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JODIE FOSTER

a cura di Luna
 
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Non si può definire bella. Almeno, non secondo il canone greco della bellezza. Forse un po’ androgina, spigolosa, virile. Jodie Foster appartiene ad un genere di bellezza non limitato alla sola visione esteriore della persona, ma ad una prospettiva più ampia, più ricca, più completa.

L’ho vista in moltissime pellicole, ed in ognuna di queste lei è completamente diversa, un’altra persona, un’altra attrice. Non dipende solo dall’interpretare ruoli diversi, questo è scontato, è proprio lei che diventa ogni volta una persona nuova. Come se fosse semplicemente un contenitore adatto a qualsiasi carattere, ruolo, personaggio. Jodie non interpreta una parte, Jodie è quel personaggio con ogni fibra del suo essere. Lo vive, lo respira, e una volta finito quel film, muore con lui per poter dare spazio ad una donna diversa.

Questa donna è un fenomeno, è geniale, quasi aliena, possiede un’intensità espressiva che lascia perfettamente intravedere la forza che la pervade, ed il suo coraggio, figlio primogenito delle sue paure infantili. Una bimba prodigio costretta ad eccellere in ogni campo. Come mia abitudine e professione non mi limito a guardare la sua vita dal punto di vista delle riviste specializzate, o da qualche gossip o intervista rilasciata, sono andata a cercare fra le pieghe di una vita tragicamente eccezionale, per capire da dove nasce la persona, non il personaggio.

Jodie Foster, nome d’arte di Alicia Christian Foster nasce a Los Angeles il 19 Novembre 1962 alle 08.14 del mattino.

La sua è una famiglia che farebbe vergognare il libro “Cuore” quando lo stesso si compiace di raccontare storie strappalacrime. Alcolismo, depressione, violenza, soprusi, omosessualità, e perché no, sfruttamento del lavoro minorile, compongono la trama di un tessuto familiare dove la Foster si ritrova a crescere. Lei stessa deve la sua nascita ad un rapporto che la madre ebbe con l’ex marito, tale Lucius Fisher Foster III, ex tenente colonnello dell'aereonautica militare, dal quale era già divorziata da tre anni. La madre di origine tedesca Evelyn Ella Almond, soprannominata “Brandy”, a causa di una sbronza infantile, era andata per l’ennesima volta a chiedere i soldi del mantenimento dei figli all’ex coniuge e questi le disse che se avesse fatto l’amore (si fa per dire) con lui, le avrebbe consegnato il danaro dovuto. Lei accettò e poi scappo via rubandogli l’intero contenuto del portafoglio, visto che lui, alla fine del tutto, si voleva rimangiare la promessa. Se guardiamo quel Marte in Leone posto nella casa VIII quadrato a Venere e Nettuno ci possiamo trovare proprio questo squallido concepimento, dato che questa casa riguarda, vedendo le fasi temporali, proprio le motivazioni e le modalità della nostra venuta al mondo.

La piccola Alicia Christian viene al mondo nove mesi dopo, con un travaglio durato ben 36 ore durante il quale sia lei che la mamma rischiano di morire (Plutone quadrato all’ascendente).
La madre non fu assistita, come logico, dall’ex marito, ma dalla sua amante Josephine Dominquez, chiamata Zia Jo D. E’ da lei che Alicia prende il soprannome Jodie. E’ proprio Zia Jo D. l’unica che si dà da fare in quella casa, che lavora, che assiste tutti. E’ lei che difende i fratellini dalle continue crisi depressive di Evelyn. “Usciva di senno e ci terrorizzava, poi si accovacciava per terra in posizione fetale e piangeva come un vitellino”. dichiarerà anni dopo Buddy, il fratello di Jodie, l’unico maschio presente in quella casa.
“Zia Jo  fu come un padre altruista e dolcissimo che si occupava di ogni aspetto della nostra vita, dai compiti all’educazione sessuale” .

Questo fratello ha molto da dire su Jodie e sulla gelosia verso di lei. La definisce “troppo geniale, precoce ed ultra dotata” mentre lui si sentiva “inferiore ed inadeguato”. D’altronde non ha tutti i torti, a definirla così ed esserne geloso. Racconta proprio che quando Jodie aveva 4 anni accompagnò il fratello per i provini della pubblicità dei prodotti solari “Coppertone”. Quando i selezionatori, vedendola così carina e brillante le chiesero come si chiamasse la Foster rispose prontamente “Alessandro il grande”. Si innamorarono di lei e la scelsero al posto di Buddy che era già stato selezionato. La storia si ripete molto più avanti negli anni, durante i provini per “Foxes”.
Afferma Buddy che Jodie fu scritturata per recitare nel ruolo dell’amante del personaggio interpretato da lui stesso.
Solo più tardi i produttori  si resero conto che essendo consanguinei, per legge non potevano girare scene erotiche. Risultato: cacciarono lui per favorire lei. Dobbiamo ammettere che c’è di che mangiarsi le mani.

