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L’OSCAR DELLE DONNE

a cura di Francesco Astore
 
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Premiazione tinta di rosa al Kodak Teatre di Los Angeles la sera dello scorso 7 marzo: l’Oscar, la mitica statuetta che ogni regista, attrice, attore  e ogni altro operatore dell’industria cinematografica vorrebbe riuscire ad ottenere, è andata in maggioranza all’altra metà del Cielo, quasi interamente alle donne.

In special modo i prestigiosi premi alla regia, al miglior film, alla migliore sceneggiatura, sono stati aggiudicati, (per la prima volta in 82 anni nella storia degli Academy Awards!) ad una donna e i temi prettamente femminili, il punto di vista delle donne, son diventati la prospettiva privilegiata di una kermesse finalmente controcorrente.

 

Tre, le splendide trionfatrici che hanno suggellato una vera e propria esaltazione della donna e della femminilità nella serata della cerimonia ufficiale.

Prima fra tutte, l’esultante, freschissima Kathryn Bigelow, con un film di esemplare impegno sociale, The Hurt Locker, sulla guerra in Iraq e incentrato sul filo sottile che separa la vita dalla morte: si tratta di un film coraggioso che intende celebrare i valori dell’esistenza, sempre molto precaria, sempre bene supremo, così spesso trascurato da tutti “i signori della guerra” di questo mondo. La Bigelow, va notato, è riuscita a sconfiggere, con questa pellicola, l’ex marito James Cameron, in concorso per l’enfatizzato e mastodontico colossal, Avatar.

Quindi, la quarantacinquenne, stagionata ma ancora stupenda, Sandra Bullock, ha avuto il premio come miglior attrice protagonista femminile, per il film The blind side: è il ritratto di una madre adottiva che, con autentico affetto filiale, con passione inesauribile, aiuta il figlio di colore, a riscattarsi da una condizione sociale e umana disastrata. The blind side racconta una storia vera, è tratta dalla vicenda del campione Michael Oher giocatore di football, delle sue origini e delle privazioni subite durante l’infanzia e l’adolescenza, parla della madre adottiva, Leigh Ann Tuohy (interpretata dalla Bullock, personaggio cruciale nella storia) che grazie all’immenso amore materno riesce a far letteralmente rinascere il ragazzo, farlo riemergere dalla sua situazione disagiata.

Infine la statuetta per la migliore interpretazione di attrice non protagonista è andata all’attrice afroamericana Mo ‘Nique Imes per Precious: anche questo film espone una storia drammatica in cui sono protagoniste le donne; l’adolescente Precious, obesa e incolta (l’esordiente Gabourey Sidibe) subisce lo stupro e le violenze del padre, dà alla luce un bimbo (per giunta nato con la sindrome di Down) e finisce anche per essere maltrattata da una quanto mai snaturata madre (il cui ruolo compete a Mo ‘Nique). Nella Harlem degli anni ottanta, Precious riuscirà, con l’aiuto di due persone che l’accoglieranno amorevolmente curando il suo disagio, a studiare, a rimettersi in piedi, a recuperare la naturale fiducia in se stessa. 

 

La sera del 7 marzo il Cielo non poteva essere più in armonia con una vittoria tanto spettacolare e meritata dalle donne.

 

Un vero Oscar 2010 tutto dedicato alle donne.

 

Il Sole splendeva nel segno dei Pesci, segno dell’esaltazione (celebrazione ideale, effettiva, terrestre, artistica) della Luna: la donna. La Luna, ricordiamo, è il luminare femminile, l’argenteo satellite, la regina delle emozioni o, come cantò Lou Reed, il suo “Satellite of Love”.

Ma ritornando al Sole Pesci, questo Sole liquido, ipersensibile, compassionevole, godeva della luminosa congiunzione al pianeta Giove che, nell’ultimo segno dello Zodiaco, ha il suo domicilio d’Acqua. Giove manifesta la sua simbologia di nutrizione come tendenza a volersi nutrire, nei Pesci, di emozioni.

La tematica pescina di esaltazione delle emozioni, di commozione, di comunione con la parte intima di sé, è favorita da Giove e, chiaramente dall’esaltazione della Luna nell’ultimo segno zodiacale, che trova così l’occasione per mostrare tutto il dramma della condizione femminile anche nei nostri “fantascientifici anni duemila”.

