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LA CONDANNA DI ROSA E OLINDO

a cura di Sandra Zagatti
 
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Il 26 novembre 2008, Olindo Romano e Rosa Bazzi sono stati condannati all’ergastolo e a tre anni di isolamento diurno, per aver ucciso Raffaella Castagna, il figlioletto Youssef, Paola Galli e Valeria Cherubini in quella che rimarrà nella storia della cronaca nera come la strage di Erba. Mario Frigerio, l’unico sopravvissuto e testimone chiave dell’accusa, non era presente in aula, ma tramite il suo legale ha commentato. “È giusta la condanna, ma devono scontarla in due carceri separate. Credo che la vicinanza tra loro non abbia fatto altro che renderli più forti. Ora vanno separati. E speriamo che non escano mai più”.

 

Ciò che ha colpito di Rosa e Olindo, in questa tragica storia ed anche durante il processo, è stata infatti la loro assoluta complicità affettiva, che si è tramutata in complicità omicida. Sempre vicini, mano nella mano, reciprocamente protettivi e “innamorati come il primo giorno” dopo 23 anni di matrimonio. Un legame che farebbe tenerezza se non fosse quello di chi ha trucidato tre donne e un bimbo di due anni per semplice antipatia... Un legame folle, una “coppia estrema” che vive in una realtà autoreferenziale, in cui gli altri sono estranei o nemici mentre i due coniugi, per loro stessa dichiarazione, farebbero “ogni cosa” l’uno per l’altro.

Da questa follia, la violenza si è scatenata in modo altrettanto estremo quanto per loro naturale, tra l’altro per motivazioni insostenibili, di una banalità assurda: dissapori condominiali, stress dovuto all’emicrania, un’insofferenza da vicinato che potrebbe al massimo giustificare un litigio sul pianerottolo. A loro, evidentemente, quei motivi bastavano e avanzavano, infatti non hanno generato un improvviso scoppio di rabbia ma un’azione premeditata da tempo. E in fondo, nel loro comportamento, tutto è stato assurdo. Dalla ritrattazione di una confessione dettagliatissima che si sarebbero inventati per “immedesimazione” e “aiuto reciproco”, alla strategia difensiva che ha proposto l’infermità mentale come eventuale alternativa all’innocenza.

 

A guardarli da fuori, nessuno poteva crederli assassini: lei piccola e paffutella, lui grosso e bonaccione. Persone semplici, ordinarie, normali. E ci sarebbe da riflettere sull’istinto che ci porta a cercare i colpevoli tanto più altrove, nel “diverso da noi”, quanto più il delitto è cruento. Come nel caso di Erika e Omar si pensò subito agli extracomunitari, anche qui fu inizialmente sospettato Azouk Marzouk, padre e marito di due vittime, tunisino e pregiudicato, dalle brutte compagnie; lo stesso che, a sentire Rosa, era perdutamente innamorato di lei e l’aveva pure violentata.

Per chi li ha conosciuti, comunque, Rosa è una bugiarda patologica, è ossessiva, beffarda, insoddisfatta. Sarebbe proprio lei il partner dominante; lui devoto, ubbidiente, sottomesso.

 

Ad osservare i loro temi non si può capire una simile tragedia; né si vuole. Si possono comprendere, però, alcune cose. La grigia massaia di Erba, dal look “acqua e sapone” ma un po’ sciatto, corrisponde senz’altro allo stereotipo della Vergine: nel segno ha infatti Sole, Venere, Urano e Plutone, nonché l’Ascendente. Se aggiungiamo la Luna in Cancro e Marte in Bilancia, ne potremmo estrapolare un personaggio casalingo e scrupoloso, una personalità secondaria, servizievole, accogliente, sensibile, non certo aggressiva e tanto meno assassina; dimostrando ancora una volta che le apparenze ingannano anche in un tema natale. E’ vero che puliva sempre e pulisce pure la cella, ma questo non fa che confermare il suo maniacale bisogno di controllo…

 

Proviamo allora a cambiare il punto di vista. Quel suo stellium in dodicesima così sofferto, forse paranoico (i “nemici nascosti”), ormai può essere facilmente associabile al carcere; ma è comunque la traccia di una persona che vive estraniata dalla realtà. Mentre quel Saturno in quinta casa, per una Luna in Cancro, potrebbe aver reso più dolorosa e mortificante la mancanza di figli. Proprio Mercurio è quadrato alla Luna, a sottolineare la separazione tra emotività e razionalità, tra pensiero obiettivo e sensazione soggettiva: ciò rende verosimile che abbia esagerato sul comportamento provocatorio e incivile dei vicini di casa, che abbia mentito sulla violenza sessuale subita, ma potrebbe essersi davvero inventata anche la confessione, avallata da Olindo solo per non contraddire la sua Rosa? Difficile crederlo, con le testimonianze e le prove portate dall’accusa, con una sentenza così severa e sicura.

Abbiamo poi Giove in settima casa, che sembrerebbe ben corrispondere all’importanza del marito per lei: un marito comunque idealizzato o forse sopravvalutato, a giudicare dalla stessa Luna in Cancro in trigono a Nettuno e quadrata a Giove. Proprio Giove in settima è l’unico pianeta, nel tema di Rosa, posizionato nell’emisfero occidentale: come se il marito fosse l’unico legame con il mondo esterno di una personalità centrata su sé stessa, quasi autistica, che crede vera una realtà illusoria o immaginata. Ma inappagata come donna, per la mancata maternità o forse, in misura analogamente inconscia, per la relativa “vis erotica” del marito. Marte è infatti isolato ed esiliato. Mentre il Marte di lui è strettamente congiunto a Saturno, quadrato alla Luna e a Nettuno.

