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IL QAUDRATO A T - TORNARE INTERI

a cura di Melissa Rhys
 
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“There’s a crack in everything
That’s how the light gets in “
“C’è una crepa in ogni cosa,
È da lì che entra la luce”

Leonard Cohen, Anthem

Nelle prossime settimane Marte tornerà ad attivare, come ha già fatto a luglio in parallelo con Venere, ma con ben altra intensità, visto che ora transita nel suo domicilio notturno, lo Scorpione, l’aspetto centrale del 2021: il quadrato tra Saturno in Acquario e Urano in Toro. Lo farà ricreando in aspetto mondano una delle configurazioni planetarie più complesse (le altre sono lo stellium, la gran croce, il gran trigono e lo yod): il quadrato a T. La più diffusa nei temi natali e quella che chiunque abbia un quadrato o un’opposizione nella propria carta sperimenta ciclicamente più e più volte nella vita per transito o per progressione.

Quadrati e opposizioni indicano sempre un conflitto interiore tra tendenze contraddittorie e apparentemente inconciliabili che si manifestano, se non mitigati da aspetti favorevoli, con squilibri evidenti nei comportamenti e nelle vicende della vita. Tra eccessi e carenze di energia e qualità, si è sempre alla ricerca, se non di una pace, almeno di un armistizio con se stessi, che però continua a sfuggire e impedisce di godere a pieno dei successi comunque raggiunti.

La situazione è naturalmente ancora più complessa per chi ha una configurazione natale come il quadrato a T in cui tre pianeti si combinano in due quadrati e un’opposizione. Ma l’astrologia ci insegna che laddove si presenta una difficoltà ci sono anche la possibilità di un’evoluzione e soprattutto la motivazione per realizzarla.

L’esperienza degli aspetti dinamici dal punto di vista psicologico è quella di una permanente frattura interiore e di una perdita: la riconosceva già Platone che nel Simposio ricorreva al mito per spiegarla. Gli dei all’inizio avevano creato un essere umano androgino, perfetto e completo in se stesso ma questo naturale appagamento lo privava degli stimoli necessari ad agire e a svolgere il proprio compito nel creato. Decisero allora di spezzarlo in due metà, una maschile e una femminile, ciascuna destinata per questo a cercare l’altra per ricomporre l’unità originaria.

Nel corso dei secoli il mito è diventato popolare come spiegazione dell’attrazione erotica tra i sessi. Ma – lo scopriamo fin dagli esordi della vita sentimentale -, racconta anche il senso di incompletezza individuale a cui cerchiamo rimedio e conforto nel rapporto con l’altro: niente è più rivelatore delle difficoltà individuali in sinastria degli incastri tra quadrati e opposizioni dei due partner.

Nello sviluppo evolutivo la frammentazione interna, segnalata nel tema dagli aspetti dinamici, corrisponde a esperienze precoci la cui elaborazione è rimasta sospesa. Privi di un adeguato contenimento emotivo - quella che Winnicott definiva una madre abbastanza buona e oggi chiameremmo una coppia parentale abbastanza buona - non si è stati in grado di sopportare abbastanza a lungo la tensione necessaria a integrare i desideri potenti e contrastanti che dominano l’infanzia. Il risultato è una dissociazione che persiste nell’età adulta e si manifesta come una mancanza che si cerca invano di riparare. Qualcosa di simile alla sindrome del dolore fantasma che affligge gli amputati.

L’esperienza è ancora più complessa per chi ha come segnatura natale il quadrato a T: in questo caso non si tratta più di essere spezzati in due ma coinvolti contemporaneamente in tre conflitti, trascinati allo stesso tempo in tre direzioni diverse. A questo si aggiunge un’ulteriore difficoltà: al pianeta che fa da perno ai due quadrati si oppone nel tema uno spazio vuoto. Quella che apparentemente potrebbe sembrare una via di fuga viene vissuta invece come un abisso da cui si rischia di essere ingoiati. Di solito a una percezione così intensa e paralizzante corrisponde uno specifico evento traumatico che ha portato alla dissociazione.

Da quel momento in poi le tre parti scisse si evolvono separatamente, con comportamenti e obiettivi differenti, spesso rafforzati dalle interazioni con la famiglia e l’ambiente che sembrano confermare l’impossibilità di una conciliazione o almeno una pacifica coesistenza tra desideri e bisogni divergenti. Il conflitto irrisolto sempre latente, il cui controllo assorbe grandi quantità di energia, si riacutizza ad ogni transito importante, in particolare dei pianeti esterni, Urano, Nettuno, Plutone che riattivano sempre pulsioni e complessi inconsci.

Con il passare del tempo aumentano la frustrazione e il senso di impotenza. Da un lato la scissione originaria è sempre meno in grado di garantire il sollievo iniziale e le diverse alternative sperimentate, in genere dando di volta in volta la priorità a un pianeta o a un aspetto rispetto agli altri, si rivelano insufficienti o addirittura controproducenti.

