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MAGIA DEI PIANETI LESI

a cura di Franca Mazzei
 

“Fair is foul and foul is fair” sussurra una delle tre streghe nel celebre incipit del “Macbeth”, ovvero - nella traduzione più essenziale - “il bello è brutto, e il brutto è bello”: la prima e folgorante profezia di quanto sta per accadere nella tragedia shakespariana.
E di quanto spesso accade nella vita. Se è vero, come sosteneva Eraclito, che nel nostro universo in continuo divenire (“panta rei”) ogni cosa tende a trasformarsi nel suo opposto, esattamente come lo Yin in Yang, la notte in giorno, la fame in sazietà, la luna piena in luna nuova, le linee spezzate in linee intere nell’I Ching. E viceversa.
E, a ben guardare, spesso sono proprio i fenomeni troppo “assoluti”, densi, saturi, quelli che più di altri rischiano di virare nel proprio speculare contrario: il soggetto eccessivamente timido che si comporta da sbruffone, il ghiaccio che può provocare ustioni, il colpo di calore che genera brividi di freddo.
Sarà per questo, mi chiedo – e pervasa da dubbi molteplici quanto ancora irrisolti – che i pianeti totalmente lesi spesso danno adito ad effetti diametralmente opposti? Un fenomeno che mi si è imposto alla coscienza e poi all’attenzione assai lentamente, originato non da una speculazione teorica, bensì dalla pratica stessa.

Semplicemente è accaduto che all’improvviso l’ho notato: in un primo tempo pensando si trattasse di un caso sporadico, della classica eccezione che conferma la regola, poi man mano arrendendomi ad un’evidenza che almeno in parte collideva con certe convinzioni “logiche” o forse solo date per scontate. L’evidenza è che in molti casi un pianeta che riceve esclusivamente aspetti negativi, senza recuperi di sorta neppure da parte di un timido e soccorrevole semi-sestile, lungi dal soccombere tende ad enfatizzare e in certi casi ad esasperare le proprie caratteristiche, acquistando forza, senso, potere, proprio negli ambiti che gli sono peculiari.
E mi spiego: che un Marte leso possa trovare accoglienza nel TN di un uomo debole, litigioso, stressato, oggetto dell’altrui violenza, di scarsa muscolatura, timoroso della velocità e magari non propriamente esaltante sul piano erotico, non meraviglia, ma che lo si scopra a brillare nel grafico di un tombeur de femmes che di sesso non ne ha mai abbastanza, vince gare automobilistiche, colleziona motociclette e coltelli, possiede muscoli invidiabili, adora il rosso, e non si ferma mai davanti a niente (anche quando forse sarebbe il caso), questo un po’ stupisce, perlomeno me, abituata come sono (o forse come ero) a supporre che tali debbano semmai essere gli esiti di un Marte glorificato da trigoni portentosi.
E invece a quanto pare no: perché un Marte siffatto (totalmente leso, in 1ª Casa) lo ritroviamo per esempio nel TN di Ayrton Senna il celebre pilota automobilistico brasiliano, tre volte campione del mondo di Formula 1 (’88, ’90 e ’91), morto in un incidente durante il Gran Premio di San Marino nel ’94, è stato uno dei più grandi corridori di tutti i tempi, animato da un coraggio, da una grinta e da un impeto che sono in gran parte lì, in quel suo Marte leso piazzato in 1ª Casa: e credo si farebbe fatica ad attribuirli al suo Ascendente in Aquario, alla sua 5ª Casa tra Gemelli e Cancro o al suo Plutone in 7ª Casa Vergine.
Quello di Senna è un Marte forte e agguerrito nonostante, o forse proprio perché privo di aspetti positivi.
Totalmente lesi anche il Sole nei gradi di Marte dell’Ariete e Urano in 7ª Casa.

Un Marte leso spicca anche nel TN di George Clooney (per giunta in 5ª Casa Leone), uomo di spettacolo famoso per i suoi eccessi vitalistici di vario genere, appassionato di moto, donne e (secondo voci non confermate) anche uomini.
E alla lista possiamo aggiungere – oltre ad una serie di perfetti sconosciuti amanti dell’agonismo, del sesso o delle armi (oppure banalmente dediti alla violenza) – anche Sean Connery e Jeremy Irons (icone maschili che hanno trasversalmente affascinato varie generazioni di entrambi i sessi, spesso interpretando personaggi tipicamente “marziani”).
Totalmente leso è anche il Marte di Carla Bruni, novella première dame sulle cui prodezze sessuali e sulla cui grinta (e a tratti implacabile durezza) fiumi d’inchiostro sono stati versati. 
Ma a spulciare nel proprio data-base immagino se ne possano reperire molti altri.