Venere (la donna nelle sue prerogative sessuali, nell’identificazione della bellezza e del fascino) era da pochissimo entrata nel bellicoso Ariete, sostenuta da un orgoglioso e fiero Marte nel Leone. Tuttavia questa Venere-amazzone soffriva per lesioni che da più parti il Cielo le inviava: una temibile opposizione da Saturno, una appena cominciata quadratura a Plutone. La strada per l’affermazione dei diritti delle donne è ancora lastricata da mille difficoltà, da ostacoli della legge (Saturno in Bilancia) dal potere occulto che il grande principio maschile, per auto conservarsi e perpetrarsi continua a seminare (Plutone in Capricorno).

Saturno come autorità, potere istituzionale, in Bilancia è avversato da Plutone in Capricorno e quindi non può dare il meglio di sé: il miglioramento della società dovrà ancora attendere tempi più propizi. Per il momento la presenza di Nettuno in Aquario è solo un aiuto “da lontano” alle istanze di giustizia e legalità bilancine (il pianeta non forma ancora aspetto di trigono con Saturno, lo farà l’anno prossimo).     

 

Da un altro punto di vista, Saturno in Bilancia fa ascoltare, tuttavia sia pur sommessamente, la voce dell’altra metà del Cielo, allo scopo di servire l’ideale di Giustizia che è la simbologia più bella del segno. Si giova della sottile, elusiva, arma femminile dell’Arte (Venere in domicilio d’Aria nel settimo segno) facendo leva sul sentimento della pietà umana (ancora Venere), della generosa condivisione e dell’accoglienza del prossimo (X- Proserpina, pianeta anatomicamente collegato all’utero femminile, alla capacità di accogliere ed ospitare, custodire, possiede in questo segno il suo secondo domicilio d’Aria).

 

E la Luna?

 

Il bianco Satellite transitava la sera del 7 marzo nell’ottimistico Sagittario, dove assume quasi le sembianze di Artemide Arciera, è una Luna da Diana cacciatrice, una celebrazione della femminilità che vive e trionfa nell’Elemento Fuoco.

 

La vincitrice di questo Oscar è stata Kathryn Bigelow nata il 27 novembre del 1951…

 

Guardate un po’!

 

Si tratta appunto di una infuocata personalità Sagittario!

 

Abbiamo solo la data di nascita di Kathryn Bigelow, ma già così (dalla semplice osservazione dei pianeti nei segni) si rivela molto parlante.

 

Kathryn ha il Sole Sagittario al magnifico, perfetto trigono di un Giove Ariete intensamente desideroso di primeggiare. A primeggiare Kathryn è riuscita, eccome, nella notte degli Oscar sull’ex marito (che era super favorito) Cameron!

Giove è il pianeta dell’immagine, del cinema, della fotografia e, ricordiamo, tra gli altri suoi lavori, la Bigelow si è resa nota al grande pubblico anche con il bellissimo film di fantascienza Strange days del 1995.

Colpisce anche lo stellium di pianeti nel segno della Bilancia (Nettuno, Saturno, Marte e Venere). E la Bilancia è il segno della grafica e della pittura: Kathryn mosse i sui primi passi come pittrice d’avanguardia negli anni settanta appunto.

Venere e Saturno sono poi, come abbiamo visto, due pianeti “signori” della Bilancia e spingono la signora Kathryn a puntare l’obbiettivo, grazie al contributo dell’arte, sui moduli del femminile in modo brillante, intelligente, convincente.

La Luna della regista infine, è ospitata nello Scorpione (non poteva essere altrimenti!): in questo segno il Luminare crea una personalità femminile eversiva, capace di reggere alle sfide più impensate, in grado di abbattere i pregiudizi.

 

Questo il suo ringraziamento quando ha avuto in mano la famosa statuetta:

 

“Non c’è altro modo per descriverlo, è il culmine di una vita. Dedico questo lavoro al popolo della Giordania, terra dove il film è stato girato, e auguro alle donne e agli uomini in uniforme che rischiano la vita per noi in Iraq e in Afghanistan, di tornare a casa sani e salvi”.

 

Solo una nota in rosa per avere un raffronto di questa Luna trasgressiva: la Bigelow ha un compagno di vita e di lavoro di vent’anni più giovane, è il giornalista Mark Boal (23- 1- ’73), vincitore del premio Oscar 2010 per la miglior sceneggiatura di The Hurt Locker.

 

Per la cronaca anche Mo ‘Nique nasce anche lei nel Sagittario (11- 12 – 1967) e la Bullock è una ruggente leonessa (26- 7 – ’64).

La Luna Sagittario “voleva”, in quella memorabile serata del 7 marzo, andando a toccare l’Elemento Fuoco, donare alla femminilità una luce particolare, diversa, una luce di conquista di un nuovo spazio vitale di cui le donne si appropriano ma è anche la luce dell’ultimo dei segni di Fuoco, un segno decisamente poco patriarcale.




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