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FIGLI E MULTIETNICITÀ

a cura di Lidia Fassio
 

Ormai da anni i nostri figli, andando all’asilo o a scuola si trovano a contatto con bambini di altre culture e, ovviamente, devono imparare a convivere con usanze e costumi diversi ma anche e soprattutto con mentalità e valori diversi. Non è facile quando si è piccoli affrontare questo tema anche perché, soprattutto nella fase dell’età elementare, ogni bambino vorrebbe avere accanto persone uguali a lui perché questo rassicurerebbe il bisogno di “uniformità” tipico di questa età.

 

Certo, in questo difficile processo saranno proprio le famiglie e, in seconda battuta la scuola, a dover fare il massimo sforzo per insegnare alle nuove generazioni a fronteggiare le situazioni che inevitabilmente si presenteranno in modo tale  da  abituarli a percepire le differenze come qualcosa che è bene comprendere perché arricchisce la vita anche quando presentano problemi nell’immediato.

 

Infatti, man mano che ci addentriamo nell’Era dell’Acquario, sarà sempre più inevitabile la multiculturalità per cui sarebbe bene che i bambini iniziassero fin da piccoli a sviluppare amicizie e contatti regolari con persone e famiglie di altra etnia, in modo da poter creare dei modelli di interazione positivi, cosa che aiuterà moltissimo a traghettare verso un futuro libero da ombre.

 

Se un tempo lo “straniero” poteva incuriosire ma restava comunque un’eccezione, oggi non possiamo più restare dentro a questo concetto: la presenza di Plutone, Nettuno e Urano per tanti anni rispettivamente nei segni del Sagittario, dell’Acquario e dei Pesci ci stanno mettendo di fronte ad un processo irreversibile: quello della migrazione, dell’integrazione e della convivenza tra persone di razza, religione e cultura diverse dalla propria a cui spesso fa seguito una diversa condizione economica.

 

I casi che ogni giorno leggiamo nella cronaca sono dovuti non solo alla nostra difficoltà di rapportarci con persone che hanno una mentalità diversa dalla nostra, ma anche dal fatto che loro stessi faticano ad integrarsi proprio perché vedono in noi persone un po’ troppo libere e senza valori, incapaci di tener conto della famiglia e del clan per cui ci avvertono come pericolosi perchè vorrebbero che i loro figli – ed in particolare le loro figlie -  restassero incontaminate dalle nostre abitudini e dai nostri modi di vivere.

 

Questo  è chiaramente impossibile perché sappiamo che la forza di integrazione sta proprio nei giovani e, in particolare, nelle seconde e terze generazioni nate all’estero: gli anziani sono quelli che restano ancorati alle tradizioni che rappresentano le loro sicurezze per cui vorrebbero portarle anche nei nuovi paesi dove si trasferiscono; i giovani invece, hanno una mente molto più flessibile, desiderano appropriarsi immediatamente di ciò che trovano nel paese in cui nascono e restano assolutamente colpiti da tutto ciò che è nuovo e,  soprattutto, restano colpiti dalle manifestazioni di libertà e di indipendenza dei nostri giovani.

 

Per favorire un dialogo tra gli anziani e i giovani della stessa comunità si potrebbe pensare a creare una forza di “mediazione” in grado di evitare da un lato i casi tragici quali quello di Hina, la ragazza pakistana che si è trovata da sola a fare da cuscinetto tra il suo desiderio di vivere all’occidentale e la sua famiglia che l’accusava di essere una figlia senza morale che causava disonore all’intera comunità; dall’altro una risorsa che favorisca una miglior capacità di riduzione delle tensioni che inevitabilmente si sviluppano tra  generazioni diverse.

 

Se non si correrà ai ripari, fatti di questo genere ce ne potranno essere altri in quanto l’impatto tra culture non è semplice, soprattutto tra quella musulmana e quella occidentale, a maggior ragione quando si tratta di giovani ragazze che scalpitano per potersi liberare di certe leggi capestro che le imprigionano dentro a schemi a cui potevano sottostare le loro madri, ma non certo loro stesse.

 

Questi saranno problemi che ci troveremo ad affrontare pressochè ogni giorno, soprattutto con alcune comunità che sono, per ovvi motivi, più lontane da noi da un punto di vista culturale e religioso. Sarebbe però bene che, per costruire una reale società multietnica, fossero proprio i bambini ed i ragazzi i primi ad essere educati al riconoscimento della diversità ma, perché questo accada, saranno gli adulti a doversi mettere a nudo verificando i loro effettivi pregiudizi ed aprendo strade di tolleranza e di dialogo.

