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ENRICO BERUSCHI : L'IRONIA DI UN FOLLETTO NEI BOSCHI DELLA COMICITÀ

a cura di Augusta Neumann
 
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Il comico Enrico Beruschi lo conosciamo tutti dai tempi di quando faceva cabaret al mitico Derby di Milano. La sua partecipazione al “Drive In” di Antonio Ricci, unico comico dell’epoca ad avere un contratto fisso con le reti Fininvest, è rimasta nella storia della televisione.

 

E’ un uomo perbene, elegante, gentile, gran parlatore, così grande che non è stato possibile rivolgergli delle domande precise: ha scelto lui cosa raccontare in un flusso inesauribile di ricordi, battute, autoironia e leggerezza.

“Sono un ragazzo che sta facendo tante cose per poi scegliere cosa farà da grande !”

 

Rimasto un po’ tagliato fuori dalla televisione di oggi ( “dicono che la mia comicità è troppo lenta per i ritmi televisivi di oggi !” ), Beruschi si è reinventato un ruolo da regista di opera lirica, la sua grande passione.

Beruschi ci ricorda quei folletti dei boschi che fanno dispetti ma non sono cattivi, saltellano qua e là e ci fanno divertire con il loro abbigliamento, con la loro ironia, con un pizzico di magia della quale, in questi magri tempi preoccupati che stiamo vivendo, si sono perse ahimè le tracce.

“Pensa che mia madre, fin quando c’era e ha potuto, tutte le mattine sentiva l’oroscopo e la mia prima telefonata della giornata era la sua che me lo raccontava. Era anche un modo per augurarci il buongiorno, mi scriveva anche dei bigliettini promemoria: “inizia la giornata con un sorriso, non costa nulla. “ Ma io non sono un fanatico dell’Astrologia…”

 

Difficilmente una persona nata sotto il segno della Vergine lo è, caro Enrico !

 

“A me sembra un modo per attaccare discorso da vecchio playboy anni ’60 chiedere di che segno sei, non è il mio modo per abbordare le donne. Io punto sugli occhi. Dico alla ragazza : ma quando una ha gli occhi così, deve restare a casa !”

 

Chissà lei !

 

“Lei mi risponde: ma lo sa che anche lei ha degli occhi belli ?  E io, che bello non sono stato mai, mi lusingo del fatto che la ragazza parli con me, alla mia età. E’ un gioco.”

 

Di cosa ti stai occupando adesso ?

 

“La regia di opera lirica ha origini lontane. Io stavo anche sette,otto ore in piedi a sentire cantare la Callas, prendevo l’ultimo tram per tornare a casa ma solo due volte sono riuscito a farle il baciamano.”

 

Com’era lei ?

 

“ Un fascino incredibile sulla scena, la cito sempre come esempio, per me è stata una passione come il fuoco che cova sotto la cenere, mai spento. Prima il lavoro, il cabaret, la televisione, il teatro, il successo mi avevano allontanato e ora invece ci sono tornato dentro, quasi per scherzo.

Questo “Barbiere di Siviglia” è stato proprio una sorpresa. Non osavo confessare nemmeno a me stesso i risultati che volevo raggiungere, avevo troppo pudore. Nel “Flauto magico” dovevo fare la voce recitante ma non andavo alle prove per ripetere le stesse cose, mi sarei troppo annoiato, e se mi annoio io…..”

Figuriamoci gli altri.

 

“Ho perfino trovato il coraggio di cantare con la voce da basso. Pensa che a sei anni il maestro di musica mi disse: sei stonato, vai via, e io ho vissuto cinquant’anni con questa convinzione, adesso mi è tornato l’entusiasmo di un sedicenne, però con un po’ più di esperienza.  Ho in programma una Tosca e un Rigoletto, e non le farò certo per i soldi ! La cosa importante è che le opere delle quali mi prendo cura diventino per il pubblico due ore col sorriso costante. Ho eliminato un lungo intervallo, ho fatto spendere un terzo di quello che costa un allestimento normale, l’antico ragioniere che è in me…..”

 

Vergine, indubbiamente ragioniere.

 

“Preciso, noioso, infatti mia moglie dice sempre a tutti che è proprio così, che sono noioso poi aggiunge che sono anche divertente… Infatti la follia, come dice un mio amico psicologo, è riflessa nella mia scrivania che è un casino bestiale, però mi dà fastidio ma nel mio disordine mi ritrovo.”

