ASTROLOGIA IN LINEA
ASTROMAGAZINE - RUBRICHE - Tutti al cinema

AND THE WINNER IS ...

a cura di Augusta Neumann
 

Come ogni anno alla consegna degli Oscar, tutto a posto e niente in ordine nelle scelte dei giurati dell’Academy. Poche conferme e molte sorprese, possiamo dire "ce l’aspettavamo" ma anche "non ce l’aspettavamo proprio !".E forse il bello dell’Oscar è proprio questo.

Philip Seymour Hofman. Una conferma è il premio come miglior attore per lo straordinario "Truman Capote-A sangue freddo". Spiazzante il suo discorso alla premiazione, una dichiarazione d’amore totale a tutti, come la citata canzone di Van Morrison " I love I love I love….e via così" e soprattutto a una madre forse troppo ingombrante che gli ha passato le sue passioni e la sua ambizione. Povero Philip, come farà a essere sempre all’altezza del volere materno ?

Reese Witherspoon. Spiazzante il premio come miglior attrice protagonista per " Walk the line",

la biografia della cantante country June Carter legata sentimentalmente al famoso, incontenibile Johnny Cash, interèretato nel film dal sensibilissimo Joaquin Phoenix. La grande favorita Charlize Theron è stata ignorata a favore di questa bravissima attrice che non si è montata la testa e ha detto di essersi ispirata alla nonna, donna di grande valore e degna di rispetto.

George Clooney. Una conferma il premio come miglior attore non protagonista per "Syriana" dove interpreta un agente della Cia coinvolto in un complotto più grande di lui.

La prima cosa che ha detto alla premiazione è stata : "Bè, non l’ho vinto come regista !", dichiarando apertamente dove riponeva le sue nuove ambizioni. Bello l’accenno al fatto che in fondo è assurdo mettere in competizione attori diversi in performance diverse, come si fa a giudicare chi è il più bravo se non si interpreta lo stesso ruolo ?

"Crash" di Paul Haggis e Cathy Schulman miglior film in assoluto che racconta due giorni delle vite di tante persone diverse che si intrecciano tra loro in un magico gioco di eventi, coincidenze, fatalità rivelando i conflitti razziali, i pregiudizi, le tensioni culturali che stanno alla base delle loro esistenze. E’ un film, a detta degli autori stessi, che parla di tolleranza, di amore, di verità.

Quando si cercano risposte, ci si può ritrovare tutti insieme ma si può anche cadere a pezzi in una collisione perenne fra bugie e verità che appartengono all’essenza stessa degli individui. Come non esserne affascinati? Per chi non l’avesse ancora fatto, consigliamo caldamente di recuperare la cassetta, lo amerete sicuramente. Ha vinto anche per il montaggio e la sceneggiatura originale.

Italia esclusa, una conferma; difficile sfondare la diffidenza americana nei confronti del nuovo cinema italiano ma solo il fatto di esserci stati, quest’anno con "La bestia nel cuore" di Cristina Comencini, è motivo di orgoglio. Ha vinto il Sud Africa con "Tsotsi".

"Brokeback Mountain", film favorito che abbiamo amato molto ha vinto in fondo i tre premi che più si meritava: per la regia al raffinato Ang Lee,la sceneggiatura non originale e la musica originale. I due magnifici interpreti, il divo Heath Ledger e Jake Gyllenhaal, sono talmente giovani che avranno tutto il tempo per rifarsi.

Rachel Weisz, miglior attrice non protagonista per "The constant gardener" tratto da un romanzo di John Le Carre, dove interpreta il ruolo di un’attivista che paga con la vita la ricerca della verità nei loschi traffici di una compagnia farmaceutica. L’avevamo notata nel delirante "Constantine", film tanto brutto da sembrare quasi bello con Keanu Reeves dove ricopriva un doppio inquietante ruolo.

"Memorie di una geisha" sorprendenti i tre premi minori per questo raffinatissimo film di Rob Marshall; l’esotico riveduto e corretto colpisce ancora!

"King Kong", con tutto quello che hanno speso per incassi irrilevanti, un flop la storia dello scimmione da non ritentare mai più, erano prevedibili i premi per gli effetti speciali, il missaggio e il montaggio sonoro.

"La marcia dei pinguini" dolce, emozionante miglior documentario.

"Le cronache di Narnja". Come ci eravamo augurati, un piccolo premio per il trucco, grandissimo lavoro in realtà, per premiare questa favola immortale.

Robert Altman. Premio alla carriera a uno dei registi più originali e anticonformisti del cinema. Candidato per ben cinque volte, Altman non ha mai vinto un Oscar e con l’elegante ironia che lo contraddistingue, ha detto: "Me l’avete dato troppo presto. Ho davanti a me ancora quarant’anni e li userò tutti. "Bravo Altman! I premi alla carriera fanno stare male quasi tutti, (non possono fare a meno di pensare: "che sia arrivata la fine?"), ma Altman è in buona compagnia tra gli ignorati dell’Oscar: vi ricordate di Orson Welles, di Hitchcock , di Chaplin?

Nessun premio a Steven Spielberg: una conferma.

Tutto a posto quindi… come ogni anno tra ringraziamenti alle mamme, lacrime, orridi vestiti, felicità incontenibili e delusioni laceranti, Hollywood ha celebrato sé stessa e il sogno a occhi aperti che rappresenta: il cinema.

In fondo, la congiunzione Sole-Urano in Pesci nella notte delle stelle ha premiato proprio il film che con gli occhi bagnati di emozione più celebra le diversità del mondo: "Crash", una collisione perenne tra individui diversi, che si attirano e si respingono, in una danza di sentimenti sempre uguale e proprio per questo unica.




Copyright (c) 2003 Astromagazine - la rivista di Astrologia in Linea - Tutti i diritti riservati