ASTROLOGIA IN LINEA
ASTROMAGAZINE - RUBRICHE - Astri e benessere

AL DI LÀ DEL PIL VERSO IL “BENESSERE”

a cura di Lidia Fassio
 

La parola “benessere” interessa particolarmente il segno della Bilancia e la sua signora Venere ed ha molto a che vedere con la parola “olismo” molto usata, spesso a sproposito oggi. Spesso si intende con “benessere” una condizione di vita basata sull’acquisizione di beni materiali; si dice che viviamo nella società del benessere ma questo è decisamente lontano da ciò che Venere intende e rappresenta.
Per vivere in uno stato di “benessere” bisogna essere in grado di superare molte delle dicotomie che hanno rappresentato i capisaldi del passato e che sono state portate avanti in tutte le dimensioni della vita: da quella religiosa a quella scientifica, favorendo così la sensazione che esistano funzioni o istanze  più nobili ed altre invece, di minor interesse e valore.
Così, per millenni abbiamo portato avanti l’idea che la mente fosse superiore al corpo, che la spiritualità non avesse niente a che spartire con la materia, che il maschile fosse superiore al femminile e che la ragione avesse più diritto del sentimento.
Noi appassionati di astrologia sappiamo che questo stato di cose è il frutto del senso di frammentazione che opera nella coscienza dal momento in cui si struttura e che è simbolicamente legato ai segni e alle case sotto l’orizzonte mentre, parlando in senso assoluto del  segno della Bilancia e dell’ archetipo di Venere, sappiamo che indicano il bisogno di tornare a mettere in “relazione” tutte queste cose creando prima di tutto un collegamento interno tra di esse  giacchè Venere simboleggia quella delicata funzione che mette in contatto le varie parti di noi stessi dando vita ad una personalità armonica e in grado di rispettare tutte le istanze fisiche, mentali, psichiche, emotive e spirituali  considerando il valore nell’unità e non nella divisione.

La parola “olismo” è nata di conseguenza per indicare un nuovo movimento di pensiero teso al superamento della dualità che, invece, è sempre riduzionista e frammentante. E’ perciò molto importante comprenderne veramente il senso in quanto ha molto a che fare con il futuro del nostro pianeta e dell’umanità che in esso vive.

Se pensiamo alla parola “salute” sappiamo che essa non ha nulla a che fare con l’assenza di malattie ma è invece il riflesso della dimensione armonica del nostro interno che comporta un bilanciamento tra le energie della “testa” e quelle che, invece, appartengono al “cuore”; sempre più persone oggi, stanno comprendendo che, affinchè ci possa essere uno stato di salute individuale, si deve andare anche verso uno stato di salute globale in cui scienza, arte,  spiritualità e, soprattutto, amore possano esprimersi e in cui ogni singolo uomo possa trovare posto e soprattutto riconoscimento della sua individualità e della sua unità.

L’era dell’Acquario porta con sé un nuovo paradigma a cui tutti dovremo sottometterci e questo per sperimentare a pieno titolo che si può vivere in una condizione di “benessere” ma che questo avrà a che fare esclusivamente con la qualità della vita che saremo in grado di costruire in futuro per noi e per le nuove generazioni.

Abbiamo vissuto negli ultimi sessant’anni con l’illusione che fossero il denaro, la produttività e l’avere potere monetario per comprare cose a farci stare bene; in realtà forse sono stati proprio questi gli anni in cui l’uomo ha via via perso contatto con sé stesso, snaturato e separato da ciò che è invece il cardine della vita e dello star bene e, soprattutto, in una condizione in cui l’inseguimento di mete economiche lo hanno arricchito di nevrosi sempre più evidenti e di  patologie strettamente collegate allo stress e alla mancanza di valori e di  motivazioni.

La nuova coscienza, quella del terzo millennio è però nata e, anche se non si può dire che sia già quella imperante, non mancano però focolai di persone che stanno cercando di ritornare a valori autentici capaci di riempire il vuoto lasciato dal possedere tante cose senza avere però in cambio quella serenità e quella pienezza che solo una vita ricca di  sentimenti, di rispetto per ciò che ci circonda e di solidarietà possono dare.

