Il conclave si è concluso al secondo giorno con l’elezione, abbastanza scontata, del cardinale Ratzinger, uomo molto conosciuto nell’ambiente vaticano per la sua cultura, le sue encicliche, per la sua intelligenza e, secondo moltissimi opinionisti, per le sue idee “conservatrici”.
Mentre veniva divulgata la notizia della sua elezione, si era assiepata una grande folla in Piazza San Pietro, in attesa della sua presentazione ufficiale e del suo affacciarsi per salutare e dare la benedizione. Tutti si aspettavano da lui un grande discorso, lucido e razionale – come ci aveva abituati - invece, questo uomo che si era caratterizzato per la sua inflessibilità e una sorta di dogmatismo, si è presentato ai suoi fedeli con una veste completamente nuova: semplice, un po’ impacciato, insicuro nella dialettica e, cosa abbastanza strana, emotivo e desideroso di esprimere i suoi sentimenti.
Forse, fino a quel momento noi avevamo visto solo la sua parte “mentale”; quella combinazione estremamente potente data da Giove trigono a Plutone e da Mercurio congiunto a Urano, entrambi quadrati a Marte e in trigono a Saturno in casa nona.
Forse lo abbiamo sempre percepito come “il docente”, colui che insegna, che divulga la dottrina in modo abbastanza rigido; tuttavia, come tutte le persone che hanno un Sole in aspetto a Nettuno, anche lui non ha mancato di mostrarci un volto molto possibilista ed anche morbido, molto di più di quanto non ci saremmo aspettati.
Questa sua mente che definirei “folgorante, intuitiva e al tempo stesso razionale, rigida e contemporaneamente aperta al nuovo”, ci ha fatto sempre pensare ad un uomo però abbastanza freddo, brillante e sicuro… in pratica, un vero intellettuale, con grandi capacità politiche, vestito con gli abiti ecclesiastici.
Così, mentre si conosceva già il suo nome e si attendeva la sua apparizione sul balcone, molti commentavano l’elezione con toni del tipo “ha vinto il conservatorismo, la durezza e l’inflessibilità” e lui, forse per sorprendere e non permettere di dare nulla per scontato, si affaccia invece nella sua veste più nettuniana, quella presente nell’ “ascendente Pesci” e si mostra sensibile, commosso, quasi incapace di parlare, emozionato e incredibilmente “pastore” descrivendosi un umile lavoratore nella vigna del Signore, scusandosi per quei “mezzi insufficienti” – con cui Dio dovrà operare - alludendo ovviamente a se stesso.
Cerchiamo, attraverso l’Astrologia, di comprendere qualcosa di più di questo uomo che si presenta in questo modo semplice ed empatico, capace di lasciar scorrere le lacrime; un papa che ama i gatti e che, prima della sua elezione, passava tutte le sere a dar loro da mangiare; un uomo che parla di continuità del suo ministero sulle tracce del suo predecessore di cui dice: “ha lasciato la Chiesa più coraggiosa, più libera e più giovane che può guardare con serenità al passato senza avere paura del futuro”.
Queste parole sembrano interpretare pienamente anche il suo pensiero rappresentato da quel Giove molto forte sistemato in casa prima, in aspetto con Plutone, congiunto a Mercurio Urano quadrati a Marte; si tratta di una configurazione molto complessa che può far pensare ad una estrema fertilità ed intensità sia da un punto di vista di fede nell’Assoluto, sia in ciò in cui crede personalmente; è però una mente molto efficace, capace anche di portare avanti con forza e determinazione ciò che ritiene sia giusto; e la tempo stesso anche una mente flessibile, sufficientemente mobile ed aperta al nuovo, brillante, e, all’occorrenza anche tagliente. Papa Ratzinger sembra dotato di grande fede insieme ad un grande carisma personale che nasce dalla possibilità di unire empatia e razionalità; qualcosa che – a mio avviso, non si manifesterà attraverso la comunicazione alla gente – come è accaduto per Giovanni Paolo II° - ma si sprigionerà nei suoi ideali che sono ispirati da una volontà solida ed evidente che anela a mettere insieme passato e futuro (l’aspetto tra Mercurio Urano Saturno sembra rappresentare questo bisogno di riuscire a ricucire un bisogno di traghettare la Chiesa dentro il terzo millennio, recuperando però anche i valori del passato in modo da dare ad essa quel senso di stabilità, di solidità e di radici in cui tutti i fedeli possano riconoscersi a livello di “valori profondi da trasmettere”.