“Fair is foul and foul is fair”, insinuano le streghe…

Tutti i soggetti che abbiamo elencato presentano spiccate caratteristiche marziane, connotate da una quota di “eccesso”: quasi che il pianeta sentendosi così totalmente “attaccato” reagisca in modo esasperato, nel tentativo (spesso riuscito) di contrattaccare, controbilanciare, compensare. Dando alla fine esiti migliori, in termini concreti, di quanto non accada con certi Marte che lesi non sono.
Un po’ quello che succede quando ad un Segno o ad una Casa fortemente stimolati da un stellium planetario si contrappongono un Segno o una Casa  vuoti: questi ultimi tendono per una sorta di “effetto di risucchio” a potenziare i propri significati, a farsi valere. 

“Dal letame nascono i fiori”, cantava il grande Faber, e “È dal guasto che vien l’aggiusto”, gli fa eco un proverbio molto popolare nell’Italia del sud.

Certo c’è da chiedersi – e infatti me lo chiedo – perché questo non accada sempre: quali siano le ragioni (ammesso che sia possibile individuarle) astrologiche o ambientali per cui i pianeti lesi in certi TN non riescano a trasformarsi in potenti (sia pur a tratti rischiosi) fulcri energetici, ed esprimano invece solo la difficoltà, l’insoddisfazione o il dramma della loro deprivazione. Quesiti che potrebbero essere materia di successive ricerche.
Senza contare il plausibile dubbio che in certi casi un dato pianeta non sia in realtà totalmente leso perché magari forma aspetti positivi con i due trans-plutoniani di collocazione ancora incerta (X-Proserpina e Y-Eolo).
Aggiungo che mi è capitato di notare un comportamento simile a quello dei pianeti lesi nel caso di pianeti totalmente isolati: quasi che indeboliti dal loro isolamento tendano a potenziare i propri significati. Nessuno dialoga con loro? E allora gridano: “Ci sono anch’io! Eccomi qui!”. Anche questa potrebbe essere oggetto di una prossima indagine astrologica.

Ma torniamo a noi.

Della tendenza di un fenomeno a dare origine al suo opposto troviamo tracce nella filosofia Taoista, ma anche nella fisica moderna, dove al concetto di entropia (disordine, dispersione energetica, morte), si contrappone quello di sintropia (reintegrazione energetica, ordine, vita) sviluppato nel secolo scorso del matematico italiano Luigi Fantappiè, secondo il quale i due fenomeni sono indisgiungibilmente collegati l’uno all’altro. 

“Fair is foul and foul is fair”,  avvertono le streghe: niente resta uguale a  se stesso, e la vita riserva continue sorprese. Meglio non affezionarci troppo a certezze date per scontate …

Già molti anni fa Lisa Morpurgo aveva notato (senza però estendere l’ipotesi a tutti i pianeti) che spesso non è un Giove beneficato e trionfale il marker di un soggetto destinato a diventare ricchissimo, bensì un Giove totalmente leso (ed è emblematicamente il caso, per esempio, di Gianni Agnelli e di Silvio Berlusconi).

Come mai? Probabilmente perché, come abbiamo visto, i pianeti lesi non di rado si comportano come se fossero affamati di compensi, avidi di recuperi, animati da una perenne insoddisfazione a causa della quale niente è mai abbastanza, quasi fossero “buchi neri” all’interno del TN che tendono ad ingoiare tutto, alla ricerca di un’impossibile sazietà.
Non è l’aspirazione ad un quieto benessere la molla che porta alla ricchezza sconfinata, ma un’avidità che non si placa, forse nell’inconscio terrore di ritrovarsi poveri.
In quest’ottica i pianeti beneficati, o comunque non totalmente lesi, sono in qualche modo sazi, non hanno l’impellente necessità di andare alla ricerca di cibo: “la fame stana il lupo dalla tana”, dice il proverbio.
O, per usare un’altra metafora, i pianeti beneficati “stanno comodi dove stanno”, e questo contribuisce ad infondere loro una sorta di placida, soddisfatta, appagata staticità: nessuno che stia sdraiato su morbidi cuscini si prende la briga di alzarsi per andare a cercare qualcosa che ha già e che rischierebbe di perdere.
Un pianeta leso, trovandosi seduto su un letto di chiodi, ha l’impellenza di alzarsi, di cercare, di trovare di meglio: un’impellenza che non si placa mai.
Un pianeta leso è scomodo e doloroso (per chi lo possiede o per quelli intorno a lui/lei che ne faranno eventualmente le spese), ma è più disponibile alla trasformazione, in qualche modo più dinamico, più vitale: è un pianeta che alza il tiro, osa, rischia, perché non ha niente da perdere.

