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AUGURI AL GRANDE, GROSSO VERDONE

a cura di Luna
 
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Pochi giorni fa era il 60° compleanno di Carlo Verdone. Un attore famoso, un comico sopraffino, un grande caratterista che ha saputo rappresentare l’uomo nelle sue mille sfaccettature.

Non so voi, ma quando guardo Verdone, cioè, subito dopo essere morta dal ridere vedendo i suoi film, mi ritrovo a pensare ad un uomo profondamente malinconico, serio ed incredibilmente timido. Sì, ho scritto timido e anche serio . Verdone appartiene allo Scorpione, un segno poco incline al divertimento, alla "incredibile leggerezza dell'essere".  E’ un segno introspettivo, indagante, profondo. Non dimentichiamoci che il suo governatore è Plutone, altrimenti detto Ade, il Dio degli Inferi. Io non riesco proprio ad immaginarmi Plutone che ride a crepapelle, che si diverte come un bambino, che gioisce per le piccole cose. No, lui rimesta il calderone dei nostri difetti, li pesa, li toglie, li aggiunge, per fare del tutto un gran minestrone di miserie umane. E questo minestrone ci è stato servito, un cucchiaio alla volta, proprio da Carlo Verdone nelle sue imitazioni, nelle sue macchiette, nelle paradossali caricature dei suoi personaggi cinematografici e non. Ridicole, odiose, simpatiche, tenere, spassose queste sue interpretazioni, ma centrate, perfette icone della fragilità della nostra natura. Verdone è un fine psicologo (da bravo Scorpione...) e riesce a togliere strato dopo strato, le infinite foglie della natura umana.

A mero titolo di esempio cito "Compagni di scuola". Lo avrete sicuramente visto, ma per chi non lo conoscesse dirò che il film tratta di una cena organizzata fra ex compagni di liceo, ormai pressochè trentenni. L'inizio è spettacolare e presuppone le meglio cose. La cena si svolge a casa di Federica, in una splendida villa sul mare, cosa questa che fa pensare ad una persona ormai affermata nel sociale. Alla fine si scoprirà che è l'amante di un uomo ricco e che è stata scaricata dallo stesso, infatti dovrà lasciare quella casa al più presto. Ma anche gli altri invitati non sono poi così ben messi. Lino, diventato magistrato, si presenta in una carrozzina, dato che non ha più l'uso delle gambe. Alla fine si capirà che è stata una zingarata di cattivo gusto e che ha preso in giro tutti per tutto il tempo. Bruno, un cantante ormai sul viale del tramonto coglie ogni occasione per chiedere soldi in prestito. E poi, tutti gli altri: Maria Rita, una psicologa single; Gloria, ragazza madre; Valeria, una acidissima giornalista ; Gioia, eterea ed inconcludente; Jolanda, logorroica e sola; Margherita sposata con Francesco, ma stanca del matrimonio e della gelosia del marito. Fabris, il bello della classe diventato brutto. Luca, e Attemi e  Armando: un impenitente burlone. Mauro e Ottavio, il tuttologo della compagnia. Finocchiaro e Piero, detto"il Patata", eclettico professore di liceo, infelicemente sposato ed innamorato di una sua allieva. Nel corso di questo incontro, fotogramma per fotogramma la vera natura di queste persone si rivelerà, e l'allegra combriccola, alla fine sembrerà una macabra sfilata di fallimenti umani, di sogni infranti, un vero pinzimonio di psicosi da intingere nell'olio della realtà e nel sale della vita. Quando vidi questo film (tanti anni fa) lo apprezzai molto, ma non potei definirlo comico. Era di una tristezza stridente, di un cinico realismo. E' così che vedo Carlo Verdone. Come questo suo film, forse l'unico dove ha affrontato l'argomento dei meandri della psiche umana, senza fronzoli comici e senza troppe battute sagaci tese ad alleggerire l'atmosfera.

