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SATURNO CONTRO

a cura di Augusta Neumann
 
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“ … Lo so, siete entrati per la finestra della mia cella

   mentre dormivo…

   I visi nella luce delle stelle

state mano in mano al mio capezzale.

 

…Amici miei, perché mi lasciate solo ?

              Dove andate ? 

 

 ( Nazim Hikmet )

 

Interno cucina.

Una tavola imbandita. Un gruppo di amici. Chiacchiere in libertà.

In un angolo un giovane.

I suoi pensieri, mentre li osserva uno ad uno, narrati dalla voce fuori campo.

E’ Lorenzo ( Luca Argentero ), uno dei protagonisti del nuovo lavoro di Ferzan Ozpetec, al suo sesto film.

Il regista turco, con la consueta sensibilità, imbandisce attorno alla tavola una storia condita dai suoi ingredienti preferiti: l’amicizia, l’amore, la fragilità dell’essere umano, il senso di solitudine che pesa nel cuore di ognuno di noi, la scoperta del cambiamento.

  

La coppia Antonio ( Stefano Accorsi ) e Angelica ( Margherita Buy ), lui lavora in banca e lei fa la psicologa, il fidanzato di Lorenzo Davide ( Pierfrancesco Favino ), scrittore di libri per ragazzi, la tormentata Roberta ( Ambra Angiolini ) che si droga perché incapace di trovare un senso nella sua vita, l’acutissima traduttrice Neval ( Serra Yilmaz ), il solitario Sergio ( Ennio Fantastichini ) e la new entry bisex Paolo ( Michelangelo Tommaso ) fanno tutti parte di questo nuovo viaggio di Ozpetec attraverso le emozioni profonde dell’animo umano.

 

I pensieri di Lorenzo convergono quasi in modo ossessivo sulla parola SEMPRE:

potesse durare così per sempre, tutti insieme come adesso sempre, amore, amicizia e armonia per sempre….Il desiderio è quello di fotografare, cristallizzare una situazione tra esseri umani che sembra perfetta, un attimo di felicità che può durare una vita intera: l’Amicizia con la A maiuscola.

Mentre Lorenzo svolge i suoi pensieri fissati alla perfezione senza tempo di quegli attimi, noi avvertiamo insieme a lui l’ineluttabilità del destino, qualcosa che sta per accadere di inevitabilmente tragico, spezzando così l’illusione di far durare una situazione felice PER SEMPRE…

Prima che accada la tragedia, abbiamo modo di conoscere meglio tutti gli amici del film, scoprire insieme a Lorenzo il tradimento dell’impiegato di banca Antonio con Laura ( Isabella Ferrari ), entrare a piccoli passi nell’amore gay tra Davide e Lorenzo, percepire il senso di vuoto esistenziale di Sergio, scendere agli inferi insieme alle piste di varie droghe con Roberta, assistere ai battibecchi matrimoniali di Neval, rimanere perplessi davanti all’inconsistenza del carattere di Paolo dagli incerti gusti sessuali…

 

Non vi diremo quale di questi personaggi incarnerà la tragedia ma sappiate che da quel momento in poi tutto sarà diverso, inizierà una difficile elaborazione del lutto da parte di tutti i protagonisti e le scene corali di disperazione si alterneranno alla disperazione esistenziale individuale, rivelando ognuno le proprie meschinità ma anche degli animi dalle risorse impensabili.

Su tutto domina il sentimento dell’impossibilità di separarsi.

 

Molto importanti nel film sono anche i personaggi che entrano dopo nella storia come l’infermiera interpretata dalla grandissima Milena Vukotich; chi non ha mai conosciuto, all’interno di un ospedale, questa figura fredda, avvizzita e rancorosa di infermiera che in realtà nasconde un mondo di solitudine e infelicità dentro ?

Vittorio, il bravissimo attore televisivo e teatrale Luigi Diberti, che non ha mai accettato l’omosessualità del figlio Lorenzo.

Laura stessa, l’amante di Antonio, interpretata da Isabella Ferrari, con tutti gli splendori e miserie che può portare un amore proibito nella vita di una moglie e di una madre di quarant’anni.

 

Questo gruppo di amici in un interno italiano richiama moltissimo il film di Lawrence Kasdan “Il grande freddo” dove un gruppo di vecchi amici si ritrova al funerale di uno di loro ma anche la situazione che stiamo vivendo in questo momento storico con tutti i problemi di attualità legati ai DICO, le coppie di fatto, l’unione tra omosessuali, quale tipo di famiglia allargata ha diritto al riconoscimento legale e via dicendo.

Interessante è anche la tematica che riguarda il matrimonio di Antonio e Angelica davanti al tradimento: il marito si chiede perché lui che ha condiviso sempre tutto con la moglie, non può confessarle tranquillamente quello che gli sta accadendo ottenendo comprensione, e la moglie 

che s’impone un comportamento civile ma radicale sbattendolo fuori di casa, silenziosamente si chiede: ma è sempre così inevitabile ?

Mitica la scena dove i tre si incontrano nella stanza di albergo: le due donne sembrano quasi fare amicizia mentre l’imbarazzo dell’uomo, nascosto in un angolo, sale alle stelle.

