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L’INCAPACITÀ DI CRESCERE

a cura di Lidia Fassio
 

Proprio in questi giorni abbiamo assistito alla morte di Michael Jackson che, come risulta dalle sue biografie, e da ciò che hanno detto nei vari programmi le persone che più gli sono state vicine negli anni, era rimasto un bambino, almeno psicologicamente ed emotivamente parlando.

Senza dubbio, in lui la cosa era molto visibile: infatti, si era ricreato nel suo ranch un vero e proprio  “giardino d’infanzia”. La sua proprietà, da lui chiamata “Neverland” è diventata in realtà un parco giochi con all’interno tantissimi divertimenti, giostre, laghi, stazioni ferroviarie, statue di Peter Pan e di Sirenette: in pratica, un luogo da “favola” nel vero senso della parola. Per Jackson esisteva il bisogno di continuare a vivere un’infanzia da favola quella che, nella realtà, non aveva avuto e che, con le sue enormi possibilità economiche, ha potuto costruirsi e, come in un sogno, bloccare nel tempo.

Su Neverland è sceso l’incantesimo che ha tenuto lontana la realtà e permesso di rinnovare in continuazione uno stato di sospensione in cui lui poteva immergersi e fantasticare.

Si è detto in parecchie occasioni che Jackson era “immaturo emotivamente” e che, quindi, fosse difficile rapportarsi con lui in quanto aveva tutti i tratti, piacevoli e spiacevoli, di un bimbo di 5 o 6 anni.

 

Certo, non tutti hanno le possibilità della grande star del pop, ma possiamo comunque vedere tante persone che, pur essendo cresciute da un punto di vista biologico, non si può dire altrettanto per quanto concerne il piano emotivo. In pratica è come se, alla nascita, partissero due treni contemporaneamente: il primo è quello biologico che non richiede moltissimo dal mondo esterno: basta avere una sufficiente quantità di cibo e percorre più o meno bene tutte le tappe, dallo stato di neonato fino a quello di adulto. Il nostro corpo è, forse, molto più antico della nostra psiche e quindi viaggia per così dire in automatico senza grosse difficoltà percorrendo tutte le stazioni.

La psiche, invece, è un prodotto molto più sofisticato, almeno per poter sviluppare tutti i suoi ingredienti. Ha bisogno di contenimento, di amore, di persone accanto che siano presenti con costanza e che aiutino a superare i tanti e difficili ostacoli che un bambino incontra sul suo cammino; ci vuole praticamente un rifornimento continuo per poter affrontare le varie stazioni; se viene troppo stimolata, se non le si lascia il tempo di crescere in modo graduale oppure, se viene bloccata da traumi che non è in grado di elaborare, si arresta, oppure cresce a stento e il risultato sarà che, a vent’anni, ci troviamo di fronte ad un corpo completamente adulto, in grado di fare funzioni adulte quali la riproduzione e il desiderio di realizzazione  senza che vi sia però una psiche adatta che riesca a mettere insieme pensieri, sentimenti, emozioni e istinti e, quindi, non in grado di ottemperare con successo a funzioni importanti quali l’elaborazione delle esperienze, le relazioni affettive e sociali che richiedono uno stato emotivo adulto e la capacità di far fronte al dolore e alla frustrazione.

 

Ecco dunque una situazione critica in cui tutto si fa difficile poiché, ogni passaggio della vita richiede strumenti che queste persone faticano a procurarsi; la vita per loro scorre tranquilla se non vi sono ostacoli o difficoltà: di fronte a situazioni d’emergenza però non riescono a reagire in modo responsabile e finiscono – come nel caso di Jackson – per essere vittime di depressioni, psicofarmaci, droghe o, in alternativa, si appoggiano - come veri bambini - a personaggi senza scrupoli che, manco a dirlo, operano tradendo la loro fiducia e sfruttando opportunisticamente la situazione.

 

Senza alcun dubbio la vita non sempre è tenera con chi non ce l’ha fatta emotivamente e, come possiamo spesso vedere, non basteranno i soldi e la ricchezza a proteggerli e neppure basterà chiudersi in una “gabbia dorata” per evitare il contatto con un mondo che resterà estraneo e il più delle volte difficile e pauroso.

 

L’infanzia è esattamente come la costruzione di un edificio: ha bisogno che i passaggi vengono fatti in modo corretto e, soprattutto, con i tempi del bambino, senza forzature e senza restare aggrappati troppo a lungo ad alcune fasi velocizzandone altre; purtroppo, sappiamo bene che nessun bambino può farcela da solo ma ha bisogno di figure amorevoli accanto che siano pronte a fornire gli ingredienti giusti, esattamente come si fa con una costruzione per la quale ci vogliono scavi, mattoni, ferro, cemento, acqua, sabbia, tegole ecc. e, solo se tutti gli ingredienti vengono miscelati a dovere, ci troveremo di fronte ad un edificio solido che saprà resistere alle intemperie e supportare anche scossoni forti.

