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COSA TI ASPETTI DA ME ?

a cura di Lidia Fassio
 

Tra i tanti problemi che possono attanagliare una persona c’è quello della scarsa autostima; chi non è stato gratificato a sufficienza ed è rimasto troppo  spesso alla finestra pensando di doversi adattare e di non avere diritto ad avere ciò desiderava, ha sicuramente paura di non essere all’altezza con il conseguente timore di essere rifiutato o lasciato in quanto non sufficientemente valido.
Senza dubbio è difficile sviluppare una sana fiducia in sé stessi quando non si è stati premiati e quando si è vissuti con la costante percezione della “mancanza di qualcosa ” piuttosto che  con quella di possedere delle qualità; e non è detto che ci sia sempre alle spalle un’educazione problematica o tirannica giacchè bastano dei genitori che non nutrano essi stessi un buon senso di valore, che non abbiano fiducia nei sentimenti e che tendano a non manifestarli in modo esplicito al bambino; questo modo di comportarsi – anche in presenza di affetto - porterà comunque ad un senso di rassegnazione interiore che sarà registrato dai figli come una mancanza di qualcosa, un non essere meritevoli e, in pratica, un “non poter volare” e un doversi limitare in quanto sembrano mancare gli strumenti per ottenere ciò che vogliono dalla vita. In queste situazioni qualunque persona finisce per adattarsi a sentirsi inadeguata e ad andare incontro alla vita in modo stentato senza il giusto supporto interiore atto a far sviluppare il proprio potenziale.

Sono poche le persone che non hanno potenzialità: sappiamo bene che il tema natale rivela sempre un sacco di potenziali, purtroppo però sappiamo che il nostro patrimonio non sempre viene riconosciuto e, se nessuno lo ha rispecchiato, si finisce  per credere di non avere risorse e, quindi, di non poter fare un granchè nella vita, quando, invece, basterebbe aprire lo scrigno e sviluppare ciò che generosamente la natura ha dato.

Chi ha la sensazione di non valere tende a non mettersi mai in luce e a restare in secondo piano sviluppando come difesa un esagerato controllo di sé che  serve ad evitare frustrazioni ed imbarazzo. Questa modalità alla lunga produce esagerate tensioni fisiche e psichiche ed ipersensibilità rispetto a ciò che pensano gli altri. Essere costantemente in ansia rispetto all’essere o non essere adeguati al mondo esterno finisce per far vivere male e per favorire una percezione di sé negativa che, nel tempo, diventa una sorta di profezia.

Questi presupposti creeranno anche molti problemi nelle relazioni affettive. Sappiamo bene che Venere è l’archetipo che ci conduce all’amore parlandoci prima  del valore personale, dell’autostima e della capacità di andare incontro a ciò che ci piace evitando, per quanto possibile, ciò che genera ansia e frustrazione.
Chi ha uno scarso valore di sé tende quasi sempre a crearsi un’autoimmagine adeguata a ciò che gli altri si aspettano e, in questo modo, si allontana con facilità dalla verità interiore e dall’essenza  indossando maschere che, tuttavia, non possono che creare difficoltà ulteriori.

La possibilità di andare incontro ad una buona relazione nasce essenzialmente dal senso di valore personale; chi lo perde di vista teme quasi sempre di non poter ottenere ciò che desidera e finisce per accontentarsi anche nelle relazioni in quanto coltiva l’idea di non poter aspirare al meglio. Questi soggetti sono sempre attaccati da sensi di colpa, perfezionismo, controllo, dovere ed obbligo che, di certo, non alleviano la situazione perché rendono rigidi e, col tempo, inducono a pensare che l’unico rimedio per non sentire la sofferenza sia quello di lavorare sodo ed andare avanti anche se non si ha ciò che si vorrebbe.

Lo scarso valore di sé è percepibile anche nelle persone che hanno sempre bisogno di paragonarsi ad altri e che nel paragone si sentono sempre perdenti oppure in quelle che richiedono indirettamente conferme proprio perché non riescono a trovarle dentro di sé.
Siamo nel mese della Vergine e, senza alcun dubbio, i nativi sono tra quelli che  nutrono grandi problemi a questo livello e che si sono abituati ad essere apprezzati per ciò che sanno fare piuttosto che per ciò che sono.

In particolare per chi ha una Venere nel segno della Vergine questo è più vero che mai. La Venere in questo segno è un miscuglio di sentimenti particolari che vanno dal profondo senso di integrità che rende rigorosi, seri ma anche timidi e cauti, poco capaci di chiedere ciò di cui si ha bisogno; inoltre si tratta di una modalità di vivere l’amore e la relazione in cui gli slanci e il lato passionale vengono considerati superflui, poco adatti e, pertanto, da evitare. La paura di essere “sopra le righe” è sempre presente e si tende quindi a limitare ciò che potrebbe essere definito “non idoneo”.
I sentimenti sono profondi ma non vengono mai palesati proprio perché c’è un senso di morigeratezza che tende a non concedere nessun tipo di smanceria ma a trattenere e non esprimere; in questo modo si finisce quasi sempre per essere considerati freddi e distaccati e, a volte, anche insensibili quando in realtà, sotto ad una apparente corazza di distacco, c’è un cuore che batte ed un grande desiderio di amare ed essere amati.