È il momento della crisi decisiva: quello in cui si comprende la necessità di ricomporre con pazienza e umiltà i pezzi dispersi per tornare interi. È qui che l’astrologia può venire in soccorso individuando, con un’analisi approfondita della configurazione critica e della sua interazione con gli altri elementi del tema, nodi da sciogliere e soluzioni. Ovviamente non possiamo avere la pretesa di esaurire nei limiti di un articolo un argomento a cui un’astrologa di vaglia come Tracy Marks ha dedicato un intero testo, basato sull’esperienza personale di un quadrato a T particolarmente complesso.

L’intento è piuttosto quello di offrire alcune indicazioni fondamentali, utili sia a chi ha questa configurazione di nascita sia a coloro che la vedranno attivarsi quando un pianeta di transito andrà a quadrare un’opposizione o ad opporre uno dei pianeti coinvolti in un quadrato nel tema natale. In particolare, quindi, in questa fine 2021 e nel 2022, a coloro che hanno pianeti in aspetto dinamico nei segni fissi, nell’orbita di tolleranza del quadrato Saturno/Urano.

Dal punto di vista tecnico un quadrato a T coinvolge un minimo di tre pianeti: almeno due di questi pianeti sono in opposizione (con un’orbita massima di 8 gradi). Entrambi a loro volta quadrano (sempre con tolleranza di 8 gradi) un terzo pianeta che costituisce il punto focale della configurazione. Tutti questi pianeti possono a loro volta essere congiunti ad altri con le stesse orbite massime. Ovviamente più ristrette sono le orbite più l’aspetto è forte. Di solito il segno e la casa che oppongono il pianeta focale sono vuoti: se non fosse così, avremmo la configurazione chiamata gran croce che per la sua complessità merita di essere considerata a parte.

Nella maggior parte dei casi i pianeti del quadrato a T condividono la stessa modalità: cardinale, fissa o mobile: questa influirà in maniera decisiva sul modo in cui sarà vissuto soprattutto nell’azione che ne è la richiesta di fondo. Le persone con la configurazione cardinale saranno le più inclini a incappare in situazioni di crisi che riguardino la famiglia, la professione e le relazioni affettive ma anche quelle con l’atteggiamento più attivo, a meno che il lato vuoto non sia in Ariete. Si tufferanno a capofitto nelle imprese che stanno loro a cuore, si immergeranno completamente nei problemi che incontreranno sulla loro strada, si esalteranno nelle sfide e nell’affermazione di sé. Per compensare gli eccessi di questo atteggiamento di fondo dovranno coltivare le qualità positive della Bilancia (chi ha il pianeta focale nel segno sarà quindi avvantaggiato): equilibrio, moderazione, l’attenzione agli altri, la capacità di valutare con distacco e di fare compromessi.

Chi ha una configurazione fissa non avrà remore nell’esercitare il potere, mettendo in mostra determinazione e una forza di volontà ferrea. Lo farà nella modalità consueta: con un lento accumulo di energia rilasciata quando è al culmine. Questo li aiuterà nel perseguire gli obiettivi prefissati, rimanendo fedeli alle proprie convinzioni. Testardaggine, intransigenza e le frustrazioni che ne sono la logica conseguenza saranno il loro peggior nemico. Da qui la necessità, da un lato di trovare sfogo per le energie in surplus, dall’altro di riconsiderare il sistema di valori in rapporto alle persone e all’ambiente in cui si trovano a vivere.

Le persone con una configurazione mobile avranno il problema opposto: la loro flessibilità, malleabilità, versatilità li renderà aperti all’influenza di persone e idee ma anche dispersivi e facilmente influenzabili. Correranno il rischio di consumare le energie perseguendo molteplici e sempre nuovi interessi, così come la capacità di adattarsi a circostanze e persone potrebbe ritorcerglisi contro, indebolendo volontà e determinazione. È indispensabile che trovino un equilibrio nelle relazioni tra il dare e l’avere e un obiettivo, uno scopo da perseguire che li aiuti a rimanere centrati.

A rendere il quadrato a T così reattivo e difficile da vivere è lo squilibrio radicale su cui si fonda: i due quadrati che insistono sul pianeta focale creano una tensione che ne ostacola l’espressione spontanea, naturale. L’opposizione sembra lacerarlo dall’interno; a loro volta i pianeti in opposizione non sono né integrati né in equilibrio e questo conflitto scarica ulteriore pressione sul pianeta focale, la cui unica via di fuga consiste in un rilascio d’energia potente ma spesso disordinata, ossessiva, secondo le caratteristiche del segno e della casa in cui si trova.

La prima e più comune manifestazione del quadrato a T è proprio l’eccessiva concentrazione sul pianeta focale a discapito di tutti gli altri aspetti della personalità. È il lato vuoto a coincidere di solito con il settore della carta natale più debole e trascurato nell’evoluzione personale mentre sono proprio le qualità e l’ambito della vita che rappresenta la via migliore per dare al pianeta focale la moderazione che gli manca. Più raramente capita che, per sfuggire una tensione insostenibile, ci si rifugi direttamente nel lato vuoto ma, se questo avviene come pura reazione istintuale, senza consapevolezza, si finisce per oscillare compulsivamente da un estremo all’altro, tra pianeta focale e lato vuoto, senza trovare una soluzione definitiva.

