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LA SPERANZA E LA PAURA

a cura di Lidia Fassio
 

Speranza e paura sono due stati d’animo complementari; è impensabile non provarli entrambi nell’arco della vita, a volte contemporaneamente e a volte, in periodi alterni. In ogni caso rappresentano due potenziali che ognuno di noi ha al suo interno che ci aiutano ad informarci e a sostenerci nel viaggio della vita.

Ci sono momenti particolari della storia di ognuno di noi in cui si mostrano particolarmente attivi e, praticamente, se si prova “paura” è praticamente d’obbligo affiancare ad essa la “speranza” così come, la speranza può aver bisogno di momenti di “paura” che ci ricordano che molto è possibile ma non tutto lo è.

 

Astrologicamente parlando speranza e paura sono legati a due archetipi in particolare, due pianeti, due divinità che ben conosciamo e che, per loro natura, dovrebbero sempre lavorare insieme, cooperare per regalarci una buona centratura psichica. In effetti, molto più spesso di quanto crediamo, proprio il superamento della paura ci introduce nella speranza e nel credere che abbiamo anche noi le nostre chances.

I due archetipi sono ovviamente Giove e Saturno, spesso considerati “opposti” date alcune particolarità che polarizzano quali dilatazione e restrizione, apertura e chiusura, fiducia e difesa, tutte in stretta relazione nella nostra psiche.

 

Nel mito queste due divinità erano una coppia archetipica “figlio e padre” e, pertanto, se indaghiamo nella loro natura più profonda, scopriamo che tra loro esistono fili sottilissimi ed inestricabili che non possono essere tagliati se non a scapito della nostra stessa integrità psichica.

Sappiamo che Giove era il capo indiscusso degli Dei; egli iniziò il suo regno dopo aver detronizzato il padre Crono (Saturno) avendo lottato contro di lui insieme ai suoi fratelli con l’aiuto del grande saggio Chirone. Fu così che Zeus si impossessò dei regni che prima appartenevano al padre. Fu proprio questa riuscita – che mise fine alla sanguinosa faida tra  padri e figli – a permettere a Zeus di cambiare le cose in quanto, la sua vittoria, oltre a dividere i regni equamente, consentì un lungo periodo di tranquillità e di pace che portò speranza al genere umano.  

 

Speranza” è uno stato d’animo che deriva dalla percezione di un profondo senso di fiducia interiore e dalla sensazione di possedere le risorse necessarie ad affrontare il futuro vedendolo come qualcosa di “possibile” anche se non si è in grado di conoscerne e distinguerne i contorni e neppure le possibilità di riuscita.

 

Abbiamo sempre assegnato a Giove questo preciso stato d’animo che simboleggia anche l’archetipo interiore che Jung chiamò “il viaggio”, quello che viene messo in relazione al continuo divenire di tutto ciò che  appartiene all’universo; la forza di questo archetipo sta nel suggerire l’ipotesi che vi sia sempre qualcosa di nuovo da scoprire, nell’infondere il coraggio di non arrendersi ma di procedere nell’esplorazione di ciò che c’è di nuovo in modo da alimentare in continuazione la speranza interna e quella che il mondo possa crescere ed evolversi.

Senza dubbio questo archetipo è fondamentale nella vita di ognuno di noi, è quello che serve a farci comprendere che non siamo soli ma bensì parte di qualcosa di più grande; ci spinge a non rimanere dentro ai nostri confini e ad andare avanti, ipotizzando e creando il nostro futuro. Fin da quando siamo piccoli Giove rinnova giorno dopo giorno la speranza di poter crescere e conoscere sempre di più ma, soprattutto, ci consente di non rimanere prigionieri della realtà ma di essere destinati ad accedere ad una dimensione più grande che ci consenta di sfiorare il nostro “infinito” universo interiore.

 

Affiancata alla speranza si trova spesso la “paura” che è un’emozione primaria fondamentale che ha lo scopo di permetterci di sopravvivere nel mondo; se non provassimo paura probabilmente ci infileremmo in situazioni che potrebbero risultare veramente pericolose. E’ proprio la paura che avvertiamo che ci induce a metterci in guardia e a trovare la strategia migliore per affrontare le difficoltà.

La paura, astrologicamente parlando, è ben rappresentata dall’archetipo di Saturno che, nella sua funzione di Super Io, vigila e registra ogni difficoltà o pericolo e, in questo modo, ci difende da ciò che potrebbe essere dannoso e mettere a rischio la nostra sopravvivenza.

 

Ovviamente, questo complesso meccanismo di informazione è stato messo a punto in migliaia di anni e rappresenta in un certo senso la storia di come tutta la nostra stirpe e noi ci siamo organizzati per rispondere alle difficoltà.

Non possiamo tuttavia dimenticare che anche Plutone ha un suo ruolo preciso nel discorso delle paure… anzi, per quanto concerne certi timori atavici legati alla guerra e alla morte, questo è senza dubbio  l’archetipo maggiormente interessato. Plutone è parte del patrimonio genetico ereditato con tutto il suo bagaglio di istinti codificati che provvedono, attraverso le pulsioni, a farci comprendere bene quali sono i  bisogni e come soddisfarli.

