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ADOLESCENZA ED EMANCIPAZIONE

a cura di Gianfranco Casalis
 

L'adolescenza è caratterizzata da grandi mutamenti e trasformazioni che si verificano nell'organismo ed nel comportamento. Soprattutto per quanto riguarda i caratteri sessuali primari, ovvero gli organi riproduttivi, sia nei caratteri sessuali secondari, ossia i caratteri distintivi del sesso in età matura, come lo sviluppo del seno per le femmine e il cambio del timbro della voce e la crescita della barba per i maschi. L’adolescenza è preceduta da un periodo detto “pubertà” che dura circa due anni durante il quale si realizzano le trasformazioni somatiche che culminano nell'inizio delle mestruazioni per le femmine e la comparsa di spermatozoi nei maschi. L’adolescenza è un periodo di crescita psico-fisica che si estende dalla pubertà fino a quando lo sviluppo fisico è pressoché completo e cioè intorno ai 18-20 anni.

Durante l’adolescenza i ragazzi devono da un lato affrontare la consapevolezza della maturazione sessuale e dall’altro il passaggio dal controllo genitoriale all’autonomia.
Per quanto riguarda l'emancipazione dal controllo genitoriale e dalla loro dipendenza emotiva molto dipende dall'atteggiamento assunto dai genitori stessi durante l'infanzia. Se durante l’infanzia i genitori hanno educato il ragazzo ad una certa autonomia attraverso modalità di tipo affettivo è più facile che l’adolescente viva un atteggiamento di maggior fiducia in se stesso, se invece l’educazione è stata improntata su uno stile autoritario, l’adolescente può sviluppare un minor equilibrio e la propensione al conflitto. Il problema del rifiuto dell’autorità genitoriale e la ribellione è un problema più esteso ai maschi che alle femmine.

La formazione di gruppi di coetanei con dei valori comuni aiuta l’adolescente ad emanciparsi dal legame familiare. Nell’aderire ad un gruppo di coetanei, l’adolescente soddisfa il bisogno di sicurezza e di identità con un modello che può essere diverso, anche solo parzialmente, da quello proposto dai genitori. I genitori spesso temono che l’aderenza al gruppo spinga il figlio verso forme di conformismo legate ai valori dominanti imposti dai “media” e sono poco propensi a pensare che i loro figli adolescenti sono capaci di mantenere un senso critico anche se non esplicito e chiaro.
Per le ragazze il gruppo è vissuto in modo diverso dai ragazzi per i quali il gruppo viene vissuto come un sostegno di ribellione nei confronti dell’autorità genitoriale. Le ragazze vivono il gruppo soprattutto come strumento per stringere relazioni personali significative.

In conclusione, l’adolescente è spinto da un bisogno innato di liberazione dal controllo “emotivo” genitoriale ed è proprio nel “gruppo” che egli cerca e trova una sicurezza e un appoggio che lo aiutano a superare quelle “barriere emotive” che spesso i genitori erigono nei loro confronti. Tali “barriere emotive” sono costruite dai genitori a livello inconscio e per tale motivo la non comprensione di questi atteggiamenti spinge i genitori stessi a comportamenti spesso repressivi che talora aumentano le difficoltà di relazione e di crescita psicologica.

Non è certamente facile per i genitori sviluppare la consapevolezza dell’adolescenza come un periodo esistenziale così delicato e critico e vivere i naturali conflitti come un fase normale di sviluppo dei loro figli verso l’autonomia ritirando il controllo in modo progressivo in funzione della maturità acquisita dai loro figli adolescenti.




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