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VISIONI, ARTE O SQUILIBRIO PSICHICO?

a cura di Lidia Fassio
 

Oggi più che in altri tempi ci sono persone che si definiscono “canali” di entità e di forze spirituali, meglio definite come “soprannaturali” e che parlano a nome e per bocca di “spiriti guida” con cui loro sono in contatto.

Certo, non è facile individuare quando una persona è in contatto con “energie” che magari noi non conosciamo e quando invece il soggetto è delirante e affetto da una qualche forma di paranoia dell’Io, più o meno accentuata che lo vuole trasformare in un “falso profeta” bisognoso però di attenzioni e di potere.

Da sempre abbiamo avuto santoni, guru, persone che si sono distinte per i loro potenziali non comuni considerati, miracolosi, o speciali.. e sempre, anche nell’antichità, l’uomo è stato in grado di riconoscere queste caratteristiche tenendole ben separate dallo squilibrio psicologico che, apparentemente potrebbe avere caratteristiche simili.

 

Eppure, a volte, il confine tra le due cose è veramente sottile e molto può dipendere dal contesto in cui si vive, dalla capacità o meno di canalizzare bene o male certe energie e dal fatto che vengano considerate “possibili da esprimere” o assolutamente “negate”.

Tanti anni fa ebbi la fortuna di incontrare una delle persone più sagge che mai abbia conosciuto e, proprio attraverso di lei, ho cominciato ad avvicinarmi ad una particolare dimensione psicologica che prima non avevo mai preso in considerazione e che, anzi, nella mia famiglia era considerata assolutamente tabù perché significava “andare fuori dai canoni e dai cardini”. Il soggetto in questione aveva sicuramente la possibilità di entrare in contatto con dimensioni distanti da me.. ma non vi era dubbio che la sua voce non vedeva altro che positività ed era lontanissima dalla mistificazione o dallo sfruttamento a proprio vantaggio di alcune sue doti.

 

Anche la mitologia, le religioni e la storia stessa dell’uomo ci hanno consegnato frequenti testimonianze di modelli e forme attraverso cui “l’anima mundi” si  manifesta alla piccola anima individuale.

Nell’antichità, queste particolarità andavano sotto il nome di magia, di visione…di trascendenza… chi non ricorda come gli sciamani o i grandi maestri  implorassero affinchè “la grande voce dello spirito” parlasse attraverso la loro bocca ed illuminasse il loro pensiero?

Chi potrebbe negare la saggezza di queste persone?

 

Nonostante tutto ciò negli ultimi due secoli, ovvero dall’illuminismo in poi, tutto ciò che si avvicinava ad una dimensione “ultraterrena e profetica” non proprio “canonica” destava sospetto e si trovava ad essere “in odor di follia, appunto di paranoia”.

Oggi invece, la filosofia della New Age ha riaperto questa porta ed ha portato l’uomo a ricontattare un potenziale energetico superiore.. che, forse non è ancora di tutti, ma sicuramente lo diventerà.

 

Vorrei sottolineare il fatto che ciò che produce una mente sana o una deviata resta ancora difficile da comprendere.. ci sono persone che riescono a convivere con certe dimensioni interiori e non sviluppano nessuna patologia, magari agiscono le loro visioni o le rappresentano attraverso l’arte o la musica .. insomma le trasfigurano.. e quindi sconfinano regolarmente in una dimensione “altra” senza mostrare mai nella vita pratica un allontanamento troppo forte dalla realtà.

Ce ne sono altre che non riescono invece a tenere questo confine saldo e quindi spesso la realtà, la fantasia e la visione finiscono per mischiarsi, per confondersi fino a non distinguersi più bene e del tutto.

Del resto stiamo parlando del regno di Nettuno, un regno non ancora del tutto conosciuto, fatto di energie sottili, di dimensioni per lo più spirituali a cui, forse, pochi hanno veramente accesso con piena consapevolezza.

Anche il mondo dell’arte però appartiene a questo pianeta; l’artista in un certo senso è l’individuo che - senza alcuna preparazione spirituale – sfiora, si avvicina a questa dimensione e, per questo, riesce a parlare a tante persone anche se poi, nei suoi comportamenti può riflettere poco o nulla delle sue “intuizioni”.

