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JUNE ALMEIDA - LADY CORONA

a cura di Andrea Benatti
 
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Covid19, Coronavirus, Sars-Cov2… sono queste le parole più ricercate nel web negli ultimi mesi, purtroppo. Da quasi un anno, infatti, il mondo è stato stravolto dalla pandemia provocata da questo misterioso virus proveniente dalla Cina e che, con la forza di un vero e proprio tsunami, ha stravolto gli assetti sanitari, economici e psicosociali delle nostre vite.

Prima dell’arrivo di SARS-Cov2 in pochi conoscevano effettivamente cosa fossero i coronavirus; certo, al plurale, in quanto ne esistono diversi tipi che compongono una famiglia ormai ben nota al mondo scientifico: i più diffusi sono responsabili di svariate malattie negli esseri umani così come nei mammiferi, vedi ad esempio il comune raffreddore stagionale.

La scienza ha individuato quattro generi diversi, rispettivamente definiti alfa - beta - gamma - e delta - coronavirus: il responsabile della malattia da Covid19 è un beta - coronavirus, un parente stretto del virus della SARS - che flagellò l’estremo oriente nei primi anni 2000 - e della MERS - altra temibile infezione virale che al tempo della sua diffusione rimase circoscritta al Medio Oriente e alla Corea.

Forse non tutti sanno che i coronavirus sono noti già dalla metà degli anni ’60, quando furono osservati per la prima volta al mondo al microscopio elettronico grazie a una speciale tecnica di analisi, l’immunoelettromicroscopia, sviluppata dalla brillante e geniale mente della scienziata e virologa scozzese June Almedia (cognome che prese dal marito Enriques, un artista venezuelano con il quale ebbe una figlia, Joyce).

Nonostante l’ora di nascita della donna non sia nota, grande è la curiosità riguardo la vita di questa scienziata, vera pioniera dell’imaging nell’identificazione e nella diagnosi dei virus.

June Dalziel Almeida naque il 5 ottobre 1930 a Glasgow, Scozia, dove viveva con la sua famiglia in una casa popolare. Il Sole in Bilancia, nei gradi dell’esaltazione di Saturno, è totalmente leso dall’opposizione con Urano in Ariete e dal quadrato di Saturno in Capricorno posto nei gradi del proprio domicilio. Un Sole quindi fortemente provato e marcatamente saturnino, quello di June, che esprime a pieno la perseveranza, la costanza e la forte tenacia dimostrata nella sua lunga carriera di ricercatrice, non certo priva di ostacoli, e di duri sacrifici: primo tra tutti quello di essere donna in un mondo accademico scientifico a egemonia quasi esclusivamente maschile.

Studentessa vivace, curiosa e particolarmente attratta dalla scienza – Mercurio nei gradi del proprio domicilio vergineo totalmente beneficato dai sestili con Venere in Scorpione e Marte e Plutone in Cancro – June ambiva a frequentare l’università, ma le risorse economiche della famiglia – il padre era autista di bus – erano alquanto limitate. Per tale motivo a 16 anni decise di abbandonare la scuola per iniziare a lavorare come tecnico di laboratorio al Glasgow Royal Infirmary, presidio in cui veniva usato il microscopio per l’analisi di campioni di tessuto biologico.

Dopo il matrimonio con il marito Enriques, la coppia emigrò in Canada, dove la ricercatrice ottenne un prestigioso incarico all’Ontario Cancer Institute di Toronto e dove poté continuare ad approfondire le sue ricerche con nuovi microscopici elettronici. Con queste strumentazioni sviluppò innovative tecniche e pubblicò svariati articoli riguardanti le strutture cellulari dei virus, mai identificate dalla comunità scientifica prima d’ora. La Luna in Pesci nei gradi della sua esaltazione è anch’essa totalmente beneficata dal trigono con Marte, Giove e Plutone, dettaglio inequivocabile del suo profondo, magico intuito e del suo penetrante spirito indagatore che le permise di compiere quelle straordinarie scoperte.