Andiamo a conoscere meglio questo versatile artista. Nasce a Roma il 17 Novembre 1950 alle ore 10.20 a.m.  Il padre è un noto storico e critico cinematografico, e fin da piccolo Carlo si vede circondato dai grandissimi nomi di un cinema italiano appena nato. Pasolini, Antonioni, De Sica, Rossellini, sono per lui semplici amici di famiglia. Dal padre e da loro "ruba" il mestiere praticamente a mani basse. Con il fratello minore Luca, si diverte, ogni sabato sera a proiettare per gli amici film di Rossellini, commentando e celebrando la qualità degli stessi. A 19 anni, acquista da Isabella Rossellini una video camera, con la quale comincerà a girare cortometraggi. Purtroppo delle sue prime opere non c'è più traccia, in quanto smarrite da Rai 3. A 22 anni si iscrive al Centro Sperimentale di Cinematografia e si diploma in regia a soli 24 anni. Nel frattempo va anche a scuola da burattinaio, tanto per non farsi mancare niente.

Come tutti, inizia con lavori di assistente e aiuto-regia, ma i nomi dei registi a cui si affianca non sono certo roba da dilettanti. Troviamo infatti Rossetti, attori come Montagnani, Capolicchio, De sica (Christian), Azzariti ed anche un certo... Zeffirelli. Non so se mi spiego. Appartiene ormai alla sua ormai consolidata leggenda il fatto che durante l'università, lavorando come attore per il "Gruppo Teatro Arte" diretto dal fratello, una sera dovette sostituire ben 4 attori, e divertì il pubblico con queste sue trasformazioni ed imitazioni continue, recitando ben 5 parti diverse nella stessa opera. Forse è proprio da questo episodio che Verdone comprese che la caricatura dei vari personaggi sarebbe stata la sua strada nel mondo del cinema. E' il teatro che però lo consacra inizialmente: con lo spettacolo "Tali e quali", dove interpreta 12 personaggi diversi. Attira così l'attenzione della Rai e inizia, con Enzo Trapani nella serie televisiva "Non stop", ed è subito successo. Sarà però Sergio Leone ad essere il suo vero pigmalione nel cinema. Con lui girerà infatti "Un Sacco Bello", il primo di una lunga serie di film che tutti ormai conosciamo.

Dove nasce dunque questa sua natura curiosa, sensibile, osservatrice, capace di vedere "sotto" e "dietro" alle situazioni ed alle persone? Certo il Sole in Scorpione la fa da padrone in questa circostanza, e l'aspetto con Plutone sottolinea ancora di più questa capacità di analizzare e rendere amaramente ridicole perfino le peggio caratteristiche dell'animo umano. Tuttavia non è stupito e nemmeno scandalizzato. Lo Scorpione (leggi Plutone) sa bene di cosa è capace l'uomo; è un segno abituato a sguazzare nel fango delle nostre miserie, delle nostre psicosi e patologie caratteriali ed emotive. Non a caso sotto questo segno nascono ottimi psicologi, ricercatori, registi ed investigatori. Pur non essendolo come mestiere, lui è un grande psicologo "naturale". Verdone si limita a mettere le varie sfaccettature caratteriali sotto la lente d'ingrandimento e noi, guardando questi personaggi riconosciamo (se ne abbiamo il coraggio) caratteristiche che sappiamo essere in parte anche nostre. 

La sua incredibile sensibilità deriva sicuramente anche da quella Luna pescina. Una Luna un po’ malmessa data la quadratura formata con Mercurio Sagittario, però recuperata dal trigono al Medio Cielo e dal trigono ad Urano. Ovviamente il rapporto con la madre non deve essere stato idilliaco, dato che Urano non dovrebbe toccare il luminare vistò che da l’idea di una madre fragile ed ipersensibile, ma troppo concentrata su sé stessa e sui propri interessi.  L'infanzia di Carlo dunque appare molto meno rosea di quanto non si direbbe, ma guardiamo più a fondo. Se vediamo il luminare come la nostra anima, la nostra empatia, la reazione istintiva agli accadimenti, possiamo ben individuare la natura ipersensibile di Carlo, la sua malinconia, la tristezza profonda che si legge benissimo nei suoi occhi e nei suoi modi. Non possiamo non notare che quella Luna è collocata nella casa delle sicurezze e del danaro (casa 2^) classica posizione di chi ha bisogno di avere intorno a sé ambienti caldi, confortevoli, rassicuranti. Ovviamente questo accade quando nell'infanzia ciò è venuto a mancare. Non conosciamo la vita privata di Verdone così a fondo da trovare riscontri di tutto ciò, lui è molto riservato circa il suo nucleo famigliare, ma è troppo marcato questo aspetto per non menzionarlo. 

