Non è facile crescere i figli in quanto, tutti i genitori, sono sempre in bilico tra il dare molto e il non dare, il proteggere e lo stimolare, il permettere e il proibire e, tra questi timori interni si finisce per fare errori più o meno gravi che possono poi incidere sulla vita e sul futuro dei figli.
Si tende a pensare che quando sono molto piccoli sia tutto più facile; si immagina che i cuccioli abbiano bisogno di amore e di protezione e che tutto venga poi naturalmente senza generare molti conflitti. In realtà, le abitudini e i comportamenti dei primi anni di vita sappiamo che generano schemi che si consolidano e diventano vere e proprie immagini interiori che funzioneranno automaticamente compromettendo a lungo le scelte e l’accesso al cambiamento.
I problemi ovviamente si presenteranno ancora più pressanti allorchè i ragazzi arrivano all’adolescenza quando, le accresciute esigenze interne, li spingono a volere e pretendere sempre di più in termini di libertà e di concessioni e, di conseguenza, finiscono per fare pressione sui genitori per ottenere sempre di più e, questi ultimi, finiscono con il trovarsi come messi in croce tra dilemmi di grandi e piccola entità.
Concedere o non concedere, incentivare o limitare sono dunque gli interrogativi più presenti nei genitori; certo, non è facilissimo rispondere, non almeno in termini di un semplice si o no. Possiamo però fare una serie di ragionamenti che potrebbero dare degli spunti interessanti al fine di aiutare a tenere comportamenti il più possibile appropriati alla situazione e ai bisogni dei figli.
Una cosa fondamentale è pensare che i figli hanno bisogno di crescere e, pertanto, lo potranno fare solamente se saranno stimolati a fare esperienza, a sperimentarsi e a testarsi su ciò che sanno fare. La parola sembra facile da comprendere ma in realtà è complessa perché, per fare esperienza occorre che ci sia un vissuto, una capacità di elaborarlo e, infine, la possibilità di trarre una sintesi che verrà poi interiorizzata.
Sul dizionario alla parola esperienza c’è scritto: “conoscenza diretta delle cose acquisita nel tempo per mezzo della pratica”.
Esperire vuol dire quindi “vivere e provare” e, pertanto, possiamo fin da ora pensare che non è possibile crescere e diventare adulti se non vi è possibilità di sperimentare qualcosa in prima persona.
In effetti, l’essenza stessa della vita ci pone in continuazione davanti a dilemmi: non è che solo quando si è giovani o quando abbiamo dei giovani in casa possiamo trovarci con questa problematica, giacchè tutti noi continuiamo ad avere bisogno di fare esperienza e, giorno dopo giorno, ci troviamo di fronte a situazioni nuove che ci offrono sempre nuove opportunità di crescere e di comprendere: in una parola, di “fare esperienza”.
Tutto questo deve essere possibile soprattutto per i figli: non è che ad essi deve essere negata l’opportunità perché, nel caso, li andremo a privare di qualcosa di veramente importante per la loro crescita.
Così, fin da quando sono piccoli i nostri figli hanno diritto a fare le loro esperienze perché solo in questo modo impareranno a comprendere la loro forza, le loro capacità e ciò che, veramente, hanno dentro e, in ultimo, acquisiranno sempre nuove capacità.
I bambini sono spesso mossi da spinte ambivalenti: hanno infatti slanci e paure e, proprio in questo spazio si deve inserire il genitore che non deve mai scoraggiare gli slanci inserendo tuttavia una nota di sostegno e prudenza che aiuterà il figlio a fare una buona valutazione.
E’ molto evidente questo comportamento infantile giacchè quasi sempre quando un bimbo fa un grosso salto evolutivo ed apprende a fare qualcosa di nuovo, sembra avere subito dopo una regressione e tornare indietro: questo non deve mai essere interpretato negativamente in quanto si starà solamente concentrando per riprendere forze e andare ancora più avanti.
In questo contesto è importante che il bambino venga sostenuto e rassicurato rispetto alle sue paure e, al tempo stesso, è bene valorizzare in lui la parte più intraprendente in modo da incoraggiarla e renderla forte.
Lo scopo di entrambi i genitori deve andare nella direzione di favorire l’indipendenza anche se, per raggiungere questo obiettivo, spesso sono necessari anche comprensione, rassicurazione e sicuramente fermezza.
Senza dubbio la capacità di un genitore starà nel saper valutare quali sono le esperienze che il figlio può fare comprese quelle che, magari, richiedono uno sforzo maggiore senza che questo metta a repentaglio la sua sicurezza e la fiducia nella scoperta delle nuove capacità.
Non c’è dubbio che il bambino deve godere e considerare importanti le sue spinte verso l’autonomia: se così non fosse non inizierebbe neppure a camminare e, così come nell’occasione il genitore aiuta e sostiene ma al tempo stesso stimola a provare e riprovare, altrettanto dovrà fare per tutte le altre esigenze di maggior autonomia che il bambino presenta.
