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ANTONELLO VENDITTI. SETTANTA PRIMAVERE SOTTO IL SEGNO DEI PESCI

a cura di Elena Cartotto
 
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Con la congiunzione Luna e Urano nel segno dei Gemelli in casa 3^ è destinato a restare eternamente giovane, forse perché dall’adolescenza bulimica e complessata non si è mai veramente staccato, o forse perché un’adolescenza come si deve Antonello Venditti, al giro di boa dei suoi 70 anni, la sogna ancora.

Vessato dalla madre-Luna Wanda che disprezza le sue canzoni e lo considera un cretino, Venditti ingrassa e canta, ironico, che suo padre ha un buco in gola, come ben racconta il suo Sole congiunto a Marte, dio della guerra, in 12^ casa in cattivo aspetto con Urano. Eppure è lui stesso a confessare a Tony Pagoda nel libro edito da Feltrinelli “Tony Pagoda e i suoi amici” del regista premio Oscar Paolo Sorrentino, guarda caso un Gemelli, quasi un animus che raccoglie le confidenze di un’anima, che le cose più belle le ha scritte proprio in quell’età infame tra i 9 e i 14 anni. In realtà non c’è da stupirsi dato il bel trigono Luna-Nettuno, che è un modo astrologico per dire che è stata l’arte con le sue visioni musicali e poetiche a salvargli l’infanzia e la pelle. Che poi dalla pelle si arriva al cuore, come titola una sua canzone.

Wanda, la madre professoressa, o la professoressa madre, come dice lui, forse è diventata musica. In ogni caso dopo la sua morte ne celebra una sorta di funerale letterario con il libro scritto per Mondadori intitolato “L’importante è che tu sia infelice”. Ricorda Venditti: “Non l'avrei mai scritto, questo libro, se lei non fosse morta. Mi ha lasciato un baule pieno dei suoi diari, che non ho il coraggio di aprire … Devo alla durezza di Wanda la mia rivendicazione della libertà, il percorso fatto per cercare me stesso”. Un concetto che esprime bene la piena consapevolezza, anche se non astrologica, della sua congiunzione Luna-Urano in casa 3^: due pianeti antitetici, nemici, incapaci di parlarsi, eppur costretti a convivere nella stessa casa quella, paradossalmente, delle parole, le parole di cui ora vive Giovanni che lavora in una radio dopo aver bruciato la sua laurea in ingegneria, come cita il noto verso di un ancor più famosa canzone. Uno scherzo del destino non fosse che poi è arrivato Nettuno che “tutto quel che cerca e che vuole è solamente amore”. I Pesci lo sanno bene, anche se alla fine, forse, cercano più l’amore come idea che come vissuto personale.

Nettuno è importante per un uomo nato sotto il segno dei Pesci, soprattutto se lui fa il cantautore e ha uno stellium in 12^ casa, quella giustappunto dei Pesci, che lo tormenta, quasi che le ridondanze planetarie per essere sicure che facesse il suo dovere di artista l’avessero sovraccaricato di simboli e suggestioni. In più Nettuno, in questo gioco di specchi e di riflessi che si addice perfettamente al mitologico dio del mare, è pure il suo pianeta dominante ad occidente. Poteva fare il Guru o il santone, o arrendersi all’alcool, alla perdizione, all’ipocondria, alla droga dell’immaginazione senza ritorno. Oppure poteva cedere alla tentazione di un unico grande sogno sperando di non realizzarlo mai. C’è da credergli quando confida a Vanity Fair: “Scaricavo nelle canzoni ciò che avevo dentro e la prospettiva del suicidio, invece di sembrarmi drammatica, mi pareva la soluzione del problema”. La fuga perenne, chissà da chi, da dove e perché, è l’emblema della casa 12^: fuga suicida a volte, altre, invece, è spirituale, trascendente, creativa. L’importante è andare oltre il contingente e capire se il mondo a un certo punto finisce oppure no. Forse è semplicemente una fuga da se stessi, perché l’ego della 1^ casa, nella 12^ si annulla: qui trionfa la dimensione del collettivo, protagonista di tanti testi di Venditti, la sintesi, quell’ “unità per noi” celebrata nella canzone Sotto il segno dei Pesci. L’ignoto è spesso una fissazione, come le possibilità, i mondi alternativi, la vita fuoripista, lontana dai sentieri battuti.

