglio che io al potere gli stavo di faccia, lo guardavo, e lo mandavo a fanculo. Aprivo la porta, ci mettevo il piede, entravo dentro, ma quando ero nella sua stanza, invece di compiacerlo controllavo che cosa non andava, facevo le domande. Questo è il giornalismo”.




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