In effetti uno dei punti estremamente difficili per un bambino è avvertire che il genitore entra in ansia di fronte ad una sua avventura o al suo bisogno di maggior autonomia: è come sentirsi mancare la terra sotto i piedi e non avere il sostegno proprio quando più servirebbe; ancor peggio è avvertire che il genitore non desidera la sua autonomia e che, in realtà, cerca di limitarla; queste cose lo candideranno a ritirarsi e a ritornare indietro proprio nel momento in cui la vita lo richiama alla crescita con tutte le spinte che sente da dentro con gravissime ripercussioni nella vita adulta allorchè si troverà a dover affrontare sfide molto più grandi.
Astrologicamente parlando le opposizioni tra la IV e la X riportano spesso difficoltà di questo genere e situazioni di fragilità interiore che, un giorno, creeranno problemi proprio nel settore dell’autonomia e dell’autorealizzazione.
Questo asse, come tutti sappiamo, è anche quello “genitoriale”; un’opposizione tra due pianeti su queste case implica una forte tensione all’interno dell’ambiente familiare e tra i due genitori e, in queste circostanze, spesso è mancato il supporto adeguato al figlio.
Soprattutto quando un bambino non è molto intraprendente può trovarsi veramente in panne di fronte ad atteggiamenti tentennanti della madre in quanto gli verrà a mancare proprio quella rassicurazione che, invece, sarebbe estremamente necessaria a fargli superare le difficoltà.
A volte anche un comportamento eccessivamente stimolante (senza una reale capacità di comprendere le effettive possibilità del bambino) può essere deleterio: in effetti è negativo spingere eccessivamente un bambino che ha ancora paura e che non crede ancora di avere gli strumenti per affrontare qualcosa in particolare. Sarà proprio la sensazione di amore e di comprensione che potrà ridargli quel senso di fiducia che lo farà riprovare.
Come sempre non è facile individuare il giusto comportamento ma, se si comprende bene di che pasta è fatta il bambino, di certo non si faranno grandi errori.
L’adolescenza presenta problemi ancora più complessi in quanto, senza dubbio, i rischi a questa età possono essere molto più elevati di quelli che si corrono con un bambino più piccolo.
A questa età i ragazzi tendono a mordere il freno e a non stare dentro ai limiti: è l’età stessa che porta a questo giacchè i ragazzi si sentono improvvisamente grandi con un grandissimo desiderio di liberarsi di tutti i limiti e, soprattutto, dell’autorità, provando anche cose che possono essere pericolose.
Anche in questo caso non tutto è facile e il genitore dovrebbe essere pronto a permettere al figlio una serie di esperienze, magari utilizzando situazioni o luoghi protetti che possano dare delle garanzie.
E’ chiaro che tutto va visto in un contesto più allargato: infatti, parallelamente alla possibilità di poter fare le giuste esperienze dovranno essere richieste ai ragazzi anche maggiori responsabilità. Così facendo si abitueranno a mettere in parallelo le due cose; è dunque importante non concedere mai le cose gratuitamente senza avere in cambio un adeguato impegno di responsabilità.
Anche in questo caso la richiesta di emancipazione richiede senza dubbio di fare esperienze nuove, adatte alla loro età, in linea con le esigenze di crescita.
Un’altra cosa importante sarà la gestione degli “errori” che i figli faranno. Non c’è modo di crescere senza sbagliare in quanto l’errore è causato proprio dalla mancanza di esperienza. Sarà dunque opportuno che un genitore sia in grado di accogliere l’errore del figlio vedendolo non come un qualcosa di “irreparabile” ma come un punto da cui partire per capire e valutare in maniera obiettiva le difficoltà che sono intervenute in modo da evitare di ripeterlo in futuro.
Il genitore dovrà essere in grado di dare certezze evitando di lasciar trapelare l’impressione di una eccessiva fragilità o di forti indecisioni o, peggio ancora, di paure che darebbero al ragazzo la sensazione di non poter contare su di lui e di avere di fronte una persona che non potrebbe sostenerlo in caso di grande difficoltà. L’insicurezza è quanto di più deleterio per i figli che, ovviamente, non potranno che diventare insicuri essi stessi perché finirebbero per sentirsi in balia delle loro contraddizioni interiori senza appoggi precisi su cui far conto.
I genitori devono accompagnare i ragazzi ad affrancarsi gradualmente dalla famiglia e devono permettere loro di fare esperienze che consentano l’esplorazione del mondo partendo da situazioni più “protette” ed andando via via verso situazioni “più esposte” che devono tuttavia essere accompagnate da maggior responsabilità, unica qualità richiesta ad una maggior autonomia.
La capacità degli adulti sarà la vera barriera contro errori irrimediabili come quelli che, purtroppo, oggi i ragazzi potrebbero fare. Come sempre temperamento forte e dolcezza devono essere abbinati ed usati con estrema intelligenza.