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SUSANNA TAMARO

a cura di Elena Mazzini
 
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Susanna Tamaro, scrittrice, è nata a Trieste il 12 dicembre 1957 alle ore 00,12. Il suo libro “Va dove ti porta il cuore”, uscito nel 1994, è il libro italiano più venduto nel mondo, con un totale di 14.000.000 di copie. Diplomata alla scuola di Cinematografia di Roma, nel 2004 ha diretto il film “Nel mio amore”, tratto da un suo racconto.

 

Leggo un’intervista che le è stata fatta in occasione dell’uscita a febbraio del suo ultimo romanzo “Luisito”, una storia (d’amore) tra Anselma, maestra in pensione, e Luisito, pappagallo Amazzone testa blu trovato nella spazzatura.

Molte cose mi incuriosiscono di lei, la più forte tra tutte è il sentirla profondamente originale, diversa con quel viso da folletto stranito, curioso, intelligente, consapevole, da ragazzino a cinquant’anni, diversa per le fiabe mistiche che scrive, controcorrente rispetto alla letteratura contemporanea “etologica, del comportamento, asettica, senza magia, senza mistero” come la definisce. Le sue misure minute riportano a donne forti, a Isak Dinesen, a Madre Teresa di Calcutta, ai personaggi di Miyazaki.

 

Chiedo di poterle fare alcune domande e a giro di posta Susanna mi dà la sua immediata disponibilità. Sole in Sagittario trigono alla Luna in Leone, Fuoco e Terra, impulso e concretezza, Mercurio dominante, l’ascendente Vergine le danno autocontrollo, senso del sacrificio, severità verso se stessa e verso gli altri, ma anche spirito altruistico, generosità, concretezza, desiderio di purezza, l’andare, e a fasi alterne il blocco, la difficoltà ad amalgamarsi con le persone che la circondano, quel senso di chiusura e introversione che le fa cercare la solitudine.

 

Preferisce la scrittura o la cinematografia?

“Girare un film è un’esperienza che voglio ripetere, anche se è talmente complessa come situazione: molte persone, molti contatti, è come dirigere un’azienda, con momenti collettivi di piacere e di malumore, ma io so essere molto diplomatica quando è necessario. La scrittura mi permette invece di stare in solitudine, sono due aspetti di me che accetto e faccio condividere. Ora sto progettando un secondo film. Urano di transito quadrato al Sole e in autunno Saturno quadrato al Sole e poi sull’Ascendente…mi fanno pensare a qualche difficoltà nel portare avanti il progetto.   

 

Il grande potere comunicativo del  Sole in terza casa e Mercurio dominante le permettono di avere un approccio cosciente ed intelligente verso le sfide del proprio ambiente.

Proprio perchè controcorrente non è invitata nei salotti televisivi. “Non mi vogliono. C’è dell’ostracismo nei miei confronti.”

Ricordo la Tamaro molti anni fa a “Porta a porta” scontrarsi con Furio Colombo; mi fece impressione la sua grinta, il grande autocontrollo e la determinazione con cui, per niente intimidita, faceva valere le proprie opinioni. Marte in Scorpione.

 

 Mercurio in Capricorno in quarta casa le dà solidità, testardaggine, uno stato intimo di centralità, di unità profonda e radicata, dà radici familiari solide grazie a  una nonna importante che l’ha a lungo seguita.

Da qui Susanna ha appreso l’ideale Cristiano di compiere ogni azione, anche la più quotidiana, come se fosse in presenza di Dio. Il suo film a tratti ricorda “Il grande silenzio”, con l’attenzione monacale al qui ed ora, l’accatastamento della legna, i silenzi e le lunghe sequenze sulla natura.

Toccante ed emblematica rispetto alla sua capacità di compassione è la scena della sofferenza di Luisito, intensa quanto una sequenza di un documentario sui bambini degli orfanotrofi dell’Est, seduti in fila sui vasi da notte, ciondolanti avanti e indietro come rabbini in preghiera.

 

Qual è il suo rapporto con la religione?