 

Quando nasce un bambino sappiamo che ha bisogno prima di tutto di un ingrediente fondamentale: l’amore che si manifesta sotto forma di cure, di contenimento e di nutrimento. Esso può fare miracoli perché viene percepito in modo forte dal bambino che, si sentirà così di poter costruire la fiducia nel mondo e, di conseguenza, in sé stesso. Fiducia e stabilità sono importantissimi perché rendono il mondo di un bambino sicuro ed è così che potrà lavorare per sviluppare le sue potenzialità, sapendo che potrà sempre contare su chi lo ama, almeno fino a quando non sarà in grado di fare da solo.

 

Sappiamo che l’intelligenza umana, il senso morale e quello di responsabilità – tutte cose che porteranno al senso di sé che è fondamentale per una vita adulta gratificante e piena di significato – hanno origini comuni ma, contrariamente a quanto si pensa, non sono tanto legati all’apparato cognitivo, bensì a quello emotivo. In pratica, dicono gli psicologi dell’età evolutiva, l’architettura della mente si fonda sull’apparato emozionale. L’importanza delle esperienze emotive è dunque primaria e, quasi mai si dà un grande peso a tutto questo in quanto si fa molta attenzione magari a parlare con il bambino, a supportarlo nel risolvere problemi pratici, ma generalmente si considerano secondari i suoi umori, le sue piccole timidezze e paure, anzi in molti casi, le emozioni non vengono tenute in conto quando non vengono addirittura violate ripetutamente non tenendo conto di ciò che lui  “sente”.

 

Greenspan, un luminare nello studio dei bambini, dice che i problemi di violenza, i conflitti, le azioni dei governi che quasi mai tendono alla cooperazione ma sempre alla contrapposizione, sono dovuti alla mancanza di buone “relazioni emotive” nella vita quotidiana il che porta ad atteggiamenti complessi nei confronti della violenza, della sofferenza e della capacità di comunicare, tutto ciò che affligge il mondo moderno.

In pratica, una mancanza di educazione emotiva, conduce quasi sempre ad una minor empatia e alla incapacità di saper comunicare ciò che si “sente” il che produrrà sempre insoddisfazioni in qualsiasi vita di relazione.

Qualità superiori della mente quali la risoluzione dei conflitti, la capacità di mediare, di venire a patti e di cooperare con gli altri richiedono non tanto grandi abilità cognitive, ma piuttosto capacità di tollerare la diversità e, soprattutto, di tollerare le lacerazioni emozionali interiori che appaiono quando non si può avere tutto ciò che si desidera o quando  bisogna riconoscere all’altro qualcosa che, apparentemente, va contro il nostro interesse oppure, molto più semplicemente, quando dobbiamo dare ragione all’altro e concedere qualcosa che egoisticamente avremmo voluto per noi.

La ragione non ci servirà a nulla in questi processi; una persona che non abbia sviluppato una sana empatia e non sappia quindi “percepire il dolore e i sentimenti altrui” potrà fare cose terribili con la sua mente. Lo hanno dimostrato i grandi crimini di guerra che sono stati sempre perpetrati da soggetti “alessitimici”, ovvero individui con fortissimi deficit emotivi e, pertanto, non in grado di relazionarsi ma neppure in grado di entrare in comunicazione empatica con gli altri esseri umani: in una parola, incapaci di sentire e quindi di avvertire ciò che sta provando l’altro.

 

Negli Stati Uniti si sperimentano programmi terapeutici per i “serial killer” basati proprio sulla rieducazione emotiva; questi soggetti, tra le altre cose, vengono sottoposti a filmati in cui vi sono animali e persone che soffrono e tutto ciò per farli riabituare a “sentire le emozioni” che, data la loro vita difficile, hanno dovuto rimuovere ed amputare con il risultato che restano “insensibili” di fronte alla sofferenza e alle suppliche di aiuto delle loro vittime.

 

I conflitti sono sempre di natura emotiva: infatti, è la parte emotiva che spesso entra in contrasto con ciò che la mente vede e considera logico e giusto. In un certo senso i conflitti sono sempre tra la testa e il cuore perché, senza la parte emotiva, non potremmo mai conoscere il valore delle cose e così, quando la mente ci prospetta un’opportunità, se questa non è in linea con i nostri valori si accende una lotta all’interno. E’ dal nostro “sentire” che nasce la possibilità di provare “sentimenti” e, in seguito, quella di valorizzare le cose che desideriamo e che possediamo.

 

Le capacità e qualità che l’astrologia riconosce ai segni e alle case superiori non si possono inventare ma vengono costruite passo dopo passi nei segni e nelle case sotto l’orizzonte, durante tutta la fase detta appunto “evolutiva” in cui, con il supporto, l’amore e i modelli che ci forniscono le persone che ci amano, costruiamo e diamo nutrimento alle nostre emozioni che, in quel modo, diventeranno valori che sapranno guidarci e fornire precise informazioni sui nostri bisogni insegnandoci pian piano a tollerare ciò che, da piccoli, non sarebbe tollerabile; è praticamente un training lungo quanto tutta la nostra infanzia.