Un altro interessante tratto di questo uomo sta nel suo Sole Ariete in aspetto armonico con Nettuno: forse è questo aspetto a renderlo particolarmente vicino a noi, a farci percepire la sua estrema sensibilità e a renderlo ancor più simpatico se pensiamo alle parole del fratello che dice che lui è un grane disordinato che perde sempre tutto, gli occhiali, le penne, le cose… come non vedere in azione Nettuno e i Pesci in queste parole e come non immaginarlo con i suoi occhi stupiti come quelli di un bambino che è ancora capace di sognare e che, di tanto in tanto, si stacca un po’ dalla realtà.
Tuttavia, in quella parte Nettuniana possiamo anche cogliere una profonda disponibilità a lottare per portare avanti quel senso di unità che le religioni hanno perduto di vista nell’intento di affermare troppo spesso la superiorità dell’una sull’altra.
Nettuno legato al Sole può essere portatore - unitamente all’ascendente Pesci - della capacità di cogliere i reali bisogni della collettività ed agire, attraverso di lui, come una sorta di canale capace di esprimere ciò che deve cambiare.
Il suo Sole Ariete in prima casa trigono a Nettuno in sesta casa dovrà inoltre manifestarsi proprio nel suo operato quotidiano, trovando giorno dopo giorno, quella forza di sostenere la Chiesa “quel farsi pietra” per affrontare quei passi che sono necessari per vivere nella realtà, non solo negli ideali - quell’unità che tutti cercano all’interno di una “casa spirituale”. Indubbiamente il Saturno in nona può essere visto come una sorta di difficoltà nell’apertura mentale, sappiamo però che tutti i simboli si possono presentare in modo luminoso o ombroso; la parte luminosa del Saturno in nona in Sagittario per Ratzinger ha rappresentato il bisogno di integrarsi con i suoi valori nettuniani e gioviani; sembra mostrare una grande capacità di valutazione e di discriminazione che potrebbe essere molto utile sul piano concreto nell’affrontare i difficili temi che sono all’ordine del giorno che riguardano i grandi valori universali, il rapporto tra i popoli e le religioni e il senso della morale e del limite, con cui, gli uomini e, in particolar modo gli occidentali, hanno un po’ perso contatto.
Lui, come del resto il suo predecessore, si rivolgerà prevalentemente ai giovani, a quei “papa boys” che dovranno farsi interpreti di un modello di vita nuovo che possa lasciar sperare in migliori possibilità per il futuro.
Il suo predecessore aveva una Luna in settima casa in Gemelli e noi tutti abbiamo visto in lui la grande capacità di comunicare ai giovani; anche Ratzinger ha una Luna in settima, questa volta in Bilancia, anche questo segno di aria, desideroso di equilibrio e di armonia; forse lui non è in grado di svolgere quel ruolo di comunicatore, potrebbe però porsi più come mediatore, come uomo in grado di fare un ruolo politicamente importante nel processo di trasformazione atto a creare una reale possibilità di dialogo e di incontro: come ha detto nella sua prima omelia ponteficale “faro’ quanto è in mio potere per promuovere i contatti e l’intesa con i rappresentanti delle diverse Chiese e Comunità ecclesiali”.
Noi auguriamo a Papa Benedetto XVI° di operare in piena serenità facendosi portatore dei grandi sentimenti che la Chiesa, nonostante le sue difficoltà passate e presenti, ha saputo comunque tramandare e trasmettere, operando altresì per rendere fattibile quel senso di Unità totale nella piena espressione della Spiritualità di tutti i popoli.
Papa Benedetto XVI° è stato eletto il 19 aprile e i transiti sono estremamente parlanti:
Plutone è congiunto al M.C. e inizia il trigono al suo Sole in Ariete, Nettuno è trigono alla sua Luna in Bilancia e Giove è congiunto alla stessa; Saturno è al trigono spaccato del suo Giove e Urano aveva sostato un anno circa sul suo ascendente Pesci, forse trasformando tantissimo anche la sua “maschera”.