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FANTASY E REALITY

a cura di Lavinia Vitali
 

“L’eroe è il sostenitore delle cose che avverranno, non di quelle avvenute, perché egli è.” (Joseph Campbell, L’eroe dai mille volti )

 

Elfi, fate, nani, draghi, magia, maghi e streghe…. che cos’è il fantasy??

Chi non ha mai letto un libro fantasy, non ha mai visto un film fantasy o non ha mai sognato un mondo fantasy alzi la mano.

Il genere Fantasy ha avuto uno splendido rilancio iniziato con la saga di “Harry Potter” di J. K. Rowling, libri e films, proseguito poi con la trasposizione cinematografica della trilogia di J. R.R. Tolkien “Il Signore degli anelli”,  il capolavoro assoluto del genere, “Le cronache di Narnia” di  C. S. Lewis e adesso con il successo internazionale del film “Eragon”, tratto dall’omonimo romanzo di Christopher Paolini.

 

Nato nell’Ottocento, il fantasy è un genere letterario incentrato nella descrizione di mondi fantastici senza alcuna attinenza con la realtà, le cui componenti fantastiche possono coabitare tra loro, possono anche essere ispirate al nostro mondo ma che non appartengono assolutamente a nessuna dimensione reale.

I libri di Jules Verne ed Emilio Salgari, la saga di Conan il barbaro, i racconti della corte medievale, l’Odissea e l’Iliade, i miti celtici, i Nibelunghi, la leggenda di re Artù, l’Orlando furioso…punti di riferimento ne possiamo trovare ovunque.

Sarebbe un errore associare il fantasy al filone della fantascienza o dell’horror, perché è vero che tutti e tre gli elementi contengono elementi fantastici ma il fantasy è completamente e unicamente… fantastico.

 

Perché piace tanto il Fantasy? Inanzitutto la vena epica di un racconto, la sua componente postromantica, ha sempre avuto successo in tutte le parti del globo: il mondo degli eroi, la lotta contro il drago, gli aiuti magici, la conquista del grande amore sotto forma di principe o principessa, sono chiavi simboliche di un viaggio che riguarda nel profondo ognuno di noi. 

Un fattore molto importante, secondo noi, per capire la chiave del suo successo, è che il fantasy, al giorno d’oggi, fa da contraltare all’ipermaterialismo che ci circonda. Siamo perennemente forzati a guardare in faccia la realtà e questa realtà di volta in volta è triste, banale o ci fa paura.

Il mondo fantasy  permette di nutrirci di pura fantasia, ci svincola da un passato remoto preciso e stimola in noi valori come il coraggio e la virtù che troppo spesso ci dimentichiamo. La fiaba in fondo ha una forte componente onirica e se ci pensiamo, filoni letterari e artistici fantastici hanno avuto il loro momento di maggior splendore in momenti storici segnati da grande razionalità, oggettivismo e realismo. Il Fantasy ci dà la possibilità di sfuggire a tutto questo ed è già nel termine, nella parola stessa FANTASIA, il segreto della magia che esercita da sempre sull’essere umano.

 

All’immaginazione del possibile futuro del grande scrittore di fantascienza Asimov, il Fantasy contrappone l’immaginazione di un futuro impossibile; in fondo, è la fantascienza del passato.

Per i suoi denigratori, il Fantasy può anche essere visto come una “Liala” in chiave epica ma per noi, irrimediabilmente amanti del sogno e della fantasia, può anche essere un baluardo contro un mondo televisivo che ci attanaglia quotidianamente coi suoi finti reality, finti sogni di successo, finti eroi inventati in un giorno di pioggia…

 

E come ci voleva spiegare il grande Andy Warhol, inventore della Pop Art, siamo tartassati quotidianamente, colpiti e abbattuti da figure in movimento, veloci e dirette. Pubblicità infinite, reality appunto, telefilm, films, soap opera… Siamo circondati dalla finzione e da un mondo irreale, una realtà subliminale che non ci appartiene, che non ci viene sin dal profondo, che non abbiamo voglia di scoprire giorno dopo giorno, che non ci ispira e non ci rende felici come avviene invece con il Fantasy.

 

Gli eroi ci circondano, ci abbracciano e baciano; gli eroi siamo noi, solo che non abbiamo abbastanza intelletto e lucidità per accettare questa infima realtà. La fantasia è insita nell’essere umano fin dai tempi della sua comparsa sulla terra. Per noi è naturale inventare, immaginare e sognare… basta pensare a quando inventiamo una bugia per esempio. La razionalità dell’uomo lo porta alla scoperta della realtà ma il suo animo la strattona dalla parte opposta, verso la fuggevole bellezza dell’essere, la pura magia dell’inventare, il fantastico.

Quotidianamente cerchiamo, attorno a noi e dentro di noi, eroi che ci ispirino, che ci conducano verso la retta via. Non è forse questo il profondo desiderio che ci spinge a scegliere un “capoclan”? Viviamo il suo pathos intenso, le sue gioie, i suoi amori immortali, le sue battaglie inevitabili, i suoi lunghi viaggi. Alla fine non ha importanza ciò che succede, ma che viviamo.

Si può paragonare il piacere della carta tra le dita, il suo odore dolce e gratificante, il colore giallino della pagina nella quale contrasta il nero delle parole, il rumore dello sfogliare di pagine, la bellezza della lunga successione di lettere, parole, frasi, capoversi, pagine e capitoli con la televisione?

Alla fine siamo, comunque la vogliamo mettere, destinati a vivere in un mondo irreale. Quindi…è meglio il mondo che ci costruiamo o quello che gli altri vogliono costruirci attorno?

 

< Sed ego qui scripsi hanc historiam aut uerius fabulam quibusdam fidem in hac historia aut fabula non accomodo. Quaedam enim ibi sunt praestrigia demonum. Quaedam autem figmenta poetica. Quaedam similia uéro. Quaedam non. Quaedam ad delectationem stultorum. >

 

< Ma io che ho scritto questa storia, o meglio questa leggenda, non do credito a certe cose di questa storia o leggenda. Alcune di esse sono inganni diabolici; altri frammenti poetici, altri ancora sembrano veri, e altri no; e certi sono scritti per divertire gli sciocchi. > ( da un’ epica irlandese )




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