 

Anche il tema di Olindo presenta uno stellium nel segno solare: Sole, Venere, Giove congiunti in settima casa; Mercurio, Marte e Saturno in sesta. Tutti in Acquario. I forti stellium rendono la personalità rigida, molto concentrata su alcuni comportamenti e valori, tanto più quando lo stellium comprende il Sole. E colpiscono altre analogie nei due temi: entrambi hanno Giove in settima casa; entrambi hanno la Luna in decima e quadrata a Mercurio (lei in trigono a Nettuno, lui opposta a Nettuno); entrambi hanno il Sole congiunto a Venere. Dunque un egocentrico edonismo si affianca per ognuno ad una idealizzazione del coniuge, o meglio del loro legame, che compensa la carenza di altre soddisfazioni, di una vita sociale o lavorativa inappagante, facendoli sentire importanti e unici, l’uno per l’altro e l’uno grazie all’altro. Ha scritto Olindo, nei suoi appunti in cella: “Se noi non vogliamo, nel nostro piccolo mondo non entra nessuno, e più cercano di entrare, più noi rafforziamo le nostre difese per proteggere i nostri sentimenti, gli affetti, il nostro amore insieme uniti”

 

E’ vero che i pianeti in Acquario di Olindo cadono tutti nella quinta casa di Rosa, più o meno congiunti a Saturno; mentre i pianeti in Vergine di Rosa cadono nella seconda di Olindo, intorno al suo Plutone. Sembra insomma che, a parità di importanza nella vita reciproca, Olindo sia stato più privativo che gratificante per Rosa, mentre lei gli abbia donato un senso di sicurezza e di potere, forse alternativo ad una più incerta potenza virile. Considerando anche la forte settima casa di Olindo, paragonata alla dodicesima di lei e sostenuta per entrambi dalla Luna in decima, il ruolo dominante di Rosa all’interno della coppia risulta quindi più verosimile, anche se dalle connotazioni sacrificali fortemente sublimate.

E’ appunto per lei e con lei che Olindo ha compiuto quel feroce assassino, in cui non a caso è stato ucciso anche un bambino, che persino altri criminali avrebbero risparmiato. Mentre Rosa ha continuato a dire “Olindo non c’entra” anche quando era ormai evidente a tutti la loro correità.

 

Ma torniamo a quel terribile 11 dicembre 2006. Osservando il cielo della strage di Erba, non sembrano essere particolarmente sottolineate certe dinamiche Marte-Plutone che spesso tendiamo ad associare (anche qui pregiudizialmente) ai crimini più oscuri e violenti. E’ vero, semmai, che Plutone aveva transitato per lungo tempo in dissonanza ai pianeti in Vergine di Rosa, e aveva quadrato Sole e poi Venere per diversi anni, gravando sulla sua psiche in modo pesante (Nettuno aveva fatto lo stesso con Marte, Saturno e Mercurio in Acquario di Olindo). In quel periodo Nettuno era congiunto al Discendente di Olindo, mentre Saturno si opponeva alla sua Venere. Plutone quadrava invece l’Ascendente di Rosa, trasformandola in mostro; ma per lei, per quella psiche ormai alterata, i mostri erano i vicini di casa.

 

Il tema del femminile sembra particolarmente marcato, almeno per quanto detto sopra. Il Saturno in quinta casa di Rosa riceveva infatti la congiunzione di Nettuno, che scioglieva ogni residuo di concretezza o autocontrollo e forse voleva cancellare l’antico senso di privazione e limitazione. Il transito più preciso e apparentemente incomprensibile è il trigono di Urano alla Luna in decima: come se la donna, non madre e non solo moglie Rosa dicesse davvero “adesso basta”, decidendo (autonomamente) di compiere un gesto spavaldo e liberatorio con cui finalmente rendere giustizia a sé stessa. Proprio mentre Urano natale riceveva l’inflazionante quadratura dei pianeti veloci in Sagittario: Marte, Mercurio, Giove. Una follia lucida e compiacente.

Salta all’occhio – ma solo per Rosa – il coinvolgimento della Croce Mobile: Vergine, Sagittario, Pesci. Gli stessi segni coinvolti oggi dall’opposizione Saturno-Urano e dalla più veloce ma straordinariamente precisa congiunzione con cui Marte e Mercurio (questa volta congiunti al Sole) il 26 novembre erano ancora ai primi gradi Sagittario, quadrati a Urano natale di Rosa. Urano di transito in due anni ha modificato invece sostanzialmente la sua posizione: non più trigono alla Luna ma opposto al Sole, ed altrettanto perfettamente... tanto che si può pensare che questa sentenza sia davvero stata inattesa per Rosa.

 

Per quanto riguarda Saturno, è stato in Vergine per tutto il processo (iniziato con la congiunzione a Urano e terminato con quella sul Sole), costringendola a un impietoso confronto con la realtà e con le proprie responsabilità. Presto Saturno si sposterà su Venere, mentre Nettuno si congiungerà alla Venere di Olindo, che prima della ritrattazione e dopo la confessione della strage aveva chiesto “una cella matrimoniale”, quasi a dire che tutto sarebbe stato sopportabile per loro – l’ergastolo, i rimorsi, i loro risparmi prosciugati, il giudizio della gente – tranne la separazione. Ma forse quella separazione invocata da Mario Frigerio ci sarà davvero, presto. E per loro sarà anche la punizione più dura.




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