 

E’ il caso degli artisti considerati un po’ matti.. “genio e sregolatezza” dice un proverbio.. e forse è vero.. nel senso che subiscono il fascino di quell’al di là psichico che per il comune modo di pensare resta un territorio “infido” e che, anche a loro, spesso non si rivela nella dimensione chiara.. ma “con-fusa”.

 

Gli artisti sono gli individui più soggetti alle capricciosità del regno dell’inconscio e della fantasia; loro sono i veri dipendenti dall’ispirazione: i Greci assoggettavano questo regno alle Muse e, si sa.. che erano creature  particolari, un po’ instabili e soprattutto capricciose in quanto  non accorrevano alle chiamate dei loro adepti e, anzi, molte volte si negavano; tutti gli artisti sanno che se la loro Musa accorre l’opera sarà straordinaria.. altrimenti si potrà fare solamente qualcosa di ordinario.. Per questo molti artisti si perdono in quel territorio ambiguo in cui sperando di sedurre ancora una volta la loro musa finiscono per entrare in dimensioni di dipendenza da sostanze che, apparentemente e solo in un primo periodo, sembrano permettere il contatto.

 

Infatti, l’artista sa che ciò che distingue il prodotto di un buon artigiano da un’opera d’arte.. è quel qualcosa che giunge da un mondo misterioso a cui solo loro hanno sporadicamente accesso.. noi che ci occupiamo di astrologia, sappiamo che questo è il mitico mondo di Nettuno.. quella dimensione sconosciuta dove gli opposti si incontrano e dove le cose hanno luogo, non si formano, ma semplicemente accadono ma …manco a dirlo…. Non certo a comando.

Infatti se l’arte fosse al servizio dell’Io non ci sarebbe il problema.. ma l’arte non è figlia dell’Io e per questo, non basta una atto di volontà per incominciare a produrre.

 

Lo stesso possiamo dire delle grandi intuizioni profetiche e della vera dimensione spirituale. Chi oggi potrebbe mettere in discussione le parole di Buddha o di Cristo? Chi si sentirebbe di dire che questi due personaggi erano dei folli? Penso proprio nessuno perché nelle loro parole non vi è nulla che faccia pensare ad uno squilibrio e le loro visioni sono così straordinarie che non possono che far pensare al parto di una mente superiore.. a qualcosa che è “oltre il comune modo di pensare” e che sembra appartenere ad un tempo diverso da quello in cui sono vissuti, ma sembra anche appartenere ad un essere con una diversa evoluzione.

 

Che cos’è l’evoluzione? Pierre Grassè diceva: “… i processi di pensiero e di evoluzione seguono entrambi le stesse regole. L’evoluzione è il processo per mezzo del quale l’essere vivente modifica la sua informazione e ne acquista una nuova”.

 

In questo senso, possiamo intendere l’evoluzione come il prodotto di una conoscenza che spinge a comprendere nuove dimensioni che possano elevare la coscienza. Qualcuno però dovrà portare questa conoscenza e, forse, gli esseri più vicini a questa coscienza superiore sono quelli che si incaricano di farsi portatori di qualcosa di nuovo e di diverso; la cosa interessante, sta però proprio nel riconoscimento del messaggio; perché questi personaggi vengono comunque seguiti e riconosciuti? Pensiamo al Dalai Lama o a Sai Baba,  nessuno oggi si sognerebbe di pensare che queste due menti siano squilibrate e questo perché quando la spiritualità vera si annuncia attraverso l’anima mundi, l’anima individuale è in grado di riconoscerla perchè arriva da un qualcosa di superiore, da un Sé profondo e unificante con il quale anche il sé individuale è in contatto e, per questo, suona familiare e può recepire messaggi superiori che richiamano ad un nuovo ordine e ad una nuova fase di coscienza; tutto questo è molto diverso da ciò che invece giunge dalla disorganizzazione della mente, da quel regno dove il caos emana idee fanatiche che, giungono per bocca di personaggi paranoici e di falsi profeti che  portano frammentazione e divisione perché parlano per bocca di un Io inflazionato in cui non vi è ombra di trascendenza ma solo di psicosi.




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