Ma tornando al Giove leso di Agnelli e Berlusconi: nel primo oltre alla ricchezza rappresenta l’attenzione al look (il suo rolex sopra il polsino all’epoca fece scuola), mentre nel secondo di certo simboleggia lo strapotere televisivo, il bisogno esasperato di visibilità, l’eloquio suadente, l’amore per i piaceri della vita, la grandeur e l’attività di cantante sulle navi-crociera agli inizi della carriera.

Appare dunque evidente come un Giove leso tenda a potenziare non solo la sua simbologia di benessere economico, ma anche quelle di immagine, look, cinema, televisione, voce, parola, edonismo.
La frase che lampeggia nella mente (conscia o inconscia) di chi se lo ritrova nel TN può essere, a seconda dei casi: “voglio arricchirmi”, “voglio conquistarmi visibilità”, “voglio realizzarmi grazie all’immagine, alla parola, o alla voce”, “voglio espandermi”, “voglio godermi la vita”.
Un “voglio” che in qualche modo assomiglia ad un “devo”, ad un “non posso fare altrimenti”.

Non a caso un Giove totalmente leso lo si ritrova, per esempio, nei TN di Pippo Baudo e Simona Ventura (veri “divi” televisivi dall’abile parlantina), di Brad Pitt e Meryl Streep (grandi attori), di Pedro Almodovar e Ferzan Ozpetek (celebri registi cinematografici), di Loredana Bertè e Morgan Castoldi (entrambi cantanti, entrambi fissati per un look trasgressivo), e di Lino Banfi (attore cinematografico e televisivo, che agli esordi divenne famoso anche per la maniera comica in cui parlava l’italiano con l’accento pugliese).

Naturalmente un Giove leso può ritrovarsi investito di ulteriori simbologie, relative al Segno e alla Casa in cui si colloca, o ai Pianeti da cui è leso.
Per ragioni di spazio citerò solo il caso di Brad Pitt: il suo Giove leso in 4ª Casa la dice lunga sulla famiglia smisurata che ha messo su con Angelina Jolie.
Last but non least: tutti i personaggi citati sono anche molto ricchi, e la vita tendono a godersela pienamente.

Insomma, al consultante o all’amico che ci mostra il suo TN, potrebbe capitarci di esclamare: “Che culo, hai Giove leso!”.
O potremmo rassicurare l’amica preoccupata per il Marte leso di un tipo assai appetibile appena conosciuto con un ammirato e un po’ invidioso: “Beata te..!”.

Un paradosso..? Proprio così. Per dirla meglio: un esempio lampante del cosiddetto “effetto paradosso”: fenomeno per il quale oltrepassata una certa soglia si ottengono risultati di segno opposto.
Si tratta di quel fenomeno ancora in parte inspiegabile per cui, per esempio, i girini di anfibi trattati con alte dosi di ormoni femminili subiscono una mascolinizzazione, oppure soggetti umani trattati con alte dosi di valium anziché sedarsi entrano in uno stato di agitazione.

E forse non a caso sono paradossali anche certe locuzioni linguistiche che, nell’intento di portare fortuna e scongiurare i pericoli, augurano proprio che tali pericoli si manifestino: “in bocca al lupo” o “in culo alla balena”, si dice a chi deve sostenere un esame o affrontare una situazione difficile, mentre la gente di teatro si scambia un “tutto in merda” prima di un debutto.
Abitudini diffuse che, pescando da chissà quali archetipi collettivi, esprimono un concetto-paradosso:  è necessario calcare proprio sulla negatività per scongiurarla e sortire l’effetto opposto.
E qui non posso fare a meno di pensare anche al “meno per meno uguale più” del calcoli algebrici…

 “Fair is foul, e foul is fair”, suggeriscono le streghe…

Niente è perduto. Il brutto può diventare bello. L’anatroccolo spelacchiato trasformarsi in cigno, il disamore in amore, la malattia in salute.
E una Venere totalmente lesa può brillare nel TN di alcune tra le donne più belle, più affascinanti, più amate, più seduttive e più desiderate del mondo: è il caso, fra le altre, di Monica Bellucci, Angelina Jolie, Sharon Stone, Jennifer Aniston, Lauren Bacall e Violante Placido.