L’abitudine a non manifestare l’affetto si è imprintata fin da quando si era piccoli e, da adulti, risulta difficile cambiare questo schema affettivo ed aprirsi a ciò che, in fondo, si desidera più di ogni altra cosa.
In questa Venere vi sono spesso esperienze difficili che hanno portato alla cautela estrema; in genere si sono percepiti rifiuto e distacco e, questo, ha richiesto di difendere la parte che desiderava l’amore ma che poteva avere un pallido riflesso di esso solo se si adeguava ai desideri e ai bisogni degli altri.
L’amore per queste persone non è mai vissuto come un “dono” ma sempre come qualcosa che deve essere conquistato attraverso le proprie capacità, attraverso il fare e, soprattutto, non chiedendolo ma sperando che giunga.
In questi soggetti regnano quindi molte insicurezze anche rispetto alla loro capacità di conquista e di seduzione; è per questo che in genere restano bisognosi di conferme che, tuttavia, vengono cercate in frasi del tipo: “cosa ti aspetti da me?” oppure “cosa pensi di me” che sono l’espressione di richieste non dirette ma tendenti ad ottenere una conferma rispetto al loro senso di inadeguatezza sempre presente.

La capacità di adeguamento poi fa il resto; infatti, non appena si rendono conto di ciò che gli altri desiderano si adoperano per soddisfare le richieste ma, in questo modo, perdono la loro autenticità e si mettono nella condizione di essere rifiutati proprio perché quando non si è veri, non si riesce neppure ad essere convincenti perché si è esageratamente ripiegati sulla volontà altrui, si fatica a fare richieste e a dire le proprie opinioni: in fondo si diventa come automi che non trovano mai sé stessi.

Noi abbiamo infatti la necessità di mediare e di adattarci trovando una modalità di vivere in cui bisogni individuali e bisogni degli altri possano essere entrambi rispettati: nella relazione questo è particolarmente vero; non può esserci uno scambio autentico se non si giunge al riconoscimento reciproco e alla mediazione tra le  diversità; tuttavia, la Vergine in genere ha una grande facilità ad “adeguarsi” e, con questo termine,  si intende  un mettere in sordina i propri bisogni per avere quel consenso e quell’approvazione che altrimenti si teme di perdere.

In particolare quando la Venere si trova in aspetto con Saturno ci si può trovare con questo problema e finire per non sentirsi mai all’altezza di poter avere una relazione paritetica, cosa assolutamente necessaria. Chi ha questo aspetto vive nel timore di non poter avere una relazione gratificante e, in un certo senso, dà per scontato che ci sarà un sacrificio da fare rispetto a questa aspettative. Finisce così per indurirsi e difendersi così tanto dall’amore al punto da non aprirsi mai e da trovare proprio ciò che più teme al mondo: l’abbandono e il rifiuto.

Sarà quindi fondamentale lavorare sullo schema di base che è imprigionato nella psiche e che genera comportamenti che faranno operare scelte non adatte ma, conformi al proprio copione.
Un lavoro sulle paure sarà obbligatorio in quanto, questa Venere ha quasi più paura della gratificazione che non della frustrazione; il punto è portare alla coscienza questa sequenza in modo da vederla e da cominciare a smontarla. Le esperienze del passato hanno infatti vaccinato “contro l’amore” e hanno favorito l’idea – spesso inconscia - che sia meglio rinunciare piuttosto che soffrire sempre.

Sentirsi adeguati e scegliere partner che in fondo tengono a distanza e rifiutano è doloroso ma consente di non entrare mai dentro all’anima dove la ferita originaria è ancora urlante e sanguinante al punto da temere più di ogni altra cosa anche solo l’idea di ricontattarla.
Questi soggetti hanno imparato a resistere coraggiosamente e, invece, sono chiamati ad affrontare coraggiosamente i loro sentimenti che sono congelati e che non vogliono sciogliersi per timore di riprovare ancora qualcosa che credono di non essere in grado di sopportare.

E’ l’immagine di Athena, la figlia di Zeus che, tuttavia, proprio per non aver avuto un’infanzia regolamentare, una madre amorevole ed empatica e la possibilità di dipendere e di appoggiarsi ha dovuto mettere una corazza sul petto facendosi scudo con la ragione in modo da non lasciar mai parlare il cuore.

Questi soggetti – non importa che siano maschi o femmine – hanno invece più che mai bisogno di contattare il loro “femminile interno”, quel morbido che può riscaldare e sciogliere il ghiaccio che si è posato e che a lungo ha  attutito il dolore dovuto alla privazione del valore e del piacere ma che, non permetterà mai di lasciarsi andare e di sperimentare nuovamente la gioia che giunge dal sentimento quando tocca l’anima. Hanno in genere sostituito l’amore e il desiderio con forti valori morali ed efficienza che mettono in campo per poter essere apprezzati e riconosciuti.
La ferita da rifiuto richiede sempre un atto di coraggio: certo, lasciarsi avvicinare veramente è difficile quando si è stati troppe volte feriti ma la cura potrà giungere solo dal fidarsi, dall’acconsentire di essere nuovamente “toccati” e dal comprendere che la forza c’è già ed è quella che ha permesso di sopravvivere senza avere ciò di cui si aveva bisogno e che ora può aiutare ad avventurarsi sicuri che si hanno tutti gli ingredienti necessari a vivere anche l’amore e i sentimenti.

In effetti quando si consente a Saturno di giungere ai suoi simboli superiori, ci si accorge che, lasciate andare le difese infantili, si apre davanti a sé un territorio dove l’amore può essere sperimentato nelle sue dimensioni più mature e più solide, trovando così quel calore e quell’energia che solo la terra può regalare.




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