Il tema dell’identità è sempre attuale quando si parla di fratelli. Ma cosa succede quando nascono due gemelli monozigoti che, quindi, pur nella loro diversità appaiono però assolutamente uguali come due gocce d’acqua?
Ci sono madri che non riescono a distinguere i loro figli se non più avanti quando mostrano tratti caratteriali specifici.
La costruzione dell’identità è un processo molto complesso a cui collaborano funzioni cognitive, sensoriali ed emotive e tutto avviene a partire dalla nascita il che significa che attenzione, ragionamento, apprendimento, memoria, emozioni, affetti, intelligenza e creatività sono alla base di tutte le facoltà umane anche se tutto sarà strettamente interdipendente dal rapporto che un bambino stabilisce con il suo ambiente e con le figure di riferimento; arrivare a muoversi nello spazio, a riconoscersi nello specchio e a formarsi un’idea di sé e ad intessere relazioni con gli altri sembrano cose semplici, ma impegnano invece tutte le risorse di un figlio dalla nascita all’adolescenza.
Il primo concetto importante è quello di “differenziazione” che inizia allorchè il bambino inizia a percepirsi come un “essere separato e distinto” dalla madre e dalle altre persone che gli sono vicine: significa riconoscere di avere un corpo, una mente, delle emozioni e dei comportamenti che sono diversi dagli altri e di occupare una determinata posizione nello spazio e, in seguito, nel tempo, forgiare una serie di valori e di principi che orienteranno nella vita.
Man mano che il tempo passa, il bambino rafforza il suo senso di identità e comincia a sperimentarla come stabile nel tempo, non più soggetta a rapidi cambiamenti o a interrogativi. Per arrivare a questo deve poter “riconoscere la sua immagine” allo specchio, cosa che in genere avviene fra i 12 e i 18 mesi (la fase legata all’asse terza nona) in cui, è importantissimo il segno dei Gemelli e il suo signore Mercurio che “ri-conosce” anzi, si “autori-conosce”, “si definisce” ed interagisce con gli altri. In pratica, in questa fase il bambino diventa protagonista della sua vita ma, separa tutto in “me e non me” oppure in “mio o non mio” e definisce sé stesso confrontandosi con gli altri.
Poi imparerà che ha un nome e lo pronuncerà rafforzando così ulteriormente il suo senso di identità.
Questa premessa è importante per comprendere quanto sia fondamentale per il bambino “vedersi diverso”, fino a riconoscersi come soggetto unico: in sintesi, il bambino comincia il suo primo grande viaggio e sperimenta che il suo IO ha bisogno di differenziarsi per poi, più avanti nel tempo, identificarsi con il genitore dello stesso sesso: sentirsi separato è una precondizione per differenziarsi e poi per iniziare ad avere un’idea molto più precisa e stabile di sé.
In pratica, durante i primi anni della vita un bambino lavora per dividere ciò che è “uguale a sé” e ciò che è “diverso da sé”; scopre così di avere delle caratteristiche assolutamente personali che lo definiscono rispetto agli altri. In astrologia questo processo avviene sui primi 4 assi andando poi a culminare nel quinto (case quinta/undicesima) in cui il bambino comincia ad avvertire un IO preciso che vuole affermarsi ed emergere in quanto ha cominciato a prendere coscienza di avere un corpo preciso, una mente e delle emozioni diverse da quelle dei suoi familiari.
Quindi, un’identità si crea nella delicata interazione con l’ambiente circostante e con gli altri; non basterà interrogarsi su chi si è in quanto molto deriva dal riflesso che gli altri rimandano attraverso le conferme, le critiche, le disconferme e le valutazioni che vanno ad incidere in modo profondo sull’idea che un bambino avrà di sé stesso.
Per questo sarebbe fondamentale essere confermati e sostenuti per formarsi un’idea valida, di persone meritevoli di amore e di attenzioni, cose che rafforzano il senso di identità personale e che premiano il valore di sé.
Se questo processo avverrà senza traumi ecco che il bambino si inserirà a pieno titolo nel suo mondo circostante e si sentirà in tutto appartenente ad esso (primo quadrante); poi inizierà ad integrarsi in un contesto un po’ più grande (rete sociale e secondo quadrante) fino a sentirsi parte di una cultura che fornisce valori, principi, generalità etcniche, religiose e politiche (terzo quadrante) e, infine, sentirsi appartenente alla totalità della specie umana e dell’universo (quarto quadrante).
