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L'ARCHETIPO DELL'ARABA FENICE IN ASTROLOGIA

a cura di Elena Cartotto
 
Così fan tutte, un'opera buffa di Mozart, cita l'Araba Fenice nel famoso versetto: "che vi sia ciascun lo dice, dove sia nessun lo sa". Uccello mitologico dal piumaggio variopinto, le sue origini si perdono nella notte dei tempi. C'è chi la fa risalire ai popoli mesopotamici, chi dice che abbia rapporti con la Cina. La religione egizia l'ha introdotta nei suoi riti come simbolo del ciclo di nascita, morte e resurrezione.

L'Araba Fenice come archetipo continua a vivere anche ai nostri giorni sotto altre forme e lo Zodiaco l'ha naturalmente intercettata, sotto mentite spoglie, tra i suoi simboli.

Ci sono infatti persone che per loro conformazione astrologica hanno una maggiore attitudine a vivere come Arabe Fenici. Ciò è dovuto alla presenza di determinati segni, case e di particolari aspetti. Sono quelle persone che affrontano cambiamenti e trasformazioni più volte nel corso dell’esistenza, ma che riescono sempre a rinascere, come faceva l'antica Fenice, dalle proprie ceneri. E rinascono migliori, più forti e capaci di prima.

Sono soggetti che hanno l'inclinazione a vivere più vite in una vita sola. Può essere che cerchino volontariamente questo tipo di esperienze che le portano a mutare, ma può anche essere che siano costrette a subire dei rovesci di fortuna, a cadere in una voragine ineluttabile del destino. Però, poi, ricominciano, sempre.


Altri, astrologicamente costruiti in modo diverso, non hanno questa capacità di rigenerazione e preferiscono muoversi in spazi sicuri attraversando la vita, per quanto loro possibile, in modo lineare, mentre la vita di un'Araba Fenice sfugge all'apparente linearità del Tempo e segue un percorso a spirale che innalza la persona al di fuori di ogni ripetitiva circolarità. L'archetipo Fenice nel suo scendere sta già risalendo più in alto.

L'archetipo Fenice può rappresentare individui che sono in grado non solo nella propria vita, ma anche in quella degli altri, di andare oltre i confini, di traghettare singoli, gruppi, popoli verso il cambiamento e la rinascita, un po' come facevano gli psicopompi della mitologia greca che guidavano le anime dei defunti.

Chi ha dentro di sé questo tipo di valenza può svolgere professioni dove ci sia necessità di intervenire per aiutare le persone a nascere e rinascere.

Quali possono essere le caratteristiche astrologiche dell'Araba Fenice? .
Questo tipo di archetipo è associato allo Scorpione. Chi è Scorpione o ha valenze fortemente scorpioniche ha dentro di sé, già naturalmente, una tendenza a vivere in maniera più rischiosa, a lanciarsi, perché non ha paura della fine e della morte. Lo Scorpione ha già introiettato dentro di sé l'idea di un ciclo che finisce e ricomincia. Probabilmente questo è dovuto al fatto che è l'ottavo segno dello zodiaco: dalla Bilancia che lo precede e che governa l'eterno equilibrio del cosmo lo Scorpione eredita i due pesi della vita e della morte e sceglie di sondare la morte in tutte le sue declinazioni. Non a caso è il segno governato da Plutone mitologico dio degli inferi. Il mondo infero non è solo luogo di perdizione e buio, è un’altra dimensione che convive con quella a noi nota. Il sottosuolo di Ade è ricco di risorse creative; risorse a cui l'archetipo Fenice attinge per rinascere.

Chi ha un Plutone molto forte nel tema natale per congiunzione a uno dei quattro angoli (ascendente, Medio Cielo, discendente, Fondo Cielo), chi lo ha dominante (vai al nostro calcolo delle dominanti), chi ha aspetti di Plutone verso i pianeti personali, ha una tendenza maggiore ad avere attitudini ed esperienze di vita da Araba Fenice.
Plutone è il signore del cambiamento e della trasformazione profonda, mentre Nettuno, che incide anch’esso nel portare al di fuori della comfort-zone, simboleggia più l'evoluzione in un ideale abbraccio col cosmo che allarga i confini dell'Io e finisce per assorbirlo totalmente. É l'evoluzione trascendente e spirituale. Plutone, invece, resta radicato nell'Io, nella sua interiorità, fino a spingerlo al confronto con tutte le sue contraddizioni, ombre, pulsioni di morte direbbe Freud, non a caso ascendente Scorpione con Plutone angolare e dominante e Luna e Saturno in casa ottava.

Gli aspetti negativi di Plutone ai pianeti personali possono invece rappresentare proprio il contrario, ossia dei blocchi, un'incapacità di uscire da certe situazioni che si percepiscono come limitanti, mortifere, finite, perché si ha paura della trasformazione come concetto, dell'idea di una "putrefazione" dell'Io necessaria ad una nuova vita per l'Io stesso.

Tra le dodici case astrologiche quella che predispone maggiormente a un destino da Araba Fenice, di morte e rinascita, di tante vite in una sola, di costante cambiamento e trasformazione, di uscita dalla comfort-zone, è la casa ottava, la casa plutonica per eccellenza.
Va esaminata naturalmente nel suo segno e nel suo governatore, ma risulta particolarmente rilevante se è abitata da pianeti.

Pianeti in casa ottava possono indicare un’esistenza che va a cicli, che a un certo punto s'interrompe e porta in altre direzioni, sia che sia che sia il soggetto a scegliere, sia che invece subisca delle situazioni che non ha cercato. Di frequente pianeti in ottava indicano vite affettive tormentate con picchi e cadute, eredità con cui fare i conti e da trasformare in altro; eredità materiali, morali, spirituali. L’archetipo dell’Araba Fenice è collegato a una visione alchemica della vita e la casa ottava può essere vista come una casa alchemica.

Nella persona con una forte casa ottava, che è la casa astrologicamente dei nomadi, opposta alla stanzialità della casa seconda con i suoi terreni da coltivare e rendere produttivi, la spinta è proprio nomadica: si lasciano certezze, radicamenti, strade sicure, per riprogettarsi altrove e rinascere di nuovo in un ciclo eterno che non ha mai fine. Tendenzialmente chi ha una casa ottava forte non dovrebbe cedere troppo al richiamo della sicurezza, alla seduzione di una vita tranquilla, statica, programmata, perché questo renderebbe inattiva la Fenice.

Vittorio Sgarbi, di cui si parla molto recentemente per il suo ricovero a causa di una forte depressione, è un uomo Fenice con ben tre pianeti in ottava, compreso Marte in Scorpione, Plutone congiunto al discendente dalla 6, trigono a Mercurio e quadrato al Sole in Toro.
La sua esistenza negli ultimi anni è stata attraversata da tempeste e malattie che l'hanno limitato nel suo modo di operare, nei suoi spostamenti, in quella sua costante attitudine provocatoria che l’ha sempre portato a “succhiare il midollo della vita” per dirla col poeta Thoreau. Probabilmente quando non è più riuscito a vivere il suo destino da Araba Fenice, quando ha percepito l'oltraggio di un vissuto a margine, si è dato da solo la morte, perché la depressione è certamente un'espressione della morte. Chissà se l'Araba Fenice che abita dentro di lui, saprà risorgere anche questa volta.




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