ASTROLOGIA IN LINEA
ASTROMAGAZINE - RUBRICHE - Astri e benessere

LA VISTA E LO SGUARDO

a cura di Lidia Fassio
 

Gli organi di senso sono i delicati strumenti attraverso i quali cogliamo l’esterno e lo portiamo all’interno e viceversa. Sono quindi organi di “comunicazione”, anche se spesso non li intendiamo come tali, ma preferiamo vederli come organi di “contatto”. Vedere, sentire, toccare, odorare, gustare sono quindi funzioni percettive importanti che ci permettono  di esperire la  realtà esterna trasformando immagini interne che sono per noi veri e propri punti di riferimento.
 
Ovviamente gli organi di senso per noi sono reali, tangibili e quindi appartengono a quelle funzioni che riteniamo obiettive e certe, tuttavia, proprio il credere questo è estremamente errato giacchè tutti gli organi di senso hanno bisogno di essere “tradotti” in quanto, in realtà noi trasformiamo qualcosa di interiore in qualcosa di esteriore e pertanto abbiamo buonissime possibilità di distorcere ciò che percepiamo.
 
Gli organi di senso hanno un preciso significato nella nostra crescita infatti, dalla nascita in poi essi si sviluppano, crescono, si specilizzano nel loro rapporto con il mondo e pian piano, diventano per noi fondamentali, veri e propri cardini del nostro “conoscere”. Tuttavia, essi non sono così affidabili come noi vorremmo e, soprattutto la vista, organo a cui deputiamo il senso del “vero” è proprio il più fallibile.
 
La vista ha due funzioni: una attiva ed una passiva: infatti noi vediamo e guardiamo, ma veniamo visti e guardati. Anzi, il nostro esistere psicologicamente parte proprio da questo “essere guardati”, fondamentale nell’infante che non ha ancora una identità e che ha bisogno di questo “sguardo amoroso” per nascere psicologicamente e formarsi una identità (Venere e Giove in casa IIa).
 
A volte però l’essere guardati non è così piacevole: infatti possiamo anche subire lo sguardo altrui in maniera aggressiva; pensiamo a quando venivamo indagati e scrutati perché magari avevamo fatto qualcosa e nostra madre ci guardava con occhio severo per comprendere se avevamo detto la verità. Quelli erano momenti in cui l’occhio altrui poteva anche farci suscitare vergogna.. che è proprio un tipico sentimento che giunge dall’essere visti in momenti o in situazioni in cui non avremmo voluto essere.
 
La vista però è estremamente sensibile agli stati d’animo interni ed alla costruzione dell’identità: infatti, nei deliri psicotici le immagini interne - considerate pericolose e persecutorie  -  vengono spostate all’esterno, sugli altri che, di conseguenza, vengono visti come aggressori, come persone che vogliono far del male, soggetti che generano angoscia e paura.
 
In altri casi, l’essere visti ha volore di rafforzamento di valore: pensiamo allo sguardo di un innamorato che tende a dare consenso e ad alimentare il senso di sé, della bellezza e del piacere.  Anche in questo caso, lo sguardo altrui genera sentimenti e aiuta a conoscerci. Questo significa che proprio dal riflesso che ci giunge attravero lo sguardo degli altri siamo costretti a “guardarci dentro.. o a guardarci meglio” fino a riconoscere qualità o difetti che prima non erano “visibili”. 
 
Questo ci fa però anche comprendere come sia facile delegare agli altri le nostre modalità di “guardare”; spesso quando sentiamo gli altri troppo intrusivi o quando cogliamo sguardi negativi o giudicanti, utilizziamo l’identificazione proiettiva e portiamo fuori qualcosa che non vogliamo riconoscere in noi stessi, magari qualcosa di negativo e di malvagio.
Tipici di questa possibilità sono i film in cui il soggetto non può vedere la propria negatività e, per difendersi, è costretto a rompere gli specchi, oppure pensiamo a quelli sui vampiri dove l’angoscia nasce dal non potersi riflettere nello specchio, simbolo inequivocabile di “non esistenza e di non identità”; infatti, lo specchio può riflettere solo se c’è luce e, il vampiro, come sappiamo è condannato all’oscurità.
 
Esiste infine una vista “interna” che viene chiamata “chiaroveggenza”; è interessante il fatto che nel mito tutti i saggi, i veggenti e gli aedi erano ciechi, come a dire che per sviluppare la vera “conoscenza” bisogna limitare la vista esterna e concentrarsi sull’interno.
 
Da un punto di vista fisiologico noi possiamo cominciare ad avere problemi di “vista” senza per questo aver intaccato l’organo “occhio” il che ci riporta a dover prendere coscienza che prima dell’occhio c’è qualcos’altro che vede dentro di noi ed è quando questa parte comincia a distorcere le immagini, che prima o poi favorirà anche una degenerazione dell’organo deputato a rifletterle.
 
La vista in termini astrologici è legata al pianeta Giove e alla casa seconda, mentre lo sguardo è più legato a Venere; problemi di vista possono insorgere con lesioni di Giove e con opposizioni  IIa – VIIIa. Sappiamo però che Giove, tra i suoi simboli, ha anche quello di “esperienza, crescita e saggezza” che, insieme, sono il modo in cui noi traiamo significato dal nostro vissuto e sappiamo bene che questa sintesi è squisitamente personale e trae spunto dal senso di fiducia in noi stessi, dalla percezione di possedere risorse interne e dalla sensazione di poter “comprendere – integrare” il mondo dando ad esso un senso compiuto.

Problemi alla vista possono nascere nel momento in cui il mondo non può essere visto, accolto e compreso nella sua intierezza e nella sua verità; infatti, quando le immagini interne e quelle esterne non sono congruenti, si attivano particolari ed efficaci meccanismi di difesa che hanno il compito di chiudere, limitare o distorcere le immagini, ma anche di bloccare la possibilità di tradurle in esperienza personale. Ragion per cui i danni alla vista sono prima di tutto danni nel delicato processo di portare il mondo esterno all’interno e viceversa  e, in secondo luogo, difficoltà nell’elaborazione dei contenuti interni che non possono essere “visti” dalla coscienza, che, di conseguenza li elimina, bloccando così anche lo sguardo su  ciò che – se fosse visto – potrebbe rivelare la nostra “non verità”.




Copyright (c) 2003 Astromagazine - la rivista di Astrologia in Linea - Tutti i diritti riservati