“La mia famiglia era di tradizione laica, mia madre aveva origini ebraiche, mio padre era massone, marxista leninista, non era religioso. Per quanto mi riguarda mi sono avvicinata alla fede quando ho scoperto che i veri cristiani sono persone straordinarie e che c’è grande possibilità di libertà e di amore nel cristianesimo.

Ora la Chiesa sta facendo cose che allontanano la gente, c’è un totale capovolgimento rispetto alla visione del precedente papato, l’ecumenismo sembra un ricordo lontano.

Papa Woytila apriva i cuori.

Ho avuto la fortuna di incontrarlo nel 1997. Ero stata invitata ad un’udienza privata con dei diplomatici della Fao. Sono abituata ad avere un certo controllo del mio corpo, pratico da anni Yoga e Karate, ma ciò nonostante, quando il Papa è entrato nella sala delle udienze e all’improvviso ci siamo ritrovati nel silenzio più assoluto, ho iniziato a tremare e tutti intorno a me erano commossi, singhiozzavano, tanto forti erano le vibrazioni che emanava Papa Giovanni Paolo II.”

 

Venere in quinta casa in Acquario opposto a Urano e quadrato a Nettuno.

Mi fa pensare ad una grande irrequietezza nella ricerca della giusta modalità espressiva, i dubbi su valori e identità, il desiderio di esprimersi pienamente secondo le proprie necessità senza per questo sentirsi diversa con quell’accezione negativa che toglie il respiro, il desiderio di esprimere la propria natura più intima in termini di purezza, nel senso che si è esclusivamente ciò che si è, quale individuo unico in relazione al proprio destino. Irrequietezza anche sentimentale, sogni amorosi irrealizzabili o meglio realizzati attraverso i suoi libri, i figli che non ha avuto, condizione che amplifica il bisogno di dare al suo lavoro un’importanza sociale.

 

La Fondazione Tamaro, istituita nel 2000, ha sede a Zurigo e fa capo alla Limmat Shftung, una fondazione attiva da 30 anni che, tra le altre attività, gestisce anche altre fondazioni più piccole. “Ho contribuito in questo modo a realizzare vari progetti: borse di studio per ragazzi stranieri in Italia, la creazione di una casa rifugio a Roma, progetti che offrono formazione professionale in Congo, in Colombia e in India.

Questa fondazione è nata grazie al desiderio di essere utile agli altri. Quando ho iniziato a guadagnare, dopo aver soddisfatto le mie necessità e quelle delle persone a me vicine, mi sono resa conto che il miglior modo di usare il denaro era istituire questa fondazione.

Quando ho dato comunicazione della nascita della fondazione ai giornali, la notizia non è stata diffusa, neppure da “Famiglia Cristiana”, testata con la quale ho collaborato per due anni per una rubrica di posta.

Si ha paura di dare visibilità ad un comportamento anomalo, fuorviante rispetto alla lobby culturale imperante: oggi il soddisfacimento dell’altruismo e della capacità d’empatia passano attraverso un messaggio a Telethon. I media propongono pseudo valori che non sono quelli che fanno vincere nella vita. Perdere è non essere di successo? Perdere significa non essere sempre in prima pagina? Bisogna restare padroni della propria emotività.

Quando ho fatto il casting per il mio film, per la parte della figlia sono arrivate decine di ragazze tutte uguali, stessi nasi rifatti, stessi seni riempiti; i media propongono massicciamente lo stesso stereotipo, lontano dalla realtà che non ci corrisponde e che provoca uno stato di estraneità diffuso.”

 

Ferrara le aveva chiesto di essere al suo fianco nella campagna elettorale . Perché ha rifiutato? “Non mi sento di fare politica. Mi stancherebbe troppo perché nelle cose che faccio do tutta me stessa. Quando vado ai convegni partecipo veramente, mi preparo, dopo sono disponibile ad un confronto, non scompaio immediatamente nella macchina con autista. Nel maggio del 2007 sono stata a Monasterace, nella Locride, per la presentazione del mio libro “Ascolta la mia voce”, c’erano 300 ragazzi. Mi ci sono voluti già solo due giorni di viaggio per arrivarci, è stata un’avventura.”