 

In situazioni normali ogni individuo usa tutti questi archetipi; in effetti, una parte di noi vigila in modo da anticipare e subdorare eventuali problemi che possiamo incontrare e, allo stesso tempo, un’altra parte di noi vuole muoversi  nel mondo confidando di avere le risorse che servono per affrontare la vita.

Le difficoltà si presentano nel momento in cui gli archetipi non riescono ad interagire nel modo corretto tra di loro e finiscono così per sovrapporsi o per bloccarsi creando intoppi nel bilanciamento della nostra personalità.

 

Quando si presenta questa opportunità ci troviamo di fronte a persone che non riescono a godere di entrambe le caratteristiche e, in un certo senso, si scompensano utilizzandone una sola. La delicata situazione deriva da prove del passato, da esperienze che hanno sintonizzato l’individuo su una sola di queste emozioni.

 

Date alcune caratteristiche del segno della Vergine è probabile che i nativi abbiano sviluppato un contatto più profondo con la paura; si tratta infatti di soggetti che tendono a non avere eccessiva fiducia in sé stessi il che produce quasi sempre una specie di contrazione dell’energia ed un eccesso di vigilanza rispetto a ciò che giunge dall’esterno.

Il segno della Vergine è naturalmente quadrato al Sagittario segno che ospita il domicilio di Giove e, pertanto, si creano tra i due alcune difficoltà di fondo sul piano della filosofia di vita più profonda. Giove è il signore del Sagittario ed alimenta l’idea del futuro, di qualcosa che ci sarà e che potrà gratificarci. Il concetto stesso di viaggio ci fa pensare ad una meta, ad un obiettivo da raggiungere che, tuttavia, non si può conoscere ma solo ipotizzare. Saturno invece si attesta sulla realtà oggettiva; è poco portato per lo spaziare della mente ma cerca, anzi, di riportarla a concetti di fattibilità e di necessità. Come non vedere anche un contrasto tra le due case cosignificanti: la sesta e la nona.

 

Nella sesta noi dobbiamo creare un rapporto profondo con il mondo esterno che, per essere vivibile, deve avere le sue regole e le sue leggi. E’ questo che può garantirci la possibilità di convivere con persone diverse che non hanno le nostre stesse esigenze e neppure gli stessi bisogni. La sesta casa resta profondamente legata al rispetto del senso di realtà e a ciò che dobbiamo necessariamente fare perché facciamo parte di una società che ha le sue esigenze. Nella sesta c’è anche il lavoro, un vero e proprio dovere che abbiamo nei confronti del mondo che si basa sul bisogno di produrre ciò che serve per la nostra sopravvivenza; è una casa che ci ricorda incessantemente che abbiamo dei limiti che sono quelli rappresentati dalla materia e che, pertanto, non possiamo disattenderli o bypassarli perché altrimenti si sconvolgerebbe il concetto di ordine e di integrità e, così come sul piano collettivo il non riconoscimento delle leggi e dei limiti produce comportamenti antisociali che mettono a repentaglio la sopravvivenza della comunità, sul piano personale la stessa situazione mette a repentaglio la salute, obbligandoci a difficili cammini di recupero e risanazione.

 

La sesta e Saturno ci ricordano dunque che non possiamo fare tutto ciò che ci viene in mente in quanto ci sono cose “consentite” e cose “non consentite” ed è lo stato attrezzato con la sua macchina burocratica a dettare le condizioni e le eventuali penalità per le trasgressioni.

La nona casa invece si affaccia sull’universo e sul mondo transpersonale e ci ricorda che noi siamo individui in espansione che non possiamo restare confinati e bloccati; per la nona è importante, dopo aver introitato le principali regole, andare al di là della realtà immanente (è la prima casa meta-fisica) trascendendola in modo tale da agganciarsi ad un sistema di ordine superiore che contempli l’affacciarsi ai grandi principi universali riconnettendoci con qualcosa che si estende oltre la nostra coscienza, unica opportunità per  agganciare il senso della vita e del mondo. Ed è in questo frangente che abbiamo bisogno di speranza che ci aiuti nel lungo viaggio che intraprendiamo.

 

In effetti il sistema zodiacale ci dice che se non abbiamo leggi e limiti non potremo neppure superarli; al tempo stesso ci richiama a non accontentarci ma ad avventurarci anche in quei territori che, pur essendo sconosciuti, rimangono tali fino a quando non li percorriamo.

 

Così, in questo gioco ad elastico praticamente incessante - che alterna l’aderire alla realtà e il temporaneo superamento di essa - avanza la nostra vita. In pratica possiamo vedere in questo meccanismo la spinta dell’eroe che si catapulta verso il futuro ponendosi obiettivi via via modificabili che saranno costellati di ostacoli che dovranno essere superati; questi ultimi vengono rappresentati dal “nemico” un archetipo interno che, nel suo desiderio di costruire sicurezze, cerca di creare un contrasto con il desiderio di espansione infinito. 




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