 

E’ inevitabile che, andando a scuola, i nostri figli incontrino non solo gli stranieri, ma anche bambini che arrivano da famiglie razziste ed è da li’ che bisogna cominciare discutendo apertamente di queste tematica in casa, in modo da non lasciare che tutto accada fuori senza che vi sia un reale confronto con le persone che  vivono accanto e che hanno il compito di passare dei valori autentici.

 

Proprio perché si aprano nuove possibilità occorre riuscire a far comprendere che, così come vi deve essere assoluta tolleranza per mentalità e culture diverse, deve essere chiaro che non vi deve invece essere tolleranza per atteggiamenti razzisti che tendano a svalutare chi viene da fuori; infatti, la necessità di non riconoscere l’altro indica che c’è ancora una radicata paura circa i nostri valori di fondo che, se è giusto che vengano da noi sostenuti, non possono però essere giudicati superiori o migliori perché questo è l’inizio di ogni processo di aggressione e di scontro e non favorirà mai un incontro ed integrazione.

 

E’ importante riuscire a rassicurare e far comprendere ai nostri figli che sono privilegiati in quanto non sono loro a dover affrontare il difficile percorso di integrazione, facendo passare altresì l’idea che, per qualsiasi essere umano, la discriminazione è un atto terribile perché emargina e fa sentire inferiori.

 

Certo, a volte il razzismo è esplicito e così, anche il ragazzo che viene educato a non temere la diversità si trova inevitabilmente a confrontarsi con coetanei che la pensano diversamente; a volte tuttavia non è così chiaro l’atteggiamento razzista, ma vi è invece una ostilità che viene coperta con gli alibi più diversi e più difficili da verificare tipo la presunta arretratezza e l’inferiorità di una razza rispetto ad un’altra; in altri casi ancora i pregiudizi sono meno forti, ma non per questo meno fastidiosi e dolorosi per chi è costretto a subirli: ricordo il caso di una ragazza somala che era nella nostra classe nella scuola media che veniva spesso tacciata di “essere sporca” perché le palme delle sue mani, a detta di altre ragazze, restavano macchiate di marrone.

 

Anche quelli che possono sembrare peccati veniali rispetto ad un accentuato razzismo che comporta anche una sorta di aggressività, producono sempre un senso di emarginazione e accompagnano a sviluppare sentimenti di inferiorità in qualunque essere umano, minandone i fondamenti più profondi dell’identità.

 

L’Era dell’Acquario ci ricorda che è quella in cui devono essere abbattuti i pregiudizi razziali, etnici, filosofici, religiosi e culturali appartenenti al Toro – casa IIa; ci ricorda che in una società vera ed autentica tutti gli individui sono importanti perché portano ciascuno qualcosa di irripetibile che aiuta tutti  a crescere; ci ricorda che ogni individuo ha qualcosa di speciale e possiede una identità assolutamente unica, vero sale della condivisione e della cooperazione; ci ricorda, infine, che la paura della diversità genera lotte di potere e crea categorie di perdenti che, a loro volta, tenderanno in qualche modo a diventare a loro volta vincenti.

 

La società multirazziale è una società da casa XIa in cui vi devono essere pari opportunità per tutti in quanto ognuno è diverso e può fare qualcosa di speciale per la comunità in cui vive. Questo tipo di società parte dalla Bilancia casa VIIa, ovvero dalla capacità di cominciare proprio dalla scuola ad aprirsi ad un vero  confronto con gli altri e a comprendere che tutti possono avere qualcosa da mettere in comune; è la società che si basa su principi di solidarietà anziché di competizione e che, pertanto, è intenzionata a  promuovere dialogo e superamento di quelle  barriere che creano differenza ed emarginazione.

 

Forse siamo ancora lontani da tutto ciò ma sicuramente i giovani sono i più vicini a questo tipo di pensiero: già vediamo che sono proprio i giovani che, innamorandosi, superano certe barriere e finiscono per dar vita a matrimoni misti in cui le razze inevitabilmente si fondono dando vita a bambini che apparterranno ad entrambe le etnie. Solo così, nel tempo, si supereranno tutti i pregiudizi proprio perché le nuove generazioni avranno sempre più spesso genitori di razze diverse e dovranno trovare una modalità per avvicinarsi e dialogare per evitare la scissione interna oltre che quella dei due gruppi.

 

La lunga presenza di Nettuno in Acquario favorisce tutto ciò perché tende a dissolvere le barriere e a creare punti di unione; indubbiamente Nettuno utilizzato senza consapevolezza può essere invece fonte di grande confusione e creare fanatismi e obnubilamenti di coscienza.

 

Le prime generazioni multietniche saranno le più svantaggiate in quanto ognuno dei gruppi è ancora molto  insicuro e, come tale, crea barriere protezionistiche che dovranno poi cadere e lasciare il posto alla reale conoscenza ed integrazione; saranno comunque veri e propri pionieri che avranno fatto da battistrada per un nuovo rinnovamento sociale.




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