In realtà quest’ultima è anche una delle dinamiche con cui si può esprimere l’opposizione che sta alla base del quadrato a T: l’opposizione ha già di per sé manifestazioni più variegate del quadrato. Può capitare che la persona, incapace di scegliere, reagisca al tiro alla fune interiore con la paralisi, o come spiegavamo sopra, oscillando da un estremo all’altro per periodi di tempo variabili. Accade anche che finisca inconsciamente per proiettare le qualità meno accettate sugli altri ma questo sposta solo all’esterno il problema, creando un senso profondo di alienazione e frequenti rotture di amicizie e relazioni. Oppure che scelga di interagire con persone che esprimono il lato negato dell’opposizione, continuando la battaglia fuori invece che dentro.

C’è anche chi, specie se un polo dell’opposizione è molto più forte, reprime completamente quello opposto che finisce per funzionare in maniera inconscia e compulsiva. Se poi l’opposizione mette a confronto i pianeti più legati al pensiero e alla coscienza (Sole, Mercurio, Giove e Saturno) e quelli più legati alle emozioni e all’inconscio (Luna, Venere, Marte, Urano, Nettuno, Plutone), è possibile che si cerchi di tenere sotto stretto controllo la parte di sé ritenuta negativa. Ma gratificare l’una, in genere quella mentale, a discapito dell’altra genera una persistente insoddisfazione, mentre se si decide di invertire le priorità, privilegiando invece le emozioni, ci si sente sopraffatti da un senso di impotenza e un’ansia crescente.

Anche il pianeta focale, apparentemente il più libero nell’azione, corre dei rischi: innanzitutto quello di trasformarsi in un dittatore rispetto alla personalità nel suo complesso. Se è vero che la frustrazione generata dai quadrati può alimentare l’espressione di un talento e riversarsi così positivamente in vari aspetti della vita, dalla carriera alle relazioni, di solito questo avviene alle spese di altri aspetti della personalità, in particolare quelli rappresentati dal lato vuoto. È il momento in cui l’ottimo diventa nemico del bene, facendoci sperimentare la sua ombra e un’insoddisfazione a prima vista priva di ragioni.

Per poterla superare occorre recuperare consapevolmente il lato vuoto del quadrato a T che è il punto del tema e della personalità dove viene percepito un vuoto, una mancanza. Spesso è l’inconscio stesso a venire in aiuto: si viene istintivamente attratti da persone che vivono quegli aspetti della vita e quelle qualità di cui si è carenti. Se non ci si limita a essere gratificati dalla proiezione ma, stimolati dal loro esempio, li si integra nella propria vita, si recupera un equilibrio interiore che sembrava irraggiungibile. La via più facile per conquistarlo è applicare il talento del pianeta focale al settore della vita rappresentato dalla casa in cui si trova il lato vuoto secondo le caratteristiche del segno sulla sua cuspide.

Un altro aiuto viene dagli aspetti fluidi come il sestile e soprattutto il trigono ai pianeti coinvolti nel quadrato a T, in particolare il pianeta focale. Questi non offrono solo un sollievo alla continua pressione esercitata dalla configurazione ma un sostegno decisivo nel canalizzare la frustrazione che genera in maniera efficace nell’affermazione di sé e dei propri talenti. Ne offre un esempio da manuale il tema natale di Federica Pellegrini, in cui Sole e Mercurio, pianeti focali, sotto il tiro incrociato di Luna e Plutone in opposizione, sono sostenuti da un magnifico Marte in Ariete congiunto al Mediocielo, chiara indicazione della straordinaria carriera sportiva della fuoriclasse veneta.

Perché la natura del quadrato a T si rivela proprio nei suoi estremi. Da un lato l’unilateralità nell’espressione della personalità può indicare disturbi psichici, complessi o nevrosi che si manifestano sotto forma di ansie e ossessioni: i sintomi di solito si riferiscono al settore della vita rappresentato dal lato vuoto mentre il modo in cui si esprimono dipende dalle caratteristiche del pianeta focale. D’altro canto, il quadrato a T è l’aspetto più frequente nelle carte di persone di successo: in questo caso la concentrazione sul pianeta focale, che ne indica qualità e possibili obiettivi, trasforma la pressione continua che subisce in motivazione e determinazione al risultato e al riconoscimento pubblico. Il rischio, tanto più pericoloso quanto più esclusiva è la scelta di fondo, è che questo avvenga a spese degli affetti, della salute e dell’equilibrio mentale ed emotivo. Mentre la via maestra per sottrarsi alle trappole del quadrato a T è nell’integrazione di tutte le parti della personalità frammentate dalla scissione primaria di cui è il simbolo, il varco da cui entra la luce che ci guida sulla strada per tornare interi.

Bibliografia
Tracy Marks, The Art of the Chart Interpretation
Tracy Marks, Planetary Aspects: An Astrological Guide to Managing Your T-Square




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