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SEGNI E SUCCESSO : IL TORO IL CUOCO DELLA PRATERIA

a cura di Elena Cartotto
 

“Io mi nutro” è il motto che l’astrologa Lisa Morpurgo attribuisce a questo segno che proprio da un punto di vista anatomico, di astrologia medica, presiede, nel corpo umano, alle funzioni della bocca e della gola; e sarebbe proprio “la gola” il suo vizio capitale se si dovesse attribuirgliene uno.

Se l’Ariete che lo precede caccia, il Toro prepara le pietanze, cuoce, scopre l’agricoltura: Saturno antico dio del Tempo e dell’agricoltura che, non a caso, veniva spesso rappresentato con un falcetto o una spiga di grano in mano, si trova in trasparenza nel segno del Toro. Governato da Venere e da X, due dei tre pianeti femminili, il terzo è la Luna, il Toro è femminile anche come posizionamento: segue, infatti, l’Ariete, sovrano principio maschile.

Il Toro rappresenta l’uscita dall’uno arietino grazie alla fecondità della coppia: nel Toro, non a caso secondo segno dello Zodiaco, si attiva questa capacità generatrice insita nel fallico Ariete ed ecco davanti ai nostri occhi la primavera di maggio, vero e proprio sprofondo nella natura lussuriosa come non se ne vede in altri momenti dell’anno. Si pensi anche alla collocazione in questo periodo delle feste della “vita” in opposizione, come sempre ci ricorda l’astrologia dialettica, a quelle dei morti che si celebrano nell’opposto Scorpione.

Appartengono al Toro il calendimaggio tributo alla primavera, periodo in cui anticamente i romani rendevano culto alla dea Flora affinché intercedesse per la fioritura degli alberi. È proprio durante il calendimaggio che viene dato spazio a manifestazioni come quelle che mettono al centro della scena l’albero della cuccagna, retaggio dell’albero di maggio, sulla cui cima vengono posti golosi premi che i partecipanti alla gara devono conquistare risalendo sul palo, cosparso di grasso allo scopo di rendere più difficile la prova. Anche qui emerge il richiamo del palo, simbolo fallico arietino, dentro la terra taurina che lo riceve e che genera fiori, frutti e nel caso delle feste di borghi e paesi, tanti prodotti alimentari. In questo tipo di manifestazioni si percepisce forte l’eco di antichi rituali pagani come quelli legati a Beltane e alla Notte di Valpurga che si snoda tra il 30 aprile e il 1° maggio, contraltare della scorpionica Halloween. Molto in voga presso i popoli germanici, Valpurga era caratterizzata da canti, danze, falò ben auguranti. Sempre in maggio, in molti paesi, viene celebrata la festa della mamma, ossia di colei che dà la vita, massima espressione della potenza creatrice femminile perfettamente integrata con la rappresentazione stagionale della natura.

Nel glifo del Toro troviamo condensati tutti questi significati. È un cerchio compiuto, sovrastato da una mezza luna a rappresentare le corna: vi si può quindi vedere la testa del bue, inteso quale animale sacro rappresentativo della forza procreatrice della natura. La mezza luna può essere letta anche come una coppa, ossia un’apertura femminile sul cerchio conchiuso maschile, in cui può discendere il vino, ma anche il divino. Il Toro sembra quindi fornire all’Ariete, nella logica ferrea dello Zodiaco, quella materia necessaria affinché l’esplosione iniziale del Big Bang non rimanga fine a se stessa, ma trovi una forma attraverso qualcosa che la contiene, la lavora, la incanala verso una direzione. In fondo trainare verso una direzione è proprio ciò che fa il bue quando tira il carro con forza sovraumana.

Da qui un’altra delle caratteristiche del Toro che lo aiutano ad avere successo nella vita: è un gran lavoratore, uno sgobbone, uno stacanovista, resistente come pochi. Il suo compito è arare la terra, seminare, con la pazienza del contadino che dimostra in tutte le cose, comprese le avversità. Difficile, se non impossibile, distrarlo dall’obiettivo: obiettivo per altro è una delle sue parole chiave. Gli piace vederci chiaro, focalizzare, inquadrare, come fanno i bravi fotografi. E il Toro spesso eccelle in questa professione, o vi si appassiona, proprio per il suo senso dell’immagine: la vista in astrologia è governata da Giove, pianeta che si trova in esaltazione nel segno.

Il Toro, o chi ha forti valori nel segno o in casa 2^, settore co-significante del Toro, o anche un Giove importante nel tema, può svolgere lavori legati in vario modo alle immagini: grafica, pittura, scultura, restauro. O all’immagine in senso proprio: vedi influencer come Chiara Ferragni, o gli attori del cinema e della televisione, meno il teatro, invece, che è scarsamente legato all’elemento visivo. Da Penelope Cruz a George Clooney per arrivare a mostri sacri di Hollywood come Jack Nicholson o Al Pacino. Anche i nostrani Simona Izzo e Ricky Tognazzi sono una coppia Toro doc: in un’intervista lei ha definito se stessa e il marito due gourmet tanto per restare nel classico simbolismo del segno che riporta costantemente il Toro al cibo, al nutrimento, alla degustazione.

