“Io sono un assassino vero. Non lascio tracce dietro di me”. A dirlo è Andrea Camilleri, il “papà” di uno che gli assassini abitualmente li stana e li assicura alla giustizia. Del resto è noto che per capire la mente di un criminale e riuscire ad incastrarlo, bisogna essere, a propria volta, un po’ come lui, ossia potenziali delinquenti. Qui si tratta del commissario attualmente più celebre del Belpaese, Salvo Montalbano, diventato un mito e perfino un rito del mese di febbraio come Sanremo, anzi meglio di Sanremo dato che dopo vent’anni dal suo esordio continua a dominare gli ascolti televisivi mettendo tutti d’accordo: dai giornalisti al grande pubblico. Certamente merito del sodalizio Camilleri-Zingaretti-Montalbano che in comune, dato che si parla di omicidi ed investigazione, non potevano che avere una viscerale conformazione scorpionica e forse qualcosa di più.
Salvo Montalbano ha una data di nascita, trattasi del 6 settembre, guarda caso lo stesso giorno di Camilleri, ma del 1950, come si evince dal romanzo “Una voce di notte”. È quindi della Vergine, con Marte, senza farlo apposta, in Scorpione. Quel Marte, sempre casualmente, si congiunge al Sole di Luca Zingaretti, Scorpione doc, e all’ascendente Scorpione della Vergine Andrea Camilleri. Interessante per gli esploratori di simboli questa perfezione geometrica di aspetti sinastrici a tre, com’è altrettanto curioso che il Marte del personaggio letterario faccia da traino, spacchi, sfondi, penetri, proprio con classica caratura marziana, lo schermo trainando l’autore e l’attore, il volto e l’anima del personaggio stesso, in una perfetta coincidenza di intenti e ispirazione. Se si pensa poi che Camilleri aveva in mente tutt’altro aspetto per il “suo” Montalbano che immaginava somigliante al regista Pietro Germi, si capisce come davvero il caso, o sarebbe meglio dire il condizionamento astrologico, abbia lavorato silenziosamente dall’interno. Tale schema zodiacale ha portato a privilegiare una certa linea e determinati incastri favorendo il fenomenale successo di una serie TV che oggi tra reality e bruttezze sparse, non è così scontato.
Come accade anche con Arthur Conan Doyle nel cui tema natale si possono benissimo individuare le figure di Sherlock Holmes e John Watson, anche Camilleri si porta dentro il suo Montalbano, oscillante, come lui del resto, tra valori Vergine e Scorpione. Salvo Montalbano è un lavoratore accanito, abitudinario, ama una certa ritualità nel cibo, negli orari delle sue celebri nuotate, detesta l’idea di spostarsi da Vigata, il suo paese, evita la folla, le cerimonie pubbliche, nei contesti sociali troppo ampi diventa timido, ha pochi affetti saldi, una donna che ama, ma non sposa e con cui non vuole convivere, tutto ciò in perfetto stile virginiano. Ha, però, un istinto selvaggio, da cacciatore, un coraggio fuori dal comune che lo porta a fronteggiare a muso duro pericolosi padrini mafiosi, è attratto dalle indagini complicate, e ha dimostrato, in alcuni casi, di avere metodi poco ortodossi, arrivando perfino a mentire, spinto da un suo senso della “giustizia” che nasce dal complesso universo interiore e che resta ben lontano dai formalismi virginiani e dai legalismi bilancini.
Attrae fortemente, ed è a sua volta molto attratto, dalle “fimmine”, ha degli imprevisti slanci passionali, anche se poi rimane nel suo orticello quasi che la Vergine e lo Scorpione che sono in lui, concordi sulla lucida e disincantata visione del mondo non lo fossero affatto sull’approccio al mondo stesso, a volte da schivare con tutti i suoi vizi, altre da afferrare con tutte le sue virtù, comprese quelle femminili. Finisce così per creare rapporti complici e al contempo destabilizzanti con alcune donne molto singolari dando vita a relazioni che si palesano come amicizie, ma che corrono sul filo rosso dell’intrigo. Vale per tutte quella con Ingrid, la svedese: sveglia, intraprendente, divertente, un po’ istrionica, come potrebbe esserlo una Gemelli ad esempio.
