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FAVOLE MODERNE : ALIEN

a cura di Lidia Fassio
 

Tra gli inquietanti miti moderni forse quelli che più suggestionano le nostre paure sono gli alieni.

Quando nelle sale cinematografiche uscì il film “Alien”, molti spettatori uscirono disgustati ma anche terrorizzati da quell’essere che nella sua immagine orrifica si mostrava però “una perfetta macchina di morte” decisa a  sopravvivere attaccando qualunque essere estraneo.

Certo, il film si concludeva con la sensazione che il mostro potesse essere sconfitto, ma al tempo stesso, lasciava anche un terribile tarlo nella mente poiché, forse, la creatura lanciata dall’astronave nello spazio, poteva anche non essere stata annientata e poteva aver trovato un’escamotage per salvarsi e ripresentarsi in un’occasione propizia.

 

Alien ha caratteristiche incredibili: sembra essere una Grande Madre tanto è sollecita e feconda e in grado di nutrire i suoi piccoli esseri orrendi e crudeli; è impressionante l’idea dei bozzoli dentro ai quali inserisce gli esseri umani catturati che diventano cibo per i suoi “cuccioli”; in questo il regista ha ottimizzato al massimo la mostruosità di un essere che ha il peggio degli insetti e degli aracnidi: zampe potenti, velocità nel movimento, possibilità di imprigionare senza uccidere le prede; capace di rilasciare un liquido che sembra un acido potentissimo che buca e dissolve la carne umana.

In una parola, Alien mostra al massimo la sua “distruttività” anche se questa resta in contraddizione con l’assoluta dedizione e protezione dei suoi piccoli.

 

In Alien colpisce la figura dell’eroina, la fantastica Ripley che ovviamente nel mito raffigura il Bene che lotta e che vince.. anche se non per sempre sul Male

Potente è l’idea di mettere un seme di Alien nel corpo di uno degli uomini dell’equipaggio della navicella Nostromo atterrata su un pianeta totalmente sconosciuto; li aveva incontrato il mostro e dopo aver ripreso il viaggio si trova a dover lottare ancora con l’essere che, incubato, schizza fuori dal corpo del povero astronauta morto.

L’eroina a questo punto, pur di salvare il mondo e il pianeta da una simile calamità combatte senza tregua non solo contro l’alieno ma anche contro la Società padrona dell’astronave che, manco a dirlo, vuole a tutti i costi che l’alieno venga mantenuto in vita e riportato a terra disinteressandosi totalmente della vita del suo equipaggio.

 

Non c’è che dire, nel film sono presenti tutti i temi eroici: il Male; un male che non è solo personale ma collettivo che rischia di diventare una pandemia se solo fosse portato sulla terra; un male che distrugge inesorabilmente e con estrema facilità… la cui  potenzialità riproduttiva è intensa e veloce e avviene a scapito del popolo contro cui combatte; a quel punto serve un Eroe buono che sia in grado di lottare, che non abbia paura e che sia pronto, in ultima analisi,  anche alla “donazione di sé” se questa dovesse essere la sola possibilità per salvare il mondo.

 

Alien incarna una delle paure più remote ed autentiche dell’uomo: non solo è un essere mostruoso, qualcosa di sempre vivo nell’immaginario collettivo che, proietta sul mostro i contenuti distruttivi, ma, in questo caso, lo vede anche  arrivare dallo spazio; oggi che più o meno tutti i meandri terrestri sono stati visitati e conosciuti, le paure dell’uomo si spostano più lontano andando a scovare i mostri nell’universo; l’uomo immagina che vi siano altri mondi da cui possono giungere – salvo rarissime eccezioni - solo creature terrificanti, con un potenziale immenso, sempre pronte ad attaccare se solo minimamente si molla la guardia.

 

Di tutti i mostri sicuramente Alien è quello che sta stipato nel più profondo del nostro inconscio è dunque il più temibile anche perché, a differenza degli altri mostri costruiti dal cinema, è capace di riprodursi e di trovare vere alternative per sopravvivere.

Il dramma che propone Alien sta, infine, nell’assoluta non certezza di poterlo sconfiggere…e, proprio in questo tema possiamo vedere appieno il simbolismo dell’oggetto persecutorio interno che, quando si insinua, disorganizza la parte buona che non crede di essere in grado di sconfiggerlo definitivamente.

 

Nel film l’Alieno ha capacità di nascondersi nell’ombra, di insinuarsi dentro ai corpi e questo richiede da parte degli uomini una continua vigilanza; Alien è rapido, veloce, appare all’improvviso, colpisce e distrugge; è in grado di rigenerarsi e di riorganizzarsi..

Come non vedere in questo una sorta di angoscia continua e mortale; il film infatti propone un tema di ansia quasi claustrofobica che può essere assimilabile a  certi contenuti  paranoici che possono attaccare la psiche umana nello stesso modo: non si preannunciano, appaiono, colpiscono e poi scompaiono in attesa di una nuova organizzazione.

 

In questo film è predominante l’elemento femminile: i maschi sono decisamente sotto tono: anche l’astronave pare essere una sorta di “mamma - utero” che dovrà proteggere il viaggio di ritorno dell’eroina;  l’astronave che si chiama NOSTROMO è comandata  da  un computer che si chiama “Mother” che però mostra tutta la sua ambivalenza quando, a tutti i costi, cerca di condizionare l’equipaggio a portare a terra l’alieno in modo da poterne studiare le potenzialità.

 

La conclusione del film vede Ripley che, dopo aver espulso nello spazio l’alieno ed aver salvato temporaneamente l’umanità, si lascia facilmente andare ad un sonno ristoratore richiudendosi dentro al suo “utero”, affidandosi all’astronave che la riporterà sulla Terra. E’ quasi una visione uroborica circolare.. perché il film già iniziava con l’intero equipaggio che dormiva.

 

Certo Alien può essere visto in termini psicologici come una sorta di attacco a  sorpresa del “rimosso” quando, senza preavviso, compare minaccioso e pronto a distruggere. Così sarà fino a quando non lo si potrà guardare negli occhi pronti a conoscerlo per poi integrarlo. 

Per questo il film ci lascia con una grande paura.. l’alieno infatti viene espulso  “rimosso” ancora una volta nello spazio infinito “lontano dalla coscienza” in quel luogo potente che si chiama “inconscio profondo” luogo nel quale giacciono tutti i mostri che l’umanità ha prodotto, pronti a rigenerarsi e a  ripresentarsi ancora una volta agli occhi impauriti di viaggiatori incauti.

 

Nessuno meglio degli alieni può incarnare oggi la paura dell’ignoto, dell’ombra e di ciò che non si conosce che, manco a dirlo, deve essere brutto, stile insetto o al meglio con le scagliettine verdi.




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