 

Una lettura accurata della Luna e delle case sotto l’orizzonte ci può fornire una buona conoscenza di come sono andate le fasi infantili e, soprattutto, di come siamo stati accompagnati a riconoscere e a gestire il nostro mondo emotivo. In effetti, prima di imparare a “pensare”, il bambino “sente e reagisce” ed è proprio questo il mondo che dovrà decodificare perché, quando si arriva all’età dell’adolescenza, esso viaggia pressochè in automatico.

Freud è stato il primo a rivelare i complessi meccanismi emotivi che influiscono poi su tutto ciò che  facciamo. Spesso ci troviamo di fronte a situazioni in cui è chiaro che sono le emozioni ad interferire con la mente: un bambino in stato di ansia, non riuscirà a concentrarsi e, come conseguenza, nell’arco di un po’ di tempo avrà anche un calo nei risultati scolastici; quando siamo in preda ad un’emozione incontrollata abbiamo reazioni che si discostano molto da ciò che vorremmo fare con la nostra mente: basta vedere cosa succede con la rabbia che è un’emozione primaria e a quante volte essa sfugga completamente al controllo della ragione con nostro gravissimo imbarazzo.

 

L’infantilismo è dunque un problema che nasce da una difficoltà nella maturazione emotiva che, a lungo andare, impedirà anche di raggiungere le facoltà superiori della mente quali l’astrazione, la capacità di distacco e di mediazione. In realtà, le emozioni creano ed organizzano le funzioni superiori della nostra mente, è come se fossero la chiave di accesso: per pensare e per concentrarsi bisogna avere una stabilità emotiva.

Le emozioni danno continuità ai nostri comportamenti e favoriscono così la possibilità di crescita ad altri livelli.

 

Laddove nel tema natale troviamo blocchi nelle prime case e sulla Luna dobbiamo pensare che qualche problema a livello emozionale ci sarà e dovrà essere affrontato; senza dubbio sarà importante vagliare il tipo di situazione, il periodo dell’infanzia in cui un problema può essersi instaurato perché più è precoce e più le difese saranno titaniche e difficili da smontare.

 

Gli aspetti che riceve la nostra Luna ci informano sul modo in cui siamo in grado di tollerare, affrontare e gestire i nostri problemi emotivi e come sappiamo nutrire questo mondo intimo.

 

Chi ha una forti valori Cancro e Pesci ed una Luna Nettuno tenderà a fuggire nella fantasia e nell’immaginario: il sogno, il distacco dal reale e la creazione di un mondo alternativo saranno i passaggi che tenderanno a proteggerlo da una realtà troppo difficile che non è riuscito ad integrare. In questo modo, spesso resta una natura sfuggente soprattutto di fronte alle responsabilità associata al desiderio di trovare sempre qualcuno che faccia una funzione materna.

Michael Jackson con la sua Luna in Pesci opposta a Sole e Venere è un esempio di questo modello di comportamento.

 

Chi ha valori Scorpione e una Luna Plutone tenderà a manipolare e a sedurre esattamente come fanno i bambini quando vogliono ottenere qualcosa senza far arrabbiare i genitori. In genere queste persone sono sempre mosse da grandi ambivalenze perché i loro sentimenti sono intensi e opposti e questo fa si che siano anche molto inquieti e risentiti.

 

Chi ha valori Fuoco o Luna Marte o quadrature di Luna Urano e/o Mercurio, ha un substrato ansioso ed irritabile e  tenderà a volere tutto e subito perché non sa tollerare alcuna attesa o negazione; tipico di questa segnatura è lo scoppio di rabbia e il bisogno di dare ultimatum in tutte le situazioni. A livello interiore si tratta sempre di “vita o di morte” ed in effetti, sono gli aspetti più difficili sul piano della tolleranza interna di sentimenti contrapposti.

 

Chi ha valori Luna Saturno o Capricorno tenderà a non esprimere le emozioni, a rimuoverle perché c’è una incapacità reale di riconoscerle giacché, a suo tempo, hanno fatto troppo soffrire. Le difficoltà però ci saranno perché tenderanno sempre a mostrare autosufficienza e a non chiedere aiuto mentre, all’interno, il loro mondo è ferito e fortemente bisognoso di affetto e di ritornare in contatto con la loro infanzia e le loro emozioni.

 

I valori Toro, Sagittario o Luna Giove possono invece dare una fortissima tendenza al possesso come recupero di una insoddisfazione pressochè costante e quasi sempre latente di bisogni non riconosciuti. Anche in questo caso il bisogno di “avere” ciò che si desidera fortemente e di trattenerlo a sé è una forma di compensazione di una stabilità emozionale ed affettiva che non è stata raggiunta e che si crede possa essere raggiunta attraverso qualcosa di materiale.

 

Indubbiamente ognuno di noi un po’ bambino lo è, perché è difficile crescere in maniera equilibrata in tutti i settori della vita; certe particolarità infantili sono addirittura fantastiche tipo la capacità di commuoversi, di entusiasmarsi e di essere in contatto con il desiderio di giocare, tuttavia, ci sono alcune persone che sono in realtà patologiche in quanto – esattamente come i bambini non sufficientemente sostenuti - non possiedono la capacità di percepire, di tollerare, o di gestire le emozioni e quindi, non possono condurre una vita serena soprattutto sotto il profilo relazionale e sociale.




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