ASTROLOGIA IN LINEA
ASTROMAGAZINE - RUBRICHE - L'angolo della psicologia

PARISIFAL E IL VIAGGIO DELLA VITA

a cura di Lidia Fassio
 

Uno dei miti più interessanti è quello di Parsifal e della ricerca del Sacro Graal. Senza dubbio Parsifal incarna l’eroe inquieto e scontento che parte e va alla ricerca di qualcosa che, apparentemente sarà esterno, ma che lo condurrà a se stesso; è uno dei miti che non tramonteranno mai giacchè l’uomo, fin dalle sue origini, ha cercato di comprendere il “perché” della sua vita ponendosi la domanda esistenziale : “da dove arriviamo e dove siamo diretti?” ricercando quindi una meta o, forse, un ritorno a qualcosa.

 

La storia di Parsifal è emblematica in quanto rappresenta il figlio tranquillo e pacato che, ad un certo punto, quando si sente pronto a percorrere la sua strada abbandona la madre infliggendole un dolore grandissimo che la fa morire. Partecipa poi alla saga della tavola rotonda e alla saga dei cavalieri ma è un personaggio strano, dal carattere scontroso per cui vive isolato senza troppi contatti con gli altri e con Artu’. Si candida ad andare alla ricerca del Graal (simbolo della vita nella sua pienezza fatta di relazione con i sentimenti e il femminile) ma, per portare a termine l’impresa deve passare attraverso una vera e propria “iniziazione” che, alla fine, lo porterà alla vittoria che, altro non sarà che l’incontro con la sua “anima”.

 

Il tema di Parsifal e del Graal in fondo è il tema del “viaggio”, qualcosa che è iscritto nella nostra psiche in quanto è universale e si costella ad un certo punto della nostra vita evocato da uno dei sette archetipi fondamentali: Jung ci parla dell’archetipo del “viaggio” che, nella sua psicologia è complementare a quello della “morte-rinascita”, proprio perché il viaggio scaturisce in genere dopo una grande crisi che ha richiesto la morte di qualcosa di noi e mostra il riaffacciarsi della vita che richiede nuovi obiettivi e nuove mete più adatte allo stadio e al momento che si sta vivendo. 

Così, il viaggio ci ricorda che la vita è movimento costante e progressivo verso la crescita, l’evoluzione e il futuro.

 

Mitologia, filosofia, letteratura e psicologia hanno affrontato questo argomento legandolo simbolicamente ad un processo di conoscenza e di scoperta. Anche le favole iniziano per la maggior parte con il personaggio che deve fare un “viaggio”, il che sottolinea il fatto che ognuno di noi dovrà prima o poi mettersi in movimento se vorrà trovare veramente se stesso, scegliendo il momento più propizio o appropriato (kairos)  per partire ed affrontare l’avventura.

 

Parlando del Sagittario non si può non affrontare questo tema che, unitamente a quello del “credere” e della “fede” è il più caro al segno. Senza dubbio il Sagittario ama il viaggio, in primis quello geografico ma, come ben sappiamo, non possiamo considerare il viaggio come solo esterno perché, in qualunque situazione esso avvenga,  richiederà sempre l’integrazione di qualcosa di nuovo e di diverso da ciò che conosciamo già e, in questo, ha la sua grande importanza perché ci spinge a contattare anche il nostro “diverso interiore”, quella parte che spesso vediamo come estranea e straniera in quanto non ancora esplorata. Così possiamo dire che il “viaggio” per eccellenza è quello “interiore”, quello che ognuno di noi dovrà intraprendere per contattare la  parte inconscia e “conoscere un po’ più se stesso”. In effetti il viaggio ci aiuta ad aprire porte che, altrimenti, rimarrebbero chiuse.

 

Così come il viaggio geografico propone “un’espansione degli orizzonti”, quello interiore apre “i nostri personali confini” e, per questo, si rivelerà sempre proficuo anche se, a volte, può non essere facile; un tempo i viaggiatori erano personaggi incredibili mossi dal loro incredibile spirito di avventura; gente che partiva armata di coraggio, fiducia e speranza e che spesso veniva premiata con il successo della loro impresa. Al ritorno affascinavano con i loro racconti, quelli che tutti desideravano sentire in modo da condividere almeno in parte ciò che solo i prodi avevano vissuto. Se pensiamo ad esempio a Cristoforo Colombo e al suo viaggio “nelle Indie” ci colpisce immediatamente la sua grande fiducia, mista a testardaggine e, forse, anche una buona dose di incoscienza che, tuttavia, gli è stata quanto mai utile perché lo ha fatto arrivare fin dove altri non avrebbero mai pensato ed osato.

Leggendo però i racconti di questo esploratore troviamo cose vere e cose assolutamente fantastiche. In un brano del suo racconto dice che, quando è arrivato nelle Indie ha incontrato un popolo che aveva un occhio solo in fronte e, senza dubbio, questa descrizione un po’ azzardata si innesta su una serie di cose reali, quali le descrizioni delle spezie, delle pietre preziose e dell’oro. In realtà i viaggiatori non sono mai perfettamente attendibili in quanto il reale e il fantastico si legano insieme e tutto viene tessuto nel ricordo che è un misto tra verità e costruzione e questo diventa particolarmente vero se si parla del grande viaggio della vita che è quello della “ricerca di sé”.

