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LA FEMMINILITÀ

a cura di Lidia Fassio
 

Ogni donna deve vivere la propria femminilità in quanto la deve rappresentare e calarsi negli archetipi che la riflettono. Questo termine indica una serie di qualità che si possono riassumere in morbidezza, capacità di accoglienza e di sostegno, desiderio di dar vita, nutrire e far crescere, nonché espressione di un’energia che è in grado di provare e di infondere piacere ed armonia che nascono dall’incontro con l’altro e dalla capacità di creare relazioni in cui ritrovare affinità e condivisione a più livelli.

Tutto ciò sembra naturale ed in effetti lo è in una donna soprattutto se la Luna nel tema natale si esprime bene e se viene vissuta in modo consapevole ma, se ci sono lesioni su questo archetipo non vi sono dubbi che alcune difficoltà nell’espressione di questa energia si manifesterà.

 

Indubbiamente il termine femminilità porta immediatamente a comprendere che, dall’altra parte, esiste una mascolinità e che, entrambi i principi, fanno parte di una polarità che desidera ritrovare unità.

 

Chiaramente la femminilità è un principio primario ed archetipico che, di conseguenza, si trova in tutte le persone anche se, per ovvi motivi, è molto più sviluppato nelle donne. Gli archetipi - secondo la filosofia Junghiana – sono qualcosa che preesiste alla creazione e, come tali, non possono essere considerati una invenzione dell’uomo. Sono, come tante volte abbiamo detto, modelli psichici innati che guidano la crescita e  i comportamenti individuali alla stregua degli istinti; occupano uno spazio nell’inconscio collettivo e si manifestano sotto forma di immagini, di miti, di simboli che danno vita ad esperienze basilari nella vita personale.

 

La femminilità in un tema femminile è espressa dalla Luna in primis anche se, non possiamo dimenticare che anche X e Venere sono principi femminili anche se diversi dal primo ma che, insieme, formano la completezza.

 

La Luna – insieme a X – per il momento è ancora difficile slegare i due anche se, a tutti gli effetti X simboleggia le ovaie, ovvero il tesoro delle caverne degli antichi, gli ovociti femminili che sono il potenziale riproduttivo di una donna, la sua  possibilità di dar vita, mentre la Luna è più legata alla capacità di far crescere e di nutrire sia emotivamente che psicologicamente che materialmente ciò che giunge dalla maternità e dalla riproduzione. L’organo più interessante legato alla Luna è il seno che indica appunto un morbido appoggio da cui scaturisce il nutrimento.

Gli organi rappresentati da X sono ovaie e utero in diretto collegamento con l’archetipo della Grande Madre  che, nell’antichità rappresentava anche la Natura e i raccolti ed era perciò considerata la madre di tutte le creature; questo archetipo si esprime anche nel simbolo del contenere e nutrire la vita (utero prima e cibo poi).

Questa capacità può essere vista come fonte luminosa di crescita ma, possiede anche un lato ombra assolutamente ctonio, legato alle dee infere che fungevano da matrigne in grado di privare e di generare distruttività.

Alla X e alla  Luna è legato l’estrogeno, l’ormone femminile che favorisce l’ovulazione e il concepimento e, in seguito, la gestazione. Consente anche all’utero di accogliere e contenere il feto e, successivamente di accoglierlo tra le braccia e di tenerlo legato al seno.

Alla Luna è legata anche la fase mestruale che è identica al ciclo lunare.

 

Chiaramente il principio femminile ha anche un altro archetipo altrettanto interessante che completa il corredo insieme ai primi due. Si tratta di Venere che, essendo un pianeta personale, lavora per Sole fornendo quel lato di identità che può scaturire solamente da una vera relazione di scambio in cui si mettono in gioco potenzialità e qualità di almeno due persone. Venere simboleggia nel ciclo ovarico la fase progestinica (quella che segue la fase di concepimento in cui la donna non corre il rischio di essere fecondata e quindi, può concedersi senza timori al piacere). Venere sul piano psicologico ha un rapporto fortissimo con il  valore personale e con quello che si dà agli altri e alle cose; per questo è la depositaria dell’autostima e del desiderio; è più strettamente interessata al “piacere”, si nutre di esso e ci insegna che solamente se proviamo piacere troveremo gratificazione. Venere è molto più sofisticata ed intellettuale della Luna e di X che sono in realtà più istintive ed emozionali; in effetti, il suo glifo rappresenta l’intelletto (cerchio) che si erge sulla materia (la croce). In un certo senso Venere mette insieme un principio maschile (cerchio) su uno tipicamente femminile (croce).

