L’adolescenza è una fase di età che ha molto in comune con il segno dello Scorpione e con la cosignificante casa ottava; in effetti, questa fase viene detta “liminale” che indica un processo durante il quale si è su un crinale in quanto non si è più bambini, ma non si è ancora adulti e, pertanto, si è in bilico tra il bisogno di rendersi autonomi affrancandosi dall’autorità genitoriale e quello di essere ancora totalmente dipendenti dalla famiglia, a maggior ragione oggi che, dal punto di vista economico si raggiunge la maturità a 30 anni e spesso oltre.
E’ un’età in cui si è “adulti” fisicamente ma non “psicologicamente” il che comporta una serie di incertezze circa il futuro e circa l’identità che in questi anni si va lentamente formando.
Chiaramente, i passaggi più importanti dell’adolescenza restano quello della differenziazione dalla famiglia e quello dell’individualità che prende forma proprio per opposizione ad essa costruendo dentro di sé modi di pensare e valori che riflettano il mondo personale e non quello familiare.
Indubbiamente, di tutte le fasi della vita, quella dell’adolescenza è tra le più problematiche ed è sicuramente quella in cui si presentano con più forza ribellioni, timori ed inquietudini.
Negli ultimi anni la ribellione è stata meno visibile: non si contesta più pubblicamente come è accaduto ai giovani degli anni 68 – 70 tuttavia, la ribellione è presente ed è altrettanto forte anche se si manifesta come “trasgressione a vari livelli” e “opposizione” a ciò che la famiglia ha trasmesso sotto forma di valori e di principi.
E’ un’età di grandi turbamenti ma, da un punto di vista psicologico, è anche l’opportunità di andare a rivedere e ricapitolare tutte le fasi infantili elaborando e spesso risolvendo, le tappe non risolte.
Ciò che crea molta inquietudine è l’apparire sconvolgente della sessualità che prorompe e occupa uno spazio notevole nella mente sia dei maschi che delle ragazze: a volte le spinte sessuali sono così impellenti da mettere in gioco spinte regressive altrettanto forti per arginare i timori degli improrogabili cambiamenti del corpo.
In questa fase è molto presente anche il tema della bisessualità che spesso, soprattutto nei maschi, viene sconfessata e tenuta a bada per timore di non essere accettati; in realtà è una fase in cui è importantissimo il contatto con le persone dello stesso sesso perché queste aiutano a forgiare l’identità.
Ormai le prime esperienze sessuali avvengono molto precocemente ma sappiamo anche che non sono sempre accompagnate da sentimenti forti come l’innamoramento giacchè, in molti casi, avvengono esclusivamente perché bisogna fare quell’esperienza per sentirsi “grandi” e “adulti”.
Il bisogno più impellente è però quello di crearsi “il gruppo”, di trovare compagni di strada con cui poter parlare dei problemi che imperversano a tutto campo: l’amico del cuore, il gruppo dei pari, i compagni di classe; tutti sono una possibilità di allontanarsi dall’ambiente familiare e di crescere.
In questo periodo – che va dai 15 ai 18/20 anni – vi saranno conflitti profondi sia interni che esterni, soprattutto con le figure genitoriali; in effetti, ci sono ancora grandissime sacche di immaturità che sono causa delle grandi insicurezze che vengono quasi sempre ipercompensate con atteggiamenti sprezzanti di superiorità e di aggressività.
Oggi sicuramente inizia prima di un tempo.. almeno da un punto di vista delle esperienze “fisiche”: infatti oggi i ragazzi escono di più, hanno quasi tutti il motorino, vanno in discoteca e godono di un notevole benessere economico che può permettere loro attività esterne un tempo assolutamente impensabili.
Tra le altre cose, oggi c’è molto meno timore dell’autorità e questo fa si che si possano fare delle “trasgressioni” diverse da quelle di un tempo. Le migliorate possibilità economiche in questo periodo producono tra l’altro un fenomeno un tempo impensabile: quello di poter restare a lungo in questo stato, prolungandolo all’inverosimile.
Un tempo a 18 – 19 anni si era clamorosamente fuori dall’adolescenza – tranne in alcuni casi sporadici che riguardavano però le classi sociali più abbienti. Nessuno poteva pensare di restare a lungo iscritto a scuola senza studiare in quanto nessuno veniva mantenuto se non dava risultati concreti. Oggi ci sono tantissimi adolescenti che vagano, che fanno pochissimo e che, tuttavia, possono continuare a mantenere questo stato senza neppure troppe difficoltà.
Ciò è dovuto anche all’idea di un futuro molto più incerto in quanto viviamo in una società che fatica ad integrare i suoi giovani e che cerca di parcheggiarli il più a lungo possibile prima di lasciarli approdare al mondo del lavoro.
