Ogni volta che qualcuno molto popolare muore suicida, il senso di impotenza e smarrimento emerge in modo prepotente. Qualcosa si spezza, ci sentiamo delusi e a volta persino traditi, e anche… immensamente arrabbiati. La domanda che sorge spontanea è “ma perche??? ”.
La morte non è mai bella in sé, ma quando questa è cercata ed ottenuta da un suicida è ancora più intollerabile. Forse comprensibile, mai perdonabile.
La prima sensazione che ho provato appena appresa la notizia della morte di Robin Williams è stata di incredulità, quando poi è stato specificato che si trattava di un probabile suicidio, è arrivato lo sgomento. Williams? Suicida??? Non è possibile, ci sarà stato un errore. Un incidente si può accettare, magari con fatica, una malattia pure, un suicidio no. Il coroner si sarà sbagliato. Eh sì. Perché noi amanti del cinematografo siamo di un egoismo spietato. I nostri attori preferiti, i registri migliori, (almeno ai nostri occhi) devono vivere per sempre, preferibilmente in salute e benessere perché in loro noi vediamo la nostra parte migliore, quella che magari non è ancora emersa, ma che non tarderà ad esprimersi, oppure la peggiore che non ammettiamo di avere ma che detestiamo negli altri.
Altrimenti noi come faremmo a sognare, ridere, piangere, proiettarci nei vari personaggi, nelle varie situazioni proposte dai film? Come potremo ispirarci, trovare risposte, vivere intense emozioni, capire qualcosa più di noi stessi o dimenticarci per qualche ora dei nostri problemi senza qualche pellicola cinematografica che ci aiuti a farlo?
Quando un attore, un artista così naif, così magico come Williams (questo eccelso Peter Pan della cinematografia mondiale, capace di trasformarsi in qualsiasi personaggio semplicemente con un pensiero felice) decide di non poterne più, tutto si infrange, si spezza. L’immagine di un uomo buono, generoso, dolce, geniale, viene corrotto dalle sue innumerevoli debolezze, dalle sue vistose fragilità. Perché noi, gli egoisti di cui sopra, pretendiamo che i nostri “eroi” (che siano attori, scienziati, politici, cantanti o altro ancora) siano perfetti, immacolati, forti, audaci, capaci di sopravvivere a qualunque avversità la vita riservi loro.
Robin nasce in quel di Chicago (Illinois) il 21 Luglio 1951 alle 13.34. Un Cancro dunque, un sensibile, dolce, infantile, enigmatico Cancro. L’ascendente Scorpione e la vulnerabilissima Luna Pesci fanno da complici in una dimensione fin troppo impregnata di emozioni. Piccola curiosità, nello stesso giorno (giusto qualche anno prima) nasceva Alessandro Magno. Mentre quest’ultimo ha conquistato il mondo, Williams ne ha conquistato gli abitanti. Ognuno, a suo modo, un indimenticabile eroe. Ognuno raggiunto da una morte enigmatica ed oscura. Entrambi lasciati soli a combattere i propri demoni. Quali sono stati i demoni di Robin?
Droga, alcool, depressione non sono altro che figli di qualcosa di più profondo, di un mal di vivere che non si è certo creato ultimamente. Anni fa gli fu diagnosticata una personalità bipolare. Può esserci del vero, anche se non spiega il tutto. Se guardiamo il suo tema natale notiamo una pesante opposizione fra i suoi pianeti femminili, Luna e Venere, la prima in Pesci in casa IV e la seconda in Vergine, posta in casa X. Già è un’opposizione difficile da vivere, ma la sua collocazione sull’Asse IV/X la inquadra in un grottesco dibattersi fra dipendenza e libertà, fra emozioni private e ruolo pubblico, fra cuore e razionalità. La casa IV, il campo delle nostre radici emotive, contenendo quella Luna in Pesci lesa, mi trasmette l’immagine di un Robin Willians trasformato in un albero che cerca disperatamente di affondare le proprie radici in un terreno che non trova, che non esiste. C’è solo acqua, troppa acqua. Certo, ti fa vivere, ti nutre, ma non potrà mai darti sicurezze e stabilità. E’ come un uomo a cui viene sistematicamente servito del buon cibo, ma a cui manca una casa dove vivere, amare, ripararsi e riposare. Ho notato che quasi sempre, le persone predisposte alla comicità, al far “ridere gli altri”, sia che appartengano alla “gente comune”, sia che lo facciano per professione , quando sono fra le proprie “quattro mura”, quando sono nel privatissimo, sono persone tristi, depresse, svuotate. Come se avessero esaurito le loro batterie a forza di far ottime battute , di gags esilaranti e a loro, non restasse più nulla.
