Il vento è forse la rappresentazione più suggestiva di quell’elemento, l’aria, che seppur indispensabile alla nostra vita, è intangibile, inodore, incolore, invisibile. Il curioso, e talvolta dissacrante, teatro simbolico che le stelle mettono in scena sembra divertirsi a giocare con le proiezioni future, gli echi della memoria, le angosce del presente.
L’Aria, uno dei quattro elementi fondanti l’astrologia occidentale, è da mesi al centro dell’attenzione: soffocata nei polmoni dalla pandemia di covid-19, spezzata da un agente di polizia americano nella gola del pregiudicato di colore George Floyd che sussurra un disperato “I can’t breath” (non riesco a respirare) mentre muore, censurata insieme a “Gone with the Wind”, uno dei film più celebri del cinema mondiale con un titolo che, in quanto riferimenti espliciti all’Aria, è tutto un programma. Che poi, per i più curiosi di coincidenze, il protagonista maschile Clarke Gable era di un segno d’Aria, Acquario, e sempre in Acquario era la Luna dell’intensa e indimenticabile Vivien Leigh, alias Rossella O’Hara: i due avevano Sole e Luna congiunti, principio maschile e femminile vibranti all’unisono, uno degli emblemi più chiari, per gli studiosi di sinastrie sentimentali, di attrazione e innamoramento tra uomo e donna. Insomma, erano destinati ad amarsi follemente, anche se solo sullo schermo.
Però le coincidenze non finiscono qui: in Acquario era anche il Mercurio del regista Victor Fleming e la Luna dello stesso film che fu proiettato per la prima volta ad Atalanta in Georgia il 15 dicembre 1939. L’Aria spicca anche nei temi natali dell’autrice del romanzo “Via col Vento”, Margareth Mitchell, con la Luna in Gemelli, e in quello di Mami, portatrice sana di uno stellium di ben cinque pianeti, comprensivo del Sole, sempre in Gemelli. Mami, ormai indiscussa icona, con buona pace dei presunti antirazzisti che hanno stigmatizzato il film, non certo della donna nera schiavizzata dai bianchi, ma della tata come tutti la sognano. Mami, all’anagrafe Hattie McDaniel, fu la prima attrice afroamericana a vincere l’Oscar e a chi le diceva che era esecrabile il fatto che avesse dovuto attendere la premiazione nel foyer lontana dai colleghi per questioni di politiche razziali, lei rispondeva che alla fine era stato molto meglio aspettare nel foyer, ma vincere l’Oscar per aver interpretato una domestica, piuttosto che fare veramente, come molte altre donne di colore come lei, la domestica a vita.
L’astrologia che trova la propria ragion d’essere nel rispecchiamento incessante tra macrocosmo e microcosmo non manca di segnalare questa catena di avvenimenti attraverso i simboli planetari che vedono, al momento, inficiare l’assoluto dominio della Terra che ha toccato il suo apice con il lockdown e le sue logiche di confinamento e restrizione, dall’Aria che dopo un lungo periodo torna a far capolino in maniera rilevante. Se il 2020 propone la straordinaria presenza dei titani Giove, Saturno, Plutone e Urano in segni di Terra, con Urano in Toro capofila dei cambiamenti involutivi in cui siamo precipitati, altri due elementi s’impongono: in primis l’ingresso temporaneo di Saturno in Acquario datato al 22 marzo 2020 e, in seconda battuta, quello quasi contemporaneo, per esattezza il 3 aprile, di Venere in Gemelli, che tra moto diretto e retrogrado permarrà in questa posizione fino a 7 agosto.
È il caso di dire che questo avvicendamento planetario ha costituito proprio una “boccata d’aria fresca” e ha consentito, da un punto di vista squisitamente astrologico, di recuperare quel ritorno al movimento che l’Aria così ben rappresenta.
Ci si è, però, domandati spesso cosa l’iniziale ingresso di Saturno in Acquario, dopo 28 anni, potesse produrre considerando la concomitante presenza di Urano, governatore proprio dell’Acquario, in un segno così poco congeniale alla sua natura come il Toro. La quadratura tra il conservatore Saturno in un segno rivoluzionario e il rivoluzionario Urano in un segno conservatore, al momento è virtuale anche se solo per pochi gradi: bisognerà attendere il 2021 per vederla realizzarsi pienamente. C’è, però, da dire che a livello simbolico sembra essersi già attivata: chi si aspettava disordini sociali come vuole il segno dell’Acquario conseguenti al lockdown, li ha cominciati a vedere.
