ASTROLOGIA IN LINEA
ASTROMAGAZINE - RUBRICHE - C'era una volta

HANSEL E GRETEL E IL PERCORSO DI CRESCITA

a cura di Lidia Fassio
 

La fiaba di Hansel e Gretel tratta il difficile rapporto dell’autonomia dei figli, la pericolosità della regressione e il superamento della paura e del bisogno.

I due bambini… un bel giorno … sentono i discorsi della loro madre e comprendono che stanno tramando per abbandonarli al loro destino perché sono diventati poveri e non possono più mantenerli. Decidono quindi di abbandonarli nel bosco.

Questo aspetto della fiaba induce a pensare alla grande paura che il bambino sperimenta nel momento in cui deve affrontare la sua autonomia, soprattutto quando è stato sempre nutrito senza aver affrontato responsabilità: sono le sue paure che vengono proiettate sui genitori che, nel caso, vengono visti come tradenti ed abbandonanti.

Il tema dell’abbandono è forte: i figli, ad un certo punto della loro vita devono svincolarsi e, se non ne sentono la necessità in prima persona, devono essere "spinti" dalla famiglia; se questo non accade il rischio per loro è molto grande perché non vi sarà individuazione, non vi sarà vita autonoma. Significa che restano figli e non diventano adulti …

Nella fiaba si ipotizza per loro "il morire di fame" che possiamo vedere come simbolo di una impossibilità della madre di continuare a nutrire; non c’è più questa possibilità.

I due bambini hanno paura e temono di non farcela ed anche questa è una situazione che avvertono tutti i ragazzi quando devono rendersi indipendenti ma, per altri versi, si sentono impreparati a fare da soli.

La fiaba ci parla solo della figura materna.. il padre non c’è, è assente ed anche questo è motivo di ulteriore difficoltà per i due fratelli: simboleggia un taglio di simbiosi senza dall’altra parte una figura maschile che aiuti a fare questo passaggio… ecco perché loro sono così tanto spaventati.

Nella realtà è la figura del padre che deve accompagnare i figli ad affrontare il mondo, uscendo così più facilmente dalle braccia accoglienti della madre per entrare nel mondo ed apprendere le regole dell’affermazione, della conquista e dell’autosoddisfacimento dei bisogni.

I due bambini vengono lasciati nel bosco e cominciano la loro ingenua esplorazione: si muovono lasciando delle briciole di pane, in modo da non perdere la strada e la loro scia la segue un corvo nero che li invita a seguirlo in una bellissima casa di marzapane che si trova un po’ più distante: lì – dice il corvo - potranno mangiare tutto quello che vogliono, comprese le cose dolci che sono particolarmente appetibili per i due fratelli.

Questo tratto indica un passaggio tipico della crescita in cu si è ancora molto in contatto con le forze dell’inconscio (si è nel bosco) e ci si sperimenta molto fragili, insicuri con un grande desiderio di trovare sostegno ed accudimento da parte del mondo esterno; l’immagine delle briciole di pane che lasciano dietro di sé indica chiaramente il loro desiderio di tornare a casa dalla madre. Sono fasi molto delicate della crescita e si rischia di sentirsi così smarriti da dare retta solamente al proprio istinto (corvo nero), diventando bisognosi e dipendenti senza ancora la capacità di organizzare le altre potenzialità interne che sono ancora da scoprire. C’è solo istinto e manca la capacità discriminatoria della mente e manca un IO capace di fare da centro.

La casa di marzapane è chiaramente un "abbaglio, un’illusione", una "seduzione dell’inconscio" – Jung la chiama la seduzione del Drago - qualcosa che solletica il bisogno di morbidezza e di accoglienza dei due fratelli, ma che indica molto chiaramente il rischio che si corre quando ci si lascia sedurre dalle cose che appaiono troppo semplici e facili.