Il problema è che molti genitori sono rimasti anch’essi “psicologicamente adolescenti” e quindi non riescono ad essere dei veri punti fermi per i loro figli concedendo troppo e mettendo troppi pochi limiti. Nonostante questo, i conflitti sono sempre presenti anzi, meno un genitore è in grado di porsi come guida e più l’aggressività sarà presente in quanto i figli si sentiranno in balia del mondo oltre che di sé stessi e la paura aumenterà l’aggressività.
La contrapposizione è fortissima proprio laddove il genitore sembra comportarsi come “l’amico”; non è infatti questo di cui hanno bisogno i ragazzi; essi devono potersi affermare anche attraverso la contrapposizione che è tipica di questa età ma, il genitore, deve mantenere ferme le sue certezze perché aiuteranno i figli a trovare le loro.
Per assurdo oggi abbiamo un’adolescenza lunghissima e, per converso, un’infanzia brevissima: i bambini vengono letteralmente rapinati della loro infanzia e spinti a mettere in scena comportamenti tipici degli adulti: sport, trucchi particolari, vestiti da adulti ma anche videogame e ragionamenti che sono “da grandi”; è come se non potessero godere della loro età perché questa sembra superata.. o meglio, presente solo nelle favole ma in realtà fa paura.
Così i bambini imitano gli adulti che, dal canto loro, sono convinti che i loro figli siano bravissimi perché fanno cose “in anticipo sulla loro età”, dimenticandosi che, invece, questo non è per niente positivo in quanto ruberà loro uno spazio ed un vissuto di cui sentiranno a lungo la mancanza.
Le difficoltà e i contrasti più grossi avvengono oggi per le crescenti richieste di libertà che i ragazzi fanno alle loro famiglie; è difficile mettere delle proibizioni in quanto le trasgrediscono e, se non lo fanno apertamente, si creeranno i loro spazi imparando a mentire circa le loro frequentazioni; i pericoli sono tanti e creano forti timori: la droga è uno di quelli; poi c’è l’alcool, l’andare in discoteca accompagnati magari da qualcuno che, essendo un po’ più grande ha già la macchina; la sessualità mista a promiscuità e i pericoli che da essa derivano quali la pornografia, la pedofilia e il rischio di fare esperienze traumatiche da cui poi è difficile riprendersi.
Oggi mancano le tenere esperienze affettive e, al loro posto, ci sono quelle sessuali che però non accompagnano nelle stesso modo a scoprire sé stessi.
E’ difficile inoltre il confronto tra virtuale e reale: oggi tutto è informatizzato e virtuale e la realtà occupa sicuramente un posto molto meno valido nella vita per cui i ragazzi hanno in genere molta confusione tra ciò che si può fare e ciò che, invece, non è possibile.
E’ però in questo periodo che i rapporti con la famiglia si incrinano: in genere vi sono litigi che si scatenano per le cose più banali: l’ordine in casa, lo studio, il modo in cui rispondono, lo studio ecc; la comunicazione diventa impossibile a causa dell’irritabilità e della permalosità dei figli che, tra le altre cose, o sono fuori o stanno rinchiusi nelle loro camere giornate intere con grande disappunto delle madri che, all’improvviso, hanno la sensazione di non riconoscerli più e di non sapere più chi sono e cosa pensano.
Certo, da un lato è bene abbassare il controllo, anche perché, oltre a non servire a nulla li fa imbestialire; già loro oscillano tra il controllo delle emozioni e l’esplosione delle stesse ma, ciò che è fondamentale per i ragazzi è poter affermare quell’“io sono io” che suona soprattutto come un “non sono te” che diventa imprescindibile. E’ importante capire che sarà proprio questa aggressività anche eccessiva ad accelerare i tempi di attraversamento di quel tunnel che li porterà dalla dipendenza totale ad una via di crescente autonomia.
La lotta è soprattutto con la madre.. che è “il porto sicuro”, quel punto di riferimento in cui spesso il ragazzo si è rifugiato e che ora diventa scomodo ma, soprattutto, da rifiutare perché potrebbe intrappolare.
In questo periodo si attiva per entrambi i sessi l’archetipo dell’eroe che spinge a lottare contro qualsiasi invischiamento familiare: è il “lasciare la casa genitoriale” presente in tutti i miti eroici; chiaro che la lotta più forte è proprio nei confronti della madre che, nella psiche di ogni giovane è vista come “potente ma anche ambivalente”. L’archetipo materno si colora in questo periodo di tratti “stregoneschi” ed è per questo che la lotta diventa feroce, quasi ossessiva nel suo procedere.
Se i genitori e soprattutto la madre comprenderanno che la guerra non è con loro ma con gli archetipi che i ragazzi hanno nella psiche, allora la situazione verrà contenuta e i figli sapranno riconoscere tutto ciò che i genitori sono ed hanno dato non appena saranno passate le grandi bufere. Se invece i genitori considereranno l’ostilità sul piano personale allora i rapporti potranno anche diventare così tesi da non risanarsi mai del tutto.
Ancora una volta bisogna comprendere che “crescere è difficile” e quest’età rappresenta la sfida più importante della vita.