La tecnica di microscopia che Almeida sviluppò era allo stesso tempo semplice e rivoluzionaria nel campo della virologia: nel momento in cui si ha a che fare con particelle microscopiche è alquanto difficile capire cosa, come e dove cercare. Nella fattispecie, il microscopio elettronico colpisce il campione biologico con un fascio di elettroni e registra le interazioni di questi con la superficie del campione, restituendo un’immagine altamente dettagliata; il problema si pone quando, ad esempio, una piccola macchia possa essere una cellula, un virus o qualcos’altro. Per risolvere il problema, la scienziata capì che poteva utilizzare gli anticorpi prelevati da un campione di sangue di pazienti precedentemente infettati per individuare il micro organismo: se gli anticorpi si dirigono verso quella particella, allora essa sarà per forza un patogeno.

Il virus e le infezioni in astrologia sono rappresentati da Nettuno, che nel tema di June si trova in Vergine in trigono a Saturno in Capricorno. La sua Venere in Scorpione nei gradi di Marte, anch’essa priva di aspetti negativi e beneficata dal trigono con lo stellium cancerino, enfatizza il lato squisitamente scorpionico nel tema della scienziata; Plutone, oltretutto, è il pianeta più stimolato di tutto il cielo di June: congiunto a Marte e a Giove in Cancro, in trigono a Luna e a Venere e in sestile a Mercurio, rappresenta perfettamente la sua caparbietà nello scovare, nel far emergere dagli abissi del misterioso mondo della microbiologia, ciò che ancora non era noto a nessuno.

La scoperta più importante, per l’appunto, avvenne nel 1964, quando l’allora trentaquattrenne June stava lavorando al St. Thomas’ Hospital Medical School di Londra: la scienziata riuscì a identificare un nuovo tipo di virus che differiva da qualunque altro patogeno respiratorio conosciuto fino ad allora. L’isolamento del microrganismo fu possibile grazie alla tecnica di indagine microscopica scoperta da June anni prima; la Almeida, osservando il campione, notò uno strano punto rotondo e grigio coperto da minuscoli raggi che formavano una sorta di corona solare attorno al virus: nacque quindi il nome “coronavirus” proposto proprio da June, denominazione che non fu subito accettata dalla comunità scientifica di allora.

Non avendo a disposizione la data precisa della straordinaria scoperta da parte della ricercatrice, siamo costretti a limitare lo studio dando un’occhiata ai transiti dei pianeti lenti nel 1964 rispetto alla posizione dei pianeti natali di June. Sappiamo, infatti, che Plutone, Nettuno e Urano percorrono pochissimi gradi di zodiaco nel corso di un anno, il che ci permette di comprendere quali potenti energie celesti furono d’aiuto nel momento dell’avvenuta identificazione del coronarivus.

Plutone, nel corso dell’anno, passò dai 14° ai 16° della Vergine, opponendosi alla Luna della ricercatrice: periodo quindi emotivamente molto intenso e sofferto, quello vissuto dalla donna, nel quale la sua componente femminile, sensibile e ricettiva, è stata duramente messa alla prova.

Nettuno transitò dai 17° ai 19° dello Scorpione: in quell’anno terminò il trigono con la Luna di June e il dio dei mari formò anche il medesimo aspetto con la coppia Giove/Plutone in Cancro, altro segno inequivocabile di quanto l’intuito sagace della donna posto al servizio di una causa umanitaria, fosse sorretto da prestigiose energie celesti.

Urano, nel suo passaggio dai 9° ai 14° della Vergine, effettuò un elettrizzante trigono al Saturno natale della donna, ponendosi anch’esso in opposizione alla Luna di June: potrebbe essere stato anche quest’aspetto a innescare l’intuizione geniale nella brillante mente della ricercatrice.

June Almeida, dopo la scoperta del coronavirus, continuò a identificare un gran numero di virus tra cui la rosolia; concluse ufficialmente la sua carriera di virologa nel 1985, ma rimase molto attiva nell’ambiente accademico internazionale: all’età di 77 anni tornò al St. Thomas come consulente esterna e contribuì alla pubblicazione di alcune delle sue prime immagini ad alta risoluzione dell’HIV, il virus che causa l’Aids. Per una strana coincidenza la donna morì il 1°dicembre 2007, giorno in cui dal 1988 si celebra proprio la giornata mondiale contro questa malattia.

Ancora oggi, in piena pandemia da Covid19, i ricercatori si avvalgono delle sue tecnologie per identificare i virus in modo accurato e veloce: cinquantasei anni dopo, con Plutone e Giove quasi perfettamente opposti alla loro posizione natale nel tema di June Almedia, il suo lavoro è più attuale e rilevante che mai.




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