Anche la nostra vita è un viaggio straordinario che è iniziato in un certo momento e che va avanti giorno dopo giorno motivato proprio dal desiderio di conoscere cosa ci riserverà il futuro.

 

Possiamo dire che tutti i viaggi e tutte le strade non fanno altro che condurci a noi stessi e alla più profonda delle esperienze umane. Se il viaggio è un archetipo significa che esiste da sempre e, con molta probabilità ha avuto inizio con la vita stessa e con la metafora del movimento del Sole e della Luna riportato da tutte le mitologie che, senza dubbio, ci  parlano del risveglio della coscienza.

 

Per il Sagittario il viaggio è parte integrante del suo progetto solare. In effetti c’è un grande bisogno per chi appartiene a questo segno di mettere continui obiettivi per poi poter partire per conquistarli. In pratica l’idea del viaggio è ciò che eccita fortemente i nativi che, hanno costantemente bisogno di mettersi in viaggio, e solo così si possono sentire vivi e vitali; il viaggio, quella porzione di vita che sta tra l’inizio e la meta è la parte più interessante perché ci ricorda che è ciò che facciamo “mentre” cerchiamo la meta che è fondamentale, a volte più della meta stessa..

In effetti, mettersi in viaggio significa lasciarci dietro qualcosa, aprirsi al nuovo, affrontare i rischi che giorno dopo giorno si palesano di fronte a noi e, così facendo, scoprire pian piano chi siamo e quanto siamo in grado di sviluppare il nostro potenziale. Significa acquisire e perfezionare le risorse e, in una parola “fare esperienza” in una condizione in cui siamo noi, soli di fronte alla vita.

 

In effetti, solamente quando si accetta la sfida la vita si manifesterà pienamente a noi: in caso contrario, se vogliamo restare al “sicuro” tra le cose che già conosciamo e che ci garantiscono tranquillità, possiamo rischiare di chiuderci e di regredire.

 

Possiamo dire che non ci si può sottrarre al “viaggio” pena la chiusura della nostra coscienza. Essa infatti si dispiega proprio nel momento in cui siamo motivati ad andare avanti e a non fermarci a ciò che pensiamo di essere e conosciamo di noi. Affrontare il viaggio moderno – la conoscenza di sé – può essere un viaggio difficile irto di sofferenza in quanto possono approdare alla consapevolezza contenuti non troppo gratificanti che, tuttavia, avevano bisogno di essere visti e riconosciuti.

Ogni volta che ci troviamo di fronte ad un cambio di identità e ad una perdita di qualcosa che ci ha accompagnato e che non c’è più, si apre la prospettiva del viaggio che ci aiuterà a lasciarci dietro il passato portando con sé solamente l’essenza di esso in modo che ci aiuti nel nostro viaggio, senza tuttavia appesantirlo.

 

Il pianeta che soprassiede a tutti i viaggi è Giove che, come sappiamo, indica speranza, fiducia, desiderio di espansione e di avventura, crescita e conoscenza ma anche capacità di abbandonare la strada conosciuta sufficientemente fiduciosi di trovare qualcosa di meglio e di più consono a noi e, al tempo stesso, di sentirci sufficientemente annoiati da ciò che abbiamo vissuto fino a quel momento per essere pronti a distaccarci senza rimpiangere nulla.

 

Giove infatti è una sorta di “motore della coscienza”; ama farci fibrillare, stimolarci con nuovi desideri ed  insinuare nuovi bisogni; Giove vede e vuole.. e, in questo modo ci stimola ad appropriarci di qualcosa di nuovo a qualche livello. Nel migliore dei casi serve quindi a suggerirci di “rimetterci in viaggio” in modo da non stagnare ed aprirci strade nuove che ci daranno nuove opportunità, pronti ad incontrare qualcosa che ancora non abbiamo conosciuto.

 

Il viaggio però è anche legato a Nettuno che, con i suoi simboli di “diversità e di ricerca di completezza” è anch’esso fortemente stimolante, anche se spesso lo fa utilizzando la sensazione di “vuoto” che inquieta ed evoca  sensazioni di insoddisfazione che spingono anch’esse a trovare risposte.

In effetti, la risposta più interessante che vorremmo riportare da ogni nostro viaggio è proprio quella di una “maggior serenità” interiore che non nasce dallo star fermi, ma bensì dalla percezione che da qualche parte, in qualche tempo o in qualche luogo remoto, esiste uno spazio dove potremo sentirci appagati e completi.

 

Forse, il viaggio della vita si incentra intorno alla ricerca del significato che, tuttavia, non è conquistabile fino a quando non abbiamo compiuto passi importanti verso il ricontattamento della parte da cui ci siamo  scollegati al momento della nostra nascita. Tutti gli eroi devono quindi “mettersi in viaggio” e ritrovare l’altra parte di sé.. quella metà che spesso viene ricercata fuori ma che è solamente interiore, quella che metterà insieme testa e cuore, ragione e sentimento e che, ci farà percepire l’essenza dell’unità quella che costantemente cerchiamo ad ogni nuova partenza.

Ognuno di noi in fondo è come Parsifal e deve partire alla ricerca del proprio personale Graal.




Copyright (c) 2003 Astromagazine - la rivista di Astrologia in Linea - Tutti i diritti riservati