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UNA MODA DA REINVENTARE

a cura di Francesco Astore
 

Autunno: tempo di frenetico rinnovo del guardaroba, occasione stagionale per proporre un look diverso, gioco di combinazioni tra nuove tonalità che possono non essere più quelle colorate e vibranti dell’estate appena trascorsa. Tempo di cambiare abito e stile, il che significa a volte poter anche cambiarsi dentro. La Moda ci offre una chance di mutare esteriormente almeno in questa stagione, ma al di là del clima di fervida preparazione, oggi quanto ci sembrano lontani gli anni del Fashion elevato a culto (anni ’80 e ’90) di sfilate fastose che si innalzavano dall’altezza di catwalk cangianti e irraggiungibili! Dove sono finiti gli straordinari exploit di quegli eventi? Essi racchiudevano un glamour tutto italiano, manifestavano un interesse collettivo al lusso esibito, alla Moda come status symbol, alla Moda come sostanza dell’Io, condizione indispensabile dell’essere.

Quando l’immagine era tutto e sopravanzava l’essenza, quando il look era il senso stesso dell’esistere…!

Dopo un periodo di vintage, di usato elevato a glamour, di abbigliamento a basso costo, la Moda (quella Moda come l’abbiamo vista e conosciuta negli ultimi, scintillanti, diciamo, trenta - vent’anni dell’appena trascorso secolo) sembra agonizzante, se non proprio morta… La recessione ha colpito tutto, ma ne ha risentito, in modo più visibile, questo settore, considerato tra i più effimeri, quindi maggiormente sacrificato dal consumatore medio. Impossibile ormai pensare di acquistare abiti dal prezzo esoso, impossibile scatenarsi in acquisti folli del genere (almeno per i comuni mortali). Alcuni stilisti (i più attenti e intelligenti, per la verità) l’hanno capito e infatti alle ultime sfilate milanesi lo slogan è stato: “contenere i costi per contenere i prezzi”. Slogan diventato il nuovo imperativo categorico, l’autentica svolta del mercato. Che tuttavia stenta ancora ad imporsi per tutti i marchi. Insomma, gli stilisti non possono piangere all’ingresso delle loro boutique vuote, se pretendono di vendere abiti che vogliono far pagare quanto interi stipendi! E così, la falce della crisi si è abbattuta senza pietà sul fashion system e, senza ombra di dubbio, sui suoi miti leggendari (e – diciamolo a chiare lettere - innegabilmente vuoti), delegittimandoli e spostando l’obbiettivo dell’opinione comune (almeno per il momento) su altre necessità (primariamente quella di spender meno!) ma anche su altri interessi e stimoli.

Emblematica l’esperienza del grande Tom Ford che, smessi i panni dello stilista, ha sfoderato la sua creatività nel campo del cinema (e infatti la sua opera prima A single man – tratto dal capolavoro di Christopher Isherwood - è stata acclamata alla recente Mostra d’arte cinematografica veneziana). Curioso notare come Ford abbia in fondo soltanto stornato la sua inesauribile vena estrosa: dall’immagine proposta alla Maison Gucci all’immagine proiettata sul grande schermo, in fondo, il passo è breve! Chiaramente, mettendo in campo i suoi mezzi intellettuali (vistosi) che pure esistono in questa categoria professionale, in cui per fortuna non sempre e non solo troviamo personaggi che hanno “sotto il vestito niente”, per citare un famoso film degli anni Ottanta. Per chi ancora però, in questo mondo ci resta, ci lavora, ci vive, la necessità di reinventare, ricreare la Moda, far rinascere un nuovo concept di Fashion diventa di primaria necessità. Specialmente in Italia dove il sistema Moda ha acquistato i caratteri di una industria, in modo evidente in una città come Milano, ritenuta unanimemente la capitale di questa industria.

Le riviste di Moda hanno patito, in aggiunta, l’amara sorte di perdere il grosso degli introiti pubblicitari (più del 40 % rispetto alle stime degli anni precedenti): era questa la linfa vitale che consentiva loro di reggere i cospicui costi di un simile apparato (budget stratosferici dei pubblicitari, dei fotografi, delle modelle).

Curiosamente, prima dell’inizio di questo fatale trend di discesa, un film di successo (Il diavolo veste Prada, nel 2006) aveva messo in luce, profeticamente, i rischi di un mondo fatuo, di competizioni feroci, di livide invidie. Raccontava le vicende di una caporedattrice di una prestigiosa rivista di Moda (Miranda nel film, interpretata magistralmente da Meryl Streep, alludendo alla caporedattrice di Vogue America, Anne Wintour) e al rapporto con una giornalista che cercava di farsi strada in questo mondo. Nel film si evidenzia, accanto allo sfavillante ricchezza degli abiti, alla sensazione di onnipotenza del successo, la precarietà del successo stesso, unito alla povertà dei valori affettivi; ovviamente, per queste donne, totalmente azzerati o addirittura misconosciuti. Prima dell’inizio di questa crisi il film aveva voluto puntare i riflettori, sia pure in modo brillante, spiritoso, su una prospettiva diversa sul variegato mondo del Fashion.

Astrologicamente, l’ingresso di Saturno in Vergine a partire dal settembre del 2007 ha coinciso con un durissimo stop agli eccessi del sistema Moda.