La madre Evelyn, di fronte alla bravura ed al crescente successo di Jodie, prende in mano le redini della situazione e diventa l’agente della figlia. Un’agente spietata e senza remore di alcun tipo. Userà tutti i guadagni ottenuti dall’attività di attore dell’unico figlio maschio per investirli nella carriera della più promettente figlia, visto che “apparteneva al sesso giusto”. "Mamma odiava tutti gli uomini, me incluso - si lamenta Buddy -, sono cresciuto in una famiglia di femmine militanti il cui vangelo era diffidare degli uomini; l'unico vero sogno, la castrazione".

Jodie è un soldatino obbediente nelle mani della madre e, sempre secondo il fratello “Ha imparato ben presto che la chiave per ottenere l’approvazione di mamma era fare sempre ciò che lei voleva, senza discutere”.
E’ dato di fatto che la Foster non ha mai deluso le ambiziose aspettative materne, entro i 30 anni ha già ottenuto due statuette dorate, la prima è l’Oscar per miglior attrice protagonista del film “Sotto Accusa” e l’altra l’Oscar, sempre per attrice protagonista nel film “Il Silenzio degli Innocenti”. Mentre il fratello si arrende e si avvia sulla strada della perdizione e delle droghe, Jodie colleziona premi cinematografici, laurea magna cum laude e un bel po’ di miliardi, ottenuti attraverso una rigida disciplina ed un spirito di sacrificio assoluto. Impara a trionfare anche nelle condizioni più disperate. Non c’era regista perfido, set gelido, colleghi scostanti e gelosi, o critiche crudeli che la Foster non sapesse gestire.

Dal punto di vista astrologico la cosa non stupisce, difficile trovare un essere umano appartenente al segno dello Scorpione, che non rechi in sé il seme del potere personale, dell’intelligenza, della capacità di trasformarsi in continuazione morendo e rinascendo dalle proprie ceneri.

Interessante il fatto che la Foster, fra il 1996 ed il 1997, decida di diventare madre anche senza avere un compagno stabile. Credo che Plutone, allora in transito nel segno del Sagittario, (formava aspetto di quadratura alla sua Luna Vergine) abbia dato una scossa alle sue paure di bambina, dandole il desiderio e la forza di affrontare un percorso di maternità.
Già all’epoca i rumors la identificavano come omosessuale, e sembrava chiaro a tutti che fosse ricorsa all’inseminazione artificiale per poter avere figli. Sembra anche che, vista la straordinaria somiglianza, il donatore sia stato Mel Gibson, storico amico di Jodie. Ma il gossip ci interessa il giusto. Importante invece che, dopo anni di esitazioni, lei decida di fare “coming out” e nel Gennaio 2013,  durante la cerimonia dei Golden Globe, dove riceve l’ambito premio per la sua carriera di attrice, dichiara ad un pubblico commosso: "Ho già fatto coming out 1.000 anni fa, nell'età della pietra, in quei giorni molto pittoreschi, in cui una fragile ragazza si aprì agli amici fidati, alla famiglia e ai colleghi di lavoro, e poi a poco a poco e con orgoglio a tutti coloro che la conoscevano, a tutti quelli effettivamente incontrati".
Certo, era il segreto di Pulcinella, ma quanto coraggio deve aver avuto per poter superare la sua famosa ultra-riservatezza. Anche in questo caso, suo padre astrologico (Plutone) le ha dato una grossa mano, formando aspetto di trigono alla sua Luna.

Guardiamo ora il suo tema, e vediamo che quel Sole, collocato nella casa XII congiunto a Mercurio e quadrato a Luna e Giove è davvero parlante. La casa XII è la perfetta collocazione per un Sole che rappresenta un padre pressoché sconosciuto o distante, ma oltre a questo, sta ad indicare una forte inclinazione alla solitudine. La quadratura alla Luna rivela uno scambio di ruoli, una confusione fra l’applicazione delle modalità maschili e femminili. L’amante della madre Zia Jo D. che ha fatto da padre, e la mamma naturale che le ha fatto da manager, ma mai ha saputo rappresentare la figura genitoriale materna. La quadratura a Giove indica la sfiducia nel maschile, nel suo caso, dovuta al fatto che mancavano validi rappresentanti della categoria a fungere da buon esempio.
Anche il suo Marte in casa VIII quadrato a Mercurio, Venere e Nettuno, ci fa capire che per gli uomini ha ereditato il disprezzo della madre nei confronti degli stessi, ritenuti traditori, capaci solo di ingannare ed ingannarsi, e privi di volontà costante (quadratura a Nettuno). Mentre la quadratura a Venere ci racconta che secondo lei non sono capaci di amare nessuno oltre a se stessi, che non posseggono valori, né valore. L’aspetto dinamico con Mercurio li definisce privi di una solida e valida intelligenza, oltre a non essere capaci di fare ciò che pensano o di pensare a ciò che fanno. Un bel quadretto direi…