 

Che ci dici di questa battaglia dei sessi riflessa nel tuo Tema, Sole e Luna opposti e Marte e Venere pure, con i due genitori simboleggiati così in disaccordo, il maschile e il femminile uno opposto all’altro

 

“Non saprei cosa dirti. Mi prendevano in giro perché volevo molto bene a mia madre che è mancata due anni fa, era ed è il mio primo pensiero, mentre mio padre lei l’ha soppresso molto prima, come tutte le mogli….”

 

Questo succede molto spesso.

 

“Io stimo molto la figura di mio padre, penso che l’umorista che è in me sia nato con lui. Mi pento del fatto che non abbiamo avuto molti contatti. Io adesso sto portando avanti delle cose che gli appartenevano, ricerche storico-archeologiche. La cosa più importante è che i miei figli non dicano un domani : mio padre voleva fare, ma mio padre ha fatto. Lui sognava, aveva due cantine e due solai pieni di articoli e di foto di una Milano che è scomparsa, che sono preziosissime, mi piacerebbe pubblicarle in suo nome. E’ mancato pochi anni dopo che è andato in pensione, è stata una discesa. Io spero che la morte mi colga vivo !”

 

Bellissima frase davvero.

 

“Vedi, su questa brochure del concerto non ho fatto mettere le solite note di regia, io non sparo sentenze, ma una lettera aperta al compositore Rossini, spiegandogli la mia passione per lui e promettendogli di fare il possibile per non rovinare il suo lavoro. Da piccolo, quando ero malato, me ne stavo in casa triste a guardare gli abbaini sui tetti e mio padre mi parlava di Mimì e cantava, mi raccontava degli spettacoli alla Scala. Poi adolescente mi sono ritrovato il vocione da basso, poi ho visto la Callas, poi tutto è rimasto lì e adesso è tornato fuori. E poi dimenticavo, ho fatto una commedia in milanese per la tv svizzera: Un tranviere che si chiama desiderio. A differenza degli altri attori di media età che vogliono rifare i classici, io no, io dico che bisogno c’è che un umorista faccia i classici ? Nessuno, e io voglio fare delle cose nuove, perlomeno ci tento.”

 

Ma è vera questa cosa che che in ogni grande comico c’è un’anima triste ?

 

“Bè, questa è l’unica speranza di mia moglie…che io sia un grande comico, visto che in casa rompo….Lei dice che sono triste, io dico che cerco di essere gentile e cordiale ”

 

E da cosa dipende questa tristezza ?

 

“Guardarsi intorno, cercare di fare tutto quello che si dovrebbe, essere più utili agli altri. Il mondo è pieno di gente che dice: ma se io, ma se, ma se tu…. si dice a Milano che i Se e i Ma  “sun il  patrimoni dei cujiuni”. Detto milanese doc.

 

Bellissimo.

 

“Mi ricordo quand’ero al Derby di Milano, ci ero rimasto male per il fatto che Cochi e Renato non mi avevano portato in televisione, ero l’unico a non essere andato. Loro non volevano rovinarmi, dicevano. Di giorno lavoravo in un ufficio, ero quasi dirigente e mi dicevano gioca, continua solo a giocare, non rovinarti la vita. Per fortuna mia moglie un giorno mi guardò e mi disse ok, vada per due cuori e una capanna, sei così bravo, vediamo che succede. I miei capi di allora mi assicurarono che il posto sarebbe sempre rimasto lì ad aspettarmi, alla Galbusera, e sono convinto che c’è ancora…

 

Che ci racconti del periodo d’oro del “ Drive In ” ?

 

“E’ stato bello, ero l’unico col contratto, l’avevo messo in piedi io, poi me lo sono fatto portar via.

A quel tempo c’erano Ric e Gian, Franco e Ciccio, Teo e Massimo ed io, che ero un solista.

Berlusconi l’ho incontrato al Teatro Nuovo a uno spettacolo della Liza Minnelli, appena mi vede mi fa : “ Uhè te, hai visto che adesso la televisione ce l’ho sul serio ? Cosa aspetti a presentarti ?”

Il giorno dopo andai e devo dire grazie a lui e al povero Carlo Bernasconi che non c’è più perché mi hanno dato fiducia. Adesso l’ambiente è molto diverso, gente che non conosco in giacca e cravatta che sembra quasi che non sappiano che prima di loro c’era la televisione, che si siano dimenticati di essere stati bambini. Strana questa cosa. Quante arie si danno, io non me le sono mai permesse nemmeno ai tempi d’oro. Gli autori di adesso sanno fare al massimo le scalette, non sanno più scrivere.”

 

Sei mai stato a “Striscia la notizia” ?