Se osservo anche quel Mercurio Sagittario, guardandolo come fratello, il suo aspetto di quadratura alla Luna mi porta a dedurre che il fratello minore, benchè amatissimo, gli abbia portato via qualcosa, lo abbia privato dell’amore materno, delle sue sicurezze (Mercurio quadra Giove di casa 2^)  e del suo ruolo di protagonista (Sole in casa X°). Ricordiamoci comunque che questa può non essere la verità assoluta, ma la verità della percezione che ha avuto Carlo durante l’infanzia. La sua Venere contribuisce ad avvallare questa ipotesi. Sappiamo infatti che il pianeta è uno dei principali fattori da cui dedurre l'autostima (o la mancanza della stessa) di un individuo. Verdone ha una Venere Scorpione,  quadrata a Plutone ed a Giove, ed è facile pensare che Carlo, nonostante le sue capacità, la sua indubbia bravura ed il suo incontestabile successo, si dia pochissimo valore. Appare sempre schivo, timido, imbarazzato. Solo quando è in scena, a teatro o sul set cinematografico, lui tira fuori il meglio di sè. Riflettiamo su questa cosa: tira fuori il meglio di sè quando non è sè stesso, quando veste panni che non sono suoi, quando recita. Dov'è il suo Io, la sua vera essenza? Io credo che sia ancora da rivelarsi il vero carattere di Verdone. Quel Plutone in casa 8^ quadrato al Sole, (fra l'altro è proprio il governatore di quel Sole Scorpione) ha impedito all'attore di conoscere veramente sè stesso. Non dimentichiamoci che Plutone e la casa 8^ hanno a che fare con l'inconscio, con la propria verità caratteriale.

Il suo Marte in Capricorno, è di per sé forte e deciso, ma la lesione (opposizione) data da Urano mina fortemente la sua capacità di farsi valere. Certo è preciso, organizzato, intelligentissimo, ma sempre sotto tono, in disparte, mai protagonista. Ricordo uno scherzo di cattivo gusto che quelli di "Scherzi a parte" organizzarono per Verdone, uno scherzo che lo fece apparire come un uomo molto timoroso e pavido, nei confronti di quella situazione specifica (veniva inseguito da un uomo gelosissimo, mentre lui era innocente, non aveva nemmeno sfiorato la protagonista della falsa situazione). Quell’opposizione, fra l’altro si sviluppa fra la I e la VII casa, mettendo in crisi il rapporto del proprio “Io” con il “Tu” della casa VII. Dice questa opposizione: “Come farò ad essere me stesso quando stò con te?”. Già di per sé Urano in casa VII non è certo propedeutico per un matrimonio armonioso e tranquillo ed è assai probabile che proprio a causa di questo aspetto l’attore è separato dalla moglie, mantenendo però ottimi rapporti con le due figlie.

Sono convinta che Carlo Verdone abbia ancora tantissime cose da regalarsi e regalarci. Il suo mondo interiore è ricchissimo di emozioni, fantasie, bellezza, armonia. Spero che questo suo ingresso nell'età matura, lo aiuti a capire quanto è grande, intelligente, bravo, e capace. Ed infine non vedo l'ora di vedere un film dove interpreterà solo sè stesso, il suo vero Io.

Auguri di cuore Carlo e grazie per averci aiutato a capire (facendoci anche divertire) chi siamo attraverso i tuoi personaggi.




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