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SEGNI E SUCCESSO : L'ARIETE IL PRIMO GLADIATORE

a cura di Elena Cartotto
 

“Io sono il primo” è il motto che l’astrologa Lisa Morpurgo attribuisce a questo segno che è il primo di fatto, in quanto è dall’Ariete che parte lo Zodiaco. Nell’antica Roma l’anno iniziava non a gennaio come oggi, bensì a marzo e, sempre in marzo, il giorno dell’equinozio segna l’inizio della primavera, la stagione della rinascita dove tutto ricomincia e sembra nuovamente possibile: in primis l’amore che feconda la natura e il cuore dell’uomo. Senza la passione arietina che è già amore, sebbene nel suo aspetto più basico e primordiale, tutto resterebbe perennemente congelato nel regno di Saturno che cavalca il Capricorno e l’Acquario. E i Pesci che chiudono l’inverno, ma non conoscono ancora la primavera, sarebbero condannati a nuotare per sempre nell’orizzonte degli eventi in cerca di un altro mondo di luce, la cui esistenza riescono solo a intuire, ma non a vedere.

Per fare primavera occorre un gesto forte, di rottura, che permetta ai semi sepolti nel buio della terra di emergere. Per questo il poeta T.S. Eliot definisce, in un celebre verso, aprile, governato in quasi tutta la sua estensione dall’Ariete, il più crudele dei mesi, perchè “genera lillà dalla terra morta/ confonde memoria e desiderio/risvegliando radici sopite/ con pioggia primaverile”. Ed Eliot che era della Bilancia doveva sentirlo profondamente questo oscuro richiamo del segno opposto al suo: altrimenti non avrebbe potuto descriverlo così bene.

Per risvegliare la natura dal torpore serve una potenza fallica che buchi il suolo: non a caso nell’Ariete s’incontrano tutti e tre i pianeti maschili: Marte in domicilio primario, Plutone in domicilio base e il Sole in esaltazione. Il glifo stesso dell’Ariete richiama il potere fecondante dell’organo genitale maschile: è una A rovesciata, un triangolo con il vertice in basso che esprime la capacità di penetrazione del fallo, ma può essere visto anche come la stilizzazione delle corna arietine che esprimono forza e dominio. È un glifo semplice che può essere tracciato con un solo gesto della mano; è immediato, arriva subito, proprio come questo segno nel suo dire e nel suo fare.
Il primato dell’Ariete, come fa notare sempre Morpurgo, risulta particolarmente condizionante. L’Ariete, infatti, sa, sebbene in modo inconscio, che in una prospettiva cosmica spetta a lui l’avvio della ruota zodiacale, e ciò richiede un’enorme energia. Ecco perché lo stesso Zodiaco nella sua immensa saggezza gli ha fatto dono del vigore di tutti e tre i pianeti maschili.

L’Ariete non solo è il primo, ma è anche il primo dei gladiatori. Sembra di vederlo, col gladio in mano, la spada degli antichi legionari romani, gridare: “Al mio segnale scatenate l’inferno”, quasi a mimare le gesta di Massimo Decimo Meridio magistralmente interpretato nell’omonimo film premio Oscar “Il Gladiatore”, dall’Ariete Russel Crowe. 

Il connubio di Marte, Sole e Plutone che deflagrano in questo segno non può che favorire il successo dell’Ariete nella vita militare e sportiva. L’Ariete si distingue per il coraggio, lo slancio con cui accetta le nuove sfide, la capacità di combattere, comandare, decidere, correre, vincere. Sa imporsi una disciplina se necessaria al raggiungimento dello scopo e se è in gara molto spesso è lui a trionfare. È un campione in potenza, animato da sano spirito competitivo: Sara Simeoni medaglia d’oro olimpica di salto in alto è Ariete, come era Ariete un uomo diventato un simbolo: Ayrton Senna il pilota di Formula 1, scomparso a soli 34 anni.

Il suo istinto lo porta a dare sempre tutto se stesso: a volte esagera in questo sovrainvestimento dell’Io perché rischia di scaricarsi come una pila. Non conosce pigrizie di sorta, è un iperattivo che può arrivare a crollare per la stanchezza accumulata in giorni e giorni di attività. Difficilmente dorme per poltrire: riposa il minimo indispensabile perché in quell’esaltazione del Sole che si porta dentro come un mezzogiorno di fuoco lui vede tutto il senso del suo destino. Se si cerca qualcuno a cui affidare mansioni che richiedano totale dedizione, l’Ariete è la persona giusta. 
È il primo segno, non conosce le mezze misure della Bilancia, non conosce altri che se stesso. Non è egocentrico o egoista, è autoreferenziale per necessità. Tutte le attività che necessitano di un uomo solo al comando sono quindi adatte da lui: può essere una guida, un iniziatore, un fondatore, un allenatore. Difficilmente, però, riesce a stare nel branco, ad adattarsi la lavoro d’equipe, a rispondere allo spirito di squadra. O è il capo o preferisce muoversi per conto suo prendendosi tutta la responsabilità dei suoi eventuali errori. Erano Ariete due grandi capi popolo che hanno fatto la storia della politica: Alcide De Gasperi e Palmiro Togliatti.