Tra gli uomini una Venere lesa la possiede per esempio Sean Connery, che non solo è bellissimo anche da vecchio, ma ha anche avuto la fortuna di vivere un unico, grande e stabile amore che ancora va avanti: quello per sua moglie.

Non di rado, invece, mi è capitato di trovare una Venere beneficata nei TN di soggetti soli o volontariamente single. Persone talmente amate in famiglia, oppure talmente narcisiste, che non hanno bisogno di cercarsi altro, anche quando credono di cercare in continuazione; oppure soggetti troppo schizzinosi, con esigenze e aspettative eccessive (in attesa del classico “principe azzurro”, maschio o femmina); ma anche individui che hanno vissuto un unico amore e vivono in una solitudine affettiva riempita e appagata da un ricordo, da un’illusione o da un rimpianto.
Venere beneficata può starsene ferma e buona, Venere lesa no: l’ho riscontrata in soggetti che anche quando non belli collezionano relazioni e avventure, con alterne fortune – certo – ma di rado sperimentando la solitudine e la stasi, perlomeno entro una certa fascia d’età (e anche questo potrebbe essere materiale di ulteriori ricerche).
Venere beneficata in molti casi si comporta come una coppa piena, satura, che in quanto tale non può più assorbire nulla, Venere lesa è una coppa vuota che all’interno di quel dna che il TN rappresenta tende a saturare il più possibile le sue valenze – a seconda dei casi - di bellezza, seduttività, fascino, amore, narcisismo, desiderio di piacere. Ma anche arte: come accade nel TN di una mia amica artista, per altro molto bella.

A questo punto del nostro breve e non esaustivo viaggio, non meraviglia che nei TN dei “grandi vecchi”, cioè di quei soggetti la cui invidiabile longevità si accompagna a lucidità mentale, carisma e potere, scintilli un Saturno totalmente leso: proprio Saturno, il pianeta dei tempi lunghi, della vecchiaia, del potere, della tenacia, del tener duro senza mollare mai.
E’ il caso di Rita Levi Montalcini, di Norberto Bobbio e della Regina Madre d’Inghilterra (la madre di Elisabetta II).

Ma Saturno è anche potere, ed eccolo stagliarsi tragicamente nitido nella 10ª Casa di Adolf Hitler, totalmente leso.
Il potere lo perse, è vero, ma il suo drammatico crollo fu solo l’epilogo di una parabola (disgraziatamente) lunga e scintillante.
Saturno leso è tipico anche di chi non accetta di sottostare alle regole altrui riconoscendo solo le proprie, di chi vuole sempre decidere di testa propria: e infatti Hitler anche la morte finì col darsela con le sue mani.

“Fair is foul and foul is fair”, ribadiscono le streghe…

E anche Nettuno non fa eccezione.
Nei suoi significati di musica, arte, genialità e sregolatezza, un Nettuno totalmente leso brilla nel cielo di quel genio della musica che è stato Mozart.
Nelle sue valenze di misticismo, miracolo e magia lo ritroviamo leso nel TN di Sai Baba, santone indiano che era in grado – pare – di compiere miracoli di fronte a stuoli di fedeli che ogni giorno si accalcavano nel suo ashram.
Ed è leso il Nettuno di Marco Pannella: i suoi ideali politici e sociali, i suoi atteggiamenti a tratti fanatici, il suo vittimismo, il suo senso del sacrificio (si pensi ai molteplici scioperi della fame).

E Urano?
Eccolo leso, per esempio, nei TN di Giuliano Ferrara e Gianfranco Fini, a rappresentare le successive svolte politiche, anche drastiche o inaspettate, che contraddistinguono il loro cammino e la loro carriera.
E totalmente leso è anche l’Urano di Fiorello: lungi dall’essere un uomo poco attivo o incapace di cogliere al volo le opportunità della vita, Fiorello le chances le ha colte tutte, e spesso tutte insieme, ritrovandosi ad essere contemporaneamente e con successo cantante, imitatore, conduttore radio-televisivo, ballerino, showman, e testimonial di fortunatissimi spot pubblicitari.
Insomma, gran parte della sua fortuna è probabilmente proprio in quel suo iperattivo Urano leso.

