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PROFESSIONE RELAZIONE D'AIUTO

a cura di Elena Cartotto
 

La capacità di instaurare relazioni d’aiuto con gli altri ha sempre caratterizzato determinate professioni come quelle sociosanitarie o relative all’ambito della sicurezza personale che implicano l’intervento delle forze dell’ordine per salvare le persone da situazioni potenzialmente lesive per la propria incolumità. Medici, infermieri, psicologi, poliziotti, vigili del fuoco, ma anche insegnanti di sostegno e altre attività che rientrano in questi ambiti di azione richiedono tendenzialmente una propensione a sviluppare doti di empatia, accettazione, supporto, che possano tranquillizzare i propri interlocutori in una prima fase e, a seconda del lavoro svolto, progettare in una seconda fase percorsi di vera e propria riabilitazione fisica o psichica.

Oggi si assiste a un incremento delle cosiddette professioni d’aiuto. Molti sono gli operatori attivi nel campo del benessere e delle nuove discipline olistiche. Il periodo post pandemico con tutto il senso di precarietà che ha generato ha, evidentemente, accelerato una trasformazione che era già in atto e che mirava a riportare l’essere umano al centro. Ci si sente indifesi di fronte ai cataclismi naturali, ad altri potenziali virus generati dall’uomo o dalla natura, alle guerre dei potenti, all’invasività tecnologica che controlla sempre di più i nostri comportamenti e orienta le nostre scelte.

Chiaramente come accade in ogni espansione incontrollata nascono quasi dal nulla anche tante figure poco chiare che tentano di proporre relazioni d’aiuto a fine business. Occorre quindi fare grande attenzione nello scegliere a chi affidarsi per intraprendere terapie o cammini di autoconsapevolezza, guarigione, contatto col proprio “sé” profondo. Non ci si può affidare a slogan, a promesse di cambiamento urlate o ai like nei social: chi si propone per una relazione d’aiuto, in qualunque modo avvenga, deve essere persona di comprovata serietà e deve poter essere valutata per la sua formazione e le sue esperienze.

Il campo è vasto: ci sono facilitatori nell’ambito delle costellazioni familiari, tarologi, professionisti dell’ipnosi regressiva, esperti di bellezza e nutrizione, master reiki, pranoterapeuti, bioenergeti, massaggiatori che si avvalgono di tecniche tradizionali ed orientali. Gli stessi astrologi, per certi versi, rientrano nell’ambito delle professioni d’aiuto se svolgono un lavoro che li porta a fare consulti e a entrare in contatto stretto con altre persone a cui fornire consigli e indicazioni per elaborare i propri vissuti e progettare il futuro attraverso i simboli zodiacali presenti nel tema natale individuale. 

Esiste poi la folta schiera dei coach in aumento esponenziale: alcuni arrivano dal mondo del counseling. Il coaching è sempre più mirato al risultato e a intercettare target specifici di utenti a seconda dell’obiettivo: migliorare le proprie prestazioni professionali, superare una delusione affettiva, vincere l’ansia, dimagrire. Il Life Coaching di cui l’americano Tim Robbins è uno dei massimi esponenti risponde un po’ a tutte queste esigenze. Tim Robbins che ha vissuto una problematica di salute che l’ha segnato, ma da cui ha tratto un’opportunità di sviluppo personale, mette in evidenza come i bisogni fondamentali dell’essere umano siano sei: bisogno di sicurezza, di varietà, di importanza, di amore, di crescita e di contributo: quest’ultimo è, forse, il più sottovalutato. Indica il bisogno di contribuire al miglioramento della vita altrui, di aiutare il prossimo, di fare la differenza nella vita di chi incontriamo. Nessuno degli altri cinque bisogni, per quanto soddisfatti, afferma Robbins, riesce a dare lo stesso senso di appagamento dell’ultimo, ossia l’essersi sentiti utili per qualcuno. 

Chi svolge professioni che implicano l’instaurarsi di relazioni d’aiuto avverte probabilmente egli stesso, e in misura maggiore del normale, questo bisogno di intercettare le esigenze degli altri e di poterle soddisfare mediante un approccio utile, di cura, di servizio, di guida.