Come mai la Vergine e un pianeta come Saturno hanno decretato un simile orientamento?

È presto detto: la Vergine è il segno cosignificante della Casa Sesta (settore dell’abbigliamento), Saturno è il pianeta della saggezza e della limitazione razionale, se è necessario, anche della privazione. L’influenza “privativa” di Saturno ha agito così sulla Vergine (industria della Moda) provocando durissime restrizioni in questo campo.

Un semplice transito (sia pur trentennale) di un pianeta in un segno non basta, tuttavia, a giustificare un evento che condiziona la società e dura così tanto nel tempo e infatti va inquadrato nel contesto di una configurazione planetaria più vasta. Saturno in Vergine ha avuto (dal 2008, per la precisione ma la continua ancora subire) la difficilissima opposizione di Urano, proveniente dal segno dei Pesci; se consideriamo che Urano corrisponde all’attività pratica, al lavoro e la Vergine è il segno della professione, abbiamo spiegato, sotto il profilo astrologico, la persistente crisi economica che da vari anni affligge il mercato e condiziona a catena tutto il sistema d’impiego della collettività. La crisi della Moda si inserisce dunque in un quadro di crisi globale del sistema economico e forse addirittura del modello di sviluppo capitalistico occidentale. Saturno, opponendo poi i Pesci, cosignificanti della Casa Dodicesima, dove sta transitando un magmatico Urano (la fantasia degli stilisti, creatrice di tutte del tendenze del costume, la Haute Couture) ha messo un duro freno agli estri personali e imposto un regime di severità all’Alta Moda. Non dimentichiamo che sia Saturno che Urano quadrano (in contemporanea) i Gemelli corrispondenti alla pubblicità e ai giornali: ecco così spiegata la crisi della pubblicità e degli introiti da essa derivati. Anche il Sagittario (esportazione, scambi tra i vari paesi esteri) ha subito le quadrature di Saturno e di Urano, dunque l’import – export ha dovuto affrontare altre difficoltà, l’industria col lavoro della Moda si è vista dirottata progressivamente verso paesi lontanissimi (Cina, India, dove la manodopera è a basso costo).

L’Italia, in astrologia geografica collocata sull’asse Toro – Scorpione, in modo particolare quest’ultimo anno, ha risentito moltissimo del calo di presenze e della diminuzione degli investimenti collegati finanziariamente alla produzione di Moda. In questo 2009, infatti, in Cielo splende la rara congiunzione Giove – Nettuno nel segno dell’Aquario (al negativo quadrato del Toro e dello Scorpione) che spiega d’un colpo la maggiore sofferenza della fiorente industria coltivata nella nostra Penisola. Non dimentichiamo che Nettuno è il pianeta della Moda poiché esprime la fantasia e le metamorfosi a tutti i livelli (compreso il costume di cui la Moda fa parte), mentre Giove ne è in un certo senso l’esecutore materiale, poiché realizza ed esprime l’immagine, il look dell’anno.

I prossimi transiti confermano da un lato la tendenza a imporre ancora una maggiore serietà e severità alla Moda (ma con molto garbo e con un certo senso di imparzialità), dall’altro sembrano ridonare al mercato italiano nuovi impulsi, una nuova strategia per conquistare i consumatori e una più consistente fortuna nelle produzioni.

Saturno farà il suo ingresso in Bilancia (segno dello stile) il 30 di ottobre, rientrando in Vergine tra aprile e luglio 2010; in questo segno selettivo e giudicante (dove resterà fino al 2012) imporrà un più consistente ridimensionamento degli eccessi, facendo in modo che vi sia una sorta di selezione naturale tra gli stilisti di Moda. Vincerà chi avrà ottenuto un rapporto qualità – prezzo migliore, con un occhio rivolto alla bellezza delle creazioni (Bilancia segno della bellezza). Il lungo transito di Saturno nel segno della sua esaltazione potrà anche significare una esigenza (soddisfatta) di rigore e giustizia nel mercato.

Giove uscirà a gennaio dall’Aquario e spostandosi in Pesci formerà aspetti positivi (sestile e trigono) con il travagliato asse Toro – Scorpione (la nostra amata Italia) annunciando un’ondata di ottimismo, una volontà di mutare l’immagine che condizionerà il modo di vestire degli Italiani (e la creatività di chi li veste).

Non scordiamo poi che Giove si congiungerà ad Urano (nei Pesci e per qualche mese in Ariete) per quasi tutto l’anno, permettendo dunque nuove tecniche, utilizzi geniali, pioneristici (perché basso costo) dei tessuti e di tutti i materiali di Moda.

L’ultimo passaggio di Saturno in Vergine dovrebbe contenere ancor più i costi aiutando il mercato italiano a uscire definitivamente dalla crisi forse anche con il contributo delle istituzioni (la Vergine forma trigono e sestile all’asse italiano Toro – Scorpione, Saturno è il pianeta del potere). Infine con Urano per tutto l’anno al protettivo semisestile di Nettuno la moda si reinventa: apre nuovi orizzonti all’industria, la fantasia geniale diventa una mirabile alleata dell’ingegno e dell’attività sartoriale.




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