La sua Luna nella Vergine, congiunta ad Urano e Plutone, opposta a Giove e quadrata al Sole, ci fa una fotografia perfetta del tipo di madre che Jodie ha avuto. Non necessariamente indice di madre omosessuale, ma sicuramente corrispondente ad un materno che odia gli uomini e ne ha paura (quadrata al Sole), che non sa instillare fiducia ed amor proprio nella figlia, che non sa trasmettere un sano esempio di femminilità (opposizione a Giove). Ciò che ha passato a Jodie è un forte opportunismo, una capacità di cogliere al volo occasioni e lavori ben remunerati. L’idea del duro lavoro, del “costi quel che costi arriverò al successo ed al potere” ce lo dimostra quella congiunzione a Plutone.

Mi sa tanto che se la Foster non avesse intrapreso la carriera nell’ambito dell’industria cinematografica, ce la saremmo ritrovata come Presidente degli Stati Uniti d’America. E non è detto che non succeda nel futuro. Con tutta quella determinazione…. non si sa mai.

Ultimo, ma non certo per importanza, quel Saturno in casa II ci fa capire che alla Foster, in realtà, sono venute a mancare fin da piccolissima le sicurezze emotive necessarie per crescere in modo sano. Anche la Venere, nella sua simbologia di autostima, è lesa da Marte e la congiunzione con Nettuno non la consolida affatto.

I problemi derivanti da un quadro di questa natura sono molteplici. A parte la pressoché totale assenza di stima per il genere maschile, c’è l’incapacità di fidarsi di ciò che è, ma solo di ciò che fa, di ciò che ottiene. L’incapacità di lasciarsi andare davvero, di fidarsi del prossimo, maschile o femminile che sia, la limita fortemente sia nella vita sociale che nella sfera sessuale. Qui noi possiamo vedere un perfetto automa, un robot programmato dalla madre per avere successo, fama, dollari e una perfetta… solitudine. Racconta il fratello Buddy (è proprio un chiacchierone) che l’ex bambina prodigio è prigioniera della propria casa. “Vive sola, senza amici e lontana dai clamori di Hollywood. Dice che il cinema è l’unica terapia con cui riesce a debellare i fantasmi interiori. E poi c’è il bucato, la spesa, e le pulizie di casa che insiste per far da sola, nonostante i miliardi. Dice che la mantengono sana di mente, altrimenti… impazzirebbe”.

Io amo questa donna, questa attrice. Credo di aver visto i tutti o quasi i suoi film, e anche dopo averli rivisti cento volte torno a chiedermi da dove sia scaturita tanta bravura, tanta professionalità. E’ una donna dalla straordinaria intelligenza, dalla invidiabile costanza. E’ ostinata, caparbia. Malgrado tutto non riesco a farmi l’idea di una persona infelice, nonostante la disamina dei suoi vissuti, soprattutto quelli infantili. Sono io a diventare triste per lei, per ciò che non è mai stata, o meglio, per ciò che non ha mai potuto permettersi di essere. La vedo svuotata, automatizzata, al totale servizio di un genitore interiore che non le lascia scampo. Non ha mai giocato da bambina, non riesce a farlo da grande. Lavora e sopravvive grazie alla compensazione del fare, del riuscire, dell’ottenere. Difficile disimparare ciò che ci è stato inculcato da piccoli. Ma non impossibile…

Ora, la nostra amata Jodie compirà a giorni il 52° compleanno. Considerata la durata media di vita, direi che ha davanti a sé almeno 30 anni. Spero che oltre a continuare a farci sognare con le magistrali interpretazioni, per la prima volta nella sua vita si dedichi esclusivamente a se stessa. Che impari a coccolarsi, a darsi gratificazioni, a stare sdraiata su di un divano mentre la colf pulisce a fondo la sua meravigliosa casa.

Noi le inviamo tutta la nostra stima ed il nostro affetto.




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