ASTROLOGIA IN LINEA
ASTROMAGAZINE - RUBRICHE - Astrologia e fiori di Bach

FIORI DI BACH : I SECONDI DICIANNOVE RIMEDI

a cura di Corrado Nieli
 

Lasciata Cromer nella primavera del 1934, Bach si trasferì nella sua ultima dimora, a Sotwell un paese nella contea dell’Oxfordshire. Qui vivrà fino alla morte nel novembre del 1936. Durante tutto il ‘34 scoprì un solo rimedio: Wild Oat. Fu un anno di relativa quiete, nel quale si dedicò a lavori di falegnameria e di sistemazione della nuova casa, costruendo buona parte dei mobili per sé e per alcuni suoi assistenti, senza l’uso di altro che il legno dei vicini alberi. Il lavoro manuale, assorbendo la sua crescente inquietudine per il nuovo periodo di intenso lavoro che si stava avvicinando, lo lasciava tuttavia libero di pensare. Infatti, per quanto riguarda il lavoro sui fiori, non era che la quiete prima della tempesta: da marzo a luglio del 1935 scopri i rimanenti diciannove rimedi! Quasi uno alla settimana. Quelli fin qui trovati avevano richiesto un periodo complessivo di circa sei anni.

In questa fase rivolgerà la sua attenzione a forze spirituali sempre più potenti, alla fine saranno: dodici alberi, tre cespugli e due piante.

La modalità, già presente in passato, secondo la quale prima di trovare un nuovo rimedio accusava su di sé, spesso violentemente, i sintomi che il rimedio avrebbe guarito, si intensificò moltissimo in questa fase finale del suo lavoro e della sua vita. Credo che questo estenuante processo lo avesse debilitato molto, conducendolo verso la fine della vita, soddisfatto però d’aver completato la sua opera su questa terra. La consapevolezza d’essere riuscito a donare al mondo un metodo semplice, ma estremamente efficace per alleviare la sofferenza e riallineare quelle che lui definì Anima e personalità, gli davano una grande gioia e speranza nel futuro. Oggi si ragiona spesso in termini di quantità, così sembra che conti più il quanto si vive piuttosto che il come. Bach visse “solo” cinquant’anni, ma non smise mai di perseguire il suo progetto con la determinazione di un autentico saggio, capace di seguire i dettami della propria Anima, senza lasciarsi distrarre dal mondo, ed utilizzando gli ostacoli della vita come stimolo e conferma della propria forza. Certamente la vita di Bach non può essere giudicata dalla conta dei suoi anni nel giorno della morte.

In questa fase più che mai prima, l’individuazione di un nuovo fiore era preceduta dalla percezione dello stato emozionale che avrebbe curato. Fu una fase estremamente intensa e senza soste, perché quando veniva travolto da un nuovo stato d’animo, era spinto da una forte pulsione a trovare la pianta in grado di riportarlo ad uno stato di equilibrio. Mentre per i primi diciannove rimedi seguì delle idee e delle teorie, più volte riviste, sempre nell’intento di raggiungere la massima semplicità, da questo punto in poi fu guidato quasi esclusivamente dall’intuito e dalla pulsione del momento, nonché dalla sua straordinaria empatia per ogni forma di vita.

Su questo punto vorrei soffermarmi un attimo, perché credo che raramente proviamo ad immedesimarci nel cuore di un uomo così sensibile ed altruista. Nora Weeks, la sua biografa, scrive: “Per alcuni giorni prima della scoperta di ogni nuovo rimedio, egli soffriva dello stesso stato mentale per il quale quel particolare rimedio era adatto e soffriva così intensamente che coloro che lo circondavano si stupivano di come fosse possibile soffrire così tanto senza uscire di senno; non solo egli provava terribili sofferenze mentali, ma spesso si ammalava anche fisicamente in forma grave”. La fede, il coraggio e la forza interiore necessarie per superare queste prove erano sostenute dal suo profondo desiderio di alleviare le sofferenze del prossimo. Nora Weeks riferisce: “...la sua sensibilità era tale da renderlo consapevole delle malattie e delle sofferenze di un paziente, diverse ore prima che questi raggiungesse la sua casa.., ma questo, pur facendolo soffrire, gli dava una tale capacità di comprensione e una tale affinità coi suoi pazienti che questi si sentivano immediatamente aiutati e confortati dalla sua intima conoscenza delle loro condizioni”. Non credo che ci sia da aggiungere molto alla forza di queste parole, se non la speranza che un giorno tutti coloro che si occupano del benessere altrui siano capaci e formati per ascoltare davvero i loro pazienti.

Un’altra importante novità è il secondo metodo di preparazione del rimedio. Dopo l’esposizione alla luce solare, in questa nuova fase, Bach utilizzerà quasi esclusivamente il metodo della bollitura. Questo cambiamento è dovuto al fatto che scoprì i primi rimedi di questa serie in un periodo nel quale la forza del sole era ancora troppo debole: “...il sole di marzo, che ancora si muoveva nella costellazione dei Pesci.., non aveva la forza che esprime quando brilla dalle regioni più elevate dello zodiaco”. - Scheffer.

Fu così che dopo aver sopportato una feroce sinusite, accompagnata da una persistente emicrania, tanto intensa da portarlo a pensare di perdere la ragione, scoprì nel marzo del 1935 il primo degli ultimi diciannove: Cherry Plum, il fiore della tranquillità interiore per coloro che temono di uscire di senno. Lo assunse e il mattino dopo era completamente guarito. Ma di questo rimedio parleremo nel prossimo articolo.

Vorrei chiudere ricordando quanto salda fosse la sua determinazione nel voler insegnare alle persone come curarsi da sole. Questo desiderio è stato il filo conduttore di tutta la sua ricerca, e la sua più intima preoccupazione personale nello svolgimento del suo lavoro, sempre nella consapevolezza che quelli che chiamiamo “difetti” sono il grido d’aiuto di chi ha una qualità da esprimere e non riesce ad esprimerla.

Nel gennaio del 1936, a seguito dell’ennesimo richiamo da parte dell’Ordine dei Medici, Bach gli inviò quest’ultima lettera, alla quale non seguì più nessuna comunicazione né venne preso provvedimento alcuno nei suoi confronti.

Al presidente dell’Ordine dei Medici

Egregio Signore,

avendo ricevuto la notifica da parte del Consiglio dell’Ordine riguardo alla mia attività con assistenti non qualificati, è giusto che vi informi del fatto che in effetti questo è vero e che continuerò a farlo.

Come peraltro avevo già comunicato all’Ordine, io penso che sia privilegio e dovere di ogni medico insegnare a tutti come guarire se stessi.

Si ritenga pertanto libero di prendere, al riguardo, qualsiasi decisione riterrà opportuna.

Avendo dimostrato che i fiori di campo sono semplici da usare e hanno poteri curativi meravigliosamente efficaci, io ho abbandonato la medicina ortodossa.

Cordialmente

Edward Bach

 

Come tutti i grandi uomini, Edward Bach è un esempio per l’umanità, un esempio di una possibile futura umanità.




Copyright (c) 2003 Astromagazine - la rivista di Astrologia in Linea - Tutti i diritti riservati