L’identità si appoggia ad alcuni elementi base:
- continuità: l’IO ha memoria che permette di riconoscerci nel corso del tempo pur con le variabili che subentrano;
- coerenza: è l’idea che gli altri hanno di noi che, anch’essa, continua a mantenere dei tratti stabili e riconoscibili che servono per orientarsi e sentirsi accettati;
- diversità: sono le variabili che scopriamo di avere dentro che, spesso, si manifesta attraverso i bisogni e i ruoli che interpretiamo;
- cambiamento: è il bisogno che l’IO ha di integrare le novità per crescere e modificare il modo di procedere e di agire nel mondo; in pratica la continuità dell’identità è assicurata dal continuo anche se impercettibile cambiamento;
- unicità: è uno stato attraverso cui l’IO si sente speciale, unico, assolutamente originale, non omologato e non conforme agli altri;
- positività: è il sentimento che si ha di sé stessi, l’idea di valere e di stimarsi ma, al tempo stesso, di essere apprezzati e riconosciuti dal mondo. Senza questo aspetto è difficile crescere con una buona autostima.
Nella costruzione del senso di identità si notano giorno dopo giorno sia le somiglianze che le differenze e in questo accogliere e respingere, essere apprezzati o criticati, originali o conformi il nostro IO mette insieme milioni di informazioni e le cementa dando origine a quello che chiamiamo “senso di noi stessi”.
Le difficoltà nascono allorchè un bambino si trova ad avere un fratello gemello identico poiché, mentre da un lato vi è un continuo e perfetto riflesso che sembrerebbe quasi rassicurare e confermare, dall’altro questa somiglianza eccessiva genera un bisogno impellente di differenziarsi e di costituirsi come “identità diversa”.
Sappiamo che due gemelli monozigoti sono praticamente uguali in quanto frutto di un difetto nella divisione dello zigote; astrologicamente parlando è assai difficile – soprattutto se i bambini nascono con taglio cesareo - vedere nel tema natale delle differenze; saranno quindi identici a tutti gli effetti ed anche il fattore tempo non verrà a trasformare e ad incidere in quanto nasceranno contemporaneamente per cui hanno anche lo stesso ascendente e, quindi, la stessa domificazione.
Eppure basta conoscere in modo più approfondito due gemelli per vedere che in essi ci sono grandi diversità caratteriale e di comportamento e questo è dovuto proprio alla necessità impellente di distinguersi, differenziarsi e di crescere affermando la propria diversità rispetto all’altro che, viene visto come identico.
In effetti, dei due gemelli uno è sempre molto più dinamico, estroverso ed attivo dell’altro che, invece, è riflessivo, emotivo ed introverso; se uno è sportivo l’altro appare invece studioso anche se, sappiamo bene, che al loro interno sono molto più simili di quanto non appaiono.
Ci sono studi che dimostrano che i gemelli che per qualche motivo sono stati separati alla nascita mantengono una somiglianza perfetta proprio perché non hanno avuto un “riflesso identifico” e quindi non hanno sentito l’esigenza di distinguersi dal loro specchio; ci sono casi sbalorditivi quale quello di due gemelle abbandonate alla nascita, date in adozione a due famiglie diverse e, quindi, del tutto inconsapevoli l’una dell’altra; all’età di 30 anni, si sono incontrate per la prima volta lavorando come infermiere nello stesso ospedale della loro città e, siccome i colleghi continuavano a far notare la loro somiglianza fisica, hanno fatto delle ricerche più approfondite scoprendo di essere gemelle.
Le due si erano sposate lo stesso anno ed avevano avuto un figlio nello stesso periodo e, cosa non trascurabile, avevano scelto la stessa professione.
Questa somiglianza diventa meno percettibile dal momento in cui due gemelli vivono sempre insieme in quanto sappiamo bene quanto la scelta dei ruoli da interpretare all’interno di una famiglia non sia affatto libera ma determinata dalla differenziazione rispetto agli altri membri. In pratica se in famiglia esiste già il figlio studioso ed educato è probabile che il secondo sarà invece scavezzacollo.
Oggi la letteratura esistente sui gemelli consiglia ai genitori l’ importanza di valorizzare le differenze mentre, un tempo, si tendeva a vestire i gemelli uguali, a far far loro le stesse cose e questo creava molti più problemi nella formazione della loro identità.
Il fatto che i due gemelli siano “uno” a livello genetico è dimostrato dal loro “sentirsi” anche quando sono lontani; spesso hanno un’empatia grandissima tra loro, decisamente maggiore di quella tra i fratelli; hanno gusti simili, pensieri simili anche se questi possono essersi differenziati per ovvi motivi. In pratica hanno spesso bisogno l’uno dell’altro.
Astrologicamente parlando i due gemelli sembrano ricalcare ancora di più il fatto di essere “uno” e, pertanto, tendono in genere a dividersi il loro tema natale interpretando l’uno il Sole e l’altro la Luna e, proprio per questo appaiono così diversi nel temperamento.
Restano ancora molte le perplessità sui gemelli e non molta letteratura al riguardo, sono però interessanti da osservare e da riconoscere nel loro essere uniti ma, al tempo stesso, separati e diversi.