Certo, non derivano espressamente dalla crisi economica che con l’ingresso definitivo di Saturno in Acquario potrà effettivamente generare un attacco frontale delle masse al potere costituito nell’ottica acquariana di “un governo del popolo, dal popolo e per il popolo” per citare l’Acquario Lincoln del celebre discorso di Gettysburg. Però dalle masse afroamericane umiliate dalla morte di George Floyd qualcosa è partito: una rabbia contestatrice che ha portato, nella logica pragmatica e “manesca” di Urano, pianeta che governa proprio le mani, a rovinare, distruggere, imbrattare, o chiedere la rimozione, nel migliore dei casi e sull’onda di un revisionismo storico che sembra non perdonare al presente di essere figlio del passato, statue e monumenti di grandi e luminosi personaggi della storia correlabili, per episodi di vita controversi, ma assolutamente singoli, a ipotetiche tematiche razziste: fanno rabbrividire i casi di Cristoforo Colombo, condannato per l’oppressione indigena, e Gandhi accusato per certe sue affermazioni sugli africani. Si parla di uomini che hanno cambiato la storia del mondo, salvato vite e nazioni, aperto prospettive impensabili, eppure giudicati oggi, non ieri e non domani, su pillole di esistenza, nemmeno troppo chiare, a fronte di percorsi universali su cui tutti camminiamo e per costruire i quali, costoro, si sono giocati tutto.
L’Aria, al dominio della Terra, dà fastidio e deve essere nuovamente cacciata dall’Olimpo planetario: Aria come libertà di espressione, di opinione, di confronto intellettuale sui fatti, sulle loro possibili interpretazioni, sui diversi contesti storici, diversi dall’oggi s’intende, in cui questi fatti si sono verificati. No, Urano in Toro non vuole il confronto perché lui ha sempre ragione e ciò che non è conforme alla sua visione va fisicamente, sic et simpliciter, eliminato, confinato, vietato.
La logica taurina, semplicistica ancor più che semplice, ben lontana dalle sottili problematiche e arguzie mentali di cui l’Aria è maestra, finisce per produrre, grazie a Urano, un grottesco e quasi gattopardiano “se vogliamo che tutto rimanga com’è, bisogna che tutto cambi”, compresi statue, luoghi storici e film che ricordano, in qualche maniera, anche lontana e sconnessa, brutte storie politico-sociali. Convinti di fare la rivoluzione grazie alla complicità di Saturno in Acquario non ci rendiamo conto che stiamo facendo solo la morale, che a Saturno piace tanto, alla Storia, su tematiche acquariane come il razzismo. Per altro Saturno che tornerà a breve in Capricorno, segno del suo domicilio primario, è, secondo l’astrologia morpurghiana, in trasparenza proprio nel segno del Toro: come a dire che la morale, quest’anno, ce la fa in duplice copia.
C’è solo da sperare che “Via col Vento”, film di forte matrice Aria, nel titolo e nelle ridondanze zodiacali, possa giovarsi di Giove che arriverà in Acquario, al fine di trovare una riabilitazione agli occhi di chi, senza batter ciglio, ne ha accettato, in alcuni ambienti, la censura o la “contestualizzazione” che è un modo più gentile di dire “censura”.
Manca davvero il Vento in questo mondo che si compiaceva di essere libero, libertino e libertario, ma lo Zodiaco parla chiaro: Urano è in Toro e sta quadrando il Sole di Clarke Gable e la Luna congiunta a Urano di Vivien Leigh donna, per altro, Scorpione, con Urano di transito opposto anche al suo Sole natale. Se non bastasse Scorpione è anche la scrittrice Margareth Mitchell al cui libro il film si è ispirato. “Gone with the Wind” uscì, per una curiosa coincidenza di corsi e ricorsi storici, sia come romanzo che come film, proprio con Urano in Toro che all’epoca era ben contento di poter applaudire questo incastro narrativo epico, ricco di richiami ai confini, alla Terra (come scordare Tara, quella terra da cui ricominciare quando tutto sembra perduto?), al possesso, all’appartenenza, perché se è vero che Mami appartiene a Rossella, anche Rossella, bella e bianca, appartiene a Rhett Butler, come lui le dice spesso, in quel loro intricato destino d’amore, follia e sofferenza.
In questo momento pandemico e ultra-moralista dove, dopo esserci resi rei di aver violentato la natura e la sua geografia, con tutte le conseguenze a noi note, abbiamo cominciato a violentare la Storia, verrebbe da chiedersi quel che si chiese Rossella O’Hara alla fine dell’immortale pellicola: “Rhett, se te ne vai che sarà di me, che farò?”. E verrebbe da rispondere come lui rispose (da Acquario): “Francamente me ne infischio”.