Vogliamo parlare di quel Sole Cancro in casa 9^? Già un cancretto così desideroso di emozioni, calore, protezione piazzato nella casa del lontano, del diverso, dell’avventura, non si sente certo a proprio agio. Ok, quel Sole forma aspetto di sestile con il vecchio Saturno, il quale gli conferisce una certa severa rigidità, ma anche una buona capacità di resistenza. Rimane comunque il fatto che un Cancro nella casa del Sagittario si sente sballottato di qua e di là e prima o poi la bussola la perde. Un altro punto oscuro è rappresentato proprio da quel Saturno in 11^ casa. Ora, ditemi quel che volete ma Saturno natale rappresenta, il nostro personalissimo tallone d’Achille, segnalato prima dalla casa dove è collocato, e, successivamente dal segno di appartenenza e dagli eventuali aspetti formati. Sappiamo bene che l’11^ è la casa del sociale, degli altri, dei team, degli amici. Di conseguenza viene spontaneo pensare che Williams avesse difficoltà a relazionarsi con gli altri, con il pubblico in particolar modo. Gli amici sono stra-selezionati, ma una volta che qualcuno è entrato nel suo mondo amicale difficilmente ne uscirà. A mero titolo di esempio cito l’attaccamento che ha sempre avuto con Christopher Reeve, vittima di un brutale incidente a cavallo che lo aveva reso tetraplegico. “Dopo l'incidente, Reeve era ovviamente molto depresso e stava pensando di farla finita. Lo dichiarò lui stesso in un'intervista rilasciata alla celebre giornalista Barbara Walters. La moglie di Reeve, Dana, saputa la volontà del marito, gli rispose che se aveva voglia "di staccare la spina" avrebbero trovato il modo di farlo. Ma aggiunse: "Sei ancora tu. E ti vogliamo bene".
Una volta che la moglie Dana ebbe lasciato la stanza, Reeve era solo coi suoi pensieri.
A quel punto un medico fece irruzione nella stanza gridando "Girati!". Ovviamente l'attore non poteva girarsi e all'inizio restò perplesso, quando l'altro urlò di nuovo "Girati!". Reeve era sul punto di chiamare un'infermiera per chiedere cosa cavolo stesse succedendo quando si accorse nella stanza non c'era nessun dottore: era Robin Williams, con il quale era amico dai tempi della Julliard School. In quel momento e di fronte a quell'esortazione impossibile rivoltagli da Robin, Reeve scoppiò a ridere. E all'improvviso realizzò che: "Se posso ridere, posso anche vivere". E accantonò i suoi pensieri più oscuri. Dopo la morte di entrambi i coniugi Reeve, Williams ha preso con sé i figli della coppia, e li ha curati ed amati come se fossero suoi. Tutto questo è in linea con un Saturno di 11^, è il resto che mi lascia perplessa. Ho voluto rivedere l’intervista che Williams rilasciò a David Letterman. Questo per cercare di capire come lui si confrontasse con un pubblico vero. L’ho trovato ridondante, esagerato, quasi fuori controllo. Sembrava l’esempio della compensazione per eccesso che fa una persona timida quando vuol apparire rilassato e disinvolto. Insomma, quando qualcuno ha il sacro terrore di non piacere agli altri ed esagera per potervi riuscire. Certo, simpatico ed intelligente, ma con un “troppo di tutto” che strideva parecchio. Il tutto accadde nel 2009, per cui in un periodo durante il quale era fuori da un discorso di dipendenza da alcool e droghe. La conclusione a mio avviso è che Robin era un fantastico attore nella protetta e ristretta cerchia di un set cinematografico o televisivo, ma fortemente a disagio quando doveva apparire in una realtà pubblica dove non poteva né contenere né controllare nessuno. Credo, e a buona ragione, che lui avesse una devastante paura dell’opinione altrui.
Guardiamo ora quel quadrato a T originato dalla congiunzione fra Marte ed Urano in Cancro (8^casa) quadrati a Giove Ariete in 5^ ed a Nettuno Bilancia in 11^.
Marte ed Urano congiunti sappiamo che conferiscono ottime qualità organizzative, nel caso di Robin forse scoperte in età adulta, visto che l’ottava casa ha la caratteristica di nascondere ciò che contiene, per cui spesso capita che gli individui facciano fatica a riconoscersi determinate caratteristiche (nel bene e nel male).
La quadratura a Giove fa un po’ da “prova del nove” a quanto detto, visto che Giove rappresenta la fiducia e l’ottimismo, ma con un aspetto negativo determina l’esatto contrario, per cui pessimismo e sfiducia circa le proprie capacità ed il proprio modo di fare e di muoversi. Altrettanto lesiva è la quadratura determinata da Nettuno che rende quel Marte incapace sia di combattere che di difendersi.