Potendo scegliere un destino da Pesci e da 12^ casa quello dell’artista è certamente uno dei più produttivi se la sofferenza interiore e il senso di smarrimento nelle regole e nelle norme dell’opposta casa 6^ non ti uccidono prima. Venditti in 6^ ha un Saturno in Vergine totalmente leso da Venere a sua volta senza recuperi: qui e nell’improbabile accoppiata Luna-Urano c’è da un lato tutta la paura d’invecchiare, e dall’altro il romanzo sentimentale del cantautore, delle sue storie pazze, delle donne cantate e di quelle vere, donne spesso uraniane, anticonformiste, votate a destini che le sovrastano come Giulia, Lilly e Sara, in un circo lunare che richiama in retrospettiva certi sogni felliniani, ma in musica, dove tutto si confonde nel tempo senza tempo dei Pesci.

Come si confondono, a volte, le sue canzoni: e così Il Compleanno di Cristina ricomincia da dove si era interrotta Sotto il segno dei Pesci. Canzone questa che ha festeggiato nel 2018 il quarantennale, paradigma simbolico del suo segno zodiacale e di quegli anni difficili tra piombo, paura, ideali, ideologie e fallimenti. Nata anche lei l’8 marzo, come il suo autore, ma del 1978, ad una manciata di giorni dal tragico rapimento di Aldo Moro, è la canzone traino del suo ottavo disco di cui in una recente intervista dice: “È stata la mia svolta musicale, poetica. Il mio disco più importante, in cui c’erano tutti i miei temi: la politica e i suoi riflessi sulle persone (Sotto il Segno dei Pesci), la comunicazione (Il Telegiornale), il viaggio dentro e fuor di metafora di Bomba O Non Bomba, la droga (Chen il Cinese), la tenerezza per Sara (che non si è mai sposata, ma ha avuto tre figli…), l’amicizia con De Gregori (Scusa Francesco)”. A proposito del sentimento dell’amicizia per Venditti così importante, del tanto chiacchierato rapporto con De Gregori con cui incide il suo primo disco Theorius Campus e del gruppo di artisti del Folkstudio con cui si esibisce agli esordi della sua carriera, è interessante vedere Giove isolato proprio in casa 11^.

L’11° è il settore del collettivo, dei progetti, degli amici: la presenza di Giove, pianeta della fortuna, in questa posizione sancisce per un verso la positività di molti incontri, soprattutto artistici, nella vita di Venditti, oltre che la sensibilità particolare del cantautore romano alle esperienze di gruppo tanto che i “quattro ragazzi con la chitarra e un pianoforte sulla spalla” della splendida Notte prima degli esami non sono altro che i suoi amici del Folkstudio immortalati in un verso di eterna emozione. Dall’altro, però, l’isolamento del pianeta può segnalare, per compensazione, una fame esasperata di persone da avere sempre intorno, quasi che la compagnia fosse l’unico antidoto, insieme alla musica, a quel Saturno leso con tutti i suoi fantasmi di vecchiaia e solitudine. “Venditti contiene dentro di sé un mondo molto tortuoso e frastagliato, anche se a volte fa finta che non sia così … Ha da anni un successo clamoroso, ha composto centinaia di canzoni, ma è come se non avesse trovato ancora la canzone che smaschera la sua sdrucciolevole difficoltà di stare al mondo”. In questa lucida analisi finale di Tony Pagoda nel libro di Sorrentino, c’è tutto il leitmotiv di una vita tra 3^ e 12^ casa con i suoi difficili percorsi tra Pesci e Gemelli, Luna e Urano, Saturno e Venere. Senza questa fragilità, che è anche genialità poetica di vocalità e di versi, Venditti non sarebbe Venditti e noi, figli di una vecchia canzone, avremmo smesso da un pezzo di sognare una vita più giusta e libera. E invece siamo ancora qui, sotto il segno dei Pesci.




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