 

Le chiedo come ha iniziato ad esprimersi, da cosa era attratta da bambina, cosa le piaceva fare.

“Ho sempre amato cantare, ho una voce da contralto, da bambina ho studiato il flauto traverso, per due anni il violino, poi il pianoforte, ma il canto è sempre stata una grande passione”

Il legame con la musica è fortissimo, anche rispetto alla scrittura. “Per trovare l’idea per un nuovo romanzo cerco l’ispirazione al pianoforte, suono finchè non trovo la tonalità del momento, del periodo, del libro che andrò a scrivere, la mia tonalità”.

Così anche la struttura dei libri e del film “Nel mio amore” prendono respiro dall’impianto della sonata classica”, un primo, un secondo e un terzo tempo: la struttura prevedibile dell’”effetto Mozart”, il bisogno del sapere dove stiamo andando, la ninna ninna, la fiaba.

Il segno della Vergine all’Ascendente porta il bisogno di superare l’ansia di sicurezza anche grazie  alla ripetitività.

 

Saturno congiunto al Sole

Le chiedo del padre che praticamente non ha avuto e della madre, della separazione dei suoi genitori quando era piccolissima, del bimbo che in “Tobia e l’angelo” quando vede il padre sente come un frullo di lavatrice nella pancia e delle sue opere in cui ci sono sempre padri e figli che non si riconoscono.

“Mio padre era un outsider, un uomo non realizzato, un fallito. Quando ho iniziato a guadagnare l’ho aiutato, e negli ultimi anni della sua vita ho provato una grande pena per lui. Quand’è morto ho provato rabbia nei suoi confronti, non so ancora il perchè, ho eliminato da casa mia tutto quello che in qualche modo lo ricordava: fotografie, oggetti.”

 

Luna in Leone quadrata a Marte in Scorpione

Madre lontana, con pretese di riscatto sulla figlia, madre bella e orgogliosa, con la quale ha avuto un rapporto conflittuale.

Non ti sono mai piaciuta e così hai inventato la balla che assomiglio a mio padre, dice la figlia alla madre nel suo film.

Qual è il momento in cui secondo lei non ci si può voltare indietro e si è soli con noi stessi, diversi da prima, consapevoli finalmente del nostro destino? Quando si ha la consapevolezza di affrontare la seconda nascita? Urano opposto a Urano

“Molte esperienze possono contribuire, ma certamente il momento più forte e drastico è quando i nostri genitori non ci sono più, anche fisicamente”.

Un antico detto dice che quando il figlio lascia la madre, diviene un padre.

 

Tante parole, tentativi di spiegare con l’astrologia i “fatti”. Forse però il modo più efficace di interpretare il tema astrale, come dice Rudhyar, è leggerlo come un mandala, non dunque simbolo che deve essere spiegato, ma immagine, quale raffigurazione della nostra vita. Metafora dell’esistenza. Come dice genialmente Herzog a proposito della nave trasportata sulla montagna nel suo film Fitzcarraldo: “Una grande metafora, non so di cosa, ma una grande metafora”.

 

Un’ultima domanda. Crede nell’astrologia?

L’ha sempre affascinata, è un sapere profondo dell’uomo e anzi mi racconta un episodio della sua vita inedito. “A diciotto anni ho vissuto per un certo periodo a Milano in un appartamento che condividevo con una trentina di altre persone, una comune insomma. Lì una sera conobbi un uomo più vecchio di me, poteva avere una quarantina d’anni; mi chiese la data di nascita e la sera dopo “mi fece l’oroscopo”, predicendomi che sarei diventata una grande artista e che avrei raggiunto il successo verso i quarant’anni, al che io mi feci una gran risata”.

 

“Va dove ti porta il cuore”, il libro che le ha dato la notorietà, esce nel 1994, quando ha 37 anni.




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