 

Le donne che sono più in contatto con il desiderio hanno una relazione più stretta con Venere; esse preferiscono lo scambio e il rapporto con le persone da cui vogliono trarre gratificazione e senso di armonia, hanno un maggior desiderio sessuale e sanno conquistare utilizzando tutte le armi che ha messo a disposizione Afrodite, la regina dell’Amore.  La Luna ed X, invece, hanno in mente la relazione come veicolo  principale per la vita e la maternità ed infatti, il loro sogno sta nell’atto sessuale (X) e nella relazione fusionale o simbiotica (Luna) tipica del rapporto madre-figlio.

Il principio di Venere è attivo e la sua meta è la relazione e lo scambio; il principio lunare è ricettivo e la sua meta è dar vita a qualcosa.

 

La Luna ed X cercano un “nido” e vogliono creare quelle condizioni di sicurezza e protezione che possano garantire il successo della futura creazione: la Luna ed X sono molto più interessate al loro frutto che non alla relazione con l’uomo tant’è che, se una donna di questo tipo non può avere figli, soffrirà tantissimo e si sentirà deprivata della sua natura; in pratica, saranno la Luna e X a soffrire tantissimo e non Venere; mentre se saranno il piacere, la sessualità e la relazione a non essere presenti nella vita di una donna, allora il principio di Venere soffrirà e il soggetto si sentirà estraniato dalla gratificazione e dal senso di armonia che da essi derivano.

 

Ogni donna dovrebbe avere un buon rapporto con la sua femminilità in quanto è attraverso di essa che passa buona parte della sua identità; vivere bene il lato femminile vuol dire avere un buon rapporto con i sentimenti, con le emozioni e con l’affettività ed essere in grado di vivere un rapporto appagante con il corpo. Perché questo accada devono essere vissuti tutti e tre i lati del femminile; non sempre però è possibile: ci sono donne che non riescono ad entrare in contatto con uno dei tre e quindi si sentono scisse e, per questo, pagano un prezzo altissimo in termini di propria realizzazione interiore.

 

Noi non possiamo scegliere di non vivere un archetipo perché questo tenderà a vendicarsi in qualche modo; tuttavia, molte donne ancora oggi hanno grandi problemi a vivere tutti i loro lati, magari perché non hanno un compagno con cui questo diventi veramente possibile. Ci sono infatti uomini che tendono a preferire uno o due dei lati femminili: c’è chi desidera che la propria compagna diventi madre e che sia nutrente nei propri confronti e verso i figli e porti avanti questo compito quasi rinunciando all’altro più prettamente erotico e sensuale e c’è chi, invece, preferisce che la propria compagna resti attraente e seduttiva senza perdersi in pappe e pannolini perché questo sembra far cadere il desiderio maschile.

 

Questa cosa non accade nella vita di un uomo quindi è molto difficile per loro da comprendere: infatti, non esiste nessuna donna che voglia un uomo solamente come padre per cui, in genere, l’uomo fatica meno a mettere insieme i suoi due archetipi e quindi vive meno scissioni.

 

Le donne invece si trovano spesso in condizione di sofferenza anche perché la nostra società non tende a facilitare le cose ed appare quasi schizofrenica rispetto al femminile perché da un lato sembra incentivare e  premiare la maternità ma, in realtà, sottolinea e mostra come attraente tutto ciò che appartiene invece alla donna venusiana: la seduttività, la perfezione fisica e il piacere che, senza dubbio, sono le cose che vengono meno durante la gravidanza e l’allattamento.

 

Senza dubbio, se una donna non vive bene tutti i suoi lati ci sarà comunque un problema sulla femminilità anche perché in genere dovrà passare da un archetipo all’altro con più sofferenza. In effetti, una donna molto lunare e Xsiana si troverà a suo agio con la fase di maternità e di allattamento ma farà poi fatica a rientrare nell’archetipo venusiano e a riprendere quindi una vita sessuale e di relazione con il compagno per cui rischierà di veder naufragare il suo rapporto in quanto non avrà più desiderio e non si curerà più della relazione. 