Gli stessi Marte ed Urano sono in aspetto di trigono alla Luna Pesci, ma non posso considerare questo aspetto come positivo in sé. Una Luna già lesa da Venere, già così “senza pelle” come quella in Pesci, non può certo avvantaggiarsi di un appoggio così emotivo e mutevole come quello proposto da questi due pianeti che pur trovandosi nel Cancro rimangono di natura violenta.
Facendo, per ora, un piccolo riassunto, abbiamo un uomo di una sensibilità eccessiva, di elevate qualità e di una bontà e di un altruismo smodato. Un attore spinto da grandi pulsioni emotive che gli hanno permesso di interpretare magistralmente sia parti comiche che ruoli drammatici. Robin è stato incapace di fare davvero del male, ed è altrettanto incapace di difendersi dalle invasioni emotive. Non ha confini né barriere nel suo lato femminile (Luna e Venere lese), mentre ne ha forse troppi nel suo lato maschile e razionale (Sole sestile Saturno, Marte congiunto ad Urano).
Guardiamo ora un bel punto di forza nel tema di Robin Williams: il suo Mercurio congiunto a Plutone in Leone entrambi compresi fra la casa 9^ ed il Medio Cielo.
Un Mercurio- Plutone che formano anche aspetto di trigono a Giove e di sestile a Nettuno. Un’intelligenza profonda, riflessiva (congiunzione a Plutone), ma anche dinamica e coraggiosa (segno del Leone), capace di comprendere ogni dettaglio e di procedere a sintesi veloci (trigono a Giove) e senza barriere di sorta (sestile a Nettuno) per quanto concerne la parte artistica e creativa. Il trigono fra Mercurio e Giove è anche indice di grande capacità oratoria. Il modo di parlare è arguto, brillante, originale e veloce. Cosa si può pretendere di più da un uomo dello spettacolo?
Ora, cosa avrà determinato la sua decisione di andare “al di là dei sogni” a cercare la pace? Se avesse trascorso il suo ultimo compleanno in California, cosa abbastanza probabile, la sua rivoluzione solare vedrebbe un Sole collocato in cuspide settima e ottava, ed un ascendente di rivoluzione in casa 2^. Cielo che ci autorizza a pensare ai problemi di danaro che l’attore ha vissuto con una certa angoscia negli ultimi anni, i quali hanno sicuramente minato il suo senso di fiducia e probabilmente innescato la paura di non essere più all’altezza delle situazioni e della propria immagine pubblica. Un’analisi dei transiti ci rivela l’opposizione di Saturno a Mercurio e Plutone, un passaggio che ha condizionato sia il suo modo di pensare (spietata analisi di sé stesso e della qualità della propria intelligenza), sia il suo mondo professionale. Ultimamente infatti ha dovuto subire l’onta di una serie televisiva chiusa per mancanza di audience ed il dover accettare ruoli non consoni alla sua bravura solo per poter rimettersi in piedi economicamente. Questo ed altro ancora lo ha fatto sentire incapace e fallito. La quadratura di Plutone al suo Giove Ariete in casa 5^ gli ha procurato forti perdite di danaro per investimenti sbagliati e/o spese relative al suo divorzio. Per non parlare della sua congiunzione natale di Marte-Urano in Cancro che a far data dallo scorso anno ha visto i sorci verdi attraverso la quadratura di Urano in Ariete, l’opposizione di Plutone in Capricorno e la quadratura di Marte in anello di sosta nella Bilancia. La sua volontà, la sua energia, il suo modo di agire hanno registrato un tracollo di immani proporzioni. Come se non bastasse l’aspetto di Plutone che ha risvegliato l’opposizione Luna-Venere natale, facendolo sentire di nuovo vulnerabilissimo da una parte e totalmente privo di autostima dall’altra.
Cosa dire d’altro di questo tragico giullare dei nostri tempi? Io personalmente ricorderò sempre il suo sguardo, perché anche quando recitava in esilaranti commedie, rivelava, guardandolo con attenzione, un’anima saggia, una musica struggente, un poeta eccelso reso muto e paralizzato dalla propria oceanica emotività.
Ebbene sì, io lo adoravo, e confesso anche di essere egoisticamente un po’ arrabbiata con lui, perché era speciale non solo come attore, ma come persona. Perché ha lasciato un gran vuoto. Perché è stato per molti di noi l’amico che avremmo voluto avere, amare, abbracciare. Un’anima vecchia, un cuore immenso come immensa è stata la sua fragilità. Ciao Robin, ci mancherai.