In questo punto della fiaba si rappresenta in modo preciso il bisogno di ritornare dentro all’utero materno evitando di combattere la lotta per l’individuazione: tutti però sappiamo che questo è l’impossibile sogno: infatti, una volta adulti, non ci si può più illudere di trovare madri e simbiosi se non a scapito della vita psichica stessa.

I due bambini, spinti dalla paura e dal bisogno, cadono nella trappola tesa da una vecchia strega che prima si mostra accogliente e dopo diventa divorante… e mortale.

Hansel e Gretel si saziano, divorano una buona parte di casa, dopo di chè, mentre stanno per uscire, vengono bloccati dalla strega; prima li invita a dormire da lei, poi, al loro rifiuto, li obbliga a restare e li chiude dentro a stanze senza finestre e senza alcuna possibilità di fuga; dice loro che li farà ingrassare per poi mangiarli.

La favola qui è incisiva ed inequivocabile. Se non si comincia ad usare la parte razionale, le forze dell’istinto e il bisogno di dipendere possono mostrarsi particolarmente distruttive conducendo il soggetto all’inevitabile regressione, che, per la psiche è simile all’annientamento.

L’idea dei due bambini che devono ingrassare per essere divorati è molto chiara nel rappresentare questo rischio: ci ricorda che se non diventiamo indipendenti e se non siamo in grado di rinunciare al "principio di piacere", resteremo dipendenti e cercheremo soddisfazione dei nostri bisogni attraverso altre persone, rischiando la morte.

La morte psichica è la non autonomia che ci rende fragili senza un autentico sviluppo delle nostre forze.

Come sempre le fiabe presentano il lato positivo e ci fanno comprendere che le prove non sono altro che possibilità. Infatti, nonostante il rischio che corrono, proprio da questa prova i due fratelli comprenderanno molte cose e usciranno più maturi e più indipendenti: infatti Hansel suggerisce a Gretel di ingannare la strega – che ci vede poco - facendole toccare un osso di pollo al posto delle sue dita cicciotte, in modo da rimandare il divoramento e prendere tempo.

Ecco che, proprio da una prova difficile e molto pericolosa che mette addirittura a repentaglio la loro vita, i ragazzi trovano le loro risorse interne e imparano come metterle a frutto. Anche nella vita reale è così: le prove, le difficoltà, i cosìdetti transiti negativi, sono in realtà una vera opportunità per contattare nuove risorse che sono pronte ad emergere.

Gretel si offre di aiutare la vecchia strega e, una volta uscita dalla gabbia, comincia a cercare le chiavi della stanza del fratello e, quando le trova lo libera. Insieme poi, approfittando della scarsa vista della donna e dell’aiuto del corvo, spingono la donna dentro al pentolone di acqua bollente.

E’ un chiaro esempio di come le risorse razionali possono venire in aiuto organizzando insieme le nostre parti (la mente e l’istinto). Qui Gretel trova la sua parte deduttiva e la sua astuzia e Hansel trova il suo coraggio; insieme, usano le loro risorse per mettere a punto una strategia che li porta al successo. Non solo, l’immagine del corvo che aiuta i due piccoli, sta a dimostrare che, quando si fa la cosa giusta, anche l’istinto è pronto a collaborare.

La strega è battuta, la fase di regressione è vinta: la lotta con il Drago ha avuto successo e i due bambini sono liberi… possono riprendere la loro strada verso l’individuazione.

La fiaba si conclude con i due ragazzi che dicono che non torneranno mai più in quella parte di bosco.

Anche quest’ultima parte è interessante: quando si è diventati adulti e si sono compresi i pericoli e le seduzioni offerte dalla regressione, non vi sarà neppure più il desiderio di tornare indietro. Regredire vuol dire ridiventare piccoli, tornare indietro, essere preda di bisogni che non sono conformi all’età e che, se non respinti, possono bloccarci a lungo in situazioni difficili che ci possono condurre all’immaturità e alla depressione.




Copyright (c) 2003 Astromagazine - la rivista di Astrologia in Linea - Tutti i diritti riservati