Non stupisce quindi che chi è portato a intraprendere professioni d’aiuto esprima valori astrologici che occupano soprattutto il lato ovest del tema natale, ossia la parte che si sviluppa intorno alla casa 7^, co-significante degli Altri. Si possono trovare parecchi pianeti, ad esempio, nel secondo quadrante, quello che va dalla casa 4^ alla 6^; quadrante che in sé raccoglie il senso di accudimento e protezione della casa 4^, lo spirito educativo e la capacità di dare direzione della 5^, la presa in carico a livello di cura e servizi della 6^. Tim Robbins rientra proprio in questa esemplificazione: cinque pianeti su dieci, ossia la metà, occupano il secondo quadrante con uno stellium in 4^, il Sole in 5^ e Mercurio in 6^. La Luna troneggia nella casa 7^ in Ariete a sancire la sua leadership nelle relazioni, e lancia due trigoni all’11^ e alla 3^: ecco il potere nella comunicazione che ne fa un saggista e un formatore di grido.

È possibile che, specie nel caso di psicologi e insegnanti, ci sia una forte occupazione del terzo quadrante, quello che si snoda tra 7^ e 9^. Per altro la casa 8^ ha molto a che fare sia con processi di accompagnamento nelle situazioni limite, come avviene con la morte sia essa reale o simbolica, che con la trasformazione personale e la rinascita in seguito a eventi deflagranti. Non solo: la casa 8^ legata alle risorse e al denaro degli altri può spiccare nei temi di chi mette in piedi associazioni, cooperative, fondazioni che, in caso di legami con la casa 4^, la 6^ o la 12^, possono essere prevalentemente orientate a occuparsi di malattie e di supporto a soggetti emarginati.

Si può dire che il secondo quadrante tende, forse, a offrire un aiuto più “ad personam” in una relazione d’aiuto prettamente duale, di scambio tra operatore e paziente/cliente/consultante, mentre il terzo quadrante può abbracciare operazioni maggiormente collettive miranti a dare aiuto concreto sia in termini di dispensazione di conoscenze come avviene con la 9^, che a livelli di denaro come può accadere con l’8^. Si pensi, ad esempio, all’opera di molti missionari che vanno all’estero a vivere in situazioni estremamente disagiate portando soccorso a livello di istruzione, ma anche finanziario per realizzare tutta una serie di progetti.

La casa 12^ opposta alla 6^ e situata nell’ultimo quadrante può risultare utile all’interno di professioni implicanti relazioni d’aiuto, ma solo se non si perde in se stessa e riesce ad agganciarsi ad altre case che possano incanalare la sua sensibilità particolare per le situazioni di sofferenza, emarginazione, chiusura.

Una forte 12^ può portare l’Io a fuggire dal mondo e da se stesso e condurlo verso una ricerca filosofica, mistica, perfino ascetica che si svolge in solitaria e che non prevede il contatto con gli altri e con i loro bisogni delegato, da un punto di vista pratico e organizzativo, all’opposta 6^.

Chi svolge professioni d’aiuto può avere delle lesioni di un certo spessore nel proprio tema che vanno a costituire una spinta, se rese consapevoli alla coscienza e accettate come tali, a riparare negli altri ciò che si avverte come rotto in se stessi. Chi, infatti, ha una tela di fondo troppo armonica nel proprio tema natale potrebbe adagiarvisi sopra e non avvertire alcun desiderio di riscatto di tipo compensativo. Il tema di Robbins presenta, ad esempio, una dura quadratura Luna/Saturno recuperata, però, da due magnifici trigoni alla Luna stessa: uno di Giove e l’altro di Urano, il pianeta del “fare” forte indicatore di un recupero del proprio equilibrio emotivo attraverso un’azione programmata sulle emozioni altrui. Non a caso Robbins è un grande esperto di PNL, programmazione neuro linguistica, attitudine che probabilmente ha sviluppato anche a causa del suo Mercurio, pianeta della comunicazione, totalmente leso in Pesci in casa 6^.

I simboli presenti in un tema natale si esprimono sempre e più li ignoriamo più si attivano attraverso eventi esterni e persone che li vanno ad incarnare in un dato momento. Non si sfugge al simbolo ed è bene sapere che la possibilità di governare il simbolo fa parte della nostra libertà di scelta. Sapere che un nostro aspetto conflittuale, una lesione, un cortocircuito del nostro tema natale può essere sanato, almeno parzialmente, lavorando con quegli stessi simboli in sofferenza nelle altre persone, è un’opportunità che giunti a un certo livello di consapevolezza va valutata seriamente. A volte tale opportunità, se colta, può trasformarsi in una professione di successo.




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