Alex Schwazer è solo l’ultima vittima, per quanto consapevole, di un sistema che pretende prestazioni massime, talvolta ben al di sopra delle umane possibilità, che innalza all’Olimpo evanescente della gloria quando si vince, ma che sprofonda all’Inferno, e punisce con un moralismo e una rigidità da far ricordare i secoli bui dell’Inquisizione, l’atleta che perde una gara e ha deluso il mito effimero dell’eccezionalità
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