 

“Ogni tanto faccio l’ospite. Greggio era il mio bambino e lo dice sempre.”

 

Allora va bene.

 

“Secondo Antonio Ricci sono troppo lento, la comicità di adesso è frenetica. Ricci mi dice sempre ma dai vieni e io rispondo, sì vengo a conoscere le Veline con mio figlio che è più adatto. Forse andrò per qualche opera di beneficienza della quale mi occupo. Se hanno bisogno di una mano, andrò. Io sono storico presidente di giuria del Festival italiano del cabaret ma ad esempio questi due ( Ficarra e Picone ) non me li ricordo proprio, forse sono passati un anno che non c’ero…Lì mi ha invitato Max Pisu che mi rinfaccia tutti gli anni di averlo fatto arrivare secondo ! Mi sembra di ricordare che una cabarettista… un po’sconsolata, l’ho buttata fuori al primo turno.”

 

Purtroppo si è già bruciata .

 

“Guarda, ha già avuto molto di più di quello che meritava. Non voglio fare nomi ma ce ne sono tanti che io ho visto crescere, aiutato che non mi rivolgono più la parola, si sono montati la testa e io mi chiedo: come si fa ? Quando mi dicono poverino, io rispondo poverino un corno, anche se mi spaccano le gambe sono sempre in vantaggio, se c’è una bilancia del destino…mi dicono: potevi di più…”

 

Tutti possiamo di più.

 

“Ho parlato come un  pazzo ! Scusami. Dimmi qualcosa tu.”

 

Adesso ci tento. Tu sei un ipersensibile con la Luna in Pesci….

 

“Ma come, mia moglie dice che sono cinico !”

 

La moglie, detto in milanese, fa el so mestè !

 

“Io dico che essere cinici è una necessità del lavoro che faccio. Ad esempio, in occasione dei lutti che mi hanno colpito, io ho fatto degli spettacoli meravigliosi, non potevo piangere, io chiudo quando sono rivestito di un ruolo, senza sono timidissimo. Pensa che non avevo neanche il coraggio di recitare le poesie di Natale da piccolo, le dicevo solo a mia nonna in camera da letto. Se non sono coperto da qualcosa, mi sento perso. Le donne mi dicono che sono cinico così posso preservare la mia castità.”

 

Comunque il palcoscenico serve a quello, si diventa dei mostri, delle altre cose.

Ti è mai capitato di sentirti diverso, non appartenente a quello che avevi intorno ?

 

“In diverse fasi della mia vita, specie da adolescente. Ero molto intelligente, ho imparato a leggere prima di andare a scuola.”

 

Il tuo Tema lo dice: Mercurio e Nettuno, genio e follia, sogni e immaginazione, una marcia in più a livello mentale.

 

“C’è che sono anche imbranato su certe cose.”

 

 All’estero sei mai andato a lavorare ?

 

“No, mai. Ho viaggiato per vedere spettacoli. Ho fatto un safari fotografico in Kenya con la famiglia e l’autista somalo non voleva credere che io fossi in Africa per la prima volta. Ho una foto da piccolo, mezzo nudo, davanti a una grande cartina geografica che indico col dito l’Africa.

Il fascino del proibito per me sono le donne di questo paese e ho detto a mia moglie, quando ci siamo sposati , che io ho un buono a questo proposito che non vale come corna.

A me piacciono le donne altissime. Ricordi Celeste, la cantante? Una sera l’ho incontrata e mia moglie mi ha detto: ah, ti sta guardando! Sono andato lì e mi ha abbracciato: Beruschiiii! Io ti adoro! Però non è successo niente….”

 

Purtroppo.

 

“Però vedi, cosa stavamo dicendo… tutte le cose, a Parigi, a New York, in Sudamerica sono dedicate a cantanti italoamericani…

 

E le amicizie? Non ti senti un po’ vittima? Con quel Plutone e Chirone in 11° Casa, chissà quanti voltafaccia !

 

“Sì, me ne hanno fatte di tutti i colori. Quello che proprio non sopporto è quando penso mi prendano in giro. La cosa peggiore è quando lo fanno alle spalle. Pensa che una volta, era una delle mie prime serate, ricordo che era un venerdì sera, mi trovavo in Romagna e mi stavo vestendo per uscire in scena e ho sentito: Vah, che faccia da scemo! Quell’esperienza la ricordo particolarmente. Pensa se avessi deciso di smettere! Queste sono cose che rimangono nella memoria.