Per assurdo abbiamo riempito le nostre vite di conoscenza razionale, di cose e di oggetti dimenticandoci che, invece, la coscienza è il vero campo che dobbiamo allargare per colmare il terribile vuoto interiore che via via si sta avvertendo in tutti gli esseri umani.
Oggi si sta comprendendo che non vi è altro modo per raggiungere uno stato di benessere se non passando attraverso una “coscienza di sé” facendo un vero e proprio salto evolutivo che permetterà di rispettare e di riconoscere la dimensione di coscienza di ogni altro essere umano.
Questa è la grande sfida di questo nuovo millennio e, se saremo in grado di coglierla, allora questo processo si potrebbe estendere a tutto il pianeta che, in un certo senso ridiventerebbe quel paradiso di cui parlano i miti della creazione.

La visione meccanicistica portata avanti fino ad ora non ha dato valore alla coscienza e neppure all’intelligenza presente in ogni forma vivente e finalizzata alla crescita e allo sviluppo in termini di evoluzione. La stessa visione darwiniana  porta erroneamente a credere che l’evoluzione sia avvenuta per caso il che autorizza a  pensare che non vi sia un progetto intelligente che, invece è presente sia nel cosmo che dentro ad ogni singolo essere vivente, e non sostiene l’idea che vi sia un piano globale che accomuna individui e collettivo.
La mancanza di una vera coscienza ha portato la scienza a lavorare in modo distruttivo nei confronti della natura e del vivente. Negli individui questa carenza ha condotto ad atteggiamenti superficiali non rispettosi dell’ecologia, degli animali, degli alberi e degli uomini stessi in quanto non riusciamo ad essere empatici e a comprendere che la sofferenza è qualcosa che intacca tutti; per anni l’unica logica è stata quella economica per inseguire la quale l’uomo ha perso la bussola e sé stesso.

Da alcuni anni ormai è nato anche un movimento a cui è stato dato il nome di “Gaia” che considera l’intero pianeta come un unico organismo vivente e autocosciente che riporta a concetti di unità e di continuità nella vita, nella natura e nel cosmo. 

Sempre più persone si rendono oggi conto che siamo arrivati al capolinea e che la logica della contrapposizione e della divisione sta causando danni infiniti a tutti; si sta prendendo via via coscienza di come l’inseguimento del potere  “economico” stia portando tutto all’esasperazione e che, non solo non ha mantenuto  le promesse iniziali, ma rischia di portarci alla distruzione.
L’uomo deve riprendere il suo cammino imparando a concepire il “benessere” in modo diverso, nel modo di rispettare gli altri, nel riscoprire che essere solidali è molto meglio che essere competitivi e, soprattutto che possiamo rinunciare a certe pretese e bisogni che, oltre a non darci alcuna gratificazione, rischiano di portarci a condizioni di vita sempre più difficili.

L’inseguimento della produttività e l’aver basato l’intero sistema economico occidentale sul PIL ha fatto il suo tempo e, da tempo, ci sono persone che hanno avuto in mano porzioni di potere economico che si stanno ritirando  perché hanno scoperto che questi obiettivi li hanno ridotti ad essere degli automi sempre più spersonalizzati e adattati a piani che poco hanno a che vedere con l’uomo.

Sta diventando importante pensare che la qualità della vita è forse, l’unica cosa importante a cui dobbiamo imparare a dedicarci. Qualità della vita significa vivere in un luogo non inquinato da ogni genere di cose, significa dedicare del tempo agli affetti, alla crescita dei figli che, anche se hanno ogni cosa sul piano materiale, sono spesso vuoti dentro in quanto niente al mondo potrà compensare la mancanza di tempo a loro dedicato, unica cosa che possa consentir loro di sentire il “valore di sè” vedendolo riflesso in due persone amorevoli che sanno aiutarli veramente a crescere, consapevolizzandoli e responsabilizzandoli su sé stessi e su ciò che li circonda.

Vivere in pieno benessere significa anche recuperare una dimensione spirituale che permetta all’animo umano di agganciarsi ad un senso più grande di partecipazione e, soprattutto, di amore.

In pratica, dalla Bilancia in poi lo Zodiaco sembra ricordarci una frase che disse John Nash allorchè fu insignito del premio Nobel per la Matematica: “ho inseguito tutta la vita la logica della mente per comprendere che l’unica logica che conta è quella del cuore”.




Copyright (c) 2003 Astromagazine - la rivista di Astrologia in Linea - Tutti i diritti riservati