E a voler giocare con i segni il Vergine-Scorpione Montalbano pare circondato da personaggi che sembrano marcate tipizzazioni zodiacali: innegabile che l’ispettore Fazio efficiente, organizzato, sempre sul pezzo abbia tutta l’aria del Capricorno fatto e finito. E che dire dell’amico-rivale vicecommissario Mimì Augello uomo di relazioni, aitante, molto attento alla propria immagine, coraggioso, leale nel lavoro, ma piuttosto fedifrago nel privato? Potrebbe essere un Leone ascendente Bilancia con una brillante Venere gemellare. Per il buon Catarella che vive in un mondo a parte, anche linguistico, bisogna immaginare tanti pianeti in Pesci, forse in casa 6^ data la sua innegabile capacità di “smanettone” informatico. E certamente il gioco di ridondanze affettive e distanze nettuniane con l’eterna fidanzata Livia che vive a chilometri e chilometri di distanza, ma ama viaggiare e raggiungerlo per weekend di fuoco, fa pensare ad una Lei del Sagittario.
A chi pensa che l’alter ego di Montalbano, ossia il 93enne Camilleri, sia lontano da questi dissidi interiori di stampo virgineo-scorpionico, risponde Camilleri stesso in una recente intervista video rilasciata a fanpage.it dove racconta, ad esempio, di come il suo Spirito, pur nel desiderio di intuire cosa sia l’eternità, è sempre stato vinto dal corpo, refrain questo che gli Scorpioni ben conoscono. In più Camilleri è un saturnino-nettuniano come dominanza, basta osservare il Saturno all’ascendente e il Nettuno al Medio Cielo. Poiché, nelle dominanti di un tema ci sono sempre le credenziali di presentazione della persona, cosa potrebbe meglio esasperare i suoi conflitti se non il difficile raccordo tra Saturno, il grande vecchio dello Zodiaco, che gli ha regalato per altro il successo tardivo, e che è un pianeta logico, distaccato, ascetico, lucido, ligio al dovere e Nettuno, il creativo-trasformista dello Zodiaco proiettato sempre oltre, verso vizi e misticismi di ogni sorta, in un mondo dove le regole non esistono o sono altre?
Molti dei titoli dei romanzi su Montalbano hanno una suggestione marcatamente nettuniana, e la cosa non sorprende considerata la stretta congiunzione Nettuno-arte con Mercurio-scrittura al Medio Cielo: basti pensare, solo per citarne alcuni, a “La forma dell’acqua”, “La voce del violino” senza dimenticare “La luna di carta” o “Il gioco degli specchi”. Camilleri, da buon nettuniano, racconta di come ancora oggi fumi almeno sessanta sigarette al giorno, e parla della sua abitudine, almeno fino ad alcuni anni fa, di bere whisky digiuno al mattino, ma di non bere assolutamente il pomeriggio e la sera. Abitudine questa che lo faceva passare per un potenziale alcolista da chi lo incontrava presto e, al contrario, per un astemio da chi lo vedeva dopo mezzogiorno. Lui stesso parla di dualismo per definirsi, ed infondo è lo stesso dualismo che ha trasmesso al suo personaggio. Per quanto riguarda i suoi riti virginei non nuota come un orologio svizzero alla stessa ora tutti i giorni alla stregua di Montalbano, ma pretende che ogni suo romanzo sia composto da diciotto capitoli, di dieci pagine ciascuno, dove ogni pagina corrisponde alle 23 righe del suo computer: i fan di Montalbano devono sperare che questa metrica saturnino-virginea venga sempre rispettata, altrimenti l’ispirazione si blocca e addio al commissario più amato d’Italia che rischia di essere ucciso non da un capo mafia, ma da una virgola di troppo.