Il mondo dell’enogastronomia conta molti esperti del Toro: foodblogger, giornalisti, sommelier, imprenditori del gusto: valga per tutti Mr. Nutella, Michele Ferrero, con Sole e Venere congiunti in Toro in casa 10^.

Come dimenticare poi la passione per il cibo del pittore surrealista Salvador Dalì, Toro naturalmente, che nelle sue “Confessioni Inconfessabili” del 1975 dichiarò come per lui la vita fosse “gastronomica, spermatica ed esistenziale”. In questo testo parla delle emozioni che prova davanti a uova fritte, spaghetti, crostacei, cioccolato e formaggi come il Camembert. di pasta molle e crosta fiorita. Pare sia stato proprio il Camembert ad avergli ispirato il suo quadro forse più celebre: “Gli Orologi Molli “meglio conosciuto come “La persistenza della memoria”; dipinto conservato al Moma di New York.

Il Toro associa facilmente cibo e natura: spesso è fissato con l’agricoltura biologica ed è pronto ad organizzare delle vere e proprie crociate contro conservanti, pesticidi, allevamenti intensivi. Per lui ciò che è naturale fa bene alla salute, a prescindere. Anche se nella vita fa altro, nel suo intimo rimane sempre un cuoco a cui spesso, oltre che mangiare, piace cucinare, invitare amici a pranzo e cena, condividere prodotti locali a chilometro zero. Un cuoco della prateria perché cerca sempre il verde e se non può avere una seconda casa in campagna, tenterà di coltivare almeno un orto in città. Insieme al Sagittario è il segno con maggiore predisposizione verso il mondo animale: ama circondarsi di cani, gatti, e se possibile anche di galline, conigli e chi più ne ha, più ne metta. Fare l’allevatore può diventare per lui una vera e propria professione.

Dal cibo al canto il passo è breve, dato che sono entrambe espressioni della forte oralità del segno. Non stupisce quindi di trovare nel Toro molti cantanti famosi dalle voci particolari o potenti: Laura Pausini, Giorgia, Adele, Anna Oxa, Claudio Baglioni, Massimo Ranieri, Albano, Ella Fitzgerald, Barbra Streisand, Bono Vox, ma anche Mina, la più grande cantante, forse, di tutti i tempi, benché sia Ariete ha un poderoso stellium nel Toro comprensivo di Venere, Marte, Saturno e Urano. 

Orale è anche la prima fase dello sviluppo psicosessuale del bambino concettualizzata dal Toro Freud fondatore della psicoanalisi. La fase orale arriva fino ai 18 mesi circa ed esprime un piacere libidico collegato alla bocca e alle labbra che nasce in associazione all’atto della suzione del seno materno, ma che poi diventa indipendente: il bacio resta e resterà per sempre nell’immaginario collettivo suggello dell’amore. Fu sempre Freud a dire: “Fumare è indispensabile, se non si ha nulla da baciare”. L’amore in fondo è nutrimento del corpo e dell’anima ed è anche un tentativo, per quanto irrazionale, di inglobare l’altro in se stesso.

È del Toro Shakespeare la tragedia d’amore più famosa di tutti i tempi: “Romeo e Giulietta”. Si vede qui la Venere domiciliata nel Toro che rende autenticamente affettivo questo segno di Terra, pratico e concreto come i suoi due compari, la Vergine e il Capricorno, ma rispetto a loro molto più votato alla passione e al godimento della vita. È del Toro Kierkegaard, altro filosofo che ha fatto la storia, uno dei libri più letti di sempre: “Diario del seduttore”. 

Il cibo come risorsa primaria dell’essere umano diventa, nel corso dell’evoluzione, denaro. L’economia nasce col Toro che affianca l’Ariete cacciatore, abituato d’istinto a uccidere e a sfamarsi subito, col sangue della preda ancora caldo in bocca. Il Toro, invece, maneggia la materia prima, la cucina, la divide, la rende produttiva insieme alla terra che per lui è sempre Madre. Il Toro spesso ha il pallino del commercio, della vendita al dettaglio, della gestione delle risorse. Fu il Toro Marx a scrivere una delle opere più celebri della filosofia marxista il cui titolo non lascia dubbi in merito ai simboli del segno: “Il Capitale”. E Bernard Madoff, banchiere e truffatore, noto per essere la mente del più grande schema Ponzi che si sia mai realizzato, era Toro naturalmente.

Il successo per il Toro passa attraverso la capacità di produrre nutrimento, in senso reale o simbolico, di gestire, organizzare, investire, moltiplicare le risorse che gli vengono affidate, come fa lo chef in cucina con gli ingredienti che ha a disposizione. Stabile, solido, tenace, mira a costruire la propria realizzazione con una caparbietà che non ha uguali. Non esiste angolo di terra, fosse pure l’ultima traccia a perdita d’occhio di un lontano deserto, che non sappia far fruttificare. Non è il più veloce di tutti, ma è un maratoneta che va piano, va sano e va lontano. E arriva sempre, al di là di ogni vento contrario.

Come meglio ha scritto il Toro Ignazio Silone: “Il destino è un'invenzione della gente fiacca e rassegnata”.




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