Ho avuto anche difficoltà con mia figlia, quando era quindicenne e veniva presa in giro. Lei si vergognava ad andare a scuola. Erano invidiosi di lei. Mi ha sorpreso il fatto che è riuscita a superare la faccenda molto facilmente. Ha capito che tipo è suo padre, che è una persona stimata, e quando la prendevano in giro lei rispondeva agli insulti senza esitare. Da allora mi ha sempre detto di andare pure a prenderla a scuola.”

 

Io so che tu hai una Venere in Bilancia. Devi amare molto l’armonia, la bellezza, l’eleganza…

 

“ Sì, è vero. Però non mi so organizzare. Ad esempio, mia moglie è un pollice verde e fa crescere dei giardini bellissimi, io mi limito a guardarli. Mi piacerebbe molto scrivere ma ci vuole troppo tempo però mi piacerebbe soprattutto per puntualizzare, vedo troppo disordine in giro, e lo farei con l’umorismo che credo di avere. Ad esempio, non ho mai visto scritto in giro: l’umorismo ha salvato il mondo. Adesso non riesco neanche più a guardare la televisione, ci sono dei programmi…mi avevano chiamato per “La Fattoria” poi non mi hanno più voluto. Sono andato a Roma, tavolone con dodici persone, mi hanno chiesto perché ero lì, che sarebbe stato troppo faticoso per me, spalare m..., zappare…. Io ho chiesto solo una cosa: posso mantenere la mia dignità ?  Sono rimasto in ballottaggio fino all’ultimo insieme ad Alvaro Vitali perché volevano un comico anni 70 ma siamo così diversi…come si fa a equipararci ?”

 

Tu paghi lo scotto di essere fuori dal coro.

 

“Io sono un giocherellone, faccio le foto con tutti anche con quelli del “Grande Fratello” ma chi sono costoro ? Ricordo la Benedicta Boccoli dire: che bello, hai sentito la reazione del pubblico ? Ma il prim’attore non deve sentire la reazione del pubblico, deve sentire i pensieri, entrare al tempo giusto, pensiamo a Walter Chiari. La verità è che molto spesso a teatro la gente si annoia.”

 

E’ purtroppo vero.

 

“Sai, una volta mi piacevano le donne…ma non mi ricordo più perché. E poi dico ai miei figli: se volevate un altro papà, dovevate pensarci prima, mi potete sempre diseredare…”

 

Oppure, potete far carriera voi…

 

“Mio figlio ha dei numeri che io non ho, ne sono convinto, fa regia e musica in un gruppo metal, è proprio bravo. Anche a Telenova mi hanno buttato fuori, chissà perché, forse perché mi stavo divertendo, impegnando. Mi dicono che sono generoso, non sto sempre in scena per primeggiare, è solo questione di condurre in porto il lavoro. E’ che ho una faccia che cattura da sola l’attenzione.”

 

Con quel Sole in 12° Casa, tuo padre l’hai visto come diverso e isolato e tua madre, con quella Luna in Pesci un po’ vittima delle circostanze, della famiglia, ipersensibile, in una condizione inferiore a quello che avrebbe voluto aspirare.

 

“Come fai a saperlo ?”

 

E’ il Tema che lo dice e dice anche che da piccolissimo hai vissuto una sensazione di abbandono affettivo.

 

“Io ricordo di essere stato molto coccolato ma poi sono nati i fratelli. Sono ritornato da poco sui luoghi della mia infanzia e ho ritrovato gli stessi posti, lo stesso muretto, le stesse persone, tutti a piangere…”

 

Avevi paura delle donne ?

 

“Forse anche rispetto.”

 

Nel tuo Tema il bisogno di sicurezze è in conflitto con una grande voglia di tagliare i ponti, e da quello che mi racconti, hanno vinto le sicurezze perché per salvare questo mondo familiare un po’ idealizzato hai sacrificato l’altra parte che invece vorrebbe esplorare il mondo.

 

“Mi accorgo che vivo un po’ di sogni, prendo sempre la parte buona.”

 

Hai mai pensato alla possibilità che interpretando la parte del buono e del generoso nella vita affidi agli altri il compito di svolgere il ruolo da cattivi ?

 

“Io sono il principe illuminato. Nel momento che vengo riconosciuto, sono a disposizione degli altri.”

 

Finita la nostra conversazione,  Enrico Beruschi ci guarda con i suoi proverbiali occhioni teneri e attoniti e dice: “ Perché ho parlato tanto, adesso sai tutto di me e io non so niente di te !”

 

Non importa, caro Enrico, grazie di esserci e di continuare a essere fedele a te stesso,  intelligentissimo attor comico, folletto di quei boschi chiamati sorriso.




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