“Fair is foul, and foul is fair”, ci ricordano  le streghe…

Così come gran parte della fortuna politica e finanziaria del già citato Berlusconi risiede in larga misura nel suo lesissimo Plutone: un Plutone che spiega pure le sue innegabili capacità di manipolare, simulare, occultare, sedurre, oltre che il suo sviscerato amore per il potere (compreso quello di tipo sessuale).
Anche l’impero economico di Aristotele Onassis, e il potere  che – pur essendo innegabilmente brutto – esercitava persino su donne straordinarie, così come la sua leggendaria carica erotica, si devono probabilmente al suo Plutone leso.
E leso era il Plutone di Luchino Visconti: acclamato regista di teatro oltre che di cinema, e uomo dal grande potere seduttivo anche in tarda età (il suo ultimo, giovane e bellissimo compagno, Helmut Berger, non ha mai veramente superato il trauma della sua morte).
Totalmente leso anche il Plutone di Dario Fo, grande scrittore, regista e interprete teatrale, impegnato politicamente, premio Nobel per la letteratura e uomo di notevole fascino.
Dicevamo all’inizio di questa ricerca che il Sole leso può favorire l’egocentrismo, la spinta a primeggiare, la tendenza ad assumere ruoli da “capo”.
Ed è quel che accade, per esempio, nei TN di Barack Obama, di Papa Giovanni XXIII, di Fiona May (campionessa mondiale di salto in alto e in lungo, nel cui TN il Sole è leso proprio in 9ª Casa Sagittario, incredibile ma vero), di Michael Shumaker, e dei già citati Gianfranco Fini, Ayrton Senna e Morgan Castoldi: tutti nomi che rendono superflui eventuali commenti.

“Fair is foul and foul is fair”, cantilenano le streghe…

Più difficile, invece, reperire TN di personaggi famosi (a loro si è limitata la ricerca, svolta per altro in tempi piuttosto brevi) in cui un Mercurio leso potenziasse in modo evidente le caratteristiche mercuriali.
Molto bersagliato, ma non totalmente leso in quanto “salvato” dalla congiunzione al Sole, è il Mercurio di Piero Chiambretti.
Ma uno spicca e s’impone all’attenzione nella sua assoluta lesione: quello di Daniele Luttazzi. Comicità, ironia, irriverenza, grande comunicativa – valori peculiarmente mercuriali - sono innegabilmente gli ingredienti fondanti della sua professione, del suo successo e delle critiche che si tira dietro. Non ultime quelle di chi lo accusa di aver copiato almeno cinquecento battute da comici stranieri, forse per un pizzico di invidia: e non sono forse la bugia e l’invidia tipiche di Mercurio..?
Un Mercurio, il suo, così tanto impertinente e sfrontato, da costargli l’esilio dalle tv nazionali, tramutandosi così da punto di forza a tallone d’Achille.
Ma “Fair is foul and foul is fair”, ammoniscono le streghe… Ed è bene non dimenticarsene.

In questa trattazione volutamente alla rinfusa, senza averlo deciso alla fine mi ritrovo a parlare della Luna, il pianeta della nascita ma anche della morte, l’ultimo anello della sequenza planetaria: una coincidenza significativa, per dirla con Jung..!
Le Lune totalmente lese che mi è stato possibile individuare baluginano nei TN di Mia Farrow (la sua ansia quasi patologica di maternità biologica e surrogata che l’ha portata a crescersi ben 14 figli), Sigmund Freud (la scoperta dell’inconscio, lo scavo interiore, il risalire alle radici e all’infanzia, l’analisi dei sogni), Gino Strada (la sensibilità nei confronti dei più deboli e della famiglia umana più in generale, oltre che la sofferta lontananza dalla propria famiglia e dalla propria alla patria).

Totalmente lesa anche la Luna di Santa Bernadette Soubirous, la ragazzina a cui apparve la Madonna a Lourdes: la sua Luna lesa, e quindi potentissima, rappresenta proprio la Vergine Maria (secondo la dottrina cattolica la madre di Dio e di tutti noi), ma anche la sua ipersensibilità, la sua immaginazione, e forse – chissà – anche i suoi sogni ad occhi aperti.




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