Gli umanisti all’alba del Rinascimento, prendendo a prestito le parole di un classico latino, rivendicavano “Homo faber fortunae suae”, l’uomo artefice del proprio destino. La risposta ora potrebbe essere quella, tutta venusiana, del teorico e critico della società liquida postmoderna Bauman: non ci basterà nel tempo nuovo essere artigiani, ci toccherà essere artisti. Non un cattivo destino.
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