La scena che racchiude in sè tutto il senso del film dopo il trauma, è anche la più semplice e quindi la più straziante:  la soggettiva degli amici mentre percorrono lenti e ancora increduli i sotterranei dell’obitorio seguendo un improbabile infermiere,  per raggiungere un’ultima volta l’amico scomparso. Quelle due curve che non vorrebbero mai svoltare sono quanto di più atroce e più sconvolgente un essere umano possa affrontare: la certezza della morte e la sua accettazione.

Dopo tutto sarà diverso, niente sarà mai più come prima.

 

Gli attori sono tutti bravissimi e credibili perché Ozpetec riunisce tutti in una grande famiglia allargata ( tecnici, autori, attori e amici ), molto spesso il set è a casa sua, si crea così una spontaneità che va oltre il concetto del lavoro, tutti vivono veramente quello che sta accadendo nella storia, condividendo tutti insieme l’intensa emozione del film.

Una pecca di “Saturno contro”, a parer nostro, è Pierfrancesco Favino che interpreta uno dei personaggi più importanti, lo scrittore gay Davide,  perché pur essendo molto bravo, ha una faccia grottesca. Non sappiamo se il regista lo ha scelto proprio per questo ma i suoi lineamenti così marcati conservano un ghigno sorridente anche nei momenti più tragici, togliendo delicatezza e sfumature alla sua sofferenza.

 

Rivelatosi con “Hamam- Il bagno turco” del 1997, Ferzan Ozpetec ci ha regalato delle storie bellissime e per certi versi indimenticabili.

“Saturno contro” è un buon film ma sicuramente non all’altezza di quelli precedenti come “Le fate ignoranti”, storia originalissima dove una moglie scopre che l’amatissimo marito morto in un incidente stradale era innamorato di un altro uomo che le somiglia molto, e chi può dimenticare la delicatezza de “ La finestra di fronte “ con una magica Giovanna Mezzogiorno e il più grande Massimo Girotti alla sua ultima interpretazione ? Il controverso “Cuore sacro” con Barbara Bobulova ha lasciato sentimenti contrastanti negli spettatori, chi lo ha amato molto o detestato molto, nessuna via di mezzo.

 

“ …Avere Saturno contro nel segno da una parte ti costringe a tagliare i rami secchi, a eliminare le tante cose inutili della vita, dall’altra ti accompagna nel passaggio verso la maturità, ti fa crescere, ti fa guardare dentro, come capita esattamente ai protagonisti del mio film”

Così Ozpetec spiega la scelta del titolo e anche qui siamo di fronte a un fatto autobiografico: il regista ha deciso di realizzare il film per scaramanzia, trasformando il simbolo del passaggio di Saturno nel suo cielo in qualcosa di magico e creativo per scongiurare forse una separazione inevitabile facendola vivere, al suo posto, agli amici protagonisti del suo film.

 

Ferzan Ozpetec è nato a Istanbul il 3 febbraio del 1959

Le scelte di vita del regista sembrano richiamare perfettamente il grande progetto dei nativi del segno dell’Acquario: omosessuale dichiarato, Ferzan vive in una specie di comune in una grande casa insieme ai suoi amici, tutte persone originali, eclettiche, creative e portatrici di varie diversità.

“Gli amici sono tutto per me.” E’ un’affermazione che più acquariana non si può.

Tutti i protagonisti del suoi film cercano di scongiurare l’ineluttabilità di un destino crudele, non sanno accettare la separazione vissuta come un vero lutto.

L’Acquario si illude di non essere disperatamente solo nella sua diversità condividendo con gli amici speranze e ideali.

 

Ozpetec è anche un Uraniano perché ha Sole e Mercurio opposti al dio del cambiamento Urano e siamo certi che in qualche modo, nella sua vita, abbia incarnato una sorta di ribellione, di rottura degli schemi, pagando con la solitudine una trasgressione alle regole.

Chi è fortemente segnato da Urano è un “traumatizzato”, si porta dietro una profonda ferita legata a una separazione, un distacco, un improvviso cambiamento.

C’è chi decide di rimanere immobile illudendosi così di scongiurare un’altra fatalità, e chi diventa preda di un’inquietudine profonda che non dà tregua nell’anima.

Del passato di Ozpetec si sa poco o nulla ma sembra probabile che abbia vissuto un evento traumatizzante di separazione legato al padre, a un fratello o a sé stesso.

Le storie di questo regista tentano di ricucire dei fili emotivi interrotti dal caso, dalla morte, dagli eventi che non si possono controllare.

L’Acquario sa che per sopravvivere deve legarsi agli altri contribuendo in qualche modo alla loro evoluzione insegnando loro cosa vuol dire essere liberi.

 

Il passaggio di Saturno in Leone in opposizione all’Acquario ha segnato profondamente la vita di tutti gli appartenenti al segno portando via qualcosa di importante ma che doveva avere un termine.

Ozpetec, evidentemente interessato all’Astrologia, ha simboleggiato nel suo film, traducendola in immagini, questa perdita affettiva inevitabile.

Il film “Saturno contro” è un’offerta agli dei affinché siano clementi con Ferzan.




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