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ADYAR : SUUGESTIONI DELLA SOCIETÀ TEOSOFICA

a cura di Paolo Crimaldi
 

L’India del sud in genere la si visita partendo da una delle sue città più affascinanti e colorate, Madras, oggi ribattezzata con il nome originario di Chennai, famosa per i tessuti, ma anche per essere la seconda mecca del cinema indiano.

Siamo nel Tamil Nadu, uno degli stati dell’India meridionale dove si parla ancora il tamil, una lingua dravidica, forse la più antica delle lingue tuttora parlate. Qui è molto forte il culto della dea madre e un po’ di tutte le divinità femminili e l’atmosfera che vi si respira, nei templi come per strada, ha una forte connotazione emotiva, accogliente, contenitiva e difficilmente non si riesce a captarne la piacevolezza che giunge da ogni angolo di questa città, nonostante tutto, moderna, caotica, inquinata.

Camminando per strada ci si può ancora imbattere in sguardi profondi e comunicativi, così come non mancano mai sorrisi e amichevoli ammiccamenti che rendono la sosta in questo luogo davvero piacevole, soprattutto se poi ci si concede, come del resto può accadere in gran parte dell’India del sud, ad un piacevolissimo massaggio ayurvedico, unti da profumati oli e toccati da sapienti mani che parlano di una millenaria sapienza medica.

 

Ma spostandosi di pochi chilometri dal centro città, dalla costa verso l’interno, si trova Adyar, il quartier generale della Società di Teosofia, fondato verso l’inizio del secolo scorso da Madame Blavatsky e dal generale Olcott, posto di particolare bellezza naturale e centro di studi ormai noto in tutto il mondo.

 

La società teosofica nacque a New York il 17 novembre 1875, ed allora come oggi ha sempre mantenuti vivi i suoi tre scopi dichiarati sin dall’atto di costituzione, ossia la formazione di un gruppo della Fratellanza universale che non fa distinzione tra i suoi membri di razza, religione, sesso o ceto sociale, il favorire uno studio olistico e comparato di religione, filosofia e scienza e di andare a investigare quelli che sono i fenomeni della natura ancora inspiegati e le grandi potenzialità inespresse dell’individuo. Tutto ciò ha reso questo movimento spesso oggetto di facili quanto faziose manipolazioni, ma basta semplicemente arrivare ad Adyar per capire come questo luogo di profonda pace e di grande benessere, tanto per l’anima quanto per il corpo, possa avere realmente un qualcosa di speciale ed unico, in grado di donare profonde emozioni, ma soprattutto una consapevolezza diversa di ciò che si è, e quindi di allontanare qualsiasi ombra sul suo valore.

 

Nei primi del Novecento moltissimi personaggi della cultura e della scienza aderirono alle idee proposte dalla Blavatsky, e ne nacque un grande fervore culturale che diede l’avvio ad un insieme di studi, anche in campo astrologico, di grande interesse e profondità. In Italia, lo psichiatra  Roberto Assagioli, padre della Psicosintesi, fu uno dei più attivi membri e parte del suo lavoro ha una forte influenza teosofica.

In ambito astrologico, invece, è proprio grazie alla Società Teosofica che possiamo rintracciare le origini dell’astrologia karmica, attraverso gli studi e le opere della stessa Blavatsky (La dottrina segreta), Alice Bailey (Le fatiche di Ercole) e Alan Leo (Astrologia esoterica), libri che hanno segnato un epoca, ma che soprattutto hanno dato l’avvio a studi davvero importanti, tesi alla scoperta dell’Anima e del suo divenire esistenza dopo esistenza.

Ad esempio l’opera di Alice Bailey che associa i dodici segni dello zodiaco alle dodici fatiche dell’eroe greco come opportunità di crescita, ha permesso di rintracciare nella lettura del tema natale quelle che sono le sfide esistenziali più importanti nella vita di una persona, aiutando a comprendere qual è la natura destinica del suo percorso di vita.

 

Probabilmente entrare dal cancello della sede centrale della Società Teosofica di Adyar è qualcosa di così speciale, una sorta di rituale d’iniziazione che permette di capire ancora più a fondo il valore di questi insegnamenti che sfuggono da qualsiasi integralismo e che soprattutto spingono ad una profonda riflessione interiore, al percepire che la realtà è unica, nonostante i linguaggi siano diversi, e che l’unica strada possibile di crescita ed evoluzione non può che essere la tolleranza.

Messaggio questo, che in tempi come i nostri, meriterebbe di per se stesso un viaggio ad Adyar… considerato che in meno di dieci ore di volo si può realmente entrare in un mondo fatto di pace ed armonia che sempre più spesso fatichiamo anche solo ad immaginare.

 

Per ulteriori informazioni sulla Società Italiana di Teosofia si può contattare il suo presidente:

Dott. Antonio Girardi

Viale Quintino Sella, 32

36100 Vicenza

e.mail:  rit@teosofica.org

sito internet:  www.teosofica.org  

 




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