Dal gladiatore al condottiero il passo è breve e l’Ariete è un segno che ama condurre il gioco e lo show: vedi personaggi come Lilli Gruber, Simona Ventura, Paola Perego, Claudio Cecchetto, ma anche Amadeus che in Ariete ha la l’ascendente, solo per citarne alcuni. Oppure gli piace condurre la macchina per cui può trovarsi bene a fare il taxista, l’autista, il conducente di mezzi pesanti. Per altro le auto lo galvanizzano particolarmente: quasi sempre tra i suoi sogni, possibili o impossibili, c’è una Ferrari Testarossa. E se non può avere tutte le macchine che desidera può scegliere, ad esempio, di venderle o ripararle: l’automotive è uno dei suoi settori di impiego preferiti.

Non è particolarmente proteso alle professioni unicamente concettuali: l’Ariete, uomo o donna che sia, è un segno che ha bisogno di coniugare la mente al braccio per cui può amare lavori concreti, artigianali che gli diano il senso e il peso delle cose: elettricista, idraulico, meccanico, ferramenta. O utilizzare strumenti per esprimere la propria vena creativa, come una matita, uno scalpello, una chitarra. Cerca di usare il pensiero per promuovere l’azione: si pensi al drammaturgo, attore, premio Nobel per la Letteratura Dario Fo che pur all’interno di un vasto percorso culturale ha adoperato la stessa cultura per stimolare, provocare, sfidare, scatenare reazioni non solo nel pubblico, ma anche in quel “sistema” sociale e politico di cui vedeva le falle. Si pensi allo scrittore Milan Kundera autore della celebre “L’insostenibile leggerezza dell’essere” e ai suoi rapporti molto complicati sia con il partito comunista da cui venne espulso due volte che con la sua patria d’origine l’allora Cecoslovacchia che lasciò definitivamente per Parigi.

L’Ariete è un bastian contrario: se gli altri vanno in una direzione, lui va esattamente dalla parte opposta. Baudelaire, precursore dei poeti maledetti, si definì una nota stonata nella divina sinfonia. Emil Cioran, filosofo della contraddizione, assolutizzò il pessimismo a visione totale della vita contro ogni ottimismo fatuo. I suoi sillogismi sull’amarezza sono un concentrato di individualismo arietino: “Quando si è soli, anche se non si fa niente, non si ha l'impressione di perdere tempo. In compagnia, invece, lo si sciupa quasi sempre”.

Non è la volontà, che in realtà sarebbe acquariana, di voler essere diverso a spingerlo al rifiuto dell’omologazione. È il senso di sé: è quell’Io a cui è ancorato in maniera così salda perché è l’unica cosa che conosce. Il resto sono ipotesi, proiezioni, possibilità, cose da Pesci insomma, ma l’unica certezza per lui è quel “cogito ergo sum”, ossia “penso quindi sono” coniato, non a caso, dal filosofo dell’Ariete Cartesio.

L’Ariete è un segno di fuoco che trasmette emozioni forti, travolgenti, appassionate anche attraverso i suoi artisti.  Sono Ariete i capelli rossi di Fiorella Mannoia e gli occhi espressivi ed enigmatici di Bette Davis, immortalati da Kim Carnes in una celebre canzone degli anni’80; per altro la testa, il volto sono parti del corpo governate proprio dall’Ariete. È Ariete la voce unica di Mina che spacca le zolle di terra e per citare di nuovo Eliot “genera lillà dalla terra morta”, ed è Ariete il fascino eversivo di Patty Pravo. Marlon Brando, Ariete, sembra davvero racchiudere in se stesso la seduzione virile di Marte, Sole e Plutone. E che dire dell’Ariete Giacomo Casanova considerato il più grande seduttore della storia? Per altro si trova in Ariete anche la Luna di un altro bello e dannato del cinema, Alain Delon.

Il successo per l’Ariete passa attraverso il potere del coraggio che gli consente di combattere e accettare ogni sfida: è la guida alpina in cordata, il capitano della nave che non lascia il vascello che affonda, il soldato che si sacrifica sul campo per salvare una vita, la patria, l’onore, l’amore. Il suo è il potere di chi preferisce morire in piedi che vivere in ginocchio, secondo il motto di Emiliano Zapata. L’Ariete è un apripista che corre in velocità per arrivare primo a quella meta che gli altri nemmeno hanno ancora visto: crea strade dove non ci sono e nel dare spazio al proprio dirompente Io che deve trovare un mondo a propria dimensione genera un mondo anche per gli Altri, sebbene non li conosca, non li consideri, non sappia chi siano. Gli Altri, a partire dal Toro, verranno tutti dopo di lui e potranno godere della terra che ha reso feconda.

Come meglio ha scritto Milan Kundera: “Essere coraggiosi nella solitudine, senza testimoni, senza il premio di un consenso, soli davanti a se stessi, richiede una grande forza”.




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