Una donna che incarni invece pienamente l’archetipo venusiano potrebbe invece sentirsi molto a disagio  durante tutta la fase di gravidanza e di allattamento in quanto non accetterà i grandi cambiamenti fisici e tenderà a svalutarsi e a sentirsi snaturata entrando negli archetipi di Luna e X.

 

Il segreto di una femminilità sana è dunque quella di vivere, magari in fasi diverse della vita, tutti gli archetipi spaziando dall’uno all’altro godendo così sia del lato morbido ed avvolgente della Luna, sia del desiderio di contenere e di dar vita di X e  sia di quello più sensuale e provocatorio di Venere.

Questo perché, chi non vive gli archetipo della luna e di X si sentirà lontana dal lato accogliente della vita e non saprà nutrire sé stessa e neppure gli altri; non avrà desiderio di dar vita e non si sentirà creativa; avrà anche una difficoltà seria con le sue emozioni e con i suoi bisogni mentre, chi non vive l’archetipo di Venere si sentirà incapace di piacere e di attrarre e nutrirà gelosie e risentimento nei confronti delle donne molto piacevoli che attraggono e conquistano. Inoltre, chi non vive l’archetipo di Venere avrà sempre un’autostima difficile da sostenere e non saprà nutrire la bellezza interna.

 

Le difficoltà più grandi potranno però arrivare sotto il profilo psicosomatico, il lato in cui spesso la vita cerca di farci comprendere le nostre problematiche rimettendoci in qualche modo in contatto con ciò che abbiamo escluso dalla vita.

Le donne che non vivono la loro X  hanno problemi rispetto alla riproduzione e possono soffrire per sterilità oppure si trovare a restare incinta e ad abortire involontariamente; altre, hanno gravidanze a rischio che, magari, richiedono mesi di allettamento; si sentono private di qualcosa che desiderano e che non riescono ad ottenere in modo naturale. Molte di queste donne fanno ricorso a fecondazioni assistite. Possono inoltre soffrire di disturbi ovarici che rappresentano problemi con la creatività.

Chi non è in contatto con la Luna ha in genere mestruazioni dolorose e problemi al seno; a questi si aggiungono problemi di instabilità di umore, disturbi del sonno e dell’emotività: sono sofferenze profonde  che riguardano la loro anima che non viene nutrita a sufficienza; non sono in rapporto con i loro bisogni e si sentono quindi scollegate dalla vita. 

I disturbi al seno sono in genere rappresentativi della difficoltà di entrare in contatto con il principio lunare e, molte volte intervengono laddove vi è stato un difficile rapporto con la loro madre o dove si è subito un abbandono che si è collegato ad un senso di colpa che sembra lasciar traccia congelando le emozioni e lasciando emergere la freddezza al posto della sensibilità e dell’empatia e di quel calore e morbidezza che vedono nel seno il primo rappresentante.

 

Spesso, dietro a rapporti complessi di Luna Saturno, Luna Marte e Luna Urano vi sono difficoltà che possono  coinvolgere il seno di una donna se non lavora per entrare in contatto con sé stessa e le sue emozioni più profonde che, per qualche motivo sono state a lungo violate al punto da non essere più percepite oppure da non poter essere contenute. Aver amputato la parte morbida può essere molto pericoloso perché può portare una donna a doversi privare del suo seno, con gravissime ripercussioni sulla sua femminilità e sull’immagine che ha di sé.

E’ assolutamente necessario entrare nel regno lunare e percorrere con esso l’intero ciclo della vita. Le donne che sono in contatto con la loro Luna non temono lo scorrere del tempo perché sono in grado di raccogliere frutti in ogni stagione del loro percorso.

 

Chi invece non vive il rapporto con Venere non è in rapporto con il lato più incentrato sul piacere e, quindi, può soffrire di disturbi vaginali che possono indurre dolore e rapporti difficoltosi; Venere è anche legata alla pelle e, in particolare in certe situazioni può trattarsi di pruriti o di vere e proprie infezioni che mettono in luce la sua “impossibilità di concedersi”. Batteri che attaccano la vagina quali il trichomonas e la candida sono in genere estremamente rappresentativi del problema della donna che non può “incontrarsi con l’altro” non almeno a livello intimo e passionale.

 

Un lavoro sul proprio tema natale può mettere in evidenza eventuali predisposizioni a non vivere al meglio uno dei tre archetipi.




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