In questo clima di incertezza, rabbia crescente, senso di precarietà e di abbandono, c’è qualcosa che mi preoccupa di più, rispetto alla semplice crisi economica. Qualcosa che per ora si è manifestato solo in pochi ma non meno drammatici episodi, e che echeggia con inquietanti rime nell’aria che respiriamo: disagio, presagio, contagio. Mi riferisco ad atti eversivi o destabilizzanti che, pur ad opera di singoli squilibrati o gruppi improvvisati, appaiono come una riesumazione del passato peggiore
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